Ciao a tutti cari lettori,
e bentornati all’appuntamento con la mia nuova long-fic!
Sembra che, nonostante
università, impegni e imprevisti, io riesca a reggere il ritmo di un
aggiornamento ogni settimana durante i weekend, anche se quest’ultimo capitolo
viene fuori di lunedì. Ne sono soddisfatto, temevo di far trascorrere molto più
tempo tra i vari tasselli della storia, invece così avanzo con regolarità e il
lettore non aspetta troppo! I commenti mi soddisfano, ma, se siete autori anche
voi lo sapete, non sono mai abbastanza *__* Spero di riceverne ancora, specie
di “istruttivi” ^__^
Ed ora sotto! Altro
divertimento in arrivo, perché è ora di scoprire come i nostri maghi stan
cercando di adattarsi a questo stravagante scenario di cuoricini che sprizzano
dappertutto e tutti per un solo grand’uomo! XD
Buona lettura!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Un nuovo giorno inizia a
Magnolia, con il prode Natsu e il fido Happy che si dirigono ancora una volta
alla loro amatissima gilda.
Ma il giovane e
ardimentoso draghetto dai capelli rosa non riesce a sfoderare il suo solito
entusiasmo e il suo solito buon umore, e dove passa lui l’aria si riempie di
borbottii.
“Che muso lungo, Natsu.”
A momenti toccava terra, pensava
Happy esagerando un po’.
“Bah! Guarda tu che roba!
Quel Gazille ha tutte le ragazze del mondo ai suoi piedi e la gilda intanto è
bloccata per cercare di risistemare tutto.”
“Ma non è stata colpa sua.
Anzi, ci hai messo anche tu il tuo zampino.”
“Bah! Lo so, non è che voglio incolparlo, però… Mi da fastidio questa storia,
specie per Erza! Non la riconosco più, non è più la stessa!”
E a lui i cambiamenti non andavano a genio, almeno non quando riguardavano cose
che gli piacevano: ci aveva messo un po’ di tempo ad abituarsi alla nuova
scintillante e più spaziosa gilda, e di sicuro non si sarebbe abituato alla sua
amica dai capelli scarlatti che faceva riempiva di smancerie un tipo
dimenticandosi di tutto il resto.
“Non è più lei…”
“Già…”
A lui i suoi amici
andavano bene così com’erano, coi loro pregi e i loro difetti: vederli
stravolti, diversi, gli faceva male. Specie quando a cambiare erano anche i
rapporti: da quando erano cadute nell’incantesimo, le quattro maghe non
facevano altro che pensare al loro amato, e tutto il resto, tutti i loro
compagni, si vedevano drasticamente tagliati fuori.
“Se quando uno si innamora
poi si dimentica di tutti gli altri spero di non innamorarmi mai.”
“Però non è che sia del
tutto irriconoscibile, no?”
Si riferiva chiaramente a
quel che era successo il pomeriggio del giorno prima, quando Natsu aveva
tentato invano di risvegliare la vecchia, solita Erza.
La magia di Erza Scarlet, lo Ex-Equip, le consentiva di
cambiare rapidamente il proprio vestiario, passando così, di volta in volta,
all’equipaggiamento o all’armatura più adatta al nemico che aveva di fronte.
Altre volte ne aveva fatto un uso non convenzionale, come ad esempio al
Concorso di Bellezza di Fairy Tail, ma mai ci si sarebbe aspettati di vederla
rimuginare sopra i tanti tipi di armature e vestiti come fa una cotta ragazzina
quando c’è imminente un appuntamento.
“Natsu, dammi un consiglio, quale di questi piacerà più a
Gazille? Il vestito da coniglietta o quello da Goth Loli? O forse dovrei
scegliere tra le mie armature? Dopotutto a lui il metallo piace, però così la
scelta si complica! Ne ho fin troppe! Come faccio?”
Eh, si, quello si che era un dubbio degno di un’oretta e più a
scervellarsi! E più interrogava uno specchio che si era evocata sul posto, più
Natsu, costretto a guardare, ribolliva!
“La smetti con queste cose da femminuccia?”
“Esatto!” –strillò Elfman- “Sii uomo!”
“……”
“……”
“… Scusate.” disse sparendo.
“L’Erza che conosco io non avrebbe mai perso tempo in simili
sciocchezza! L’Erza che io conosco si fa un solo problema: quante testate
occorrerà dare ai nemici sconfitti perché vuotino il sacco!”
“Umpf, sei sempre il solito ignorante Natsu, non sai che per
amore si può cambiare?” fece sospirando la rossa, che intanto si esibiva in un
vanesio giro davanti lo specchio per assicurarsi di essere bella in ogni
dettaglio. Solo la perfezione per il suo perfetto dragone!
“Ma quale amore! Ti è solo partito il cervello! Diglielo pure
tu, Happy!”
Il gattino blu mimò una faccia da scemo facendo il gesto di
“Hai perso qualche rotella!”.
“Mhmm… forse qualcosa con le borchie: si intonerebbero alla
perfezione coi suoi piercing.”
“Ora basta, Erza, ti farò tornare in te! Tanto lo so che sotto questa apparenza
da scemotta c’è ancora la dura guerriera che ci teneva tutti in riga, e te lo
dimostrerò: avanti, battiti con me!”
“Battermi? Ma sei impazzito? E se mi scombino i capelli?
Modestamente ho fiducia nella capacità seducenti della mia chioma rubino! Sono
certa che Gazille li noterà, forse anche più del metallo!”
Natsu sbuffò talmente tanto che Happy volò via: “Ora te ne
esci anche con questo linguaggio fri-fri! E poi basta con questo “Gazille di
qua”, “Gazille di là”! Non è poi questo granché!”
Erza si girò con occhi di fuoco: “Che cosa hai detto?”
“… Oh, cavolo!”
CRASH!
Avendo osato insinuare che Gazille non fosse nulla di
speciale, Erza l’aveva fatto volare via da una delle finestre, e le altre fan
girl, benché nemiche, l’applaudirono e l’approvarono. Il Master approvò un po’
meno…
“BUUAAAAAH! MA PERCHÈ QUELLE POVERE FINESTRE NON SOPRAVVIVONO PIÙ DI UNA
SETTIMANA?!?!? BUUUAAAAAHHH!”
Nonostante il trattamento
e la finestra in frantumi, quello era stato un comportamento degno della vera
Erza!
“È ancora lì dentro, ne
sono sicuro!”
“E noi la faremo tornare
com’era prima!” lo supportò l’amico peloso.
“Appena la vediamo
potremmo offrirle un po’ di cheesecake alla fragola: lei lo adora!”
“Grande idea!”
Pieni d’entusiasmo i due
accelerarono il passo e prima di accorgersene erano arrivati.
“AAAAAAAAAAAAAAHHH!!!”
Ma al loro arrivo, dopo lo
sforzo fatto per superare il tappo di fangirl riunitosi di nuovo davanti
l’ingresso principale, si trovarono davanti un’altra sconvolgente sorpresa!
Gazille! Del tutto
scoperto! In bella mostra al centro del salone! Seduto a un tavolo circondato
da tutte le sue incantate spasimanti! E SORRIDEVA A TUTTE!
Natsu mise subito in
mostra le zanne!
“Ma cosa fa quello?!?!?
Gli pare il momento di mettersi a fare il divo?!?!? Adesso lo aggiusto io!”
I suoi pugni si
circondarono di fiamme mentre si lanciava all’attacco!
“NON
DEVI FARTI VEDERE, LO CAPISCI O NO?! KARYUU NO…”
SDONG!
La sua furia e le sue
parole si fermarono di botto dinanzi un gelido muro di ghiaccio.
“Uhi…”
La faccia di Natsu ci
scivolò sopra lentamente fino al pavimento.
“Datti una calmata, testa
a fiammifero.” lo rimproverò Gray. Lì vicino c’erano seduti anche Nab e Elfman,
anche loro ad assistere impotenti.
“Calmarmi?! Ma lo vedi
Gazille cosa fa?! Perché nessuno di voi lo…”
“Ripeto: calmati, cretino! Quello non è il vero Gazille!”
Natsu, sconcertato, tornò
a guardare: effettivamente stava sorridendo alle sue fans, ma da quel sorriso
traspariva più che altro un forte imbarazzo. Per non parlare poi dell’atteggiamento,
palesemente a disagio. Non sembrava proprio lui a guardarlo più attentamente in
effetti.
“Ma allora chi è?” domandò
all’amico.
“Lisanna.”
“CHE?!?! E come ha fatto
Lisanna a ridursi così male?”
“MA DI CHE STAI PARLANDO, IDIOTA?! Ha usato la sua magia di trasformazione!”
“Gray, i tuoi vestiti.”
avvisò Happy.
Il moro si vide ridotto in boxer: “Un’altra volta? E quando?”
Tra l’altro, da un po’ di
tempo, quel curioso fenomeno che lo riguardava si associava sempre
immancabilmente alla sensazione di essere osservato…
<< A Juvia piacciono molto i vestiti di Gray:
si tolgono di torno più che volentieri! Uh uh uh! >>
Natsu stava per domandare
che ci facesse la sua amica Lisanna lì a sorbirsi quelle terribili quattro,
quando il campanello di una sveglia poggiata sul tavolo proprio davanti
“Gazille” suonò vigorosamente.
“Va bene Cana, i tuoi tre
minuti di attenzione sono finiti, adesso tocca a me!” disse Bisca sospingendo
via l’amica-rivale, che fino a un attimo prima leggeva sulla mano del finto
dragon slayer un futuro di coccole, bacetti e tanti marmocchi!
La cow-girl mostrò subito
un piatto pieno di ferraglie: “Tieni Gazille, l’ho fatto con le mie mani.”
Lisanna deglutì: il vero
lui mangiava metallo, e per arrivare al cuore di un uomo, si sa, si passa anche
per la gola! Purtroppo il suo stomaco, e la sua salute, non avrebbero
apprezzato granché quel luccicante menù!
“Ehm… a dire il vero non
ho fame!” disse la ragazza, imitando alla perfezione il vocione metallico di
Gazille.
“Suvvia, solo
un’assaggino: è un dessert di pistola con tanto di bossoli. L’ho smontata io
pezzo per pezzo apposta per te!”
Arzack diede un’occhiata
di sfuggita e purtroppo riconobbe un simbolo inciso su una delle parti della
canna: “ARGH! M-ma-ma-ma Bisca! Quella è la pistola Reninger da collezione che
ti ho regalato al tuo scorso compleanno: dicevi che era il regalo più bello che
potessi ricevere!”
“Cuciti quella bocca,
fessacchiotto!”
“NOOOOOOOOOO!” urlò accasciandosi in ginocchio con le mani in viso, cercando di
arginare una inondazione di lacrimoni.
“Sicuro di non volerne un
pezzetto?” disse sbilanciandosi su di lui, mettendogli, o meglio, mettendole
sotto gli occhi più che il piatto la procace scollatura.
“Ehm, si… magari dopo!”
disse Lisanna che al solo pensiero di ingurgitare quei pezzi di metallo si
sentiva lo stomaco pesante!
“Allora te lo incarto!”
Salva per un pelo!
Bisca si volse però con
aria infuriata contro il povero, innocente Arzack, ancora sul pavimento: “Tsk!
La tua pistola non è buona nemmeno come cibo! La prossima volta regalami
qualcosa che piaccia al mio adorato!”
Non poteva tollerare oltre! Ringhiando e piangendo insieme scattò in piedi
pistola alla mano!
“BASTA!
GIURO TREMENDA VENDETTA!”
“Acchiappatelo!”
Arzack si era lanciato di corsa verso le scale, ma subito in quattro si
fiondarono su di lui per trattenerlo!
“Lasciatemi! Lasciatemi
andare! Lo sistemo io quel ladro di quasi-fidanzate!”
In tutto questo Natsu ci
stava capendo anche meno di prima!
“Mi volete spiegare?”
In sintesi, ci si era resi
conto ben presto che la faccenda dell’Irresistibile Gazille poteva anche durare
a lungo, e che di certo Erza, Mira, Cana e Bisca non si sarebbero accontentate
per sempre di semplici poster. Così, per scongiurare l’eventualità che
mettessero di nuovo tutto e tutti sotto sopra per farsi dire dove fosse finito
l’originale, il master aveva chiesto la cortesia a Lisanna di usare la sua
magia di trasformazione, appresa dalla sorellona, per dare a quelle quattro
pericolose scalmanate ciò che volevano.
Era però subito sorto il
problema che quattro per uno sono troppe. Max e Warren avevano così avuto la
brillante idea, per non scontentare nessuna, di usare un timer: ognuna di loro
avrebbe avuto a disposizione tre minuti durante i quali avrebbero avuto Gazille
tutto per loro per fare quel che volevano, al termine dei quali avrebbero
dovuto passare il testimone.
“E mentre tocca a una le
altre tre che fanno?” disse il rosa.
Gray scrollò le spalle:
“Un po’ lo ammirano, un po’ sospirano, ma comunque restano lì azzeccate a lui:
almeno però rispettano le regole e non litigano più.”
Mentre infatti Bisca
disegnava cuoricini col dito sul temprato petto di “Lisazille”, le altre restavano
sedute allo stesso tavolo e si preparavano al loro prossimo turno; Cana ad
esempio controllava che le unghie fossero ben smaltate e in ordine, le gambe
ben depilate e le poppe bene in vista, Erza, più tecnica, scriveva con
trasporto su un taccino, forse appunti e tecniche infallibili di conquista,
Mira infine gorgheggiava una sdolcinata canzoncina per poterla dedicare qual
soave usignolo a un forte falcone.
Hoshi no kazu hodo no deai
ya wakare ya
Ushinaitakunai mono mo zenbu
Nanni mo iranai to omoeru yo ima!
(NDA: è una delle sigle dell’anime! XD
http://www.youtube.com/watch?v=ewoZKqEKp90)
“Bleah! Tutto questo romanticismo mi sta
dando il voltastomaco! Dobbiamo fare qualcosa!”
<< Ma che ci faccio io qui? Non ho mai neanche
desiderato di piacere a più di un ragazzo per volta! Sigh! >> Anche Lisanna aveva di che lamentarsi…
“Ma cosa? Ci abbiamo già
provato ieri, ma quelle sono proprio andate.” Disse lo sconfortato Nab. Finalmente
una scusa vera per starsene con le mani in mano!
“Forse non ci abbiamo
provato abbastanza!” ringhiò Natsu con un sorriso sgranchendosi le nocche
pensando di lanciarle una nuova sfida.
“O forse quella finestra
ieri non ti ha insegnato proprio nulla.” lo prese in giro il mago del ghiaccio.
“O forse è il momento che
il virile sottoscritto si faccia valere!” –disse Elfman alzandosi dal suo
sgabello- “Già una mia sorella è rimasta coinvolta, e come non avrei permesso a
dei ragazzi di girarle intorno, figuriamoci a delle ragazze!”
<< Che fratellone amorevole. >>
pensarono gli altri!
Ima kara koko kara
hajimeyou yo
Futari no ashita wo hajimeyou yo
Umareta mama no kimochi de iyou yo!
Raggiunse la canticchiante
sorella e gonfiò il petto: “Mira, ora devi darci un taglio! Sono io l’uomo di
questa famiglia e pertanto ti proibisco di…”
Il canto divenne una tetra
e sussurrata minaccia: “Tieni a freno
quella lingua o te la ficco giù in gola!”
“Sissignora!” scattò
sull’attenti Elfman facendo subito dietrofront.
Il campanello della
sveglia suonò proprio in quel momento e Mira si girò; nel voltarsi, il suo
volto si ritrasformò da diabolico ad angelico.
“Uh! È il mio turno!”
<< Non te la prendere fratellone: ci hai
provato, ma sappiamo entrambi che Mira sa essere convincente… >>
“Posso farti ascoltare una
canzone?”
“Ehm, ne sarei lieta… cioè lieto sorellona… cioè… buona… ehm…”
Fortunatamente non c’era
bisogno di impasticciarsi oltre visto che Mira si era nascosta il volto tra le
mani tutta contenta: “Balbetta! Allora sa essere timido anche lui! Che dolce!”
Cana decise di staccarsi
per un po’ da quel coccoloso quadretto per sedersi ad un altro tavolo:
“Accidenti: ora devo aspettare ben sei lunghi minuti prima di avere di nuovo
Gazille tutto per me!”
Juvia, che per puro caso
si trovava appena dietro di lei pensò di doversi impegnare anche lei con le
“incupidite” e le si sedette vicino.
“Cana, non vi rendete
conto che così state assillando la povera Li… Cioè, il povero Gazille?”
“Uh?”
Con coraggio prese le difese del suo amico di vecchia data e vecchia gilda: “Insomma,
sarete anche “innamorate” voialtre ma… insomma, in un rapporto si può aver
bisogno di un po’ di spazio, voi invece…”
Per l’appunto Lisanna si
trovava pressata e circondata senza via di fuga: il loro cieco amore non
guardava ad inezie come lo spazio vitale!
“Umpf, Juvia, tu sei
proprio l’ultima che potrebbe fare simili discorsi.”
“C-come?”
“Andiamo, tu stai
appiccicata a Gray ogni volta ne hai l’occasione!”
La maga dell’acqua si
dipinse di rosso che i suoi capelli blu intenso fecero risaltare ancora di più:
“M-ma non è vero! I-intendo, è vero che a me lui… Lui…”
Di questo passo sarebbe
evaporata si disse! Meglio aggiustare il tiro più in basso!
“Trovo che sia un ragazzo
piacevole, ecco! Però, non è vero che gli sto sempre intorno.” –disse ostentando
sicurezza- “Non è così Gray? Diglielo.”
Gray venne colto
nell’attimo in cui stava rimettendosi addosso una maglietta. La maghetta e Cana
lo squadravano e dovette pensarci un po’ su se assecondare gli occhietti dolci
dell’una o il sopracciglio inarcato dell’altra che prendeva a calci la sua
sincerità affinché uscisse fuori.
“Beh, dai, Juvia, un po’
in fondo è vero che sei… un po’ appiccicosa.”
CRASH!
“Qualcuno ha rotto un
bicchiere?”
Macao alzò le mani: “Stavolta non guardate me.”
Il che voleva dire che quel suono era stato proprio il cuoricino di Juvia che
andava in frantumi, colpito da un impietosa frecciata di verità.
Nello stesso momento fuori
iniziò a piovere, ma dentro nessuno ci fece caso, e le fangirl fuori avevano
giurato di inseguire Gazille con la pioggia, col vento o grandine che fosse.
Un attimo dopo Juvia
sparì: la si poté vedere seduta al bancone con la faccia nascosta su di questo
che chiedeva da bere a Lucy.
“Lascia la bottiglia, Lucy…”
“Ehm… ok…”
<< Appiccicosa… è vero… sono così appiccicosa che
la mia faccia non si stacca di questo bancone! Sigh! >>
In realtà era perché era
tropo depressa e abbacchiata per sollevare gli occhi, ma in sostanza poco
cambiava.
Intanto Cana se la rideva: incantata o meno, era un osso duro per tutti. Gray
se la rideva un po’ meno invece.
“……”
Gli dispiaceva per lei, ma
quando ci vuole ci vuole…
Nel frattempo i guai non
erano finiti, poiché era giunto il turno dei tre minuti di attenzione di Erza.
“Gazille, non sai quanto
mi piacerebbe ammirare i tuoi straordinari poteri all’opera.”
“Ah, i miei poteri
all’opera certo! … Come?”
La rossa diede un piccolo
pugno al suo forte braccio: “Pensavo che potresti darmi una dimostrazione del
tuo pugno d’acciaio.”
“Giusto!” –fece Bisca-
“Facci vedere come spacchi un tavolo, o come sfondi un muro con un colpo solo!”
“Ehi! Rispetta la fila: è il mio turno di attenzione esclusiva!”
“Umpf!”
“Però è una buona idea, io
pensavo piuttosto a colpirti con la mia spada e vedere che non ti fai nemmeno
un graffio, ma mi piace anche così!”
Sfondare muri con i pugni.
Lisanna non ne sarebbe stata mai capace; per inciso, era bastato il pugno di
Erza sui suoi “biciti d’acciaio” per indolenzirle tutto il braccio. Non che
l’idea originale di Erza sarebbe stata meglio!
“Ecco… non so se è il
caso, poi magari il master si arrabbia.”
“Che vuoi che sia, lo
risarcisco io. Ecco, ad esempio potresti imprimere le tue invincibili nocche su
quella colonna.”
<< Ma perché Erza ce l’ha tanto con
le colonne? >> si domandò qualcuno…
“Ecco…”
Erza lo squadrò bieca: “Oggi non mi sembri virile come al solito… Cosa
nascondi?”
Lisazille scattò in piedi:
“MA CERTO CHE SPACCO! E DI BRUTTO! MUAHAHAH!”
<< AIUTO! Cosa faccio adesso? >>
La colonna era davanti a
lei, in attesa della dimostrazione; gli altri maghi assistevano impotenti,
chiedendosi cosa potessero fare, come ingannare Erza ancora una volta!
“Allora… io vado, eh? Ehm…
o forse dovrei riscaldarmi prima…”
“URRYAAAAAAH!”
?!?!?!?
L’urlo di suo fratello le
aveva fatto salire il cuore in gola!
“E-Elfman?”
“Non ci vuol nulla a sfasciare
mobili e colonne, ma hai la forza di sfasciare un vero uomo? Avanti, facci
vedere quanto vali!” urlò, strappandosi fra l’altro la giacca in segno di sfida
(e per ribadire la sua superiorità in quanto a pettorali e addominali).
Ma soprattutto, e quello
fu il gesto più importante di tutti, diede un rapido occhiolino al suo
avversario.
Lisanna abbozzò un piccolo
colpo sul suo petto…
“WAAAAAAH! CHE
DOLOREEEEEE!”
Elfman al primo tocco saltò
indietro e andò a sbattersi da solo contro il muro!
“Ahi! Quel tipo ha davvero
i pugni d’acciaio!”
Erza non si mosse.
Qualcuno temette avesse mangiato la foglia, ma poi corse dal vincitore ad
afferrargli il bicipite: “Magnifico! Superbo! Stupendo! Adoro gli uomini che
tengono gli idioti al loro posto!”
Lisanna guardò il
fratello: per lei era stato capace di sacrificare anche la dignità, e di
restare lì a terra a farsi chiamare idiota mentre anche l’altra sorella non
pensava ad altro che a quanto stupendo fosse stato il vincitore. Non avrebbe
dovuto farlo, ma quello intanto già si rialzava e le sorrideva rassicurante.
Va bene un po’ di
orgoglio, ma un vero uomo pensa più ad agire che a fare bella figura!
“Bella mossa!” si
complimentò Gray!
“Che figuraccia!” lo
sfotterono apertamente Natsu e Gray, che ovviamente non avevano capito proprio
nulla!
“Che cretini.” li
apostrofò lui in risposta.
<< Grazie fratellone, ma non so per quanto ancora potrò resistere! E
se una di loro prova a baciarmi?! Come faccio, il mio primo bacio deve essere
con un ragazzo che mi piace, non una ragazza! E se ci prova Mira?! Oh, povera
me! >>
Anche quella soluzione era
tutt’altro che comoda; però, se da un lato fingersi Gazille comportava i suoi
problemi, non bisognava dimenticarsi che anche essere l’originale ne aveva.
Una manina nera attaccata un
braccio troppo corto per raggiungere il pomello bussò alla sua porta: “Gazille,
sono Lily, si può?”
Un grugnito affermativo
diede il via libera all’Exsheed che si mostrò al compagno con un sorriso
solidale: “Allora, come sta oggi il nostro casanova?”
“Giudica tu.” rispose il
dragon slayer, quello autentico, andando ad aprire la finestra.
“ECCOLO! SI è AFFACCIATO!”
“TI AMIAMO!”
“CHI È PIÙ BELLO DI TE SI TRUCCA!”
“Umpf! Non cedono, eh?”
“Non le sopporto più! Già
mi sento oppresso a starmene qua dentro a far nulla, ci si mettono pure loro!”
“Beh, però che ti costa
affacciarti di tanto in tanto: va bene farsi desiderare ma ogni tanto la star
deve anche concedersi alle ammiratrici.”
“La pianti?”
“D’accordo.”
Lily spiccò un balzo che,
facendogli attraversare mezza stanza, lo portò dritto sul letto. Da lì diede
un’occhiata alle pareti, che nel tempo della permanenza lì del drago di metallo
si erano decorate di graffiti.
Nel senso che erano veri e
propri graffi fatti con i suoi artigli d’acciaio! Pur non privi di un certo
valore artistico: draghi stilizzati, armi acuminate, autoritratti...
“Vedo che in qualche modo
ti tieni occupato.”
“Già. Se c’è una cosa che
non sopporto è il non poter agire! E se c’è una cosa che sopporto anche meno
sono i regali delle fans!”
In quel preciso momento un
pacchetto infiocchettato volò attraverso la finestra atterrando tra i suoi
piedi e il letto.
Gazille lo raccolse e lo
scartò senza troppi indugi: “Bah, di nuovo: pasticcini alla crema! Io non li
sopporto i dolci!”
“Ehi, un attimo: a me
piacciono i pasticcini alla crema.”
Gazille tirò in malo mado
il pacchetto al suo gatto prima di dirigersi alla finestra.
“Mhmm! Sono fatti in
casa!”
“Quante volte ve lo devo
ripetere che non mi piacciono i dolci?! Metallo! Metallo! È così difficile da
capi…”
Prima di finire di parlare
ebbe i riflessi abbastanza pronti da raccogliere al volo un ferro da stiro
prima che gli si spiattellasse sulla faccia. Il gesto, che chiunque avrebbe
inteso con chiari intenti omicidi, rimise invece di buon umore il dragon
slayer!
“Ah, adesso si che ci
siamo! Grazie!”
Richiuse la finestra ed
addentò il suo regalo, mentre la ragazza che glielo aveva lanciato, due piani
più sotto, sveniva per la gioia!
Gazille andò a sedersi
vicino a Lily e i due consumarono insieme quello spuntino fuori programma.
“Allora, che novità ci
sono?”
“Siamo in attesa di
sviluppi: i Raijinshuu sono tornati da Harujion, presto verranno qui alla gilda
a fare rapporto, forse sono già di sotto.” disse il gatto pulendosi via la
crema dai baffi con un fazzolettino, mentre il compagno non faceva niente per
non far stridere e crepitare il ferro sotto i suoi denti acuminati e
indistruttibili.
“Bene, mi ricordo di quei
tre. È gente che ci sa fare e non sembra idiota quanto gli altri: forse loro
avranno concluso qualcosa.”
Al piano di sotto i
Raijinshuu erano per l’appunto presenti e il master Makarov era con loro vicino
al bancone; tuttavia non stavano facendo rapporto, anzi, tra i tre e il vecchio
regnava un silenzio totale.
La loro attenzione era
concentrata tutta sull’oggettino che i tre avevano riportato da Harujion, e che
avevano adagiato sul bancone come una reliquia su un altare.
“……”
UN PUPAZZETTO DI LAXUS CON
LA TESTA MOLLEGGIATA!
Dietro il bancone, Lucy
osservava incuriosita quella scena muta eppure così intensa e carica d’emozioni…
lucidando a vuoto bicchieri già puliti ovviamente!
“Posso?” domandò il Mago
Saggio con palpabile esitazione.
“Dopo di lei master.”
rispose Freed con reverenza e con la massima serietà.
Makarov guardò il
pupazzetto del nipote e deglutì. Anche i Raijinshuu deglutirono!
Il dito dell’anziano si
mosse in avanti. Attese. Per far salire la suspance.
Poi gli toccò la testa!
BOING-BOING-BOING!
“CI MANCA TANTO LAXUS!!!
BUAAAAAAAHH!!!”
Alla fine tutti e quattro
erano esplosi in un calda pioggia di lacrimoni!
Lucy non poté che
commentare con un fievole “Oh, cielo…”. Tra l’altro ora stavano bagnando tutto
il bancone e gli schizzi delle loro lacrime bagnavano anche i bicchieri che
aveva già pulito una decina di volte!
Quella serie di pupazzi
dalla testa molleggiante raffigurava solo i maghi riconosciuti come più famosi
e potenti, ed anche Laxus, per quanto avesse combinato qualche marachella e
fosse ora chissà dove, se ne era meritato uno come il nonno!
“Avete fatto benissimo,
ragazzi! Questo è veramente un acquisto sensato! E pensare che io per una spesa
intera ho distrutto l’armonia della gilda!” piagnucolò soffiandosi sonoramente
il naso con un fazzolettone.
“Chiediamo il permesso di
esserne custodi, signore!” domandò Freed ponendosi su un attenti reso ridicolo
dalle lacrime e dal moccio al naso.
“Permesso accordato: eravate suoi amici dopotutto. E chissà che un giorno… un
giorno… un giorno faremo dondolare la testa al Laxus vero!”
“SPERIAMO!” urlarono i tre Guardiani del Dio del Tuono stringendo i pugni per
l’emozione!
<< Far dondolare la testa al vero Laxus? >>
Lucy ormai si chiedeva se, partito Laxus, anche i tre Raijinshuu non stessero
diventando degli idioti come i loro compagni. Non che il master fosse più
dritto degli altri.
Decise di richiamare la
loro attenzione prima che il dondolio del mini-Laxus li incantasse al punto di
stonarli del tutto: “Scusate, ma voi non eravate andati ad Harujion per altri
motivi?”
“Perbacco, ha ragione! Il
rapporto! Master, noi…”
Makarov si era distratto a
far molleggiare la testa del suo pupazzo, quello che lo raffigurava, insieme a
quella di Laxus: “Eh eh eh eh! Ehm, scusate, dicevate?”
Bixlow però incuriosito da
un dettaglio impedì di nuovo l’inizio di un discorso più serio: “Lucy, ma quei
bicchieri non sono già abbastanza puliti?”
<< Lindo! Lindo! Lindo! >>
Ormai passava da uno a un
altro senza nemmeno guardare: mentre parlava prendeva, puliva, posava,
prendeva, puliva, posava…
“Sigh, questo tic del barista mi segue anche a casa: ieri per aprire la porta
di casa ho lucidato due o tre volte il pomello…”
E quando era entrata aveva “lucidato” anche Happy e Natsu, così imparavano quei
due a irrompere da lei senza permesso!
La biondina sospirò: “Fare
la barista è un lavoro che ti prende sul serio: ormai non mi controllo più!”
“Vero.” –fece notare
Evergreen- “Infatti ora stai pulendo la pelata del master.”
“EH!?”
Makarov: -___-“
Lucy: ^__^” “M-mi scusi!”
A seguito di ciò, Makarov
accordò a Lucy un po’ di riposo, esonerandola momentaneamente dal servizio al
bancone. Così, mentre i Raijinshuu cominciavano a riferire a Makarov il
resoconto del loro viaggio da Rufus il mercante, la giovane maga degli spiriti
stellari, tenendosi ferma la mano in modo che capisse che doveva finirla, si
diresse al tavolo dove le sue amiche Levi e Wendy erano sedute.
“Sei molto tesa, Lucy.”
“Lo sono, Levi. E non mi
riferisco solo al mio tic: questa faccenda mi rende tesa.”
“Come mai?” chiese la candida dragon slayer, il drago più formato ridotto tra
gli adepti della gilda.
“Non vorrei sembrare
maleducata o insensibile ma…” –la biondina si strinse nelle spalle- “Il solo
pensiero che potrei innamorarmi di Gazille semplicemente guardandolo mi da i
brividi!”
“Ti capisco.” –disse
Wendy- “Anch’io sono tesa, ma piuttosto per Charle. Sta diventando paranoica:
per convincerla a lasciarmi venire qui stamattina ho dovuto rassicurarla un
centinaio di volte, inoltre si è messa lì davanti le scale e temo che se solo
mi avvicinassi mi prenderebbe per le orecchie per riportarmi subito a casa!
Sigh!”
Le tre si voltarono:
effettivamente la gattina bianca era in piantone sul primo gradino delle scala
armata di una grossa bacchetta, quasi fosse la vigile sentinella di un confine
invalicabile.
“Certo, essere costrette
ad innamorarsi di qualcuno è una cosa orribile.” disse Levi.
“Oh, io ne so qualcosa…”
A Lucy venivano i mente i
ricchi ma orrendi partiti con i quali suo padre aveva da sempre cercato di
piazzarla per assicurarle un futuro, a scapito della sua volontà e della sua
stessa felicità, ma lì almeno aveva avuto il coraggio di opporsi; qui, per
quanto coraggiose, non si scampava. Anche per questo non riusciva a sopportare
l’idea, e guardava le sue amiche cadute nell’Incanto Cupidus con una certa dose
di compassione.
Si mise le mani tra i
capelli: “Inoltre… Brrr! Ma vi immaginate essere la ragazza di Gazille? Di
Gazille, insomma!”
“Perché scusa?”
“PERCHÈ?! LEVI, MA
ANDIAMO!”
“Non capisco… Gazille,
Natsu, che differenza fa?” fece incerta la ragazza, intimorita dall’alzarsi
improvviso della voce dell’amica, quasi avesse detto qualcosa di assolutamente
impensabile.
“Ma un partito decente
come esempio no, eh?”
Natsu, in un'altra parte
della sala, starnutì.
“Voglio dire, sarebbe
peggio essere costrette ad innamorarsi di un proprio compagno di team: io ho
respinto sia Jet che Droy anche perché non volevo rovinare le cose all’interno
del nostro gruppo.”
I due da lei nominati si
sentirono stranamente abbacchiati tutto a un tratto…
“Come ho detto prima non
voglio essere maleducata ma… Gazille… Beh, mettiamola così, tipi come lui,
anche lontanamente simili, non sono mai rientrati nella mia lista dei fidanzati
ideali, eh eh eh!” ammise con imbarazzo.
Un improvviso pigolare di
stelle apparso al suo fianco preannunciò l’improvvisata di uno spirito stellare
ben noto alla gilda: Loki del Leone!
Questi, con la sua
indomita chioma chiara e i fascinosi occhiali colorati guardò la sua padrona
con un sorrisetto ammiccante: “Io invece ci sono rientrato eccome, non è così?”
“Vero. Però tranquillo,
adesso non ci sei più, anzi, se ricordi ti ho cancellato pochi secondi dopo che
ti ho visto dal vivo la prima volta.”
“……”
Un attimo dopo Loki aveva raggiunto Juvia su uno sgabello del bancone, pure lei
con la testa sbattuta sul tavolo per la depressione.
“SIGH! SIGH! SIGH!”
L’altra maga, solidale,
gli porse la bottiglia a cui lei stessa si era attaccata. Trattavasi per
l’esattezza di succo di frutta alla fragola e alla vaniglia dato che lei era
astemia (e dato che la barista Lucy aveva voluto risparmiarle una sbronza
triste), tuttavia a Loki andò bene lo stesso.
“Potevi essere più
gentile.”
Lucy scosse il capo guardandolo: “Lo so… sigh…”
“Ad ogni modo Lucy, non
penso ci sia il rischio che qualcuna di noi, anche se colpita dall’Incanto
Cupidus diventi la sua ragazza, semplicemente perché lui non è per nulla
interessato. Insomma, per un po’ di corteggiatrici non può farsi vedere in
pubblico, poverino…”
Alzò gli occhi al
soffitto: la sua stanza non era esattamente sopra di loro, ma era sinceramente
dispiaciuta per lui, e le sarebbe piaciuto almeno mostrarle un po’ di
solidarietà. Invece non era possibile poiché lei era una donna, e avrebbe
finito per aggiungersi alle rompiscatole che già lo vessavano.
Inoltre aveva il sospetto
che anche Jey e Droy si stessero facendo paranoici nei suoi confronti e non si
sarebbe meravigliata se si fossero uniti a Charle per fare la guardia sulle
scale!
“Ma vi immaginate come
sarebbe essere innamorate di Gazille?”
“O essere la sua ragazza?”
“O sua moglie?”
“Provate a pensarci…”
Quelle discorso portò
ciascuna di loro in un piccolo volo di fantasia: come sarebbe stato in effetti?
Lucy
“Ehi, ciao, posso chiederti che ore sono?”
“Certo, sono le…”
“EHI, TU! STAI ALLA LARGA DALLA MIA DONNA SE NON VUOI CHE TI FACCIA INGOIARE
TUTTI I DENTI!”
“AAAAAAAHHH!”
“M-ma-ma mi stava solo chiedendo l’ora!”
“Tsk, qui sono io l’unico degno di chiedere l’ora alla mia
donna!”
“Io non sono la tua donna!”
“Si che lo sei! E mi aspetto che in pubblico tu ti metta qualche vestito più
coprente, svergognata!”
“CHE COSA?! Ma a me piace come mi vesto, mette in risalto il
mio fascino!”
Ma Gazille non diceva quelle cose per moralismo: “Tranquilla,
quando saremo soli io e te ti darò io qualcosa da indossare che risalti il tuo
“fascino”! Ghi ih ih ih ih!”
Lucy (occhioni lacrimosi): “Maniaco! Aiuto…”
Wendy
“Tieni, Wendy, ti ho fatto un regalo di compleanno!”
“Uh, Gazille che dolce che sei! Io… Ehm… Sono dei begli
orecchini, ma…”
“Ma?”
“Ecco, io non ho i buchi agli orecchi…”
Le dita di Gazille si plasmarono in affilati aghi metallici: “Nessun problema!
Ghi ih ih ih!”
Wendy (occhioni lacrimosi): “Aiuto Charle!”
Levi
“Levi! Sono tornato!”
“Ah, eccoti, oggi ti ho preparato il tuo piatto preferito… Oh, no!”
“Che c’è?”
“Ti sei portato di nuovo il lavoro a casa!” fece mettendo
furiosa le mani sui fianchi.
Gazille lasciò cadere per terra due tizi tramortiti pieni di
lividi che si era portato sottobraccio fin lì e si grattò dietro la nuca.
“Così mi sporchi di sangue il pavimento!”
“Bah, che rottura, ora fammi mangiare, pulisco dopo!”
“Sigh! Barbaro…”
“……”
Le tre si guardarono tra loro.
“Impensabile!” mormorò
Lucy stringendo gli occhi.
“Spaventoso!” rabbrividì
Wendy abbassandosi sotto il tavolo.
“Inquietante!” concordò
Levi stringendosi nelle spalle.
Lucy sbuffò: “Se proprio
doveva succedere quella pozione poteva almeno finire addosso a qualcuno di più
carino o galantuomo…”
Leo si risollevò dal
bancone: “Come me?”
“Mi avvalgo della facoltà
di non rispondere!”
“Sigh!”
“Non hai certo una gran
considerazione di Gazille come ragazzo, eh?”
“Uh? Scusa Levi, stavi dicendo?”
“Oh, nulla di che.” rispose
alzando di nuovo gli occhi pensosamente.
“Va bene, tutti qui
adesso!”
I due pupazzetti
molleggiati erano spariti dal bancone, sul quale ora si stagliava solo il loro
master; comunicazioni importanti in arrivo.
Lisazille pensò di
approfittarne per scappare: “Ehm, io ora dovrei andare, ho un impegno urgente…”
“Bah! A chi interessano i
discorsi di quel vecchio rimbambito?” fece Bisca agguantandogli il braccio.
“RIMBAMBITO?! GRRR! RINGRAZIA CHE LO DICI PERCHÈ LA PRIMA RIMBAMBITA SEI TU!”
“Non vale! Io ho avuto un
turno in meno degli altri! Voglio i miei tre minuti!” contestò Cana!
Un fortissimo fischio da
pastore le fece girare come tante pecorelle verso un piccolo gattino nero:
“Ehi, chi di voi vuole questa giacca? Gazille cerca qualcuno che la sappia
lavare!”
“Una giacca…
“Indossata…”
“DA GAZILLE?!?!?!?”
Le quattro restarono
qualche secondo in sospeso a pensare a un qualcosa che rese le loro facce
alquanto rosse…
“A ME!”
Lily dovette davvero
mettersi le ali ai piedi per correre al portone, aprirlo, tirare via la giacca
in faccia alle fangirl esterne alla gilda e tenerla aperta giusto il tempo
necessario da far sì che Cana, in prima posizione, Erza, Bisca e Mira si
schiatassero su di loro dando il via ad una furibonda ressa, e infine sbattere
loro dietro la porta.
“Fiuuu…”
Un operazione che aveva
richiesto molto fiato e sangue freddo, ma dalla conclusione impeccabile che gli
valse anche un piccolo applauso.
Lisanna si ritrasformò:
“Uh, che sollievo! Grazie Lily, mi hai salvata. Ma quella giacca era veramente
di Gazille?”
“No a dire il vero: l’ho trovata per terra e ho avuto l’idea di usarla per
convincerle ad uscire.”
“EHI, QUELLA ERA LA MIA!” urlò Gray, che ascoltandolo si era reso conto che era
di nuovo a petto in fuori!
“Tsk! E poi si lamentano
che i miei vestiti spariscono!”
Stavolta però gli
occhietti scuri che sempre si voltavano come un girasole quando, volente e
nolente, si ritrovava svestito, non si affaticarono a voltarsi.
“Sigh… non avvicinarti troppo Loki: sono così appiccicosa che non riusciresti
più a staccarti… sigh!”
“Sigh… Quando fingevo di
essere un umano avevo così tante ragazze… adesso non riesco a conquistarne
nemmeno una.”
Almeno l’unica che gli
interessava sul serio…
“Ehi, voi due! Staccate
quelle facce dal bancone, sto parlando anche per voi.”
Makarov si schiarì la voce:
“Il tempo delle ricerche è
finito; dobbiamo passare all’azione quanto prima. Ora vi dirò cosa io, Lucy e
le altre abbiamo scoperto ieri in biblioteca sull’Incanto Cupidus e sul suo
creatore, e cosa possiamo fare per salvare le vittime innocenti del suo folle
incantesimo!”
Fairy Tail alla riscossa
dunque! La vita e i pensieri della gilda si sono complicati molto e questo non
piace a nessuno. Ma nelle parole così serie e determinate del master c’è dunque
la speranza di una cura all’Incanto Cupidus? Cosa è stato scoperto sulla
pozione? Dove andare a cercare? Una nuova avventura si accinge a partire nel
prossimo capitolo!
Anche questo, come il
precedente, ha fatto avanzare di poco, se non di nulla la storia, che spero non
vi stia risultando troppo lenta a prendere le mosse.
È che volevo anche
chiarire cosa ne pensano le ragazze “sopravvissute”, e come gli altri maghi
hanno cercato di adattarsi a questo sdolcinato inconveniente. Spero di rendere
le cose più appassionanti da questo punto! ^__^
Fatemi sapere cosa ne pensate!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!