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Autore: CareNJ    04/12/2010    1 recensioni
E lei, lei così semplice e fragile, era diventata ciò che da sempre odiava. E si odiava, con tutta se stessa, quando perdeva il controllo. Un giorno decise di lasciarsi andare, Caroline Forbes uscì dagli schemi, quando lo inconrtò.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Marti : Dopo sei giorni, sono riuscita ad aggiornare :) Sorry for the late. D:

Comunque spero che piaccia questo capitolo. Tant per dire, io sono una Stelena! :)

Marti.

Capitolo nono. – He will return.

Sola, sola sì. Era come se l’avesse lasciata sola. Sola a combattere una guerra contro un vampiro millenario, uno di quelli fondatori, un antico. Sola, con un’amica, la sua migliore amica, infatuata da quel vampiro. Le aveva firmato la condanna a morte forse, l’aveva uccisa. I problemi con Stefan continuavano ad aumentare ogni giorno, ogni ora. Ogni minuto che passava c’era un nuovo problema da risolvere. Elena era davvero molto stanca. Il suo esile corpicino stava cedendo, i problemi la sommergevano fino a ché non l’avrebbero schiacciata e resa immune da tutto quel fracasso. La cosa più terribile di tutto questo era ammettere che la colpa era solo sua e di Stefan, ammettere che on poteva più stare assieme. Era quasi odioso ammetterlo, ma lei e Stefan doveva lasciarsi. Non pensava che fosse così difficile anche solo da pensare, era come portarle via un pezzo della sua vita, era portarle via, la sua vita. Stefan era la sua vita. Era terribile anche riuscire a guardare Stefan dopo che aveva pensato ciò, ne aveva davvero preso coscienza, e non appena avesse avuto un po’ di tempo libero gliene avrebbe parlato. Quando il ragazzo riuscì ad alzarsi, e a spolverare via tutta la povere che aveva preso quando era caduto, guardo innocentemente Elena, quasi ad essersi accorto del ragionamento che la ragazza faceva. Elena come lo vide in piedi provò una stretta al cuore, era salvo. La felicità non le bloccò il magone che si era creato in lei però, e anche se cercava di sorridere non poteva non fare caso alla solitudine che Caroline provava in quel momento. Lanciò un’occhiata grave al giovane Stefan che stava di fianco a lei, era l’occhiata che nessun ragazzo avrebbe mai voluto vedere, l’occhiata che introduceva quella frase che faceva paura a tutti : Dobbiamo parlare. L’unica frase che fa paura a tutti. Non introduce mai belle notizie solo la rottura di qualcosa, che mai più andrà a ricrearsi. Era la rottura di una complicità che accresceva, giorno dopo giorno. Era questo. Una semplicissima rottura. Stefan non ci mise molto a capire cosa Elena gli volesse dire, lui la conosceva alla perfezione, quasi quanto Bonnie più di Caroline. Ma non era colpa sua, non aveva nemmeno avuto il tempo di girarsi che lo avevano già messo a terra, avrebbe giurato, se solo Elena gli avesse concesso il tempo d farlo. Non poteva fare niente, in quel frangente era lui quello solo. Né Caroline, né Damon ce l’avrebbero fatta. Oh Damon. Gli stava portando via anche Elena, lentamente, gli infliggeva il colpo di grazia, la ragazza che gli aveva permesso di andare avanti, la vedeva sempre di più allontanarsi, spingersi nelle immense braccia di Damon. Prima Katherine poi Elena. Era una lacerante solitudine che lo aveva maledetto tempo fa, e c’era ricaduto. Elena però non gli avrebbe fatto questo, l’avrebbe lasciato solo per una questione di sicurezza, avrebbe voluto svegliarsi una mattina e capire che tutte le persone che amava erano al sicuro, che Caroline non sarebbe più stata soggiogata da nessun originale, Jeremy non doveva essere più vittima di nessuno. E quando tutto si sarebbe sistemato, allora il suo amore, l’amore per Stefan avrebbe potuto trionfare. Guardava Caroline spossata, rabbiosa, nervosa. Guardava il lupo davanti a lei, e ringhiava. Un secondo un lupo? Elena ci pensò su. Nessuno le aveva detto che c’erano lupi a Mystic Falls. Pensava e ripensava, ma niente, non capiva da dove fosse uscito quel lupo. “ Care, chi è?” Guardò per un secondo interminabile Caroline, che per mezzo secondo si ricompose. “Tyler Lockwood.” Elena ebbe paura, per come lo disse. Era stranamente indifesa, eppure avrebbe fatto paura a chiunque. Stefan si posizionò davanti a Caroline, le teneva le spalle. “ Forbes guardami, è tutto apposto. Elijah è un’originale, è venuto qui per uccidere te, Elena tutti. Se Tyler non lo avesse ucciso, non oso immaginare dove saremo.” Dio come si sentiva inutile Stefan. Non riusciva a calmarla. Anche a lei, serviva Damon. “ Caroline Forbes e Tyler Lockwood.” Rombò la tenera voce di Katherine da sopra un albero. Il cuore di Stefan per un secondo sussultò, la voce della ragazza era sempre un caro ricordo della sua umanità. “..e nelle nuove vesti. Caroline, suvvia non è meglio essere un vampiro complessata piuttosto che solo complessata?” Sogghignò alla sua stessa battuta. Le sfiorò la guancia con le sue gelide mani. Il freddo entrò dentro di lei. Un secondo dopo si stava avvicinando a Tyler. Quello la congelò del tutto. “ Non funzionerà.” Cantilenò Damon andando a mettersi proprio davanti a Caroline. Elena fece piombare lo sguardo sul ragazzo moro. Piombò soprattutto sul gesto che fece. Si era posizionato davanti a Caroline, col solo intento di proteggerla. Le aveva quasi dato fastidio. Davanti a lei c’era Stefan però. “Cosa non funzionerà?” Chiese Stefan osservando Damon. “ Stef, mi stupisci. Appena abbiamo un po’ di tempo, alcune lezioni di perspicacia non ve le toglie nessuno, carissimi. Ha dell’argento in mano, in genere serve per uccidere i licantropi, ma è una fottuta leggenda che hanno creato per proteggersi. L’ho scoperto mentre cercavo di uccidere Mason.” Fece una smorfia con viso e sorrise infine. Caroline per un secondo sorrise, poi tornò a Tyler. Perché non si muoveva, o attaccava? Anche Elena era curiosa, il suo viso corrugato fece capire a Stefan la domanda, e sorrise. “ Non attacca perché non sente pericolo. Quando è corso qui, Caroline era in pericolo, ora no. Per questo.” Caroline ne percepì debolmente le parole, quasi in un sussurro. Si mosse velocemente, o almeno tentò di farlo. “ Non provare a muoverti, Forbes.” Disse ringhiando Damon. “ Non gli farà assolutamente niente. Il problema è un altro.” Tenne il fiato sospeso per un po’, e quando tutti lo guardarono indicò il corpo di Elijah. “ KATHERINE ATTENTA!” Urlò Stefan un secondo prima che la ragazza nominata potesse girarsi. “Katerina Petrova.” Sibilò debolmente Elijah. Aveva perso molto del suo potere. “Nemmeno col morso di lupo, muori. Eh?!” Katherine fece un sorriso, ciò concedette a Stefan la possibilità di far sussultare nuovamente il suo cuore. Ebbe solo un secondo per preoccuparsi. Solo uno. Poi si ritrovò sospesa per aria. Elijah la teneva al collo, sospesa. “Caroline portami quella specie di paletto. Petrova morirà oggi stesso.” Era colmo di rabbia. Damon si strinse a Caroline, guardandola negli occhi. Sapeva dove andare a parare. “ Vorresti che Tyler morisse, Caroline?” Scosse lentamente la testa. Fece cenno di no. L’incapacità di risposta che si era creata in lei era patetica. Non era più soggiogata. Damon era stato capace di farla ritornare in se. Solo lui, come sempre era capace di farla ragionare. “Bene, allora nessun paletto. Nessuno. Tieni gli occhi bassi.” Ordinò guardandola. Vibrò per una volata di vento che le era arrivata. “Tieni” Disse Damon passandole la sua giacca di pelle nera. Con un movimento veloce Caroline se la mise sulle spalle, dandogli una pacca sul fianco, a mo di ringraziamento. Elijah osservava Elena, e vedendo che Caroline  non lo ascoltava mollò Katherine andò verso di lei, inchinandosi a prendere quel paletto, che prima aveva chiesto. “Ti avevo chiesto un paletto.” Disse spintonando Damon dall’altra parte. “Vivrai solo perché più avanti mi sarai utile. “ Lasciala Elijah.” Sibilò tra i canini Damon. “Nobile da parte tua, difendere i più deboli, Damon.” Sghignazzò, e lasciò cadere Caroline. Damon si posizionò nuovamente davanti alla ragazza. “ Scusa.” Caroline sorrise. “ E’ tutto apposto.” Tyler ringhiò lanciando uno sguardo a Damon, che portò in alto le mani. “Ed ora, Pierce conficcatelo nel cuore.” Anche Katherine su soggiogata da Elijah. Prese lentamente quel paletto, e lo portò al petto. “ Così morirò.” Disse innocentemente. “Perfetto.” Finì Elijah. Il dolore di Stefan era inudibile alle orecchie di Elena, tutto la portava a pensare che fosse davvero finita. “Katherine, no, per favore.” Come faceva Katherine ad ignorare quella supplichevole chiamata? Era la conferma che Katherine aspettava da un secolo. La amava ancora, o forse non aveva mai smesso di farlo. La gioia spezzava la soggiogazione di un vampiro? L’amore per qualcun altro, oltre che per stessi, liberava da ogni limite. Guardò per un secondo il pelo lucido di Tyler, sembrava pensare intensamente a qualcosa, quasi riuscisse poi a sentirla. Sorrise debolmente a Stefan e guardò il paletto. “ Muori bastardo!” Imprecò ad alta voce, infilando il paletto nel cuore di Elijah. Il quale sorrideva, ancora non avevano capito che un paletto non bastava? Mezz’oretta di sonno. Pensò Elijah guardando prima Katherine e poi Elena. Era sopravissuto anche al morso di un licantropo. Non era niente un paletto. Avrebbe voluto vedere lo sguardo della piccola Elena in quel momento, il suo tenero visino. Katherine sarebbe morta. Tyler ringhiò pesante mere, rabbiosamente e si scagliò contro Elijah. Un paletto nel cuore più un morso di licantropo era : GAME OVER. Lo morse con tutta la forza che aveva, con tutta la rabbia che provava. Dentro quel morso c’erano tante ragioni, le scaramucce con Caroline, l’essere licantropo, quello che Caroline aveva passato per colpa sua. Era tutto li dentro. Morse fino a che il corpo si staccò dalla testa, e la buttò altrove. Lontana. Cazzo, quanto si sentiva felice adesso. Riusciva a comportarsi da cazzone anche quando era un lupo. Elijah cadde a terra, esanime, senza testa. Morto. Died. Damon lo guardò dall’altro, prendendo la mano a Caroline, avrebbe voluto sputarlo, ma non era così tanto stronzo, ormai era morto. Elena fece un sospiro di sollievo. “ Stefan.” Sussurrò debolmente, si avvinghiò al collo del suo ragazzo, e fece scendere due lacrime. Stefan le sollevò il viso e le stampò un bacio sulle labbra. Katherine in quel momento si sentì morire, morire, e ancora morire. Eppure sapeva bene che quel bacio era la sola felicità che non fosse morta, ma era comunque difficile vederli. Elena si rammaricò guardando il viso contorto di Stefan, sapeva bene che la bolla che avvolgeva dolcemente lei e Stefan stava per scoppiare. Il loro perfetto e splendido amore, stava andando alla deriva, era arrivato al capolinea. Damon si caricò Caroline sulle spalle, quello spettacolo faceva male anche a lui, e sparì, in mezzo agli alberi, seguito da Tyler. “Elena, andiamo a casa, dai.” Disse Stefan, sussurrando, mentre osservava Katherine. Lei sorrise e si girò di spalle. Elena guardò Katherine per un secondo, sapeva che se non era morta era grazie a lei, si sentì stranamente in debito. Ti ridarò la felicità, Katherine. A costo della mia. Promise a se stessa, prima di lasciare il posto in cui si trovava.

***

Katherine rimase sola, a fissare il corpo sgozzato di Elijah. Si sentiva così buona in quel momento che se lo caricò sulle spalle e lo portò al centro della foresta, per bruciarne il cadavere. Riusciva a pensare solo a quanto fosse bello Stefan. Al suo dolce viso. Lo vedeva ancora mentre baciava Elena. Eppure poco prima avesse disperato per lei, aveva avuto paura. Le aveva riacceso le speranze. Le aveva dato nuovamente quella voglia di amare, e senza dire una parola le aveva dato sicurezza. Era questo l’amore? Questo sentire la persona che ami lontana per un secolo intero, quel continuo soffrire per una stupida speranza, quella di vederlo tornare? Anche questo era amare. Ma significava anche, sentirsi a casa osservando un sorriso, il sorriso della persona che ami, anche se quel sorriso appartiene ad un’altra. Ma infondo, aveva aspettato per un secolo intero, cosa sarebbero stati un anno in più, uno in meno? Ormai sapeva che Stefan stava tornando. Katherine si toccò leggermente il labbro inferiore, in memoria dei tempi andati. Stefan stava tornando.

   
 
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