Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: Serenetx    03/12/2010    0 recensioni
Cosi' scosto' una ciocca dei suoi capelli color carota e mi trafisse con quei suoi occhioni azzurri. Sentii per un istante il peso della sua attenzione gravarmi sulla coscienza ancor piu' di quanto lo facesse la sua etica invidiabile ed il suo bollente sguardo di ghiaccio passare in rassegna ogni mia singola curva.
«Sono curioso di sapere una cosa, bambolina ... »
Mi disse afferrandomi bruscamente il mento.
«Qual'e' il tuo vero nome adesso?».

Saro' molto felice di leggere ed accettare i vostri consigli, pareri, recensioni ecc. ecc.
Prende spunti da diverse storie piuttosto famose (non scritte da autori di questo sito) ed e' la prima copia (e' una storia da revisionare per bene, a partire dalla trama e tutto il resto; per questo se mi aiutaste sarei molto felice! Grazie lo stesso)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest, Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Ancora un'altra tazza di te' cara?»
«Si' grazie!»

Dissi con malinconia sfogliando uno degli album di Cassy. A casa sua ne aveva tantissimi. Aveva una intera liberia completamente dedicata alla sua famosa amicizia con mia zia Miki Sakura Hasani, suddivisa in scaffali per ogni fasce d'eta' passate assieme.
Era incredibile, incredibile vedere con quanta devozione quella donna avesse curato ogni minimo dettaglio di quei bei momenti, incredibile come l'atmosfera di quell'istante cosi' perfetta in ogni sua sfumatura.
Sara' stata la calda casa con quel parquet lucido, con le pareti in legno scuro ed i divani bianco latte a far si' che le lacrime di tristezza fossero trattenute da un calore positivo. Sara' stato rivedere il giovane sorriso di mia zia a infondere in me una sicurezza che mi era stata strappata via. Eppure, non potei fare a meno di notare l'espressione ermetica di Cassy.
Ogni volta che cambiavo pagina, i suoi occhi mi studiavano estasiati, illuminati da un compiacimento che non sapevo ancora spiegarmi ed una strana euforia che riusciva a trattenere a stento.

«Ah! Li' e' quando eravamo al ballo dell'ultimo anno!»

Disse indicando la foto raffigurante loro due in abiti eleganti. Miki aveva un lungo vestito azzurro cielo, stretto in vita, con una gonna sostenuta da un'ampia crinolina ed abbellito da splendidi brillanti blu. In contrasto, quello di Cassy era rosso fuoco, assurdamente aderente sia sul busto che sulle gambe. Era arricchito con deliziose decorazioni orientali miste a cuciture dorate raffiguranti spaventose lingue di fuoco. Sul collo portava un grosso rubino a forma di stella a cinque punte, legato alla piccola catena da due estremita'.

«Wow! Era bellissima!»
«Gia'! Avete molte cose in comune, come ad esempio il vostro atteggiamento nel tener testa ad alcune responsabilita' ... come la scuola, i rapporti con gli amici e .. tutto il resto»
«Strano! Non l'avrei mai detto! L'ho sempre vista come il modello perfetto ed irraggiungibile»

Constatai senza dar peso all'occhiataccia di Cassy. Allo sfogliare delle pagine si accompagnarono mille ricordi ...

«Bella questa! Dov'eravate?»
«Oh! Si'!»

Esclamo' lei avvicinandosi ancor piu'.
Mi scostai leggermente per lasciarle prendere la foto dall'album.
Per la prima volta la vidi trattenere a stento le lacrime nel tentativo di fermare un fiume di pensieri che rischiava di sommergerla.

«Qui eravamo in gita in un piccolo porto d'Italia. E' stato tanto tempo fa ... pensavo di aver buttato via tutte le foto!»

Disse con aria quasi seccata.

«Perche' scusa?»
«Perche' non potevo conservarle. Fu li', proprio ad Ancona che incontrai qualcuno che non avrei mai voluto conoscere ... un uomo bellissimo ... e' una lunga storia»

Un possibile vero amore???
La guardai sbalordita.
Non avrei mai creduto che una donna cosi' avesse mai potuto avere un partner. Acida, cattiva, insensibile e cinica, non avrebbe mai potuto avere un uomo che sopportasse tutti questi difetti a tempo pieno! Ma evidentemente mi stavo sbagliando.

«Sta tranquilla. Non voglio sapere nulla di lui. Si vede subito che non ti piace parlarne»

Le sorrisi cominciando ad abituarmi all'idea di avere dinanzi una persona normale.

«Grazie Cloe. Tua zia avrebbe detto le stesse cose ... se solo fosse qui. Per fortuna che ora ci sei tu!»

Disse con una strana malizia.
Stavolta non potei fare a meno di non notare quell'accento esasperato, quel tono leggermente malefico, quello sguardo fulminante che mi trapasso' in pieno petto e catturo' la mia attenzione. Alzai la testa dall'album, inarcando un sopracciglio e studiando l'espressione compiaciuta della mia insegnante. Un impeto di rabbia si accese in me, riscaldando le mie mani ed infuocando il mio umore. Chiusi il libro fotografico senza distogliere lo sguardo, ricevendone uno ancor piu' bollente ed afferrai la tazza di te' per riempirmi la bocca. Io non ero come Miki! Non avrei mai saputo reggere il confronto! Doveva capirlo!
In breve tempo si venne a creare una situazione inspiegabilmente opposta a quella di partenza: dalla gentilezza dei gesti, dell'atteggiamento e del suo modo di parlare per consolarmi dalla bruttissima perdita, riscaldo' pericolosamente l'aria con affermazioni che lasciavano intendere altro, quasi per provocarmi.
Con quella frase comincio' a maturare dentro di me l'ipotesi non piu' tanto remota che Cassy contasse su di me come "erede" a tempo pieno del ruolo di mia zia. Okay, un'aspettativa del genere ci poteva anche stare, nonostante la differenza notevole di eta', ma il problema era un altro: che ruolo aveva avuto veramente Miki nella vita di una donna cosi' misteriosa? Chi avrebbe potuto veramente assicurarmi che il legame fra quelle due donne non fosse dovuto ad altri fattori nascosti?
Soltanto allora mi resi conto che non conoscevo moltissime cose sul loro rapporto. Le foto non erano una prova sufficiente ad accetare la semplicita' dei fatti ed alcune descrizioni sulle loro "avventure" giovanili potevano essere state facilmente inventate. E fu allora che mi balenarono in testa una miriade di idee diverse, dalle piu' stupide alle piu' scabrose. Arrivai addirittura a sospettare di una possibile relazione amorosa passata fra le due (cosa che avrebbe potuto spiegare molti aspetti davvero insoliti, tra cui il fatto di non aver mai saputo nulla a riguardo), ma non giunsi mai ad ipotizzare nemmeno una minima parte della terribile realta' che si nascondeva dietro quella losca figura di insegnante.
La verita' dei fatti era ben diversa e se non fosse stata quella tragica morte a distogliere l'attenzione dall'assurda perfezione del racconto, propabilmente qualche sospetto sarebbe cominciato a fiorire gia' dal principio; da quando Cassy mi coinvolse in questa storia.

«Vieni con me Cloe! Ho un sacco di cose da farti vedere in cantina!»

Disse alzandosi in piedi ed invitandomi a seguirla.
Appoggiai la tazza sul tavolino e mi infilai in bocca uno dei biscottini che erano in bella vista su di un vassoio. Non avrei potuto ancora dirle quello che pensavo.

«Attenta alle scale! Sono molto ripide!»
«Ma ... non c'e' la luce? E' tutto buio qui!»
«L'interruttore sta in fondo!»

Urlo' mentre affrontava quei brutti scalini.
Non appena finirono, torno' la luce che illumino' la stanza.

«Pero'! Niente male!»

Esclamai masticando il biscotto.
La cantina era molto grande, ricoperta interamente di mattonelle color grigio scuro fino al soffitto. La fioca illuminazione arancione metteva a fuoco le pareti completamente occupate da diverse file di ripiani in ferro, connessi fra loro da pali dello stesso materiale fissati al suolo. Nella semplicita' di quell'ambiente nessuno avrebbe potuto prevedere quel che sarebbe successo...
Mi guardai attorno, studiando le quattro mura e gli oggetti esposti, senza notare nulla di particolarmente interessante.
Dopo aver osservato attentamente ogni singolo dettaglio della stanza, mi accorsi dell'inspiegabile sguardo di Cassy che mi fissava con fare quasi compiaciuto.
Ormai era soltanto questione di secondi e la verita' sarebbe venuta tragicamente a galla.

«Che cosa dovrei vedere? Qui non c'e' niente ... »
«Prova a guardare meglio..... »

Cominciai ad avere veramente paura.
La sua voce divenne improvvisamente stridula e penetrante ed il suo volto, liscio e pulito, si contorse in un ghigno cosi' spaventoso che avevo visto soltanto nei film horror. I suoi occhi brillarono di un rosso demoniaco ed i suoi passi, sinuosi ed altezzosi, divennero felpati come quelli di una leonessa.
Mi accorsi immediatamente che qualcosa non andava.
In quei pochi istanti che la vidi ebbi la netta impressione di aver sempre avuto di fronte la maschera di una persona che non dimostrava la sua vera natura; una natura dall'aspetto inquietante e malvagio. Indietreggiai fino a che la mia attenzione non fu catturata dal luccichio della sua collana precedentemente nascosta dai vestiti. I suoi movimenti innaturali la rivelarono alla luce e constai che il ciondolo era lo stesso di una delle sue vecchie foto: una stella a cinque punte rovesciata.
Improvvisamente la mia mente si svuoto' da ogni pensiero.

«M-mi dispiace! Si e' fatto tardi e-e ... »
«Oh! Poverina ...»

Disse con falsa dolcezza.

«Mi spiace, ma ... non posso mandarti via ora che hai capito come stanno le cose!»
«C-cioe'?»

La donna si diresse verso una delle pareti della stanza.
Volevo scappare, fuggire, fuggire via da quel mostro.
Cassy mi aveva mentito. Mi aveva mentito su tutto ed io avevo abboccato in pieno.
Mossi un passo indietro a fatica. Mi mancava l'aria e non riuscivo a muovermi.

«Cioe' niente ... »

Sibilo' afferrando un piccolo filo di ferro nascosto dai ripiani e collegato ad una mattonella del muro.
Con uno scatto felino lo tiro' verso di se' ed infilando l'altro fìbraccio fra gli scaffali, la tolse definitivamente dalla parete per poi agguantare il contenuto di quella piccola "cassaforte segreta". Lo carico' e in meno di un secondo me lo punto' contro.
Era una pistola.

«C-che cosa significa tutto questo?»

Domandai con fatica. La sua risposta mi secco' la gola.

«Significa che tu ... hai quello che cerco! Qualcosa che voglio fortemente!»

Ancora non sapevo di che cosa parlasse.
Restai immobile, come se mi avessero ghiacciata senza preavviso, in attesa di conoscere l'argomento.

«Mia cara Takada ... tu sei preziosa! Molto preziosa ... e per questo non ti uccidero', a meno che tu non mi costringa a farlo!»

Sorrise.

«Quello che scorre nelle tue vene non e' semplice sangue, ma e' qualcosa che soltanto voi Hasani avete, e non parlo solo del vostro corredo genetico!
Voi siete una stirpe, una vera e propria stirpe dotata di potenzialita' raffinate fin gia' dalla nascita! Possedete una intelligenza sopraffina e delle capacita' di adattamento sorprendenti! Pero', nonostante tutto, non posso lasciarti andare come se niente fosse. Per sicurezza, sono costretta a tenerti sotto minaccia fino alla fine del nostro incontro, in modo da avere la certezza che tu abbia capito quello che sto per dirti!»

Strinsi i pugni, non potendo sopportare il lungo silenzio che segui'.

«Avanti! C-che cosa devo sapere?»

Cassy sorrise compiaciuta senza abbassare l'arma.

«Adoro la tua determinazione.. l'ho sempre ammirata! Anche tua zia era cosi' nel mondo del lavoro! Un'ottima e meschina collega!»

Esclamo' scoppiando in una risata che poco aveva a che fare d'umano. Tenendo puntata la pistola su di me, si avvicino' pericolosamente, portando la canna metallica sotto il mio mento e premendomela fortemente sul collo.

«Il mio nome e' Kassade e sono una terrorista, una spia, proprio come lo era Miki. Ora lei e' morta e mi aspetto che tu ... prenda il suo posto!»

Sobbalzai. Non era possibile. Era soltanto un brutto sogno. Non era questa l'eredita' che mi spettava.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Serenetx