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Autore: Enio    05/12/2010    4 recensioni
“La verità si è fatta mito e leggenda. Ciò che creammo viene frainteso.
Sta in guardia contro la croce: saranno molti i tuoi nemici.
Messaggio recapitato. Ora lasceremo questo mondo. Tutti noi.
Non possiamo fare di più. Il resto è in mano tua Desmond. “
Genere: Azione, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Desmond Miles , Lucy Stillman
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Reditus in Animum
( Ritorno alla memoria )



< ..Il resto è in mano tua Desmond >
< Ti prego aspetta! Mi restano mille domande!>


Nella cripta rimbombavano alcune voci familiari. Oltre quelle voci, il silenzio. L’edera che ricopriva una buona parte delle pareti era aumentata e accresceva ancor di più la sensazione di abbandono del luogo in confronto all’esterno. Le luci, forti e penetranti, provenienti da grandi fari, erano indirizzate verso il centro, dove v’era una fila semicircolare di schermi AMOLED accesi e collegati tra di loro tramite una serie infinita di cavi al computer principale, collocato in una pedana centrale. Il resto della stanza era occupato da strane tecnologie sconosciute, e alcune scatole lignee. Il tetto alto e semicircolare, lasciava che i suoni si propagassero abbondantemente, creando forti vibrazioni. Le sei leggendarie statue, ormai consumate dal tempo, poste intorno la cripta, scrutavano immobili e silenziose la situazione.
L’attenzione dei quattro era rivolta verso la schermata principale che mostrava chiaramente una strana cripta scura e proveniente da un non lontano futuro, ..o almeno non per Desmond. Poi i quattro si divisero in differenti schermi lavorando per conto proprio.
< Dunque, dobbiamo cercare questi templi.. Ma dove.. > Shaun riempiva nuovamente il locale con la sua voce calda e seria. < Dove potrebbero trovarsi? > Feci io cercando furtivamente lo sguardo di Lucy, ma non ottenni ne uno sguardo ne una risposta alla mia domanda e il silenzio tornò dunque, sovrano della cripta.
Strani suoni e vibrazioni ritornarono a lottare contro il silenzio, ma quest’ultimo fu completamente annientato poiché un gran fracasso si impossessò della cripta e con esso, alcune luci si sprigionarono all’interno del locale. Ci vollero alcuni secondi perché queste si interrompessero e lasciassero spazio nella schermata ad una scritta nera a caratteri cubitali:
SELF – DESTRUCTION 5 %

< Dannazione! Ma che diamine.. >
< Lucy, che cos’erano quelle luci? >
< ..E cos’è questo?! > Aggiunse in seguito alle parole di Shaun, Rebecca, seriamente preoccupata per i PC.
< Come possiamo fermarla? Sbrigati Rebecca, pensa.. > Sbottò Lucy.
< Ma dove sei andata? Che hai fatto? >
< Non c’è tempo per spiegare, Shaun chiama un addetto a queste.. diavolerie! Veloce! >
SELF – DESTRUCTION 13 %


< Se arriva a distruggersi, siamo fottuti, perderemo tutti i dati e non avremo modo di scoprire dove cazzo sono quei templi.. Rebecca com’è finita!? >
< Sto cercando di rintracciare il sito in cui ti sei recata, solo che non riesco a rintracciare l’indirizzo IP, sconosciuto! >
< Provaci dannazione! >
< Ma cosa.. Non riesco a rilevare l’indirizzo, sembra che il proprietario non voglia far sapere chi sia, o non voglia far rivelare le informazioni ad altri.. portando ad autodistruggere l’hardware che cerca di collegarvisi.. >
SELF – DESTRUCTION 24 %


< Questo bastardo và veloce, perderemo tutto, dovremo ricominciare da capo! Non riusciremo a.. Sta aumentando! >
< Ci sono, sto riuscendo a infiltrarmi nel sito.. Abstergo?! >
< Cosa c’entra l’Abstergo ora? >
< Il sito.. Il sito è dell’Abstergo! Che stavi cercando di fare Lucy?! > Sbottò Rebecca tutto d’un tratto contro di Lucy.
< Io.. Ho effettuato alcune metaricerche, conducevano i-in quel s-sito.. Non c’è tempo per discutere! Sta finendo! >
< Non conosco un modo per poterlo bloccare Lucy! >
SELF – DESTRUCTION 99 %


< 99 %.. 1OO%! Giù tutti!! >
Sbottò di colpo Lucy per avvertire i presenti dell’imminente esplosione, le due si abbassarono di colpo, io invece, mi abbassai qualche secondo dopo ma nessuno dei tre fece tanto in tempo da essere scaraventati impetuosamente contro le scrivanie semicircolari, che cedettero al peso e si lasciarono trasportare.
Qualche secondo dopo il locale era dominato da una gran confusione. Gli schermi erano a terra e degli scintillii azzurrognoli provenienti da cavi elettrici che procuravano delle piccole vibrazioni.
Quando aprii gli occhi, oltre ad avere la vista appannata, un forte giramento pervase bruscamente la mia testa provocandomi alcune strane scosse lungo tutto il corpo e una strana sensazione di vertigine.
Lasciai scorrere ancora qualche secondo, non pensando a nulla, e tralasciandomi nello stato da cui mi ero “risesvegliato” dopo essere stato scaraventato. Poco dopo, sentii alcune voci, ma queste si fecero sempre più ovattate fino a non sentire più nulla. Mi lasciai andare, e il buio adombrò la mia mente.


***

< Ehi William, com’è? Come sta Desmond? >
< Non abbiamo riscontrato gravi problemi, solo una lieve commozione celebrale. Si riprenderà presto. Sta’ tranquilla Lucy. >
< E per quanto riguarda l’Animus? Può riprendere le sue sedute? >
< Si, le può riprendere tranquillamente poiché questi brevi mesi di pausa hanno avuto un effetto benefico sulla salute mentale del soggetto 17.. ehm, di Desmond.. >
< ..Perfetto! Finalmente potremo chiudere quest’intera faccenda… >
< Ti capisco Lucy.. >
< No.. Sono stanca.. Mi chiedo.. se un giorno potrò mai dire di essere libera.. senza.. senza avere un gran peso sulle spalle. E non sono l’unica. Rebecca.. Shaun.. Desmond. Mi chiedo per quanto ancora potremmo resistere. >
< Ehi, ehi.. Dov’è finita la Lucy che conoscevo? Quella determinata? ..Tutto questo finirà, prima o poi dovrà finire. Te lo prometto Lucy. >
< .. >




Il mio risveglio fu accompagnato dall’intensa luce del reparto medico dell’Ordine, che si trovava in un degli alti edifici di Monteriggioni, non poco distante da Villa Auditore. Dalla grande vetrata, gli energici raggi solari filtravano indisturbati illuminando ancor di più la sala medica. Il silenzio regnava sovrano all’interno di questa, e quando adocchiai ciò che mi circondava, constatai che non v’era nessuno nel locale. Diedi libero sfogo a un lungo sbadiglio, mi stiracchiai con la calma di quando ci si sveglia in una comune mattinata, pronti fisicamente per andare a lavorare, ma non mentalmente. Diedi un’occhiata più profondo alla vetrata, dal quale spiccavano gli immensi grattacieli bianchi e il verde brillante degli alberi intorno. Una piccola voglia e curiosità, mi diede la forza di alzarmi e sporgermi per avere una visuale migliore dell’esterno. Avvicinandomi alla larga vetrata, capii da quale altezza stavo osservando il panorama. Ero pure io in uno di quei candidi colossi e la visuale che offrivano era stupefacente. Accrebbe in me la voglia di lanciarmi da quell’altezza sproporzionata, di bloccarmi in aria per quel breve attimo, e poi precipitarmi celermente al suolo, sentendo il vento graffiare la mia pelle con forza, ma uno spessore di pochi millimetri mi separava dall’esterno, e frenava quella mia voglia.

Dopo qualche minuto di riflessione, la mia solitaria beatitudine fu interrotta dal rumore meccanico della porta scorrevole. Distinsi una figura maschile alta, snella e muscolosa. < Signor Miles! Vedo che si è svegliato. >
< Come vede.. ma preferisco essere chiamato Desmond. > Scandii il mio nome con un certo tono superbo.
< Desmond.. Si si, certo, come desideri. Sai?! Si è sentito parlare molto di te qui al reparto. >
< Woow, sono una celebrità! > Assunsi un tono di scherno alle mie parole in risposta all’ironia del dottore. < Si, ok. Comunque Lucy ti sta aspettando alla sala di controllo. Và da lei, ricomincerete con le sedute sull’Animus. >
< Animus!? >
< Ebbene. >
Sbuffai rumorosamente, poi guardai un ultima volta il dottore senza proferir parola, successivamente mi girai e mi inoltrai nei lunghi corridoi del reparto sperando di ricevere un’illuminazione per uscire da quello che presto si sarebbe rivelato un labirinto.




< Eccoti finalmente! Come stai? >
La squillante voce di Rebecca mi accolse nella solita e abituale cripta. < Rebecca.. Dov’è Lucy? Il Dottor.. ehm un certo non so chi sia! Mi ha detto che Lucy mi cercava. > Borbottai sonoramente tra me e me leggermente irritato mentre Rebecca continuava a guardarmi sempre più stranita. < Forse ti riferisci a William Baker. E’ il primario del reparto. Ad un primo impatto può sembrare uno scorbutico.. ma in fondo, è come Shaun, basta conoscerlo. >
< Hei! Lo so che state parlando di me! > La voce di Shaun , del tutto inaspettata, piombò veloce ma ne io ne Rebecca gli demmo ascolto.
< Comunque Lucy ti aspetta alla sala di controllo, qui è in ristrutturazione. Hanno finalmente deciso di dare una ripulitina a questo posto, col pretesto dell’esplosione. > < Grazie Rebecca. > La salutai con un sorrisetto per poi dirigermi sopra, alla sala di controllo; un posto decisamente illuminato, contornato da muri trasparenti che lasciavano filtrare i violenti raggi solari diffondendo luce all’interno dell’enorme sala, dove si dilungavano otto lunghe file di scrivanie su cui vi stavano alcuni PC alquanto strani. Lo ammetto: ero rimasto alla vecchia tecnologia.

In fondo alla sala c’era un piccolo ufficio posto su una pedana circondato anch’esso da pareti trasparenti che lasciavano vedere cosa e chi v’era all’interno. All’interno della sala circolavano un bel po’ di persone, tutte vestite formalmente, alcune intente davanti a luminosissimi computers, altre guardavano religiosamente alcuni schermi. Ma non tutta la sala era occupata da computers, in quanto una parte era occupata da strani marchingegni.. mi ricordavano lievemente gli Animus.

La mia attenzione era totalmente immersa in tutta quella tecnologia avanzata e luminosa quando fui distratto, per così dire, da Lucy.
< Eccoti qua Desmond.. dai vieni. William ti ha detto che oggi rincomincerai con le tue sedute sull’Animus? >
< Ehi.. William? Ah si.. Mi ha avvertito.. Ma non potrei continuare ad allenarmi come ho fatto per questi mesi? >
< No, mi dispiace, Jane è in missione, e con lui molti altri dei nostri assassini; hanno rintracciato una piccola base templare nelle vicinanze di Monteriggioni, e inoltre riteniamo che Ellen non sia adatta per allenarti intensamente, quindi, cos’è meglio di una bella dose di Animus? >
< E i templi? >
< Stiamo elaborando i tuoi ricordi.. le parole di Minerva, ma fin’ora non ne abbiamo ricavato un granché, valido motivo per continuare con l’Animus, magari continuando con i ricordi su Ezio, potremmo scoprire qualcosa di nuovo a riguardo. >
< Hai proprio ragione. Ma l’esplosione? Non ha distrutto tutto? >
< Rebecca ha creato un Back Up dei files, siamo stati fortunati. >
< Perfetto, allora prima cominciamo, meglio è. >
< Mi stupisci sempre di più Desmond. >
A quelle sue parole sorrisi soddisfatto, poiché io stesso mi stupii per ciò che mi uscì dalla bocca.




L’animus non era come me lo ricordavo. Quello che usavamo era comodo, simile a quello dell’Abstergo ma con molte più innovazioni. Adornato da sottili fasci azzurrognoli luminosi che si dilungavano lungo l’animus, questi andavano a concentrarsi tutti in un unico globo centrale, proprio sotto la mia schiena. L’animus ricreava la forma del mio corpo, aderiva perfettamente alla pelle, sagomando una forma un po’ concava che dava la sensazione di avvolgere il corpo. Inoltre, ero stato spogliato dei miei vestiti, e mi avevano fatto indossare una tuta in strane fibre alquanto sconosciute, sensibilissime al tatto. Questo nuovo Animus consisteva in un contatto diretto col corpo, da cui estrapolava emozioni provate, metaricordi ( ricordi di ricordi), immagini registrate dalla memoria visiva, suoni particolari ed altre cose inimmaginabili. Era un modo per avere più informazioni possibili, infatti, la forma concava dell’animus serviva per far aderire la tuta a dei cavi trasparenti, interni all’apparecchiatura, tramite delle protuberanze quasi inesistenti al tatto. Infine, non v’era più quello schermo all’altezza del viso, ma v’era un grande schermo trasparente AMOLED che mi ricopriva dai piedi sino alla testa. Anch’esso impiegato al fine di captare ogni movenza del corpo, ogni spasmo muscolare, ogni mia reazione, sia per una mia maggiore sicurezza, sia per ricavare maggiori informazioni. Più che stare in un animus, mi sembrava di dover fare una risonanza magnetica.

Stare con quella strana tuta indosso mi metteva a disagio, soprattutto innanzi a Lucy; talmente aderente da farmi sentire nudo. Era una sensazione che cacciai indietro e dimenticai nel momento in cui lo schermo trasparente mi avvolse completamente e un senso di vertigine e di soppressione iniziava a crescere.
Ad assistermi non c’era solo Lucy, anche se l’avrei preferito, ma c’era anche un cosiddetto assistente. < Ok, tieniti pronto, iniziamo.. L’inizio della sessione può risultarti nuovo. >
E nuovo fu: uno strano formicolio mi percorse tutto il corpo provocandomi la pelle d’oca e facendomi irrigidire alquanto. Poi sentii le protuberanze dell’animus, farsi sempre più consistenti, come se cercassero di infiltrasi oltre la tuta. Da lì ebbero origine strane scosse che vennero seguite da strani lampi verdastri, via via, sempre più frequenti fino a divenire costanti. Da quel niente luminoso iniziò a plasmarsi una città, rinascimentale, opportunamente in contrasto con la Monteriggioni odierna.


Monteriggioni 13 Dicembre 1499

Un’atmosfera di festa e di baldoria aleggiava nel salone principale di Villa Auditore. Un’unica grande tavolata ospitava una quarantina di ospiti, tutti invitati in onore dell’ormai non più giovane Auditore.
Quest’ultimo, a capo tavola, sedeva con una postura fiera ma al contempo moderata, senza vantar di sene senza esprimere eccessi.
Era questa la particolarità dell’Auditore; grande d’animo ma umile. L’esempio del vero nobile, il prototipo dell’uomo perfetto.
Molti potrebbero pensar che l’Assassino, è colui che si macchia della più grande colpa, ma si sbagliano.
Ed Ezio e tutti gli altri Assassini l’avevano capito, ed era questo il messaggio che andavano diffondendo.
< Brindiamo al ritorno di Ezio! E alle sue vittorie! > Fece gloriosa Claudia, sempre più bella, fiera e orgogliosa sorella dell’Auditore.
< Ad Ezio! > Gridarono in coro tutti i convitati, brindando in seguito, producendo un gran rumore argentino con lo sbattere dei calici.
Poi venne il silenzio, e l’attenzione fu rivolta alla gran nobil donna, qual’era la madre di Ezio, Maria Auditore da Firenze.
< Al mio grande figlio, che ha saputo combattere le sue guerre, ha difeso l’onore degli Auditore, ed è grazie al suo valore che oggi noi siamo qui a brindare in suo onore. > Dalle labbra sottili e rosate, usciva un filo di voce sicura e determinata contrastante con l’aspetto flebile della donna, che mostrava si e no, sessant’anni. Le guancie erano ormai scarne, consumate dalla vecchiaia e ricoperte da un velo di rughe. I lunghi capelli argentei erano tenuti legati in uno chignon sulla nuca, il collo era alto e teso, adornato da sfavillanti collane pregiate, la postura superba, e il corpo, in apparenza fragile, da potersi infrangere con il solo soffiar del vento, era abbigliato da lunghe seti rosse, ricamate da pregiati merletti finemente lavorati. Lo sguardo profondo come quello di un saggio, era posato orgoglioso sul figlio, le labbra leggermente incurvate in un sorriso soddisfatto, e la mano destra brandiva il calice con forza e sicurezza verso l’alto. E così tutti gli altri fecero, innalzarono i calici facendoli scontrare provocando un rumore cristallino.
< Nipote! Nipote! > Canzonò Mario Auditore, ormai anch’egli non più vigoroso come una volta, ma determinato allo stesso modo, cui capelli, erano ancora castani ma tendenti al grigio,l’occhio destro era quello cicatrizzato, dove la pupilla aveva lasciato spazio ad un bianco pallido, e ancora, un solco percorreva perpendicolarmente l’occhio fino ed oltre il sopracciglio. Un qualcosa che donava alla sua figura austera, un che di leggendario, mitico.

Qualche ora dopo, Ezio era immerso nella vasca da bagno della sua stanza da letto. Era un locale di media grandezza, il letto a baldacchino spiccava su ogni cosa appena vi si entrava dentro, le coperte erano di una seta rosso sangue, particolare, e grandi cuscini del medesimo colore occupavano la testa del letto. Le tende del letto erano un colore poco più scuro di quello delle coperte e ricadevano morbide sino a terra, accasciandosi liberamente. La restante parte della stanza era guarnita di svariati eleganti mobili in noce, e un grande e maestoso specchio, affiancava il letto, contornato da un legno pregiato, vecchio, consumato. Due grandi vetrate foravano la parete frontale, il vetro era appannato, e sopra le sottili asticelle lignee, che attraversavano perpendicolarmente e orizzontalmente le finestre, v’era un filo di neve. La vasca, nel medesimo locale, era separata dal resto della stanza con un largo separé in noce, decorato con eleganti rifiniture. Era in un metallo scuro e colma d’acqua, e al centro, spiccava il corpo abbronzato e scolpito di Ezio, tentato dal calore dell’acqua e sfidato dai soavi profumi che questa emanava. I pettorali sodi, da cui scorrevano una serie di lucide goccioline, fuoriuscivano dall’acqua per metà, così come le possenti braccia, poggiate lungo le pareti della vasca. Il resto del corpo era caldamente immerso nelle concavità della tinozza. Con un sospiro si abbandonò da ogni pensiero, poggiando la testa all’indietro, sulla parete anteriore della vasca. La calura dell’acqua lo avvolgeva procurandogli una sensazione soporifera. Chiuse gli occhi e cercò di non pensare più a niente. Ora, una volta finita la guerra, poteva concedersi un attimo di riposo, senza dover stare in allerta, in un posto caldo e sicuro.
Sprofondò nell’acqua, immergendosi fino alla testa, e rimase qualche secondo sott’acqua; eliminò ogni suono, ogni odore, ogni sensazione. Solo lui e l’acqua. Vide il suo corpo, come fosse abbandonato in acqua, e d’un tratto si ricordò dei tanti corpi inerti gettati lungo i canali di Venezia. Ricordò il sangue. La morte.
Eruppe di botto fuori dall’acqua quando si accorse che gli mancava il fiato. Tossì.
Stette immobile a fissare la camera, tutto intorno era quieto.
Poi quando l’acqua incominciò a divenire più fredda, si drizzò e uscì dalla vasca, procurando delle piccole pozze qua e la. Lasciò che l’acqua che aveva intorno, gli scivolasse lesta lungo il corpo, causandogli lievi brividi lungo la schiena. Poi prese il telo poggiato sul separé e se lo legò alla vita. Si recò verso la finestra più vicina, e da lì, le sue iridi fissarono il paesaggio esterno, e si persero fissando i bassi profili del borgo, poi i possenti profili dei grigi monti, il verde offuscato del bosco e alcune sagome oscure in lontananza. Sbarrò gli occhi, osservò meglio: cannoni.

***

< Ehi! Ehi! Aspetta un momento, questa parte l’abbiamo già vista.. > Sentii Lucy parlare mentre la sensazione di stare nel corpo di Ezio svaniva rapidamente. Poi mi ritrovai nel mio corpo e sopra di me, lo schermo si ritirò nella fessura dell’animus.
< Lucy, ma questo ricordo l’ho già visto. >
< Per l’appunto. Stiamo avanzando. Vediamo da dove possiamo partire.. Nel frattempo tu và a riposarti. Ti manderò a chiamare. >



~ Angolo Autrice:

Eccomi ritornata! beh, si ritornata perchè non aggiornavo da troppo. Perdonatemi voi che seguite la fic. Non aggiornavo da un secolo causa impegni scolastici & co. Compatitemi ç.ç
Sinceramente non ho chiarimenti da fare al momento, se mi viene qualcosa da dire, ricordatevi che la posterò qui, in questo spazio ;) posterò anche le risposte che vi darò!
Ahhh! Piuttosto, dimenticavo! RINGRAZIAMENTI<3
- Sophia: Mi spiace deluderti, la caccia ai templi *SPOILER xD dannati* incomincia tra un pò! XD Cmq ringrazio il tuo interesse per questa fic! Davvero! ^^ Alla prossima!
- Cartacciabianca: Hei! :D Ho aggiornato! Beh che posso dire? Con i titoli siamo apposto! xD Devo continuare a ringraziare per la tua costanza che presto ricambierò ;)
- Lady kadar: Davvero gentilissima. ^^Spero ti possa piacere questo chap! E spero continuerai a seguire le vicende dei nostri protagonisti! :) Grazie infinitamente!<3

Ah! Per quanto riguarda Ellen, beh, lei è un PG particolare, che approfondirò più in la! quello era un piccolo accenno,presto o no conosceremo la sua storia, il suo passato. Mi spiace deludere le aspettative di molti ( o pochi ma Ellen è diversa dalla solita ragazzetta "debole".. lei è tosta!
Spero vi possa piacere questo aggiornamento. :)
Un bacio.
   
 
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