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Autore: Charly_92    04/12/2010    1 recensioni
Una One Shot sulla profonda amicizia che lega James Potter e Sirius Black, in particolare nel momento in cui Sirius fugge da casa per andarsi a rifugiare proprio dal suo migliore amico.
Spero vi piaccia, come sempre sono gradiiti i commenti.
Dal testo:
Poi gli strinse un polso, scrutandolo con espressione risoluta.
"Tu sei il mio migliore amico e, da stanotte, sei qualcosa di più: sei come il fratello che non ho mai avuto.
Sangue del mio sangue, al di là di ogni parentela.
E lo saremo sempre, niente e nessuno potrà cambiarlo. Intesi?"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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"Due fratelli"
 

Il sedicenne James Potter stava tentando di concentrarsi per concludere un noiosissimo tema di Storia della Magia che doveva misurare almeno un metro di pergamena!
Il ragazzo era arrivato a 85 centimetri, ma non sapeva davvero cos'altro aggiungerci.
Guardò l'orologio: segnava le undici.
Diede un'occhiata alla cucina, dove i suoi genitori stavano sorseggiando una tisana e pensò che aveva ancora giorni interi per finire quel compito.
E così si alzò da tavola, mandando a farsi benedire le finte promesse fatte alla madre che avrebbe preferito vederlo chino sui libri a studiare, visto che mancava meno di un mese all'inizio del suo settimo e ultimo anno a Hogwarts, che ad allenarsi per il Quidditch nascosto nell'orto dietro casa.
Fece per dirigersi in camera sua, ma un rumore lo bloccò: era come se qualcuno o qualcosa stesse.. Raschiando e mugolando contro la porta.
Di malavoglia ma curioso, James si diresse all'ingresso, immergendosi nel buio sotto la pioggia battente. Davanti a sè, acciambellato sullo zerbino, trovò un grosso cane nero.
"Ehi bello.. Brutto tempo eh? Non ti invidio di certo qui fuori al freddo.. "
Mormorò, accarezzandogli la testa.
"Sei proprio un gran bel cane lo sai?" Continuò affettuosamente.
Il quel momento, come se avesse compreso perfettamente ciò che James aveva appena detto, il cane lo guardò intensamente e abbaiò scodinzolante, quasi volesse ringraziare del complimento.
Il ragazzo allora notò qualcosa negli occhi color petrolio dell'animale..
Qualcosa d'inspiegabilmente famigliare..
"Per tutte le cioccorane del mondo!" Gridò poi
"Ti è completamente andato di volta il cervello Black?"
Ed ecco che, dove poco prima sedeva accucciato il cane, ora si stagliava la sagoma di un ragazzo alto quanto lui dal fascino misterioso e accattivante, i capelli scuri lunghi fino alle spalle, il sorriso un po' sfacciato e gli occhi profondi come due pozzi neri.
Quel ragazzo era Sirius Black, il suo migliore amico.
"Ammettilo Ramoso.. Ti ho sorpreso, eh?" Rispose ridacchiando.
Era bagnato fradicio da capo a piedi, tremava e batteva i denti.
Nonostante questo, sorrideva davanti alla faccia perplessa dell'amico.
Dietro di lui, James poteva scorgere la sua scopa e il baule dove dentro immaginava si trovasse tutto l' occorrente scolastico.
"Sirius, mi spieghi che cosa cavolo ci fai qui in piena notte e coi bagagli?
Il treno per Hogwarts parte fra tre settimane, ti ricordo! "
Sbottò tra l'allibito e il divertito.
Improvvisamente, il volto dell'amico si fece scuro.
"E' semplice James.. Sono scappato." Rispose in tono risoluto.
Il viso dell'altro si fece ancora più sbigottito.
Che Sirius odiasse letteralmente la sua famiglia non era certo un segreto.
Ma James non si era mai immaginato che l'amico potesse arrivare addirittura a fuggire da casa, non prima della fine della scuola almeno.
"Non ce la facevo più.. Ho preso le mie cose e me ne sono andato senza nemmeno lasciare un biglietto..
Ma tanto per loro ero solo una spina nel fianco, ci ho fatto un gran favore.."

Continuò l'altro amaramente.
"Sir, ascoltami.. Ti capisco, so quanto è difficile per te, ma.."
Cominciò James in tono conciliante.
"Non dire scemenze James!"
Gridò improvvisamente Sirius adirato, i pugni serrati e gli occhi puntati in quelli dell'amico.
"Tu non puoi capire! Non sai quanto può essere difficile e insopportabile!
Non lo sai! Perciò taci!" Continuò sempre più arrabbiato.
"Sto solo cercando di farti ragionare.." Insistè James nel tentativo di calmarlo.
"Ciò che hai fatto è molto pericoloso persino per dei malandrini come noi:
con questo tempo potevi cadere dalla scopa.."
"Non m'importa!" Ribattè duro l'altro.
"Qualcuno avrebbe potuto vederti.."
"Non m'importa!"
"Sirius, ragiona, poteva finire davvero male.."
"NON M' IMPORTA!!!" Ringhiò Sirius con tutto il fiato che aveva in gola.
"Tutto è meglio che stare là dentro! In mezzo a loro, con la loro mania del sangue puro, la loro sete di potere, il loro fascino verso la magia nera.. Non ce la faccio più a vedere le loro facce, mi guardo allo specchio e mi odio per avere il loro stesso sangue.
Ho perfino tappezzato la mia camera di stemmi del Grifondoro e foto babbane.
Qualsiasi cosa per fargli capire che io sono diverso.
Loro non avranno mai il mio appoggio, non come quell'idiota di mio fratello Regulus che si è fatto fuorviare e ora non può nemmeno vedermi, esattamente come gli altri.
Ogni dannatissimo giorno sento il loro disprezzo verso di me crescere e dovrei esserne grato.
Ma allo stesso tempo è terribile, perchè vorrei solo che i miei genitori mi accettassero per ciò che sono com’è giusto che sia.
Sentirmi dire, almeno una volta: Sirius, non sai quanto siamo fieri di te.
E invece sempre solo occhiate di odio per me che sono il figlio sbagliato, uno scarto riuscito male. Tutte le loro speranze si sono riversate su Regulus, lui sì che onora la nobile casata dei Black, da buon Serperverde e amante del lato oscuro.
E' mio fratello.. Da bambini giocavamo insieme..
Era mio fratello e ora non ho più nemmeno lui James!
E tu non puoi neanche immaginare come ci si sente!"
Ci fu un momento di silenzio tra i due, da una parte un Sirius ansante che, i pugni ancora richiusi, tentava di riprendere fiato dopo quel fiume di parole, le labbra serrate e gli occhi lucidi.
Dall'altra stava James ad osservarlo, improvvisamente sorridente.
"Sirius.." Cominciò, avvicinandosi all'amico che aveva ripreso a tremare.
"Scusami, io non so davvero quello che provi, hai ragione.
Ma so perfettamente quanto tu sia diverso da ogni Black esistente su questa Terra e il motivo me l'hai appena fatto capire tu stesso con ciò che hai detto."
"Qual è?" Mormorò l'altro, gli occhi imploranti nell'attesa di una risposta.
"Perchè tu sei davvero diverso Sirius.
Sei leale, onesto, coraggioso e buono. E in realtà non è vero che te ne freghi, tutt'altro.
E' l'esatto contrario: t'importa così tanto che soffri terribilmente, perchè vorresti semplicemente essere amato dalla tua famiglia e non costretto ad odiare persino tuo fratello, il bambino che fino a poco tempo prima ti voleva bene e s'ispirava a te che sei il maggiore tra i due.
T'importa talmente tanto Sirius, che ti viene da piangere e urlare.
E tutto ciò fa capire quanto tu sia uno di loro solo per cinque stupide lettere e nient'altro."
Il cuore di Sirius fece un balzo nel petto nel sentire quelle parole.
Mai nessuno prima di allora si era fermato davvero ad ascoltarlo, mai nessuno aveva così profondamente compreso quello che provava.
E intanto sentiva la corazza che tanto duramente si era costruito per proteggersi da quel dolore che lo divorava da dentro sciogliersi e un bisogno estremo di tirarlo fuori, combatterlo, affrontarlo davvero.
Con James non si vergognava. Sapeva che poteva essere pienamente se stesso.
Così, si aggrappò alle spalle di quel ragazzo dai capelli perennemente scompigliati come se la sua vita ne dipendesse, perchè era il suo unico appiglio e salvezza da tutto il buio del suo cuore.
"Scusa.." Mormorò, mentre sentiva le lacrime rigargli il viso, nascondendosi nel petto dell'amico come a cercare un riparo.
"Non devi scusarti di nulla Sir. Non hai nessuna colpa."
Ripose l'altro in tono dolce e rassicurante, ricambiando l'abbraccio con forza.
"Invece sì: Regulus era mio fratello.. Avrei dovuto proteggerlo, invece l'ho abbandonato..
Ma ero così annientato Jamie, così.. Così stanco e solo.."
Continuò, mentre i brividi lo scuotevano sempre più violentemente nel suo tentativo di soffocare i singhiozzi che gli facevano dolere il petto.
"Tu non sei solo: hai me, Remus, Peter.. Te ne sei dimenticato per caso?"
Ribattè James, facendogli alzare il viso per incrociare i suoi occhi.
Voleva fargli comprendere quanto sentisse quell'affermazione.
E Sirius sorrise, tanto che gli brillarono gli occhi arrossati di pianto.
"No, non l'ho dimenticato.."
"Bene! E ora sarà meglio entrare o finiremo per congelare!"
Concluse James. Entrambi risero.
Sirius si pulì il viso nella manica e seguì l'amico all'interno della casa.
I Potter assunsero entrambi un'espressione a dir poco stupefatta non appena videro il loro figlio con accanto un ragazzo zuppo di pioggia mai conosciuto prima.
Non fecero in tempo ad aprire bocca che James li bloccò:
"Lui è Sirius Black, ve ne ho già parlato, ricordate? Resterà qui fino alla fine dell'estate, ha con sè già tutto l'occorrente per la scuola..Ok?"
"Mi scuso per l'arrivo imprevisto, avrei dovuto mandare un gufo..
Prometto di non disturbare.." Aggiunse l'ospite un po' nervosamente.
I coniugi Potter si scambiarono una lunga occhiata.
Inutile dire che conoscevano bene la fama della famiglia Black, ma il loro figlio aveva sempre parlato di questo ragazzo con dilagante entusiasmo, in più lo spazio in casa non mancava di certo, così…
"Vieni con me Sirius, ti mostro la camera degli ospiti..
E sarà meglio darti dei vestiti asciutti, quelli di James dovrebbero starti.."
Sorrise cordiale la signora Potter.
Il giovane Black ricambiò un po' imbarazzato e la seguì, James alle calcagna.
Ellis Potter si preoccupò molto quando si accorse che la fronte di Sirius scottava: tutto quel freddo gli aveva causato una febbre da cavallo.
Gli intimò di mettersi subito sotto le coperte e gli preparò qualcosa di caldo.
Il ragazzo, rosso in viso un po' per la febbre un po' per l'imbarazzo, non la finiva più di ringraziare,sotto lo sguardo divertito di James che tratteneva a stento le risate.
"Lascialo in pace mà, non sta morendo!"
"Va bene, vi lascio soli, avrete tante cose da raccontarvi.. Notte!"
Rispose lei un po' infastidita, lasciando la stanza.
"Sei incredibile! Tempo cinque minuti e l'hai già conquistata! Ma che cosa diavolo ci fai alle donne tu?" Disse poi James ridacchiando.
"Niente può competere con il mio fascino, per così dire, canino..
Dovresti saperlo Potter: poco prima stavi per cedere pure te.." Ribattè sornione l'altro.
"Ma piantala! La febbre ti ha bruciato i pochi neuroni rimasti?"
"Guarda che sono parole tue! Com'era? Ciao bel cagnoloneee come sei belloooo"
James scoppiò in una fragorosa risata.
"Tu sei completamente idiota!"
"Uhhhh... Sì, bel cagnolone, sbavami tuttooooo"
Proseguì imperterrito l'altro e entrambi sghignazzarono di cuore fino a rimanere senza fiato.
"Sarà meglio dormire ora Sir.. Non hai una bella cera, devi essere distrutto.."
Constatò James, soffermandosi sulle profonde occhiaie dell'amico.
"Fai fatica a prendere sonno ultimamente?" Gli chiese.
Il volto di Sirius si rabbuiò.
"Io.. Non molto in realtà.. Incubi.." Borbottò.
Guardò l'amico, la sua espressione era preoccupata ma conciliante, come a voler dire:
con me puoi parlare, ti puoi fidare.
Così fece un bel respiro e cominciò a raccontare:
"E' sempre lo stesso sogno: sono a Hogwarts,nella Sala Grande, durante lo smistamento dei ragazzi del primo anno. Li osservo dividersi nelle rispettive case.
Poi, a un certo punto, sullo sgabello ci sono io e mi viene messo in testa il Cappello Parlante.
Non faccio in tempo a dire che io sono stato già assegnato, che quello parla: dice che c'è stato un errore, che il mio vero posto è Serpeverde.
Poi mi sveglio."
Vedendo che James non parlava, proseguì:
"E' una cosa che non ho mai detto a nessuno Jamie e voglio che resti fra di noi.
Durante lo smistamento al primo anno, il Cappello Parlante mi riconobbe subito come un Black e naturalmente pensò a Serpeverde. Ma io lo supplicai con tutte le forze: l'ultima cosa che volevo era venire assegnato a quella Casa. Lui mi ascoltò e scelse Grifondoro.
Per tanto tempo mi sono chiesto e a volte ci penso ancora..
Se il Cappello non si sia sbagliato quella volta..
Se davvero dovessi essere assegnato a Serpeverde..
E se, nonostante tutto, io fossi un Black e non potessi farci nulla?
Se fossi destinato ad essere esattamente come loro, un giorno, se non addirittura peggio?"
Guardò negli occhi l'amico, ancora in attesa di una risposta alle sue incertezze e paure.
"Sir, ascoltami bene: Black è solo uno stupido nome.
Sei tu a decidere ciò che vuoi essere e nessun'altro.
Se il Cappello Parlante alla fine ti ha mandato a Grifondoro, vuol dire che era il posto adatto a te.
E io sono assolutamente sicuro di questo."
Poi gli strinse un polso, scrutandolo con espressione risoluta.
"Tu sei il mio migliore amico e, da stanotte, sei qualcosa di più: sei come il fratello che non ho mai avuto. Sangue del mio sangue, al di là di ogni parentela.
E lo saremo sempre, niente e nessuno potrà cambiarlo. Intesi?"
E Sirius gli rivolse il secondo sorriso più bello di quella notte buia e fredda.
"Fino alla morte e anche oltre, fratello mio."
Rispose, ricambiando la stretta.
"Bene, sarà meglio dormire ora: notte Felpato" Concluse James.
"Notte Ramoso" Ribattè l'altro.
"E se parli a qualcuno di ciò che ci siamo detti questa sera, anche a Remus o Peter, e vai a spifferare che ho pianto.. Ti uccido, fratello o meno."
Quella notte dormì serenamente dopo diverso tempo.
Era mattina inoltrata, quando i coniugi Potter si affacciarono nella camera del figlio che però trovarono vuota. Si diressero in quella degli ospiti e lì trovarono Sirius addormentato, un sorriso beato sul volto e James, seduto su una sedia accanto a lui, la testa appoggiata al suo petto, anche lui ancora nel mondo dei sogni.
Gli era stato accanto tutta la notte. La loro presa era ancora solida sui reciproci polsi.
"Guardali, sembrano proprio due.." Cominciò il signor Potter.
"..Due fratelli." Concluse sua moglie sorridendo.
Ed era estremamente vero ciò che avevano appena detto. 

  
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