Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
Segui la storia  |       
Autore: kia_85    04/12/2010    2 recensioni
"Anche se si sforza di essere sempre spensierato, lo so che non è più lo stesso.
Da quando mamma non c’è più, ha uno sguardo spento, quasi assente.
Gli zii mi ripetono continuamente che se non ci fossi stata io, probabilmente avrebbe finito con il commettere una stupidaggine.
Invece la mia presenza lo ha fatto riprendere.
Vive solo per me adesso."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Li Shan In, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Casa Saeba – Tokyo
Ore 9.30
Miyuki
Ora che sono sola in questa immensa casa, posso dare sfogo al mio turbamento.
Mi sembra di conoscere da sempre ogni più piccolo particolare di questo appartamento, anche se in realtà l’ho visto per la prima volta solo pochi giorni fa.
È tutto così strano.
Questa sensazione di familiarità che mi avvolge.
Sfioro ogni mobile, sapendo già in anticipo cosa ci troverò al suo interno.
Visito le varie stanze, riconoscendo l’odore che emanano.
Come è possibile tutto questo?!
Una nuova lancinante fitta alla testa mi investe.
È così forte che sono costretta ad appoggiarmi alla libreria della stanza di Shan In, per non cadere.
Devo aver spinto troppo forte, perché improvvisamente un libro perde l’equilibrio e finisce ai miei piedi.
Ancora dolorante mi chino a prenderlo, con l’intento di rimetterlo al suo posto, quando involontariamente mi cade l’occhio sul suo contenuto.
È un album di foto.
C’è raffigurata una bambina che ha l’età di Shan In, ma non è lei.
Ha gli occhi nocciola e i capelli più mossi.
Avanzo con le pagine, vedendo questa bambina crescere tra le mie mani.
Sembra così dannatamente familiare.
Ma cosa mi sta succedendo?!
Perché mi sto impicciando di affari che non sono miei?!
Sto per chiudere il libro, ma una foto in particolare cattura la mia attenzione.
Quella che raffigura una donna, dai capelli castani corti e gli occhi nocciola.
Una cicatrice sulla spalla destra, lunga e profonda.
Non posso crederci.
Non è possibile.
L’album mi cade dalle mani, emettendo un rumore sordo.
“O mio Dio”
Riesco solo a dire questo.
Mi precipito come una furia verso il bagno.
Appena vedo lo specchio, mi ci posiziono davanti.
Alzo i miei capelli e abbasso la felpa, ed eccola lì, la cicatrice.
La stessa identica di quella donna.
Sulla spalla destra, lunga e profonda.
Sgrano gli occhi, impercettibilmente.
Guardo i miei capelli e noto la ricrescita scura che ogni giorno si fa sempre più evidente.
Avevo deciso di farmi bionda per avere più successo come modella.
Per non parlare dei miei occhi azzurri, che ho potuto rendere così con delle lenti speciali, consigliate da mio padre.
Non posso credere ai miei occhi.
Io sono quella donna.
La donna raffigurata in quell’album.
Torno sui miei passi e riprendo la foto in mano.
Una lacrima mi solca il viso e una confusione sempre più devastante si fa spazio nella mia mente.
“ma allora chi diavolo sono?!”
Torno alla prima pagina e leggo la dedica che vi è scritta.
‘Alla mia dolce sorellina Kaori, con la speranza di rubarle un sorriso in un momento tanto triste. Con affetto, tuo fratello Hideyuki. Data 3 Aprile 1977’
Mi alzo spaventata e una nuova fitta alla testa mi obbliga a mettermi le mani sulle tempie.
E all’improvviso un’immagine.

“Kaori tu ti preoccupi troppo! Lo sai che sono il miglior sweeper in circolazione! Non dovresti stare così in ansia per me!” Ryo lo disse con un tono talmente spavaldo che irritò la donna.
Lei gli si avvicinò e gli assestò uno schiaffo in pieno viso.
Lo sweeper non si era aspettato una reazione così violenta da parte sua, quindi rimase completamente imbambolato.
Quando alzò gli occhi per incontrare quelli della partner, vide che erano colmi di lacrime.
“tu sei solo un’egoista, Ryo. Hai a che fare con malviventi, drogati, spacciatori e killer della peggiore specie e l’unica cosa che sai dirmi quando torni da una nottata fuori a combattere è che non mi devo preoccupare?! Tu mi hai promesso che non mi avresti mai lasciato, che saresti rimasto per sempre con me! Ma non è facendo il gradasso o lo spaccone che manterrai il tuo proposito. Quindi evita di dire stupidaggine e fai il serio!!!”
Ryo rimase allibito dallo sfogo della sua socia.
Erano ormai tre mesi che la loro relazione era progredita ed erano diventati ufficialmente una coppia, ma quella era la prima volta che avevano avuto una discussione di quella portata.
Abbassò gli occhi sconfitto.
Sapeva che le doveva delle scuse.
“mi dispiace. Certe volte è più facile comportarmi da stupido che preoccuparmi del resto”
Lei lo abbracciò di slancio, senza nemmeno rendersene conto.
“ti chiedo solo di essere più prudente da ora in poi. Per me. Per noi. Non riuscirei a sopravvivere se ti capitasse qualcosa, lo capisci?!”
Lui annuì solamente e strinse maggiormente la presa.

Torno al presente e non riesco a capire cosa mi sta succedendo.
Perché ho visto me con Ryo?!
Metto una mano sul mio cuore, sta battendo all’impazzata.
Sembra che mi voglia uscire dal petto.
“Ma che cosa mi sta succedendo?!”
Poi improvvisamente una nuova visione.

La donna dai capelli castani aveva appena messo piede in casa dopo aver fatto la spesa.
Era appena tornata da due giorni alle terme con Miki.
Quando l’amica gliel’aveva proposto una settimana prima, lei aveva avuto l’intenzione di rifiutare, ma quando Miki l’aveva pregata di accompagnarla per staccare un po’ dal lavoro e dai soliti problemi quotidiani, non aveva saputo resistere.
Così alla fine dovette assecondarla, cercando il modo migliore di dirlo al suo partner.
Contrariamente alle sue aspettative, Ryo aveva preso bene la notizia.
Aveva affermato che due giorni di riposo assoluto le avrebbero giovato.
Così sempre più tranquilla, era partita con la sua migliore amica, godendosi quel paradiso.
Sorrise del profumo che la sua pelle ancora emanava.
Arrossì al pensiero di quello che il suo socio avrebbe detto.
Poi realizzando che c’era troppo silenzio in casa, capì che quest’ultimo non si era ancora svegliato.
Sbuffò. Non ne poteva più di fargli anche da bambinaia.
Salì al piano superiore e iniziò a bussare alla porta della loro camera.
“Ryo?! Amore?! Mi senti?!!? Sono tornata…”
Non sentendo nessuna risposta, girò la maniglia e aprì la porta.
“Svegliati è tardi… tra un’ora devi andare a fare quel sopralluogo con Falco… lo sai che poi si arrabbia se arrivi in ritardo…”
Alzò lo sguardo per ammirarlo, ma quello che vide fu un vero shock.
Ryo era a letto, avvolto dal lenzuolo, mentre abbracciava tranquillo una donna.
Avevano l’aria di essere molto stanchi.
Quando Kaori si avvicinò, vide la faccia della donna in questione e impallidì.
Era la cliente che aveva chiesto loro aiuto tre giorni prima.
“Noemi” fu solo un sussurro.
Appena realizzò cosa potesse essere successo in quella stanza, tornò sui suoi passi e si richiuse la porta alle spalle.
Tornò in cucina e senza dire nulla, prese la sua borsa e la giacca.
Uscì dalla porta con l’intenzione di non rimettere più piede in quella casa.
Corse per tutta la città, la vista annebbiata dalle lacrime.
Non diede retta a nessuno, finché non si ritrovò davanti ad un parco.
Entrò e sfinita si sedette su una panchina, rannicchiando le gambe al petto.
“sei solo uno stupido Ryo. perché mi hai fatto questo?!”
Un vento freddo si alzò, donandole brividi per tutto il corpo.
Era rannicchiata lì, con le lacrime come uniche compagne.
Si maledisse per aver avuto così tanta fiducia nell’uomo che credeva l’amasse.
In quei lunghi anni di attesa, aveva sempre ingoiato passivamente ogni scappatella del suo socio.
Non stavano insieme e quindi lei non poteva certo rivendicare un diritto che non aveva.
Ma in quel momento erano una coppia.
Lui aveva promesso che le sarebbe stato fedele.
Una nuova lacrima uscì, prepotente.
A quel punto Kaori scorse la sagoma di qualcuno che conosceva alle sue spalle.
Si girò e lo vide.
“Ryo” sussurrò debolmente.
Lo sweeper era senza fiato.
Con una mano appoggiata al muretto del parco.
Appena la vide le andò incontro.
“Kaori, finalmente ti ho trovata!”
Quando vide che cercava di abbracciarla, lei si scostò, nauseata.
“Lasciami in pace. Non voglio più vederti… sei solo un porco. E io stupida a pensare di potermi fidare di te”
Stava per andarsene, quando il socio l’afferrò e la strinse a se.
“mi sei mancata così tanto in questi due giorni”
Lei cercò di divincolarsi, inutilmente.
“lasciami!! Ti ho detto di lasciarmi!”
Lui non la ascoltò minimamente.
“perché fai così?! Che ti ho fatto!?”
A quel punto la rabbia prese il sopravvento sulla delusione.
“non fare il finto tonto… stamattina ti ho visto mentre eri nel letto con Noemi. Meno male che ti sono mancata in questi due giorni, eh?!”
E finalmente si staccò da lui.
“sei solo un verme. Mi avevi promesso che non mi avresti più fatto soffrire. Che mi sarei potuta fidare di te! Sono stata un’illusa a crederti!”
Lui non la fece continuare.
“ma cosa dici?! Non è come pensi. C’è stato un malinteso… La nostra cliente ieri ha bevuto troppo e si è sentita male durante la notte. L’ho assistita tutto il tempo, finché stremato, mi sono addormentato accanto a lei. Non è successo nulla tra di noi… te lo giuro!”
“sai cosa me ne faccio del tuo giuramento?!”
Lui si avvicinò e bloccandola con la schiena contro un albero, disse serio.
“Kaori, non ho nessun motivo per desiderare un’altra donna, visto che ho te! Non mettere mai in discussione il mio amore nei tuoi confronti! Mai! Tu sei l’unica che amo! Lo vuoi capire?!”
Lei scosse la testa, l’immagine di lui a letto con Noemi non si cancellava dalla sua mente.
“perché dovrei crederti?!”
“Perché sai che non potrei mai farti una cosa del genere, soprattutto ora che ti ho rivelato i miei sentimenti. Ho aspettato 8 anni prima di confidarmi, credi che manderei tutto all’aria con la prima che mi passa davanti?!”
Sbuffò, notando il viso ancora contratto della donna.
“so che è colpa mia se sei così insicura del mio amore per te. In passato mi sono comportato davvero come il peggiore dei bastardi nei tuoi confronti, ma il Cielo mi è testimone, non è successo nulla con Noemi stanotte, né nelle notti in cui sei stata via!”
L’abbracciò di nuovo, ma questa volta la donna non oppose nessuna resistenza.
“non farmi mai più una cosa del genere Ryo” disse Kaori tra le lacrime.
“scusa” fu l’unica risposta di lui.
E chinandosi su di lei, catturò le sue labbra per un bacio che aspettava da due lunghi giorni.

Basta, basta, basta!!!!!!
Non ne posso più.
Perché non faccio altro che vedere immagini di me e Ryo insieme?!
E cos’è questo calore che sento nascere nel petto al solo pensarci?!
Cerco di alzarmi, aggrappandomi dove posso.
Questo continuo mal di testa mi impedisce anche di stare dritta.
Cammino a tastoni per il corridoio, fino a quando entro in una stanza a caso, per sbaglio.
Dal troppo slancio finisco a terra, stordita dalla caduta.
Alzo gli occhi per capire dove sono, quando vedo su un comodino una nuova foto.
Ryo, Shan In appena nata e io?!
Mi avvicino il più possibile e mi vedo lì, con loro tre.
Sfioro la foto sul punto in cui è raffigurato il mio viso, con i capelli e gli occhi del mio colore naturale.
Sto sorridendo. Sembro felice.
Non posso crederci.
Io sono…
Aaahhhh… una nuova fitta, ancora più dolorosa.
Riappoggio la foto al suo posto e sempre più confusa cerco di raggiungere il piano inferiore.
Devo andare via di qui al più presto.
Ho bisogno di parlare con qualcuno, e al momento un solo nome mi viene in mente.
Non so come, ma sono arrivata in salotto, dove c’è la mia borsa.
La apro, cercando di stare attenta nei movimenti, ma questo dolore lancinante alla testa, mi impedisce di pensare con lucidità.
Chiamo il primo numero che ho in rubrica e attendo che mi risponda.
“Pronto, sono Eriko, come posso aiutarla?!”
“Eriko, s-sono… s-sono Miyuki”
Sento voci di sottofondo e capisco che non è sola.
“Che è successo?! Perché parli così piano!? Stai male?!”
Sembra sinceramente preoccupata.
Mi dispiace coinvolgerla, ma ho decisamente bisogno di aiuto.
“puoi…”
Aahhh.. che dolore.
“Posso cosa Miyuki?! Ehi?!”
Respiro piano, devo farmi forza.
Ritento.
“puoi…venire qui,…. senza farti vedere ….da nessuno?!”
Sento il brusio di sottofondo farsi sempre più lontano.
Evidentemente si sta allontanando dalla stanza in cui era fino a pochi secondi fa.
“sì, sto arrivando. Cinque minuti e sono da te, resisti!”
Stringo i denti, c’è una sola cosa che devo dire.
È d’obbligo.
“grazie amica mia”
La sento sorridere e chiudiamo la conversazione così.

Ditta antifurti Saeba & Angel – Tokyo
Ore 13
Ryo
Sono già passate quasi cinque ore da quando ho lasciato la signorina Miyuki da sola a casa.
Forse dovrei chiamarla per sapere se va tutto bene.
O forse facendo così sembrerei solo troppo apprensivo?!
Però ho questo brutto presentimento che mi sta davvero preoccupando.
Meglio essere sicuri.
Sto per prendere la cornetta del telefono in mano, quando entra Mick con una pila di fogli in mano.
“ehi socio, abbiamo del lavoro da sbrigare. Ne avremo per un bel po’, quindi annulla qualsiasi impegno avessi in programma. E rimbocchiamoci le maniche”
Sospiro annoiato.
La telefonata dovrà aspettare.
“ok, però diamoci una mossa, per le 16 devo essere a scuola di Shan In. Mi ammazza se faccio tardi!”
Mick sorride e annuisce.
“allora diamoci da fare”

Casa Saeba – Tokyo
Ore 13
Miyuki
Eriko è arrivata da un’oretta circa e mi sta aiutando a fare la valigia.
Sta cercando di non lasciare niente di mio in questo appartamento.
Mi dispiace andarmene in questo modo, ma ora come ora devo essere un po’ egoista e mettere a posto la mia vita.
Devo riuscire a riacquistare la memoria perduta e l’unico modo che conosco, è mettere mio padre con le spalle al muro, facendomi raccontare cosa è successo tre anni fa.
Da quel famoso incidente.
Ci sono troppe coincidenze.
Se il mio ragionamento è giusto, ed io sono davvero Kaori Makimura, moglie di Ryo Saeba e madre di Shan In, devo riuscire a scoprire cosa è successo.
Ma devo farlo da sola, perché se scoprissi che tutto questo è solo una sorta di suggestione data dai numerosi racconti che mi hanno descritto in questi giorni, non voglio che ne rimangano delusi.
Hanno già sofferto troppo per dover affrontare anche questa.
Se invece io fossi davvero chi penso di essere….
Beh la situazione andrà affrontata pian piano.
Ho scritto due lettere, una per la piccola e l’altra per Ryo.
Mi dispiaceva lasciarli senza nessuna spiegazione.
A Shan In ho anche lasciato un piccolo pegno, una sorta di tacita promessa per farle credere che un giorno tornerò a riprenderlo.
Forse così il distacco sarà meno doloroso.
Però glielo cedo volentieri.
Per me è stato come un porta fortuna.
Non ricordo perché ce l’ho, ma so che mi ha accompagnato sempre nella mia vita.
È un anello con un rubino.
Non vale molto come oggetto, ma per me è sempre stato di una importanza fondamentale.
Spero la possa aiutare a ricordarsi di me, quando non sarò più qui.
Sospiro guardandomi in giro.
Una parte di me non vorrebbe andarsene.
Eppure so che restando, non avrei la possibilità di chiarire i dubbi che mi stanno divorando.
Eriko mi si avvicina con la valigia pronta.
“È ora di andare”.
Annuisco e mi alzo lentamente dal divano.
Il mal di testa è ancora così forte, che sono costretta ad appoggiarmi alla sua spalla per non cadere.
Le sorrido per tranquillizzarla, ma è evidente che è molto preoccupata per la mia salute.
Do un ultimo sguardo a questa casa, che forse una volta è stata davvero mia, e sorrido.
Se davvero dovesse essere così, giuro che ci tornerò il prima possibile.
Appena scendiamo le scale, troviamo un taxi ad accoglierci.
Ci saliamo e senza troppi indugi gli indico un indirizzo posto in periferia, nel quartiere di Roppongi.
Sono sicura che lì troverò le risposte che sto cercando.
L’uomo annuisce e in silenzio si immette nel traffico cittadino.
Cullata dal brusio del motore, mi addormento stremata e anche nel sogno vengo invasa dai ricordi.

“Kaori! Sono tornato…”
Non gli era pervenuta nessuna risposta, così riprovò.
“Kaori?!”
Quando capì che la casa era totalmente deserta, il suo cuore iniziò a battere sempre più veloce.
Sbiancò e corse per tutte le stanze alla ricerca di un indizio di dove si potesse trovare la sua partner, quando improvvisamente sentì un rumore provenire dal soffitto.
“Ryo? Sei tu? Sono sul terrazzo!”
Lui era volato su per le scale e appena l’aveva vista intenta a stendere il bucato appena lavato, si era precipitato su di lei e l’aveva abbracciata da dietro.
Lei lo aveva guardato meravigliata.
“Ehi! Che ti è preso?! Come mai tutte queste attenzioni?!”
Ryo aveva affondato il viso nel suo collo, mescolandosi ai suoi capelli.
“scusa… ho avuto un attacco di paura improvvisa ... il terrore che ti rapiscono é sempre presente...non riuscirei a vivere senza di te, lo sai...”
Kaori lo fissò per un momento in silenzio, stupita da tanta sincerità, poi per sdrammatizzare iniziò a ridere tranquilla.
Aveva preso le mani di lui tra le sue e girandosi, l’aveva baciato.
“c'hai provato... ma non ti libererai di me così facilmente!”
E lui aveva riso, prendendola in braccio e trasportandola in casa.

Mi sveglio di soprassalto.
Le tempie continuano a pulsarmi.
Sono totalmente sudata.
Eriko si gira preoccupata e le chiedo quanto manca al nostro arrivo.
Lei mi sorride, porgendomi un fazzoletto per asciugarmi.
“circa dieci minuti. Cerca di stare calma. Ok?!”
Annuisco e mi rilasso sul sedile dell’auto.
Guardo fuori dal finestrino e la mia mente torna al sogno che ho appena fatto.
Una parte di me è davvero convinta di essere Kaori Makimura.
Ma se è davvero questa la verità, come diavolo sono riuscita a sopravvivere a quell’incidente?!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart / Vai alla pagina dell'autore: kia_85