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Autore: EffieSamadhi    06/12/2010    2 recensioni
[Dirty Dancing II]
Con la salita al potere di Fidel Castro, Katie e la sua famiglia sono costretti a lasciare Cuba. Nonostante le promesse, Katie e Javier vanno avanti con le loro vite. E così, mentre Katie si sposa e ha una figlia, Javier apre un'officina e diventa il re della 'Rosa Negra'.
Passano gli anni (diciannove, per l'esattezza), e il destino gioca le sue carte, riportando Katie a L'Avana. Accompagnata dalla sorella Lucy e dalla figlia, Isabella, che rivela un inaspettato talento per la danza, e sembra dimostrare una certa simpatia per il fattorino dell'hotel, tale Ricardo Suarez...
***
La ff presenta alcune "incongruenze" rispetto al film, e inoltre ho sbagliato nell'inserire il nome della sorella di Katie, che nel film si chiama Susie: lo so, dovrei cambiarlo, ma ormai per me il personaggio si chiama Lucy. =)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Recordar. Dolerse. Volver

L’Avana, Cuba, 1977

Agosto

 

            Katie era nervosa. E non aveva alcun problema nell’ammetterlo. Aveva paura. Aveva paura di incontrare Javier, paura di trovarsi a faccia a faccia con il proprio passato. Aveva paura che Javier le rivolgesse la parola, e allo stesso tempo aveva paura di essere ignorata. Aveva paura di non vederlo. “Forza, sorellina, non essere così tesa” le sussurrò Lucy, stringendole la mano. “Prima o poi doveva succedere” aggiunse, abbassando ancora la voce.

            Entrarono, e come sempre si avvicinarono al bancone. Isabella aveva comprato un nuovo vestito, piuttosto economico, di un verde che faceva risaltare la sua carnagione. Si sistemò su uno sgabello e iniziò a tormentare il ciondolo che teneva al collo, cercando con lo sguardo il ragazzo che l’aveva invitata. Lucy prese posto accanto a lei, e Katie accanto alla sorella. Luis si avvicinò per un saluto, ma rimase senza parole alla vista di Katie. “Señorita Miller! È un piacere rivederla!”

            “Salve, Luis” rispose lei, cercando di sorridere in modo naturale.

            “Sua figlia ha il suo stesso talento nella danza, lo sa?”

            Katie sorrise, cercando di evitare una risposta. Non poteva saperlo, non aveva mai visto Isabella ballare. Lucy decise di interrompere il silenzio ordinando da bere, ma nello stesso momento l’uomo dietro al bancone decise di rendere nota a tutti la presenza di Katie.

            “Signore e signori, un attimo d’attenzione!” tuonò Luis. Katie si fece piccola sullo sgabello. Avrebbe voluto scomparire. “Dopo diciannove anni, sono felice di annunciarvi che la Regina della Rosa Negra è tornata! Dov’è il Re? Dov’è Javier?”

            La musica si era bruscamente interrotta, e il silenzio sembrava aver cancellato anche le voci della gente. Tra tanta gente immobile, una figura si mosse. Dal centro della pista, Javier si avvicinò al bordo, e di lì al bancone. Katie trovò il coraggio di alzare gli occhi, scoprendo che Lucy aveva ragione: Javier non era cambiato. Era più vecchio, sì, ma non era cambiato. Non erano cambiati i suoi occhi, ancora neri come diciannove anni prima. Non erano cambiate le sue mani. Non era cambiato il suo sorriso.

            Stava sorridendo. E le tendeva una mano. “Quieres bailar, mi reina?

            Katie rimase a guardarlo per una manciata di istanti. Sapeva di non poter rifiutare. E poi Lucy la stava spingendo già dallo sgabello. Katie non riusciva a staccare i propri occhi da quelli di Javier. Ma davvero non si era accorto che Isabella era sua figlia? Erano così simili… e i loro occhi erano praticamente identici.

            Fece scivolare la propria mano su quella di Javier. Lasciò che lui la stringesse. Lo seguì fino al centro della pista. Indossava il vestito rosso, quello usato per la gara di ballo di vent’anni prima. Incredibilmente, le stava ancora bene. Lucy lo aveva conservato con cura e lo aveva infilato in valigia all’ultimo momento, sperando in un’occasione per farglielo indossare.

            Javier si fermò al centro della pista. Lei si fermò. Javier si voltò e la guardò ancora una volta. Katie trattenne il respiro, mentre la mano di Javier scivolava sulla sua schiena. Si lasciò stringere, e finalmente trovò il coraggio di respirare di nuovo. E di guardarlo davvero negli occhi. E di pensare a qualcosa di intelligente da dire.

            “Sei tornata” lo sentì sussurrare, tra i brusii della folla.

            Sentì la propria bocca piegarsi in un sorriso, mentre l’orchestra ricominciava a suonare. Katie non ballava da molto tempo, ma non aveva dimenticato niente. Ogni passo, ogni giravolta, ogni mossa: era tutto inciso nella sua memoria, e pian piano tutto riaffiorava. Le mani di Javier la guidavano sulla pista, sotto gli occhi di gente che li applaudiva, di gente che sorrideva, di gente che inneggiava al “Rei y a la Reina de la Rosa Negra”.

            Isabella, ancora seduta al bancone, osservava rapita la madre, che mai avrebbe immaginato così in gamba. “Zia Lucy, ma quella è davvero mia madre?”

            Lucy annuì, incapace di dire qualsiasi cosa. Nel vedere la sorella tornare a volteggiare sulla pista della Rosa Negra insieme a Javier, non aveva potuto fare a meno di commuoversi. In fondo al cuore, sapeva che sarebbe andato tutto a posto. In qualche modo, tutto si sarebbe aggiustato. Sarebbe andato tutto a posto, perché il posto di Katie era su quella pista, tra le braccia di Javier.

   
 
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