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Autore: Berenike    07/12/2010    22 recensioni
FANFICTION VINCITRICE DEI NESA 2010 TURNO SPECIAL NATALIZIO NELLE SEZIONI BEST KISS E BEST READER'S CHOISE
Richard Castle e Kate Beckett partono per un viaggio del tutto inaspettato verso Venezia: quattro giorni, una città magica, ed una sola camera.
Riusciranno Richard e Kate a rimanere professionalmente solo "colleghi" senza lasciarsi andare alle emozioni?
Decisamente, l'atmosfera Natalizia non sarà di loro aiuto.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! Due piccole comunicazioni di servizio prima di iniziare.
Mentre scrivevo questo capitolo, ho ascoltato per almeno 200 volte QUESTA CANZONE, che mi ha ispirata e che se volete, potete ascoltare anche voi mentre leggete questo primo capitolo di Insieme a Venezia!
Questa serie è dedicata a tutti coloro che hanno seguito la serie Kate ti Salverò, e in particolare a Lucia, che domani festeggia il suo onomastico... Auguri!
Non resta altro che... iniziare!


Insieme a Venezia



Capitolo 1: Preparativi

Kate Beckett guardava fuori dalla finestra, malinconica. In quei giorni, ogni anno, non c'era mai molto lavoro: faceva troppo freddo per qualsiasi cosa, perfino per commettere omicidi.
Era l'antivigilia di Natale e come ogni anno la detective Beckett era in centrale a sbrigare scartoffie prima dei pochi giorni di ferie che il Capitano le concedeva. Ryan ed Esposito erano già andati a casa, solo Castle teneva ancora compagnia all'animo malinconico di Kate.
La donna, alzando gli occhi vigili dal documento che stava compilando, guardò fuori dalla finestra: grandi fiocchi di neve cadevano pigri dal cielo, ovattando tutto ciò che toccassero. La neve rendeva New York accogliente e bellissima, quasi come se fosse sotto una campana di vetro: quasi non si sentivano più rumori, le persone non uscivano più di casa, tutti si rintanavano con le proprie famiglie al caldo, davanti ad una fumante tazza di cioccolata calda.
Tutti, tranne la detective Kate Beckett.
Castle tornò dalla sala caffè con due tazze fumanti in mano. Fissò per qualche secondo il viso stanco di Kate, e pregò con tutto sé stesso che lei non notasse il suo sguardo incantato e ammagliato da tanta bellezza. Prima di domandarle ciò che da giorni agognava di chiederle, si riprese appena e anche lui guardò la neve che cadeva fuori dalla finestra.
-Beckett, tu cosa farai questo Natale? - Lei gli rispose con voce bassa, ancora incantata a guardare fuori dalla finestra. La neve aveva un effetto magico su di lei.
-Mio padre mi ha chiamata questa mattina – pausa, in cui sorseggiò il proprio caffè caldo – ed ha annullato la nostra cena di Natale. -
-Ti ha detto il perché? - le rispose gentilmente Castle. Non voleva ferire i suoi sentimenti. Non come al solito almeno.
-Tutti gli aeroporti sono bloccati a causa della neve. Il suo volo è stato cancellato... -
Dopo queste poche parole, la conversazione si chiuse. Per dieci interminabili minuti, l'unica cosa che si sentì nella Centrale di Polizia di New York fu il lento sorseggiare di Castle, che ancora fissava la neve cadere, e la penna della detective, che veloce scriveva dettagli sul caso appena chiuso.
Poi Castle la guardò, ancora quello sguardo ammagliato. Come resistere ad una donna così dannatamente bella, intelligente, forte?
-Kate – Richard non riuscì più a trattenersi. Nemmeno si accorse di aver chiamato la detective per nome; notò successivamente però che in quel momento, nemmeno Beckett ci fece caso.
-Hai mai sognato qualcosa per Natale? Un regalo speciale, qualcosa che hai sempre sognato ad occhi aperti ma che non hai mai realizzato? - La voce di Castle era così sensuale, così profonda, così vera.
La prima reazione di Kate fu di difendersi da quell'intromissione nei suoi sentimenti. Prima di tutto si irrigidì, spostò le spalle indietro, incrociò le braccia, e si morse un labbro.
Castle capì subito di averle fatto una domanda troppo personale, e fece per ritrarla, ma aspettò.
Kate Beckett si alzò in piedi e si diresse verso la grande vetrata che permetteva loro di avere New York sotto ai loro sguardi vigili; un vero spettacolo in quel periodo dell'anno.
Castle notò che la detective si sciolse come fosse stata di fronte ad un caminetto; aspettò qualche secondo prima di sentire la risposta, che Kate gli concesse senza guardarlo negli occhi, fissando quella città magica ricoperta da uno strato di glassa bianca.
-Quand'ero piccola io e mia madre sognavamo di andare a Venezia, per le vacanze di Natale. Mi diceva sempre che Venezia era la città più romantica del mondo, mi diceva che quando avrei avuto un marito e dei figli, avrei dovuto andarci con loro... -
Castle rispettò quel momento di confidenza. Lasciò da parte il suo lato ironico e si concentrò sui sentimenti della Detective. Lei non si era mai aperta con lui in quel modo, l'unica cosa che lo scrittore di gialli riuscì a pensare fu che quella era la sensazione più bella del mondo; decisamente, avrebbe voluto provarla per tutta la vita.
-Che stupida che sono... Non andrò mai a Venezia... -
-E perché no? - le disse Castle, interropendo i suoi pensieri ad alta voce.
-Prima di tutto perché i biglietti per l'Europa sono carissimi e poi... -
-E poi cosa? Non sei sposata con figli? -
Kate annuì freddamente. Aveva sbagliato ad esporsi con Castle, non doveva concedergli nemmeno quella confidenza, perché anche se lui chiedeva solo un dito, finiva sempre che poi si prendeva tutto il braccio.
Castle rimase seduto nella propria sedia, innervosito. Non aveva ben capito cosa avesse fatto questa volta, ma era sicuro di aver sbagliato in qualche modo.
E fu allora che decise di farsi perdonare. A modo suo.


Richard Castle si alzò così forte dalla propria sedia che spaventò la detective Beckett, che tracciò un lungo e indelebile segno sul perfetto foglio che stava compilando. Si girò furiosa verso Castle, ma rimase interdetta quando notò che questo la stava guardando malizioso, e le stava rivolgendo uno dei suoi sorrisi migliori.
-Cosa c'è, Castle? Hai messo della droga in quel caffè? Perché in tal caso, dovrei arrestarti. -
-Domani mattina ti passo a prendere alle 6. - Castle non la smetteva di sorridere, e questo inquietò ancora di più la detective.
-Cosa? Ma sei impazzito? Domani è il mio primo giorno di ferie! -
-Appunto... Ti prometto che saremo di ritorno per il 28 Dicembre sera. Così il giorno seguente puoi tornare al lavoro... -
-Castle, non se ne parla. - La detective quasi tremava dall'angoscia. Quel sorriso non le presagiva nulla di buono. Castle al contrario, non stava più nella pelle.
-Ti consiglio di portarti vestiti comodi, ma anche qualcosa di elegante... - le disse lui maliziosamente.
-Cosa non hai capito esattamente di “Non se ne parla”? - I due si guardarono in cagnesco. Castle non aveva nessuna intenzione di darle vinta anche questa battaglia; doveva resistere contro lo sguardo minaccioso della detective. Lui, in difesa, continuò a sorridere, e sembrò funzionare.
-E dove andremmo di bello, alle sei del mattino? -
-E' una sorpresa! - rispose lui, saltando di gioia. Fece per uscire dalla centrale, ma la detective lo fermò.
-Dove stai andando adesso? -
-Devo andare a casa a... fare delle telefonate. - Tutto sommato non era una bugia. Era vero.
-Castle, mi prometti che non me ne pentirò? - Lui le sorrise come non mai. Era una domanda senza risposta, chi avrebbe mai potuto prometterle una cosa simile? Così lo scrittore, da bravo retorico qual'era, le girò la domanda.
-E tu mi prometti che domani mattina ti troverò a casa ad aspettarmi? -
La detective ci pensò per qualche secondo. Probabilmente lui le aveva appena sconvolto i piani. Per convincerla, le sorrise a trentadue denti.
-Basta che la smetti di sorridere! - gli rispose, infine, rassegnata.
Castle, di tutta risposta si mise il giubbotto e chiamò l'ascensore, con l'espressione più triste e malinconica che avesse mai fatto in tutta la propria vita.
Se solo si fosse girato a guardare la detective, andando via, avrebbe notato che mentre lui appariva triste, lei stava sorridendo come non mai.


Mezz'ora dopo, in casa Castle, Martha ed Alexis avevano appena appreso la grande notizia. Castle cercò di contenere i loro entusiasmi, ma senza grande successo. Martha stava già impacchettando tutte le proprie cose, come se il viaggio durasse un paio d'anni; Alexis invece stava facendo una ricerca in internet per segnarsi tutte le cose che una volta arrivata nella città più romantica del mondo, avrebbe voluto visitare.
Castle non aveva tempo per lasciarsi prendere dall'euforia. Aveva pochissime ore per organizzare un viaggio extra continentale.
Prese così la rubrica del telefono, e compose il primo numero che era d'obbligo chiamare in momenti come quello.
-Pronto? - gli rispose una voce maschile dall'altra parte della cornetta.
-Christian, sono Richard Castle – l'ultimo nome da lui pronunciato scosse il presunto Christian.
-Castle, che piacere! -
-Non ne sarei sicuro. Devo chiederti una cosa. -
-Richard, ti allevio un dispiacere. Non si può partire in questi giorni, troppa neve. -
Castle si aspettava questa reazione. Ma se aveva vinto contro Kate, a confronto il comandante del suo jet provato sarebbe stato uno scherzo.
-E' per questo che ho chiamato te, Chris. Quando mai un po' di neve ti ha fermato? -
L'uomo dall'altra parte della cornetta sbuffò. Lo scrittore aveva ragione: aveva volato con condizioni ben peggiori.
-E quale sarebbe la destinazione? - Ecco il tasto dolente che Castle avrebbe voluto evitare. Una volta saputa la destinazione, l'uomo avrebbe sicuramente fatto marcia indietro.
-Ecco, Chris... Diciamo, lontano... - Silenzio da entrambe le parti.
-Castle, quanto lontano? -
-Diciamo... in Europa? - In principio pensò che il Capitano fosse svenuto, poi sentì una risata sforzata dall'altra parte. Castle rimase serio e propose la propria idea all'uomo:
-La destinazione è Venezia. Ti pago il doppio del compenso abituale, in più puoi portare anche tua moglie e pago ad entrambi il soggiorno veneziano per tutti e quattro in giorni. Non ci vedremo per tutta la vacanza, ritorno il 28 Dicembre, all'ora che più ti comoda. Puoi essere interessato? -
Anche questa volta non ottenne una risposta immediata. Poi sentì un urlo femminile acuto, ed infine una risposta.
-No Castle, io non sono interessato. Ma mia moglie si. Ci vediamo domani mattina alle 7 in aeroporto. -
E chiuse la telefonata, l'urlo della donna ancora presente. Castle sperò che la Signora non dimostrasse la sua gioia anche durante le 8 ore di volo.
Lo scrittore prese il secondo numero di telefono e lo chiamò. Era il numerodi un piccolo hotel veneziano in cui era stato con la sua prima moglie tanti anni prima, e prenotò (pagando anticipatamente il doppio della somma richiesta) l'ultima camera disponibile per il Capitano e sua moglie.
Mentre lui, lui voleva l'Hilton. Compose il numero.
-Mulino Stucky di Venezia, in cosa posso aiutarla? - Castle si sforzò di apparire sensuale.
-Salve, sono Richard Castle. -
-Salve, io sono Vanessa. In cosa posso essere utile? - lo scrittore sorrise, ricordando che in Europa non era celebre quanto che negli Stati Uniti. Il suo charme, in questo caso, non poteva aiutarlo.
-Vorrei prenotare tre camere per, due singole ed una doppia, per favore.
-Per quale anno? - Castle si sorprese e rise sonoramente.
-Non sto scherzando, Signore. Siamo pieni fino al 2012. -
Castle pensò a Kate, e decise che per la sua prima volta a Venezia, avrebbe avuto solo il meglio.
-Lei mi trovi queste tre camere, e io gliele pagherò per intero, anticipatamente, senza rimborso. E il doppio. A camera. - Richard si ricordò che, se anche il suo charme non poteva funzionare, il profumo dei soldi, quello funzionava sempre.
Quanto gli stava costando questo viaggio?
-Controllo subito. - Castle sorrise. Poi si ricordò della promessa fatta a Kate e assunse un'aria dispiaciuta.
-Posso darle due doppie, è il massimo che posso fare. -
Senza pensarci due volte, lo scrittore accettò l'offerta.


Una volta abbassata la cornetta, Richard non riuscì più a contenersi, e si ritrovò a sorridere come un bambino. Alexis, mentre scriveva freneticamente al cellulare per avvertire le amiche della sua partenza, notò l'espressione del padre e avvicinandosi, gli chiese:
-Allora? - Richard la guardò compiaciuto, le baciò la fronte e urlò:
-Andiamo a Venezia! - In quel momento comparve anche Martha, e tutti e tre saltarono sui divani.
Solo alla fine Martha si rivolse al figlio, il fiato corto ma lo sguardo deciso:
-Richard, ho ascoltato la telefonata con il cordless... - Castle deglutii sonoramente. Allora qualcuno sapeva.
-Quando hai intenzione di dire a Kate che dovrete dormire insieme? - Alexis si girò verso il padre, scioccata. Castle guardò le due donne, e assumendo l'espressione più discolpante che potesse rispose:
-Mai? - Martha lo guardò preoccupata.
-Prima o poi lo scoprirà, Richard. Ed allora, non vorrei proprio essere in te. - E corse a finire di preparare le valigie.






ANGOLO DELL'AUTRICE
Ciao a tutti fan di Castle, è con gioia che vi annuncio che sono tornata!
A tutti coloro che già mi conoscono rivolgo un caloroso abbraccio di bentornati, mentre per tutti quelli che mi leggono per la prima volta (male, male!!) mando un bacio telematico e dico: benvenuti! (sono matta, non fateci caso...)!
Ecco qui il primo capitolo di Insieme a Venezia: è un pò più lungo di quanto avessi programmato, ma si sa, Castle è incontenibile!
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, non perdetevi la continuazione di questa storia!
Se potete, sarebbe bello se poteste commentare questo primo capitolo e dirmi cosa ne pensate: è fondamentale per capire come far procedere la storia, come sempre, HO BISOGNO DI VOI LETTORI, PER CUI NON ABBIATE PAURA, NON HO ANCORA MANGIATO NESSUNO! (ancora...)
Vorrei tanto far partecipare questa storia ai NESA di Dicembre, dedicati alle ff natalizie... Chissà però se riuscirò a concluderla in tempo! Lo spero... Nel frattempo, fatemi sapere cosa ne pensate!
La vostra fedelissima e un pò malaticcia,
Berenike



(Aggiunta postuma)
La fanfiction INSIEME A VENEZIA ha vinto i NESA NATALIZI nella sezione BEST KISS e BEST READER'S CHOISE. Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



   
 
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