Rabbia.

Solo rabbia.

Tantissima rabbia repressa.

Un ragazzo stringeva i pugni mentre si appoggiava lentamente contro il muretto che separava la strada da un vuoto di circa dieci metri.

Il giovane si sporse un poco.

Sotto di lui solo un fiumiciattolo e dei massi.

Respirò a fondo.

La decisione ormai era stata presa e non sarebbe più tornato indietro.

Il ragazzo chiuse gli occhi per un attimo e sentì l'aria gelida di dicembre a dosso.

Sapeva ciò che stava facendo, ma doveva farlo.

Almeno così lo avrebbe rivisto...

Già, era tutto cominciato tre mesi prima...

Flashback

Un ragazzo dai capelli neri rispose al cellulare.

-Chi è?- Non aveva riconosciuto il numero scritto sopra il piccolo schermo del cellulare e quindi non sapeva chi potesse averlo chiamato.

La voce che gli rispose apparteneva ad una donna di circa quarant'anni ed era spezzata dai singhiozzi.

-Sono io, Mary, la madre di Alex. Per favore, Mathew, vieni a casa nostra, subito.- Il ragazzo non capì il perché di quella richiesta, ma comprese di doverci andare il più presto possibile.

-A dopo.- Così, salutò la donna, la madre del suo fidanzato, ed uscì di casa.

La casa del fidanzato si trovava a circa un chilometro di distanza dalla casa di Mathew e quindi al giovane non ci volle troppo tempo per raggiungerla.

La casa era una piccola villetta a schiera e Mathew trovò la donna sulla porta dell'abitazione.

Lo aspettava.

Il giovane si avvicinò alla donna che lo fece entrare in casa.

La donna dai capelli biondi, Mary, si sedette sul divano situato nella stanza dove i due si trovavano e cominciò a parlare.

-Dovevo parlarti... conosco il rapporto che c'è fra te e mio figlio e quindi mi pare giusto che tu sia al corrente della situazione.- Sospirò e guardando il ragazzo in piedi, davanti a lei, poi, continuò. -Alex è all'ospedale, ha avuto un incidente con la motocicletta ed adesso è ricoverato d'urgenza. Non abbiamo potuto avvertirti prima perché non c'è stato tempo, adesso con lui c'è suo padre.- Mathew uscì subito dalla casa della donna e corse verso l'ospedale.

La donna non lo fermò, capiva ciò che il giovane stava provando.

Una volta giunto all'ospedale si fece dire dove si trovava Alex ed andò a trovarlo.

Era ancora in coma.

Fu così che dopo quasi tre mesi di coma profondo Alex morì.

Mathew gli era sempre rimasto accanto e gli accarezzava in continuazione i capelli biondi mentre gli teneva la mano.

Ma alla fine si era dovuto arrendere all'evidenza della sua morte.

Fine flashback.

Il ragazzo, Mathew, riaprì gli occhi ed una lacrima gli rigò il volto.

Il dolore che provava era immenso.

Aveva perso tutto, lui non aveva mai avuto una vera famiglia, ma solo due genitori separati che non gli mostravano mai affetto e non gli restavano mai accanto.

A scuola era sempre stato isolato e dopo aver scoperto di essere omosessuale le cose non erano affatto migliorate, anzi, erano peggiorate.

Ma poi, aveva incontrato lui, Alex.

Più piccolo di un anno ma più maturo di molti suoi coetanei.

Era dolcissimo, sensibile ed in poco tempo era diventato attaccatissimo a Mathew.

In pochi mesi si erano già fidanzati.

Dopo neppure un anno, però, il destino aveva voluto uccidere quel piccolo angelo.

Mathew trattenne ancora una volta la rabbia e salì sul muretto alto sì e no un metro.

Guardò ancora una volta si sotto e sospirò.

“Ti sto per raggiungere, amore mio.” Poi, il vuoto.

Il giorno dopo sul giornale c'era scritto del suicidio di un ragazzo di appena diciotto anni.

Egli si era buttato da un ponte, salendo sopra un muretto.

Angolo autrice:

Attacco depressivo xD

Non so bene da dove mi sia uscita questa roba, so solo che volevo scrivere qualcosa di triste xD Spero solo che vi sia piaciuto^^

Alle recensioni risponderò col nuovo metodo di EFP^^

A presto^^

P.S.: Per chi fosse interessato sto scrivendo un altro fantasy sempre a tematica yaoi “Atlantide, il continente perduto” se volete leggerlo e commentarlo mi farebbe piacere, soprattutto se la commentate xD