Parte II: Incontro
Nei giorni seguenti, però, la figura di Athena con il suo straordinario
temperamento si eclissò e i pensieri di Misa tornarono i soliti, malinconici e
dolorosi di sempre. La routine la riassorbì nuovamente, come se le emozioni che
avevano invaso la modella quel giorno fossero state solo un vago sogno.
Ma il Destino aveva altri piani per la ragazza e aveva deciso di sconvolgere
una volta per tutte la sua triste e abitudinaria vita.
Un pomeriggio, mentre camminava per strada guardando distrattamente le vetrine,
Misa fu quasi investita da un ragazzo in bici. Quel giorno non era, come da un
anno a questa parte, per niente di buon umore e la distrazione del giovane la
irritò non poco.
“Ehi, tu!! Ma sei impazzito?? Sta’ attento, idiota che non sei altro!” gli urlò
dietro adirata. Quello non sembrò neanche accorgersi di lei.
La modella sospirò. ‘Sono diventata davvero così invisibile?’ si chiese
tristemente. Fece per voltarsi e riprendere la sua strada quando,
all’improvviso, qualcuno le arrivò addosso violentemente, buttandola a terra.
Questo era troppo.
“Ma che diavolo fate tutti og…” esplose. Non terminò però la frase,
riconoscendo stupita la persona che le era venuta addosso: una ragazza dai
brillanti occhi verdi e dai capelli rosso fuoco. Athena Kunuichi.
“Mi dispiace!! Scusami!!” esclamò quest’ultima, tendendole una mano e
aiutandola ad alzarsi. “Non volevo! È che stavo inseguendo quel tipo!! Mi ha
rubato la bici!”.
Misa si lasciò alzare da terra e spazzolare i vestiti, sommersa da una nuova
carrellata di emozioni: disagio, imbarazzo totale, ma anche una certa felicità
infantile. “Non importa” riuscì a borbottare, sentendosi arrossire senza
motivo.
“Tieni!” le fece Athena mettendole in braccio la propria borsa. “Ora rincorro
quel deficiente, poi torno qui e mi scuso come si deve!”. Senza aggiungere
altro corse via, nella direzione che aveva preso il ragazzo in bici.
La modella rimase lì impalata in mezzo al marciapiede, cercando di mettere a
fuoco la situazione. Dopo qualche attimo si decise a seguire l’altra. La vide
infilarsi in un vicoletto e subito dopo udì un grido di dolore. Si affrettò a
raggiungere la stradina preoccupata e ciò che vide la lasciò di stucco: il
ragazzo era steso a terra con lo sguardo spaventato, mentre Athena lo sovrastava
minacciosa. La bici era a terra in un angolo.
“Allora?” stava dicendo la fondatrice dei Veri Illuminati. “Ma non lo sai che
rubare è un reato??”.
“Non lo farò più, lo giuro, ma ti prego non colpirmi di nuovo!” la pregò
l’altro disperato.
“Va’, allora. Per questa volta ti lascio andare, ma se vengo a sapere che hai
rubato di nuovo ti denuncio alla polizia!”gli concesse lei, calcando molto le
parole.
Quello si alzò e se la diede a gambe più in fretta che poté. Athena, invece,
accorgendosi della presenza di Misa, si voltò verso di lei sorridendo. “Oh, sei
qui” disse. “Scusami se ti ho lasciato in mezzo alla strada con la mia borsa,
ma ero di fretta…”.
La modella le porse la sacca. “Nessun problema. Ma come ha fatto a rubarti la
bici?” chiese.
“Vedi, quel ragazzo è un ladruncolo che gira nei dintorni dell’università che
frequento…Non abbiamo mai potuto incriminarlo perché ci mancavano le prove, ma
oggi ha scelto la vittima sbagliata” spiegò l’altra divertita prendendo la
borsa. “Penso che la prossima volta ci penserà bene prima di rubare ancora!”.
“Università?” ripetè Misa stupita. Non le era neanche passato per la testa che
quella ragazza potesse frequentare l’università! Solo allora notò che il suo
abbigliamento era più formale di quello che indossava il giorno in cui l’aveva
vista la prima volta: al posto della maglia smanicata portava una camicia
bianca che si intravedeva attraverso la giacca scura e un paio di jeans stirati
perfettamente. Però portava comunque la fascia rossa intorno alla vita e la L d’argento
al collo.
“Sì, sono al primo anno di giurisprudenza” sorrise la ragazza con gli occhi
smeraldo. “Oh, che ma che maleducata che sono! Non mi sono neanche presentata!
Mi chiamo Athena! Piacere. Probabilmente in questi giorni avrai sentito parlare
di me...dopo tutto lo spettacolo che ho dato!”. Ridacchiò portandosi una mano
nei capelli rosso fuoco e porgendo l’altra alla modella.
Questa si affrettò a stringerla, lottando disperatamente contro l’imbarazzo e
la consapevolezza di essere rossa come un peperone. “Sì, ho assistito al tuo
discorso” ammise, cercando di concentrarsi sul viso della sua interlocutrice,
ma il suo sguardo scorreva inesorabilmente lungo quelle forme che le apparivano
così perfette. “Hai avuto un bel coraggio a sfidare Kira a volto scoperto. Se
la tua ipotesi fosse stata sbagliata, saresti morta! Mi hai davvero
impressionata. Comunque, io sono Misa Amane”.
“Be’, Misa, sono i rischi del mestiere!” rise la fondatrice dei Veri
Illuminati. Poi aggiunse: “Hai da fare adesso?”.
Misa si stupì della domanda. “No, perché?”.
“Stavo pensando che per farmi perdonare avrei potuto invitarti a bere qualcosa
a casa mia. Potremmo sfruttare l’occasione per conoscerci meglio. Che ne
pensi?”.
Il cuore della modella cominciò a battere fortissimo e lei si sentì
inspiegabilmente felice. “Certo…vengo volentieri!” rispose, forse con troppo
entusiasmo.
Athena sorrise. “Allora andiamo!”.
‘Quando sorride quegli occhi meravigliosi le brillano ancora di più’ si scoprì
a pensare la ragazza bionda seguendo la sua nuova compagna. ‘Ma che vado a
pensare?! Che mi succede ultimamente? Questa ragazza…la sua presenza mi mette
così a disagio! Non…non riesco a smettere di guardarla…Era da tempo che non mi
sentivo così…felice…’.