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Autore: Bethan Flynn    06/12/2010    4 recensioni
La storia riguarda Bethan, un'esorcista che tutti hanno sentito nominare, ma che nessuno, oltre Miranda, ha mai visto. Il suo è un potere forte e terribile al tempo stesso, pronto ad esplodere in ogni momento e temuto dallo stesso Ordine, che tuttavia non si fa scrupoli ad utilizzarlo quando le cose si mettono male... Incontrando il ben noto gruppo di esorcisti e in particolare uno di loro, per la prima volta proverà il desiderio di evadere dalla prigione che lei stessa si è creata, e si vedrà costretta a prendere una decisione drastica.
Pairing Kanda x Nuovo Personaggio, molto possibili spoiler, soprattutto riguardo alla storia di Kanda.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yu Kanda
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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-Dov’è Lavi?- Linalee la guardò sgranando gli occhi –è da Hebraska, ma non so se è il caso, Beth…- non la lasciò neppure finire e imboccò di corsa le scale dei sotterranei.
Il buio laggiù era totale. In quell’oscurità così densa riusciva a malapena a vedere i propri piedi, e l’unico punto di luce era rappresentato dalla gabbia dov’era rinchiuso il rosso.
-Lavi- chiamò. Quello la guardò con indifferenza.
-Perché l’hai fatto?- chiese, senza arrendersi di fronte alla sua occhiataccia. Il ragazzo distolse lo sguardo –non lo so- disse –ha importanza?-.
-Si-
-Perché?-
-Sono io a fare le domande. Perché hai cercato di uccidere Yu?- la voce di Bethan era dura e inflessibile. Lavi le rivolse un ghigno sbilenco –perché sono innamorato di te, Bethan. Volevo vedere se anche Yu-chan lo è abbastanza- la ragazza deglutì a vuoto.
Era innamorato di lei. Allen gliel’aveva già detto. Ma perché le sembrava così sbagliato, in quel momento?
Perché Lavi, l’allegro Lavi, il donnaiolo, l’insopportabile Lavi, adesso le sembrava così folle?
“Non farti confondere” si impose.
-E lo è abbastanza?- domandò freddamente. Lavi annuì distratto.
-Bene. Non ho nient’altro da dirti, allora- Bethan si incamminò verso l’uscita, infilò la porta e se la richiuse pesantemente alle spalle.
Tirò un sospiro profondo.
“Sono innamorato di te”.
Scivolò fino a terra, a sedere. In effetti era abbastanza ovvio come movente, come aveva fatto a non pensarci da sola?
“Non è colpa tua se Lavi è impazzito” si disse. Si alzò a fatica e decise di tornare ad allenarsi: una settimana di convalescenza era stata anche troppa, doveva scaricare i nervi.

---

-In missione? Cos’è, ti sei bevuto il cervello? Ma lo vedi com’è ridotta?- Kanda inveiva contro Komui, ma Bethan gli fece cenno di smetterla. Le ferite non le avevano dato pace, dopo l'allenamento, e non era quasi riuscita a chiudere occhio.
-Dov’è la missione?- chiese con voce stanca.
-Alla sede Asia, nei sotterranei- l'apatia di Bethan svanì di botto. Non era sicura di aver capito bene.
-Che cosa?- sibilò.
-Nei sotterranei della sede Asia sono state registrate attività anomale tipo barriere e cose simili. Dovete andare a controllare. Partirete domattina- disse Komui vagamente. La ragazza si limitò a fissarlo, il cuore in tumulto, controllando a stento la frustrazione. Poi annuì impercettibilmente e uscì dalla stanza senza degnare nessuno di un ulteriore sguardo.
La sede Asia.
La mandavano di nuovo là.
Nel luogo dei suoi incubi.
-Non devi venire per forza. Andrò io- Yu apparve al suo fianco, facendola sobbalzare –no. Andiamo insieme, è un posto tremendo- disse stancamente –vado a prepararmi-.
Lui la osservò salire le scale.
Un posto tremendo.
Non poteva che darle ragione.

-Linalee pianterà un casino quando lo saprà…-
-Piantala, Miranda. Devo andarci, la questione è chiusa-
-Non è solo una tua questione, Bethan- l’esorcista si bloccò –che intendi dire?- chiese.
-Fu alla sezione Asia che Kanda ritrovò Alma- disse Miranda. Bethan sbuffò, tirandosi una ciocca di capelli –maledizione, ma Komui ce l’ha con noi o cosa?- inveì dando un calcio al tavolo.
Miranda le si fece incontro e la abbracciò –promettimi che farete attenzione- le disse. Bethan ricambiò l’abbraccio –non preoccuparti. Finora sono sempre tornata demolita, ma viva. Me la caverò- fece con un sorriso spavaldo.
Ma non era spavalda per niente.
Sospirò guardando fuori dalla finestra: quanto avrebbe voluto che tutto quel casino si cancellasse completamente… Lavi, l’Ordine, le missioni… avrebbe voluto che rimanessero solo lei e Yu.
Avrebbe voluto avere una vita normale, assieme a lui.

Il mattino dopo partirono all’alba con una carrozza guidata da un paio di finder.
Bethan guardava indifferente fuori dal finestrino, ripensando al dialogo fra lei e Lavi.
-Ehi, mi stai ascoltando?- la voce di Yu la riportò alla realtà, ma non aveva sentito una parola di quello che il giapponese le aveva appena detto –scusa, Yu, non ho capito- disse.
-Che ti succede? Come mai sei così…- si fermò per cercare la parola -…giù?- disse poi, non trovando niente di meglio.
-Lavi mi ha detto che è innamorato di me- Bethan lanciò la bomba con voce atona. Yu rimase in silenzio.
Era piuttosto scontato, pensò.
-E allora?-
-Allora niente. E’ questo che ho- si avvolse meglio nella giacca e riprese a guardare il paesaggio che sfilava veloce davanti ai suoi occhi.
-Ehi- fece il ragazzo ad un tratto.
-Mh?-
-Se tu dovessi preferire Lavi, non ti fermerei. Lo sai- disse. Bethan si girò a guardarlo, poi sospirò. Ma che stava facendo? Così lo faceva solo star male. Si alzò barcollando e si gettò a sedere accanto a lui, dall’altro lato della carrozza.
-Non mi importa niente di lui- disse –e comunque dovresti fermarmi, o perlomeno dovresti provarci- obiettò. Kanda alzò un sopracciglio –e perché, scusa? Se tu capissi di amarlo, potrei farci ben poco, no?-
-Non è vero- sussurrò –potresti farci eccome- un nodo le chiuse la gola. Detestava quando Yu era così incomprensibile. Se l’avesse amata veramente, avrebbe come minimo tentato di fermarla, no? O perlomeno avrebbe avuto qualcosa da obiettare, se lei avesse preferito un altro.
-Lascia perdere- sospirò. Appoggiò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi. Si assopì poco dopo, cullata dal dondolio della carrozza.

Il luogo era esattamente come lo ricordava. Buio, puzzolente di muffa e di sangue, intriso di echi ormai dimenticati, ma che risuonavano nelle sue orecchie come se fossero lì in quel momento.
La sua prigione.
-Andiamo, forza- disse secca. Il discorso in carrozza l’aveva messa di cattivo umore, e quel posto non stava certo facilitando la situazione.
Yu la fissò precederlo, sorpreso di come riuscisse ad orientarsi.
“E’ stata rinchiusa qui per dieci anni…” pensò. Alle sue orecchie giunse una voce.
“Yu” disse solamente.
“Non è possibile” pensò sgomento, fermandosi.
-Bhè? Hai visto qualcosa?- Bethan lo stava fissando con aria scocciata. Scosse la testa –no, piuttosto ho sentito… lascia perdere. Questo posto rende nervoso anche me- tagliò corto, rimettendosi a camminare.
Senza nessun preavviso, il lungo corridoio si gettò in una stanza circolare, con un altissimo soffitto di pietra nera. Gli unici punti di luce erano poche fiaccole sparse qua e là, che illuminavano uno scenario decisamente raccapricciante.
Akuma, tantissimi akuma ridotti in pietra. Per contarli ci sarebbero volute ore.
I loro piedi pestarono la polvere che ricopriva il pavimento.
-Bentortana a casa- sbuffò Bethan sarcastica –si è accumulata un po’ di sporcizia. Sarà meglio fare le pulizie- le ali bianche comparvero sulla sua schiena, brillando nell’oscurità, e con un solo battito mandarono in frantumi tutte le statue. La ragazza si guardò intorno soddisfatta.
“Bentornata a casa” la voce le rimbombò in testa come se fosse reale. Si girò di scatto verso Yu, che si guardava intorno.
-Hai detto qualcosa?- gli chiese, col cuore che batteva a mille. Lui fece cenno di no con la testa.
“Questo non va bene, proprio per niente” decise di stare all’erta. Evocò la spada e fece cenno al ragazzo di seguirla.
-E’ qui che ti avevano rinchiusa?- le chiese.
-Si. Come hai potuto ben vedere, la dark matter era indisciplinata- disse con un tono fintamente leggero. Non voleva assolutamente che Yu si accorgesse di quanto la facesse star male l’idea di tornare laggiù.

Bethan si fermò così improvvisamente che il giapponese le finì direttamente addosso.
-Che ti prende?- sbottò nervoso, ma subito si bloccò.
E poi lo vide.
Alma, con le fattezze della donna che era stata la sua anima.
Accanto a lei c’era Alpha, che fissava Bethan immobile.
-Andatevene- disse lei, gelida, ma Kanda fece un passo verso di loro.
-Alma?- la donna sorrise radiosa, illuminando la penombra, e gli corse incontro.
Si abbracciarono.
Bethan rimase immobile a fissarli. Non pensava. Doveva solo tenere la mente vuota.
-Dovresti farlo anche tu- la voce di Alpha la chiamò dolcemente, come un amico perso da tempo e poi ritrovato.
-No- sussurrò lei –io non ti amo, Alpha. Non più- lo fissò negli occhi, gli stessi che un tempo avrebbe voluto vedere per sempre. Cercò di concentrarsi su di essi per non far caso alla scena che si stava svolgendo lì accanto. Alpha dirottò lo sguardo su Kanda e Alma, che continuavano a rimanere abbracciati.
-Se continui così, non ti farai altro che male- le disse con voce suadente. Una mano della donna si era alzata per accarezzare il viso di Yu, che la guardava immobile.
-Lui non può capirti. Se tu decidessi di tornare con me, non ti fermerebbe-
-Oh, sta’ zitto!- imprecò.
-Cerca solo un rimpiazzo, un modo per dimenticarla- quelle parole la colpirono dritta al petto, come se fosse stato lui a trafiggerla.
Fece una corsa e menò un fendente con la sua spada, trapassandolo per la terza volta –quando ti deciderai a morire e a lasciarmi in pace? Tu non sei Alpha!- gridò. La figura si pietrificò, polverizzandosi subito dopo.
Bethan raccolse una pietra bianca e luminescente a terra. L’innocence. Era come aveva pensato, quelle figure erano solo illusioni, ma Kanda sembrava non interessarsene affatto.
Ora stava sorridendo a quell’illusione.
Le stava accarezzando il viso, i capelli.
La stava guardando negli occhi.
Stava avvicinando il volto a quello di lei.
Ogni gesto del giapponese le bruciava dentro come se avesse ingoiato fiamme.
-Forse avrei dovuto davvero scegliere Lavi…- mormorò, sollevando la spada. Si avvicinò lentamente a lei, cogliendola alle spalle.

Dire che il dolore improvviso la colse di sorpresa sarebbe stato minimizzare. In un primo momento, non lo sentì neppure: era troppo impegnata a cercare di capire come fosse potuto succedere.
Kanda aveva estratto mugen, e gliel’aveva piantata nel fianco.
Era troppo assurdo. Tutto in lei si rifiutava di accettarlo.
Vide Alma voltarsi verso di lei e sorridere, un sorriso gelido e terribile, mentre con ambo le braccia circondava il giovane e iniziava a svanire.
-Yu…- sussurrò. Non riuscì neppure a gridare. Le risposero due occhi non più blu, ma di una sfumatura metallica.
-Ti prego, non portarlo via…- ma in un soffio di vento, entrambi scomparvero nel nulla.
Rimase sola, nel buio dei suoi incubi.

---

La trovarono due giorni dopo, in fin di vita. Non parlava, a malapena respirava. Un’enorme chiazza rossa si allargava sotto al suo corpo, e lei giaceva lì con gli occhi sbarrati.
-Come sta?- chiese Miranda a Komui. Erano passate tre settimane, e il supervisore non si era schiodato un attimo dal letto di Bethan, assieme ai medici.
-Il suo corpo è salvo. Ma dentro c’è qualcosa che non va- tergiversò. Non voleva dire cosa fosse stato a ferirla.
-Come si è fatta quella ferita?- Miranda lo costrinse a guardarlo negli occhi, e Komui vi lesse un’enorme preoccupazione.
-Mugen- disse solo. La ragazza chiuse gli occhi. Le tremavano le mani.
-Posso vederla, Komui?- l’uomo scosse la testa –meglio di no. Non si è ancora completamente ripresa, fortunatamente Kanda non ha evocato l’innocence quando l’ha ferita. Dobbiamo riuscire prima a capire cos’è successo-
-Posso provare a chiederglielo, Komui. Io conosco Bethan- lo sguardo di Miranda era così determinato che alla fine il supervisore acconsentì e la lasciò entrare.
-Fa’ presto. Non può stare sola a lungo- l’ammonì.

Bethan era stesa supina sul letto, gli occhi spalancati.
Era lì, ma era come se non ci fosse. Miranda le prese una mano –Bethan- sussurrò.
Le iridi verdi si spostarono verso di lei.
-Fa male- il sussurro era così sottile che Miranda fece fatica a percepirlo. Ma era già qualcosa: non aveva mai parlato, fino a quel momento.
-La ferita?- chiese, sapendo benissimo che non era così. Gli occhi di Bethan tornarono al soffitto –si- mormorò, assorta –la ferita. Ma quale? Qual è che mi fa male? Forse è così che si sente l’ombra, dopo esser stata invasa dalla luce- lo stomaco di Miranda si strinse. Quei discorsi erano totalmente senza senso, e se solo pensava di potervene trovare uno, allora era di sicuro il peggiore possibile.
-Bethan- chiamò di nuovo, la voce che le tremava.
-Mh?-
-Che cos’è successo?- le labbra sottili della ragazza si curvarono in un sorriso spento.
-C’erano Alpha e Alma- sussurrò –e lui ha scelto- gli occhi si spalancarono e si riempirono di lacrime. Bethan scattò a sedere come un automa.
-Erano illusioni, Bethan. Kanda doveva saperlo. Perché ti ha ferita?- lo sguardo smarrito incontrò il suo.
-Perché lei lo voleva- rispose Bethan, ma poi sembrò ripensarci. Mise su un lieve broncio –erano illusioni… illusioni…- sembrò assaporare come quella parola suonava sulla punta della sua lingua.
Poi si svegliò.
Miranda potè vedere il cambiamento, potè quasi toccarlo: gli occhi persero quell’espressione folle, tornarono al loro solito dolore, e finalmente il volto di Bethan smise di somigliare a quello di una bambola di porcellana.
-Maledizione!- imprecò, voltandosi verso Miranda –per quanto tempo sono stata in queste condizioni? Perché non mi avete svegliata subito?- gridò, ma non perse tempo ad ascoltare la risposta e zoppicò fuori dal letto.
-Quelle erano illusioni del Conte! Eravamo nella sua cantina, dannazione! Yu è in pericolo!- sentì delle braccia trattenerla, ma se le scrollò di dosso con facilità estrema, incurante del dolore alla ferita. Poi si trovò faccia a faccia con Miranda, che la guardava seriamente.
-Lo so, Bethan. E siamo tutti pronti- disse –ma nessuno deve saperlo. Aspettavamo solo te, partiamo stanotte- le sorrise, poi fece un cenno alle infermiere –è tutto risolto, sta benissimo- quelle iniziarono a protestare, ma Bethan si voltò verso di loro.
“Dark matter. Illusione” le donne si affaccendarono subito in altro.
Miranda la guardò interrogativa e lei sbuffò –non c’è mai stato tempo per la giustizia. Muoviamoci- disse –qual è il piano?-

Note dell'Autrice:

Innanzitutto SCUSATE per il ritardo, ma ho avuto un bel po' di casini con la linea internet, e con la chiavetta era impraticabile aggiornare la fanfiction...
Detto questo, ci stiamo avvicinando verso la conclusione, e questo capitolo credo sia uno dei più angoscianti che abbia mai scritto >.< però non potevo sorvolare allegramente il trauma che Alma ha rappresentato per Yu, soprattutto dal momento che la mia storia è ambientata DOPO che si viene a sapere tutta la storia... insomma, spero che vi piaccia questo capitolo, sono tornata adesso da Milano e non vedo l'ora di andarmi a fare una doccia!

Rispondiamo ai commenti che sono così vecchi da avere le ragnatele...

Cara Hellie, per la cerimonia dovrai aspettare ancora un po'... però nel prossimo capitolo ci sarà un'altra buona notizia per quanto riguarda la coppietta *___* io li adoro, sono troppo pucciosi <3 <3 <3 ah, rilassati, Bethan non muore, sennò è finita la storia XD
 
Sherly ecco il capitolo, finalmente, tu sai del perchè ci ho messo tanto, come se non bastassero l'università e l'occupazione, ci s'è messo pure internet! >.<

Alla prossima, scusate la brevità ma sono stanchissima!

Bethan <3
   
 
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