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Autore: sagitta72    07/12/2010    13 recensioni
“ Al momento della stretta di mano i due mi guardano con un sorriso divertito, quasi canzonatorio”….e’ cosi’ che inizia questa semplice fiction dove un’adolescente dovra’ patire perdite, delusioni e amarezze prima di poter finalmente trovare la felicita’ che tanto ha sognato dal primo giorno in cui ….. a voi se perdere un po’ di tempo dietro alla mia prima avventura da singola scrittrice.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo n.8

La Delusione e La Rinascita.
 


 
Di certo il tempo non mi ha aiutato come avrei voluto. Tutt'altro. Ora sono nella mia vecchia cameretta e mi sto preparando per la mia festa di compleanno, ma come  avevo previsto,  non ho assolutamente voglia di incontrare tutte quelle persone. Al contrario di quanto mi ha assicurato Camus, il tempo non sta chiudendo la mia ferita, che sanguina ancora e più di prima. Certo, non posso pensare che in soli due mesi mi scordi quello che e’ successo, ma anziché  andare pian piano scemando, va sempre di più crescendo ed io al solo pensiero di dover sorridere a tutti, quando invece il mio cuore continua a piangere, vorrei solo sparire  e rifugiarmi dall’altra parte del mondo e ricominciare un’altra vita lontano da tutti quelli che mi ricordano chi sono. Le mie sorelle hanno deciso di festeggiare nella nostra vecchia casa, che si trova nella zona dove siamo cresciute e nella quale ci sono la maggior parte dei nostri amici. Questa casa per me e' il focolare domestico che mi ha riscaldato tutte le volte che ne ho avuto bisogno, come può aiutarmi in un momento come questo? Dalla finestra vedo che stanno cominciando ad arrivare alcuni invitati, forse e’ meglio che scenda, non mi va di essere assalita da tutti contemporaneamente, almeno così ho il tempo di riprendermi tra un arrivo e l’altro. I primi ad arrivare sono proprio coloro i quali ormai fanno parte della mia nuova famiglia, entra Milo che mi abbraccia subito e mi schiocca un bacio in guancia e sorridendomi mi dice:
  • Auguri piccola!
  • Milo … ha diciotto anni non e’ più’ piccola –interviene Aioria, il quale anche lui mi abbraccia forte e mi bacia – ormai e’ maggiorenne. – e mi fa l’occhiolino, lui e’ il mio sostenitore personale.
  • Sara’ sempre la piccola di casa – risponde stizzito Milo
  • Anche quando avrò quarant’anni?
  • Certo .. cosa vuoi che cambi … non e’ un giorno in più che ti fa matura o che  ti cambia … ah – mi fa un buffetto sulla guancia – se non reggi l’alcool a 17 anni, non lo reggi nemmeno a 18 … quindi sappiti regolare.
  • Oggi e’ la mia festa e bevo quanto voglio – cerco di scherzare, anche se le sue parole mi hanno leggermente innervosito, non dice mai quello che non pensa.
  • Non credo proprio …  –  Camus per farmi gli auguri  mi abbraccia più forte degli altri e mi bacia nei capelli, non so perché ma mi sembra un contatto più intimo rispetto agli altri, spero di non illudermi.
  • Posso stringerla anche io o chiedo troppo? – Aphrodite si fa largo tra di loro – auguri Kate … buon compleanno – e mi bacia freddamente sulle guance
  • Grazie Aphro -  ci guardiamo con aria di sfida – che piacere averti qui, sai pensavo avessi meglio da fare.- gli sorrido sarcasticamente.
  • Davvero divertente – nel frattempo gli altri sono andati in salone, mentre lui se potesse mi strozzerebbe.
 
Dopo  di loro arrivano anche le mie due compagne di scuola Margaret e Nathalie, quest’ultima accompagnata da suo cugino Shura al quale, sorridendo, chiedo a chi stasera deve fare da balia. Lui risponde divertito che sono sempre io quella da tenere d’occhio, sapendo che non reggo l’alcool. Ma tu guarda, mi hanno fatto una bella pubblicità. Pian piano arrivano tutti gli altri e tra la musica, il ballo, le foto, i regali da scartare, la serata  passa piuttosto velocemente. Noto che le mie sorelle sono entusiaste del risultato della festa, non per come sia riuscita nel senso pratico, ma perché hanno notato che sul mio viso molto spesso compariva il sorriso e questo per loro era il traguardo da raggiungere. Poverine, anche loro hanno subito la mia stessa perdita ed io non ho mai tentato di parlarne insieme per superare la crisi;  non ci sono mai riuscita, forse perché so che hanno l’appoggio di mia madre, che io non voglio, non che non mi darebbe. Ho notato più volte in lei la voglia di cercare di consolarmi, senza successo. Ora però mi e’ venuta voglia  di prendere una boccata d’aria e mi avvio da sola in un piccolo angolo del giardino dove di solito mi andavo ad appartare quando combinavo qualche guaio e mi nascondevo da mia madre. Sono appoggiata alla ringhiera quando sento avvicinarsi dei passi, mi volto e Camus e’ lì, al buio, sotto l’illuminazione della luna che lo rende ancora più bello di quanto lo sia già. Mi avvicino mentre lui mi sorride :
 
  • Come mai qui da sola?
  • Avevo voglia di un po’ d’aria
  • Tutto bene?
  • Si … grazie … - mi mordo il labbro inferiore – tu .. ti stai divertendo?
  • Sei tu che devi divertirti .. questa e’ la tua festa.
  • Diciamo che e’ riuscita nel suo scopo .. senti .. – poi mi blocco di colpo perché le parole mi muoiono sulle labbra, vorrei dirgli quanto e’ bello in questo momento, ma ho paura.
  • Si? .. – mi incoraggia lui  vedendo che non parlo più, poi  avvicina il suo viso al mio – che volevi dirmi? – si abbassa per guardarmi.
Io non so che mi prende, so solo che ho una voglia matta di baciarlo, di stringerlo forte, le sue braccia mi hanno sempre fatto stare bene e anche ora voglio il loro calore. Senza dire più nulla con slancio circondo il suo collo con le mie braccia e poso le mie labbra sulle sue. Dapprima comincio a baciarlo timidamente, poi vedendo che lui non reagisce,  penso bene di continuare, insinuando la mia lingua alla ricerca della sua. Mi stringo a lui e lo bacio con trasporto, assaporo più volte le sue labbra,  ma purtroppo la sua reazione  non e’ come io l’avevo interpretata, tutt’altro, mi allontana  delicatamente da se, appoggiando le mani sulle mie e togliendo le braccia dal suo collo:
  • Kate … non credo sia il caso – mi guarda gravemente ed io capisco dell’imperdonabile errore che ho commesso.
  • Scusami … non so cosa mi sia preso … – inghiotto a fatica la saliva e credo di arrossire violentemente
  • Forse sono io che ho sbagliato …
  • Tu?  E perché?
  • Non vorrei averti incoraggiato in qualche modo … io ti sono stato più vicino solo per aiutarti a superare questo brutto momento … so come ci si sente … ma e’ evidente che ho sbagliato tutto - il suo sguardo torna freddo come un tempo
  • Non dire altro … - lo blocco con la mano -  senza alcun dubbio sono io che ho frainteso … e’ che  ho agito d’istinto … ecco io … - mi volto perché  non riesco a sostenere il suo sguardo – io sentivo il bisogno di qualcosa di più … ma solo perché mi manca l’affetto di qualcuno … non preoccuparti, non succederà  più ... te lo prometto … da parte mia non succederà mai più, puoi starne certo. – e mi avvio velocemente all’interno.
  • Aspetta …
 Cerca di trattenermi, ma io mi libero dalla presa e di corsa entro in casa; sento lui che mi richiama, ma io non gli do’ ascolto e mi rifugio nella mia stanza. Mi butto sul letto e scoppio a piangere. Sono una stupida, una cretina, mi sono illusa che poteva esserci qualcosa, ma e’ evidente che lui sta cercando solo di aiutarmi ed io ora ho rischiato di allontanarlo di nuovo da me. Ma possibile che non ne combino mai una giusta? Dopo aver fatto passare un po’ di tempo, il necessario per sfogarmi e riprendermi al meglio per continuare a fingere durante la festa, scendo le scale e lui e’ all’ingresso del salone: da come si atteggia guardando da ogni parte presuppongo che mi stia cercando. Gli arrivo alle spalle; sentendo la mia presenza si volta e mi guarda seriamente:
  • Ti stavo cercando.
  • E perché mai?
  •  Kate … - sospira pesantemente – credimi, mi dispiace per quanto e’ accaduto … però … io non posso darti quello che tu vorresti … non e’ possibile, per tanti motivi e mi dispiace  ferirti …  se avrai  bisogno di me potrò sempre esserci, ma … - lo interrompo un po’ bruscamente perché ogni sua parola continua a ferirmi.
  • L’ho capito, lo hai reso ben noto prima e  me ne rendo conto da sola, non sono stupida …  e poi te l’ho già  detto e’ stata la circostanza  … potevi essere tu come qualunque altro – mento spudoratamente, poi per cercare di essere il più credibile lo guardo dritto negli occhi con tanta sicurezza -  in quel momento sentivo il bisogno di un affetto diverso … ma non ci sto male se e’ questo che ti preoccupa  … ora e’ meglio che torni dagli altri, mi staranno di sicuro cercando.
E senza attendere risposta ritorno in salone dove vengo praticamente assalita da tutti i miei ex ed attuali compagni di scuola con i quali cerco di trascorrere la serata in tutta serenità, senza più pensare alla delusione subita pocanzi, basta, questa  e’ la mia serata e ora esisto solo io.
 
Fortunatamente quell’episodio non ha rovinato del tutto  quel piccolo rapporto che si era instaurato tra di noi; non c’e’  più quella freddezza di prima ma non esistono neanche  i momenti in cui riuscivamo a parlare tranquillamente. Lui cerca di esserci ogni qualvolta io lo desidero, nei momenti in cui ho voglia di sfogarmi non lo cerco più, ma in quelli dove lo studio me  lo richiede, si; ed io sono contenta di averlo anche solo così; forse la cotta che avevo per lui e’ passata nello stesso istante in cui mi ha rifiutata, o almeno credo, perché potrebbe anche essere che ora ho più premura di riacquistare la sua stima piuttosto che conquistarlo. Quando, gentilmente, mi aiuta con lo studio, mi soffermo ad osservarlo mentre lui non se ne accorge, e devo ammettere che non e’ solo la sua bellezza che mi colpisce, ma tutto ciò che lo circonda: il suo sorriso, il suo sguardo, il suo carattere tranquillo, la sua gentilezza, soprattutto la sua intelligenza e perché no, anche la sua freddezza. Ha tutto ciò che io vorrei avesse l’uomo della mia vita, peccato però che il destino non  incrocerà le nostre strade, sono troppo infantile e non abbastanza interessante per lui, ma non importa, mi basta averlo così al momento, meglio di quando mi parlava con  insofferenza. Proprio mentre mi sta aiutando a trovare un libro che mi serve per una ricerca, arrivano Milo e Aioria:
  • Ciao cugino.. che fate di bello, disturbiamo ?
  • Io studio … lui guarda – rispondo
  • Io ho già dato – mi riprende Camus
  • No stai ancora studiando, solo che a te bastano dieci minuti a me mezz’ora
  • Eh Kate, nessuno lo batte.. nemmeno io – ride Milo
  • Ma su questo non avevo dubbi –  il suo sorriso alla mia battuta scompare
  • Senti ragazzina!!!
  • Milo .. occhio a come parli lo sai che ora  e’ una donna – risponde Aioria cercando di riscaldare l’ambiente
  • Donna? – guarda prima me e poi lui – hai presente vero com’e’ una  donna   .-..
  • Milo!!!- scatta Camus
  • Che c’e’? Non ho detto mica nulla di compromettente.
  • Appunto … dobbiamo studiare cosa volevi? -  Camus riprende solo con lo sguardo Milo
  • Domani sera mio fratello dà una festa a casa nostra – inizia Aioria – i miei non ci sono e ne approfitta per invitare tutti i vecchi amici del liceo. Naturalmente puoi venire anche tu Kate.
  • Se ti fa piacere si, molto volentieri. – lo ringrazio io
  • Per me e’ un onore presentarti tutti i miei amici, almeno allarghi anche tu il cerchio delle conoscenze.
  • Se poi sono tutti carini come te e’ anche un vantaggio – con lui mi piace civettare, so che sta agli scherzi e non e’ malizioso.
  • Guarda che ti teniamo d’occhio eh? – ride, poi rivolto agli altri due – vero ragazzi?
  • Forse io e te, ma non credo che mio cugino riuscirà a  guardarsi intorno –  sorride malizioso Milo
  • Che vuoi dire?  - il tono di Camus e’ piatto
  • Sai Camus … ci sarà anche la tua Kristeen .. non so quanto riuscirai a distrarti.
  • Non e' mia .. e' finita con lei .. non torno sui miei passi – pronuncia quest’ultima frase sibilandola tra i denti
  • Ne sei sicuro? .mh..non si direbbe
  •  Basta Milo .. non ne voglio parlare
  • Ho trovato il libro – voglio cambiare discorso, se continuano credo che il fuoco che sta ribollendo nelle vene  esploderà’ peggio di un magna in eruzione  – scusatemi vado a finire la ricerca.
  • Ti aspetto domani – mi saluta Aioria mentre gli passo vicino
  • Certo …
E come una furia mi dirigo in camera, altro che amicizia, altro che mi e’ passata, ora chi e’ quella? Che vuole dal mio Camus? Certo che ci vado alla festa, voglio proprio vedere che tipo di donna gli piace, anzi il tipo di donna di cui si e' innamorato, perché dal tono di voce e dalla malinconia che ho letto nel suo sguardo devo presupporre che sia stata piuttosto importante per lui, a meno che non lo sia ancora. Naturalmente i miei studi non vanno a buon fine e tutto il pomeriggio sono distratta continuamente dal pensiero di lui con quell’altra. Ecco lo sapevo, domani mattina mi tocca svegliarmi all’alba per studiare.
 
Tutto il giorno non ho fatto altro che pensare a Camus e alla sua ex fidanzata ed ora che devo andare  alla festa, vorrei tanto trovare una scusa per evitarla, ma così facendo potrei offendere Aioria che con me e’ sempre stato molto buono e disponibile e non lo merita, in più mi sembrava ci tenesse molto alla mia presenza. Tiro un forte sospiro e li raggiungo nell’atrio, li seguo fino alla macchina e salgo in auto. Sono piuttosto· silenziosa e Milo me lo fa notare, per tutta risposta faccio  loro notare che essendo la prima festa  con i loro amici a cui partecipo, mi sento un po’ in imbarazzo, ma loro mi assicurano che sono persone affabili e socievoli e di non preoccuparmi che non hanno nulla a che vedere con quelli di Aphrodite. Bene, la cosa mi rincuora un po’, peccato però che il problema principale si chiami “Kristeen”.
Dopo aver parcheggiato la macchina entriamo in casa e subito ci viene incontro Aioria, tutto sorridente:
  • Finalmente siete arrivati!
  • Ti mancavo? – ammicca Milo
  • Da morire – e scoppiano a ridere
  • Meno male che a questa festa dovevano esserci persone più serie – li prendo in giro io
  • Occhio a quello che dici, signorina – secondo me Milo si e’ già pentito di avermi portata ne sono sicura, mentre Aioria mi prende sottobraccio e mi accompagna dalle persone che ci stanno aspettando
  • Beh e’ già tanto che non ti ha chiamato piccola. – sorrido alla battuta del ragazzo
  • Certo Aioria, non può mica insinuare che stasera e’ uscito con una ragazzina … sai lui ha una certa reputazione da difendere!!!! – e tutti e due ridiamo.
Mi accorgo che Camus e’ rimasto indietro ed e’ piuttosto serio, ha lo sguardo fisso verso il fondo della sala, seguo il punto che sta osservando e mi accorgo che l’oggetto del suo turbamento non e’ altro che una splendida ragazza dai capelli biondi, lunghi, in abito di chiffon piuttosto trasparente e con un decolte’ invidiabile. Anche lei lo sta osservando molto seria e appena ci avviciniamo, subito gli va incontro e lo abbraccia, baciandolo sulle guance. Molto probabilmente per non oscurare la serata a nessuno, lui ricambia con un sorriso piuttosto  freddo, ma poi quando  l’abbraccia, la stringe a se, come avesse paura di non averne più la possibilità. Tutto ciò’ mi provoca un certo fastidio e appositamente non volgo più lo sguardo dalla loro parte, cercando di farmi attirare dai discorsi dell’organizzatore della festa, Aiolos, da Mu e da Al compagni universitari di Aioria . Nel frattempo continuano ad arrivare anche altri ragazzi e la festa comincia a prendere il via, con musica, karaoke, giochi e divertimenti vari. E’ più forte di me, ogni tanto devo lanciare qualche sguardo a Camus: lo trovo sempre in compagnia di lei; non e’ che facciano chissà che, ma o stanno seduti e parlano, o ballano, o bevono qualcosa al bar, insomma, ovunque vadano, stanno sempre appiccicati: aveva ragione Milo! Ad un certo punto sento il bisogno fisico di ritirarmi un secondo, dopodiché  mentre sto per tornare dagli altri, mi ritrovo con Aiolos che porta due torte e alla porta che suonano, lui mi guarda con un sorriso dolce e carezzevole e mi chiede:
  • Mi aiuti Kate?
  • Certo  - sporgo le mani per prenderne una
  • No no .. apri la porta, queste le porto io. – faccio come dice e mi ritrovo davanti un paio di occhi verde smeraldo che mi guardano incuriositi ma allo stesso tempo ammirati – ehilà  amico era ora che arrivassi … ti lasci desiderare. – Aiolos accoglie felice l’ultimo arrivato.
  • Lo sai che mi piace essere l’ultimo, così le attenzioni quando arrivo sono tutte su di me – risponde senza togliermi gli occhi di dosso, poi rivolto  a me con tono sensuale – ciao
  • Non fare il cascamorto con lei, come il tuo solito … piuttosto portane una – e Aiolos gli sbatte quasi sul petto una delle torte che stava portando
  • Chi e’? – chiede mentre, avviandosi verso gli altri, si volta a sorridermi ancora
  •  Si chiama Kate - sento dire da Aiolos –e’ la sorella … beh’ si più o meno … di Camus.
  • Ah ho capito – ed il suo sguardo, se dapprima era puntato sui miei occhi, ora scorre lungo il mio corpo per poi riposarsi nuovamente su di essi
E’ la prima volta che mi sento osservata in questo modo e tutto ciò’ mi provoca un brivido lungo il corpo. Li seguo dagli altri e non appena arrivo ahimè assisto a ciò’ che il mio cuore probabilmente non reggerà: Kristeen si sporge verso Camus e lo bacia! Penso che in questo istante il mondo mi stia cadendo addosso.  Prontamente distolgo lo sguardo e cerco di farmi distrarre dalle chiacchiere degli altri, provo a sorridere e a dialogare, ma più di tanto non riesco e fatico molto a  trattenermi in loro compagnia, così senza dire nulla, mi dileguo fuori nel giardino. Dopo quanto ho visto mi rendo conto che ormai la persona di cui sono innamorata non mi appartiene e non mi apparterrà mai. Dovevo capirlo già da tempo, ma mi sono sempre illusa che prima o poi si sarebbe accorto di me, non solo come persona da consolare, ma proprio come donna da poter amare. Perché mio padre è dovuto andarsene  così’ presto? perché? Io ho ancora bisogno di lui, di qualcuno che mi sappia indirizzare, che sappia indicarmi quale decisione prendere, anche se ha sempre sostenuto che io me la so cavare da sola, senza bisogno di nessuno. Ha sempre detto che sono decisa, testarda e che sarei riuscita a ottenere quello che volevo per la mia forza di volontà, ma quello che voglio ora non posso ottenerlo … nemmeno da lui, che mi abbracciava ogni qualvolta il mio umore era a terra come in questo momento. E’ così ingiusto, l’amore mi e’ stato portato via per ben due volte, prima mio padre ed ora Camus …. Basta, visto che mi viene  negato  voglio almeno avere la possibilità di maturare in altri campi, con o senza di esso, la vita va avanti ed io sono troppo giovane per rinunciare a vivere già da adesso. Assorta nei miei pensieri non mi sono accorta  di aver circumnavigato tutta la villa perché mi ritrovo in un terrazzo molto bello che non avevo ancora visto,  con un rinfresco per coloro che si danno alla pazza gioia in piscina. Però a saperlo!!!  Sono così attenta ad osservarmi intorno da non accorgermi della presenza al mio fianco:
  • Ciao – mi volto e nuovamente quei meravigliosi occhi smeraldo mi guardano
  • Ciao – sorrido appena
  • Voglia di stare da sola?
  • Voglia di un po’ di aria ..  tutto qui.
  • Posso? – chiede appoggiando alla ringhiera del terrazzo i gomiti.
  • Certo.
  • Non ti ho mai vista prima, e’ molto che esci con loro?
  • No, e’ la prima volta.
  • Sembra però che tu non ti stia divertendo, o sbaglio?
  • Ogni tanto non ti capita di volerti isolare?
  • Se sto bene con gli altri no … -  il suo sguardo si fa insistente – ma evidentemente per te non e’ così.
  • Cosa fai, lo psicologo per caso? – rispondo freddamente.
  • Ancora no, ma ci sono vicino … sto preparando la tesi – mi sorride
  • Ecco – mi volto dall’altra parte – la solita figura.
  • Perché ? – ride divertito
  • Niente, storia lunga – mi viene da ridere mentre osservo il suo sorriso
  • Ti va di bere qualcosa? – si tira su e col capo fa cenno verso un tavolo dove danno da bere
  • Si, grazie. - Dopo avermi chiesto cosa desidero, mi versa da bene, poi porgendomi il bicchiere mi fissa intensamente
  • Prego – mi passa il bicchiere trattenendolo un secondo quando le nostre mani si sfiorano.
  • Grazie – ritraggo in fretta la mano imbarazzata.
  • Vieni, facciamo un giro mentre mi parli di te.-e ci incamminiamo in giardino
  • E perché non parliamo di te, invece?
  • Ma io non e’ che ho molto da dire a parte il fatto che studio psichiatria infantile.
  • Ah ecco … peccato  però che  io non sia più una bambina da analizzare, come cercavi di fare  prima.
  • Beh la psicologia e’ uguale per tutti, che poi io la elaboro di più sui piccoli e’ un’altra cosa … perché ti dispiace che abbia cercato di approfondire i tuo pensieri?
  • No … anche perché non ci seri riuscito … devi studiare di più – e rido divertita mentre assaggio il cocktail.
  • Questo lo pensi tu – ricambia il sorriso – invece ho capito molte più cose di quanto tu non creda.
  • Avanti sentiamo … dottore.
  • Ti diverti a prendermi in giro, eh? .. bene .. vediamo un po’ .. i tuoi stupendi occhi verdi  -  sorride mentre io li tolgo dai suoi imbarazzata – non hanno uno sguardo sereno e sbarazzino come dovrebbe averlo una ragazza della tua età,  hai qualcosa che ti turba, che ti fa soffrire … cerchi di fingere che non sia così , ma  non sei brava. -  beve il suo cocktail mentre aspetta una mia reazione
  • Che intuito … bravo trenta e lode. – gli sorrido divertita, anche se dentro sono realmente così come lui mi definisce e vorrei tanto che qualcosa mi cambiasse.
  • Modestamente non deludo mai – ammicca malizioso -  ma ora  parlami di  te.
  • Non ho nulla di speciale da raccontare … hai già detto tutto tu … a parte casa e scuola non e’ che esca spesso  … oggi e’ un’eccezione che mi e’ stata  concessa ..
  • Ma non mi dire – mi ferma  lui seriamente, facendomi voltare dalla sua parte – non esci mai? Non hai amici? Qualcuno con cui stai insieme … che ti …
  • No – lo interrompo quasi bruscamente.
  • Volutamente? – i suoi occhi sembrano sinceramente sorpresi.
  • Non proprio direi,  evidentemente non piaccio abbastanza, sarò troppo seriosa come hai detto tu prima e questo allontana tutti … o forse sono io che inconsciamente voglio questo … - poi gli sorrido cercando di rimediare al tono con cui l’ho interrotto prima -  ma visto che ci sei tu, potresti analizzare questo punto e trovare la soluzione al mio problema. -  lo ammetto, mi diverto a prenderlo in giro.
  • No, non credo sia questo il motivo – mi studia un po’ – sei tu che non li vuoi, ma che tu non piaccia lo escludo a priori … se piaci a me – mi sorride, mentre io sento un calore alle guance – piaci a molti altri … o tu non hai interesse in nessuno all’infuori della persona che ha catturato la tua attenzione e che magari non corrisponde e la delusione ti ha completamente bloccato  – mi alza il viso con tra indice e pollice e annuendo sapendo di averci indovinato  – oppure … non hai mai incontrato qualcuno che sia stato capace di accendere l’interesse in te … ma ho paura che sia di più la prima opzione ..
Lascia il mio viso, infilando la mano nella tasca dei pantaloni. Questo gesto mi fa capire che lui non sarà più come prima, molto probabilmente il mio silenzio prolungato gli sta facendo capire di avere avuto ragione e questo lo allontanerà da me, ne sono quasi sicura, non mi sembra il tipo che corra dietro alle ragazze in preda a delusioni amorose … no! Non voglio perdere questa occasione, non posso, non devo, merito  di conoscere tutto dalla vita e non sarà di certo quel bacio a privarmi di quest’occasione, è giusto che allarghi le conoscenze, poi magari non si concluderà nulla,  ma almeno voglio provarci. Istintivamente mi porto vicino a lui e sorridendo timidamente:
  • Diciamo che qualcosa l’hai azzeccata, ma … anche fosse che tu abbia completamente ragione, sono proprio un caso disperato? – abbasso il tono di voce, alzando le sopracciglia e fingendomi gravemente preoccupata.
  • Direi di no, c’e’ di peggio … - sorride di nuovo come prima e questo mi incoraggia – se ci impegniamo secondo me si riesce ad uscirne fuori, sai ..  di cure a riguardo ce ne sarebbero molte –e punta nuovamente i suoi occhi nei miei con un’ intensità da farmi aumentare i battiti del cuore - ma una in particolare e’ quella che non fallisce mai – si e’ avvicinato al punto che i nostri visi quasi si sfiorino .
  • Sarò una brava paziente … perché non provare, no!? – l’ho veramente detto? E’ quello che voglio? Il suo sguardo e’ magnetico e mi piace il suo modo di fare.  Speriamo di non farmi i soliti film  e non subire un’altra umiliazione.
  • Di sicuro male non fa – ora anche i nostri  corpi si  sfiorano.
  • Voglio fidarmi  – ammetto che un po’ di agitazione si sta impadronendo di me, voglio qualcosa che mi distolga dal dolore che mi dilania dentro e lui e’ così affascinante.
  • Ottima scelta – mi sussurra quasi sulle labbra
  • Ancora una cosa …
  • Dimmi – il suo tono e’ suadente e le sue labbra sfiorano le mie.
  • Posso sapere il tuo nome? Sai ti hanno detto il mio, ma a me non  il tuo ..  
  • Devo dire ad Aiolos che non e’ un ottimo padrone di casa … il mio nome e’ Saga.
 E accade quello che infatti pensavo e, devo ammetterlo, desideravo, sì perché in fondo questo ragazzo mi piace, e’ affascinante ed il suo sguardo e’ magnetico, difficile da resistere. Le sue labbra si posano sulle mie e sorpresa dall’impeto con cui mi bacia, istintivamente le socchiudo permettendo alla sua lingua di entrare ad esplorare la mia. Dopo un primo momento di imbarazzo,  contraccambio aderendo ancora di più  al suo corpo e accentuando maggiormente i movimenti all’interno della sua bocca. Si stacca un istante, mi penetra con lo sguardo e senza indugiare molto, mi circonda la vita con un braccio attirandomi di più a se, mentre con l’altra mano mi afferra dietro il collo per poi riprendere a baciarmi. Non posso credere a tutto ciò che sta accadendo: qualcuno finalmente che mi desidera, che mi trova attraente, anche solo per una sera soltanto, ma non mi interessa, non mi farò le solite paranoie mentali su come comportarsi al primo incontro. Mi piace la sua sensualità e sento di desiderarlo, nemmeno il bacio di Camus  ha provocato brividi simili lungo il mio corpo e d’istinto mi avvinghio a lui, stringendolo per le spalle. Non so dove questo bacio mi porterà, so solo che non voglio che finisca.
 


Scusate il ritardo ma e’ stato un week end a dir poco allucinante. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e non abbia deluso le aspettative di qualcuno. Suvvia … dopo quanto ricevuto da Camus, non può certo attendere che lui si accorga di lei perdendo le occasioni che la vita le riserva!!! In fondo Saga e’ pur sempre Saga, no?! Siete d’accordo con me?
 



 
 
   
 
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