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Autore: Alys93    07/12/2010    5 recensioni
Cosa succederebbe se qualcuno scoprisse il segreto di Kagome e del pozzo vicino al suo tempio? Soprattutto se quel qualcuno scoprisse di possedere poteri che non avrebbe mai immaginato di avere? Le avventure non mancheranno, ve l'assicuro! Se la trama v'interessa, sarò felice di leggere i vostri commenti e \ o suggerimenti (è la mia prima storia) Grazie in anticipo
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Eccomi a voi, con  il nuovo cappy appena concluso! scusate il ritardo, ma il tempo nn c'è mai... Mi dispiace avervi lasciato sulle spine x tutto questo tempo. cmq, prima di passare al capitolo, un piccolo consiglio (rivolto soprattutto a Visbs88, ke ringrazio caldamente x aver recensito il capitolo precedente). dei cuscini attorno alla sedia dove vi trovate nn farebbero male!

Capitolo 13:Debito di sangue

L’urlo straziante di Fumiyo si propagò nella grotta, arrivando fino alle sensibili orecchie di Koga, che si fermò di botto.
“Temo che siamo arrivati troppo tardi” sussurrò cupo a Miroku, che strinse spasmodicamente l’ampolla in cui aveva raccolto il succo benefico della radice.
“Dannazione!” imprecò furioso “Se non fosse stato per quei maledetti Onii, a quest’ora saremmo già arrivati!”.
Naraku aveva previsto tutto ed aveva mandato diversi di quei dannati a bloccare loro la strada.
Koga, aiutato dai due nuovi frammenti, ne aveva eliminati parecchi in un unico colpo, mentre Miroku cercava disperatamente la radice.
Aveva però dovuto fare ricorso al Vortice del Vento per evitare di essere schiacciato da uno di quei demoni.
Che tu sia dannato, Naraku! sibilò furioso Quante altre vittime farai in questa maledetta guerra? Di quanto altro sangue hai intenzione di sporcarti le mani?.
Scese dalla schiena di Koga e corse verso la grotta, fissando impotente la giovane amica ormai morta.
Aveva gli occhi ancora spalancati, chiaro segno che avevano tardato solo di pochi minuti nel portare l’antidoto.
Una manciata di tempo così misera, eppure le era costato la vita…
Fumiyo era accasciata sul corpo freddo della figlia e lacrime di dolore le inondavano le guance.
Non potevano esserci parole per descrivere la sofferenza che sentiva dentro, simile ad una lama nel cuore.
Il marito la strinse a sé, incapace di lenire quel dolore che li attanagliava nell’aver perso la loro piccola, ancora così giovane.
Un genitore non dovrebbe mai sopravvivere ai propri figli… Anche tra i demoni sussurrò sconvolto Perché l’hai fatto, Kaori? Avevi ancora tutta una vita davanti a te! Perché ti sei messa in mezzo?.
Il monaco si avvicinò silenziosamente al gruppo, stringendo le spalle di Sango in un abbraccio di conforto.
La sterminatrice lo fissò con gli occhi pieni di lacrime “Per così poco… Mancava così poco e ce l’avrebbe fatta!”, poi affondò il viso nella toga di Miroku, scossa da violenti singhiozzi.
“Mi dispiace” mormorò Koga “Abbiamo fatto tutto il possibile per tornare in tempo”.
S’inginocchiò accanto al corpo di Kaori, fissando quegli occhi verdi che solo pochi giorni prima lo avevano sfidato.
Avevi fegato, ragazzina disse cupo E un grande cuore. Pochi avrebbero compiuto un gesto così generoso….
Un singhiozzo soffocato attirò il suo sensibile udito, ma non ebbe bisogno di alzare lo sguardo per capire chi lo avesse emesso.
Estrasse i frammenti dalle gambe e li lanciò a Kagome, dicendo “Riprenditeli. Devi usarli per eliminare quel dannato, una volta per tutte”.
La ragazza li prese titubante, mentre le lacrime le offuscavano la vista; non poteva credere di aver perso la sua migliore amica, una sorella, in quel modo.
Era assurdo!
Inuyasha la strinse a sé, cercando di aiutarla, ma dentro sentiva lo stesso dolore.
Non aveva perso un componente del gruppo, ma un’amica sincera, che era sempre riuscita a capirlo.
Aveva detto a Shippo di non piangere, ma era davvero difficile reprimere la sofferenza che sentiva.
Permise a Kagome di sfogarsi per tutto il tempo necessario, ignorando le vistose macchie che gli lasciava sulla casacca.
Ci sarebbe voluto del tempo per riuscire a soffocare quel dolore, ma sapeva bene che non sarebbe mai scomparso del tutto.

Fu Miroku il primo a rialzarsi, dopo quelle che parvero ore, dicendo serio “Kaori è morta con onore. Merita un degno funerale”.
Chiese ad alcuni dei lupi presenti di raccogliere della legna profumata, che provvide lui stesso a posizionare adeguatamente, fino ad ottenere una pira.
Aiko e gli altri componenti della tribù rimasero in rispettoso silenzio, fissando il monaco lavorare con così tanta solerzia.
Non doveva essere il primo funerale che celebrava, ma sicuramente era il primo di una persona a lui cara.
Miroku recuperò dalla borsa alcune candele, che sistemò ai lati della struttura, ed iniziò a mormorare una preghiera che potesse guidare lo spirito dell’amica nell’aldilà.
Capendo di poter fare altro, Masaru chiuse delicatamente gli occhi della figlia, mentre una lacrima solitaria gli bagnava il viso.
“Ti vendicheremo, piccola” giurò con voce ferma “Elimineremo Naraku, affinché questo luogo possa tornare com’era”.
Shippo si asciugò gli occhi umidi, mormorando “Cercherò di fare del mio meglio, Kaori. Diventerò più forte e ce la metterò tutta, te lo prometto”.
Fissò Inuyasha prendere delicatamente la giovane demone tra le braccia, per poi adagiarla sulla pira funebre.
“Ognuno di noi sa cosa vuol dire perdere qualcuno di caro” sussurrò “Ma questo non ci impedisce di soffrire nel vedere che, ancora una volta, Naraku ha fatto una nuova vittima”.
Sango si sforzò di trattenere le lacrime “Soprattutto quando è una persona a noi vicina… È assurdo che sia andata così! Non lo meritava!”.
“L’unica cosa che possiamo fare è pregare affinché il suo spirito possa guidarci nella lotta” mormorò Miroku “Vendicarla è il minimo che possiamo fare per onorare la sua ingiusta morte”.
Chi ci ama davvero non ci lascia mai del tutto sussurrò Kagome, stringendosi al mezzo-demone, Era una delle tue frasi preferite, Kaori. Spero che sia davvero così….
Gliel’aveva sussurrata il giorno in cui suo padre era morto, lasciandola che era ancora una bambina.
Ma lei almeno lo ricordava quando era ancora in salute; Sota era troppo piccolo e non aveva che frammentari ricordi della malattia che lo aveva stroncato.
Era stata quella frase, assieme alla sincera amicizia che le legava, ad averle permesso di superare quel terribile trauma.
Altre lacrime le inondarono il viso, mentre ripensava a tutto quello che avevano affrontato insieme.
Le sarebbero mancati i suoi sorrisi, le sue battute, i racconti che avevano condiviso fin da bambine; persino le sue spericolate corse in bici per arrivare in tempo a scuola.
Inuyasha la strinse delicatamente a sé “Mi dispiace, Kagome. So cosa stai provando; anche per me è dura”.
“Era come una sorella per me” sussurrò lei “Mi mancherà… non sarà più la stessa cosa senza di lei”.

Sesshomaru fissò la coltre di alberi che lo sovrastava, chiedendosi se stesse andando nella direzione giusta.
Il penetrante odore di Naraku lo aveva portato più a Sud di quanto avrebbe immaginato.
Cosa diavolo aveva in mente di fare quel maledetto?
Si assicurò che Rin fosse ben protetta dal vento freddo; non aveva intenzione di fermarsi solo perché la bambina si era presa qualche malanno.
Gli esseri umani erano così fragili, così esposti ad ogni tipo di malattia…
Ancora non capiva cosa lo spingesse a portarsi dietro quella mocciosetta, sempre allegra e sorridente coma se stessero facendo una passeggiata di piacere.
Annusò nuovamente l’aria, cercando anche la minima traccia di quel nauseabondo odore e trovò una scia piuttosto recente.
“Muoviti, Jaken” intimò serio, iniziando a camminare nella nuova direzione “Ci siamo quasi. Naraku è vicino”.
Il kappa si sforzò di tenere il passo del suo signore, cosa tutt’altro che facile, dato che doveva trascinare A-Un per le redini.
Quel dannato cavallo a due teste non ne voleva proprio sapere di avanzare ancora!
“Aspettatemi, mio giovane signore!” esclamò nervoso “A-Un si è bloccato qui! Non riesco a convincerlo a seguirvi”.
L’inu-youkai si voltò lentamente verso la cavalcatura demoniaca, lanciandole uno sguardo ben preciso.
Se non si fosse mossa, l’avrebbe fatta a pezzi senza esitare.
A-Un emise uno strano sbuffo e riprese la marcia, affiancandosi al proprio padrone, mentre Rin rideva allegra.
“Mettete paura a tutti, signor Sesshomaru! Anche A-Un ha il terrore di disubbidirvi!” esclamò, stringendosi nel mantello che le avevano procurato.
Lo vide avanzare con passo lento, ma deciso e capì che non era in vena di parlare; da quando erano quelle tracce di Naraku, Sesshomaru era sempre più silenzioso.
Non le piaceva quando si rinchiudeva nel suo mondo, senza neanche guardarla, ma non voleva farlo arrabbiare e decise di rimanere zitta.
Jaken sospirò affaticato, mentre seguiva il suo signore meglio che poteva; quando lo perdeva di vista, e questo succedeva abbastanza spesso, doveva affidarsi al naso per ritrovarlo.
Dopo diversi minuti, sbucarono in una vasta radura, dalla quale proveniva un intenso odore di morte.
Sesshomaru storse il viso in un’espressione seccata quando vide una pira funebre, pronta ad accogliere il cadavere.
Decise di rimanere tra gli alberi, sottovento per non farsi notare; voleva capire cosa fosse successo.
Il tanfo di Naraku era forte e sembrava provenire da una caverna poco distante, dalla quale arrivavano molti altri odori.
Ci mise un po’ a decifrarli tutti, ma il quadro generale non gli piacque per niente.
Rin scese dalla groppa di A-Un e si rannicchiò tra i cespugli, sussurrando “Signor Sesshomaru, è morta una persona, vero?”.
Jaken si appoggiò al bastone e brontolò “Chiunque sia, puzza quasi quanto Naraku. Neanche fosse stato lui in persona a farlo fuori!”.
Il demone gli fece cenno di tacere all’istante e ridusse gli occhi a due fessure ambrate, vedendo una sagoma familiare aggirarsi presso la pira.
Era il monaco che faceva parte del gruppo di suo fratello…
Ma che diavolo ci faceva lì?
Stava per avvicinarsi, quando vide Inuyasha deporre una ragazza sulla pira, una ragazza che lui aveva già visto.
Quando la riconobbe, rimase sorpreso: era la figlia di Masaru!
Quella mocciosa insolente che aveva osato sfidarlo, dandogli uno schiaffo!
Possibile che fosse proprio lei?
Rin sgranò gli occhi ed esclamò “Ma quella è Kaori! Signor Sesshomaru, ma è morta?”.
“Ovvio che morta, ragazzina” ribatté Jaken “La domanda che mi pongo è: chi l’ha fatta fuori?”.
L’inu-youkai gli intimò di tacere; voleva ascoltare ciò che stava dicendo il suo indegno fratellastro.
“Ognuno di noi sa cosa vuol dire perdere qualcuno di caro” stava dicendo il mezzo-demone “Ma questo non ci impedisce di soffrire nel vedere che, ancora una volta, Naraku ha fatto una nuova vittima”.
La sterminatrice al suo fianco aggiunse qualcosa, ma era troppo concentrato sulle informazioni appena ottenute per prestarle attenzione.
E così era stato Naraku a far fuori la ragazzina… Ma perché?
Il suo sguardo si soffermò su Masaru e la sua compagna, che piangeva come una stupida umana.
Inutili mezzi-demoni…
Non era mai stato bravo a capire i sentimenti altrui (non lo aveva mai giudicato importante), ma leggeva una profonda rabbia nello sguardo del demone lupo, che era spesso stato al fianco di suo padre in varie battaglie.
Era furioso ed addolorato, come solo un padre può esserlo.
Rin gli si attaccò improvvisamente alla gamba “Signor Sesshomaru, non può fare niente per lei?”.
Il demone la fissò sorpreso “E perché mai dovrei fare qualcosa per quella mocciosa impertinente? Se non l’avesse fatta fuori Naraku, sarebbe morta per mano mia”.
La bambina cominciò a piangere “Kaori è stata così buona con me… Mi ha salvato la vita! Per favore, signor Sesshomaru!”.
Poggiò una mano su Tenseiga e disse “Potreste farla tornare in vita… come avete fatto con me. Vi prego, signor Sesshomaru! Fatelo per me…”.
Il principe dei demoni scosse la testa, “Che diavolo ti salta in mente, Rin? Non ho un solo motivo per fare ciò che mi chiedi”.
Strinse i pugni nervoso, quando si rese conto che invece un motivo ce l’aveva.
E non era certo dei più logici ed onorevoli per un demone potente come lui…
 
Flashback
Sesshomaru si stava concedendo un breve riposo all’ombra di alcuni alberi; la caccia a Naraku procedeva troppo lentamente per i suoi gusti e aveva trovato troppi scocciatori lungo il suo cammino.
Rin stava raccogliendo dei fiori lungo la riva del fiume, controllata a vista da un seccatissimo Jaken.
Io, servo fedele del grande Sesshomaru, costretto a fare da balia ad una mocciosa umana! borbottò il kappa Che misera vita, la mia!.
La bambina non faceva che sorridere, correre e sparire nel bosco, costringendolo a seguirla ovunque.
Prima o poi, lo avrebbe fatto ammattire! Il suo padrone si stava concedendo un meritato riposo, dopo un’intera nottata passata ad eliminare scocciatori vari.
Era difficile vederlo addormentato… Con l’ennesimo sbuffo, tornò a guardare la mocciosa, sperando vivamente che non ne facesse una delle sue.
Peccato che la lunga notte avesse spossato anche lui, dato che aveva dovuto assicurarsi che nessuno si avvicinasse alla bambina.
Quella piccola peste aveva dormito placidamente accanto ad A-Un, senza sentire neanche un solo rumore! Beata lei…
Sentiva le palpebre farsi sempre più pesanti, finché non riuscì più a tenere gli occhi aperti e sprofondò nel sonno.
Rin si fermò di colpo nel sentire un debole russare e soffocò una risata nel vedere Jaken, appoggiato al suo bastone, dormire placidamente.
Ridacchiando allegra, si chinò sulla sponda del fiume, raccogliendo fiori bianchi dalle tonalità argentate; voleva fare una ghirlanda.
Dopo qualche minuto di febbrile lavoro, fissò la sagoma addormentata del demone che riposava all’ombra di un grande acero.
Chissà se avrebbe gradito il suo regalo…
Avvicinandosi lentamente in punta di piedi, si avvicinò a Sesshomaru, infilandogli la ghirlanda al polso dell’unico braccio.
Aveva appena sfiorato la pelle dell’inu-youkai, che questi aprì di scatto gli occhi e la fissò sorpreso, “Qualche problema, Rin?”.
La bambina si ritrasse appena, spaventata dal suo movimento repentino, “No, va tutto bene” sussurrò “Volevo solo…”.
Gli occhi ambrati di lui si posarono sulla piccola ghirlanda che gli cingeva il polso; i petali argentati sembravano richiamare il colore dei suoi capelli, mentre il pistillo era di un bell'oro vivace.
“Volevo solo farvi una ghirlanda” mormorò la piccola “Mi dispiace avervi svegliato… Scusatemi tanto”.
Il demone fissò ancora per un lungo istante l’intreccio di fiori ed assunse un’espressione corrucciata.
“Se non vi piace, ditemelo pure” mormorò Rin, preoccupata dalla sua espressione “Non volevo disturbarvi, mi dispiace, signor Sesshomaru”.
Lui scosse la testa e si limitò a dire “Sei diventata piuttosto brava ad intrecciare”, poi si alzò deciso a fare un piccolo sopralluogo.
Si diresse verso il cuore della boscaglia, scuotendo la manica del kimono decorato per assicurarsi che la ghirlanda non fosse visibile.
Non sapeva spiegarsi il motivo, ma non gli andava di rompere quell’intreccio di fiori.
Ma non voleva neanche che qualcuno lo vedesse; aveva una reputazione da difendere!
Rin lo fissò andar via ed un sorriso le incurvò le labbra: il signor Sesshomaru non aveva rifiutato il suo regalo!
Allora un pochino di bene le voleva!
Sollevata da quel pensiero, tornò saltellando verso la riva del fiume, decisa a fare una ghirlanda anche per A-Un e Jaken.
Si mise a lavorare di buona lena e non riuscì a trattenere una risatina quando il cavallo demoniaco cercò di mangiare i fiori rossi della sua ghirlanda.
Poggiò quella di Jaken sul bastone, osservando divertita il contrasto tra i due volti scolpiti nel legno ed i fiori colorati.
Si allontanò per lavarsi le mani nell’acqua fresca e scorse un fiore particolarmente bello, di un intenso azzurro cielo.
Si sporse per prenderlo, ma un tentacolo spesso quanto una corda le si avvolse intorno al polso, trascinandola in acqua.
Ebbe appena il tempo di urlare, che l’acqua si richiuse su di lei, mentre il tentacolo la faceva sprofondare sempre più.
Si dibatté con tutte le sue forze e riuscì ad infrangere la superficie, prendendo un grosso respiro.
“Signor Sesshomaru!” gridò con tutto il fiato che aveva in gola “Aiuto! Signor Sesshomaru, aiutatemi!”.
La sua richiesta di aiuto fu udita da più di un paio di orecchie decisamente sensibili ed una sagoma scura apparve dagli alberi sulla riva opposta rispetto a quella in cui si trovava Jaken.
Rin sentì il tentacolo di poco prima stringersi attorno alla caviglia ed urlò di nuovo, mentre cercava di restare a galla.
Sentì una voce semi-sconosciuta urlarle “Rin! Tieni la testa fuori dall’acqua! Sto arrivando!”.
Era una ragazza, riuscì a capirlo anche se il tentacolo la stava portando verso il fondo del fiume.
Sgranò gli occhi nel vedere la giovane demone che aveva dato uno schiaffo al signor Sesshomaru poco tempo prima; stava nuotando verso di lei con un pugnale stretto tra i denti.
Cosa ci faceva lei lì? Non riusciva a capirlo, ma…
Aveva un’espressione preoccupata, come se le importasse davvero della sua salvezza, e fissava il fondo scuro.
Anche lei guardò verso il basso e vide un orribile demone piovra che la trascinava inesorabilmente verso le proprie fauci.
Sembrava impaziente di divorarla e sentì un brivido gelido correrle lungo la schiena.
No, non voleva morire!
Non voleva essere separata da Sesshomaru!
Tese le braccia verso la demone, sperando che l’aiutasse, e la vide nuotare più velocemente nella sua direzione.
Kaori afferrò il pugnale e tagliò di netto il tentacolo, liberando la bambina da quella presa mortale.
L’aiutò a risalire in superficie e, dopo essersi assicurata che stesse relativamente bene, disse “Aggrappati alla riva. Io torno giù a sistemare quella cosa!”.
Detto questo, si immerse nuovamente nei flutti scuri e l’acqua si colorò di rosso, segno che la creatura era stata uccisa.
La demone lupo riemerse dopo pochi secondi e l’aiutò a ritornare a riva, dicendo “Va tutto bene, Rin?”.
“Sì” sussurrò la bambina, tossendo l’acqua che aveva ingerito, “Grazie… Scusami, non so neanche come ti chiami”.
“Kaori” sorrise l’altra, poi fissò la riva silenziosa, se non fosse stato per un beato russare “Certo che il caro Jaken ti custodisce proprio bene!”.
Si mise carponi e si scrollò da capo a piedi, proprio come un lupo, e la piccola non riuscì a trattenere una risata.
Era troppo buffa!
La coda, poi, le si era gonfiata in modo incredibile e sorrise nel sentire la proprietaria lamentarsi mentre la strizzava come fosse un panno, non senza una smorfia di dolore.
Kaori la guardò, ridendo a sua volta, “Lo so, sono ridicola. Vorrei vedere Sesshomaru al mio posto!”.
Anzi pensò tra sé È meglio che alzo i tacchi, prima che arrivi! Non ho voglia di finire come quella specie di polipo giù nel fiume!.
Fece un cenno a Rin e disse“Ci vediamo in giro, piccolina”, poi fece tre grossi passi indietro e, presa la rincorsa, superò il fiume con un unico balzo.
Il gridolino di stupore della bambina svegliò Jaken, che mormorò “Ma che cosa..? Il padrone si è svegliato?”.
“Eh sì...” ridacchiò la giovane, atterrata su un ramo frondoso “Sai come si dice da me, rospetto? Chi dorme, non piglia pesci!”.
Lo vide strabuzzare gli occhi, già grandi di per loro, e ridacchiò “Salutami tanto il caro Sesshomaru, quando arriva!”.
Neanche l’avesse evocato, il demone sbucò dagli alberi, esclamando “Rin! Che cosa succede? Perché hai gridato?”.
Nel sentire l’invocazione di aiuto della bambina, aveva sentito lo stomaco contrarsi nervosamente, senza che fosse riuscito a capirne il motivo.
Non aveva mai corso così velocemente…
E l’aveva fatto per una mocciosa umana!
La nottata di combattimento doveva averlo spossato più di quanto credesse.
La vide sulla riva, totalmente bagnata, ma apparentemente illesa e chiese “Cos’è successo?”.
“Una piovra enorme mi aveva catturata!” esclamò lei “Ma Kaori si è tuffata e l’ha fatta fuori! Mi ha salvato la vita, signor Sesshomaru!”.
L’inu-youkai inarcò un sopracciglio e rivolse lo sguardo verso l’altra parte del fiume, dove, appollaiata su un ramo, si trovava una ragazzina dall’aria impertinente.
“Tu!” ringhiò furioso, associando quel volto al colpo subito poco tempo prima, “E così ti sei fatta viva, dannata!”.
La vide sorridere con aria tranquilla, come se rivedesse un vecchio amico e non un demone deciso a farla fuori, “A quanto pare”.
Rin si attaccò alla gamba di Sesshomaru, ripetendo “Mi ha salvato la vita! Kaori ha impedito a quel mostro di mangiarmi!”.
Il principe dei demoni fissò la figlia di Masaru e sibilò “Non aspettare che ti ringrazi!”, “E perché dovrei farlo?” chiese l’altra.
Scosse leggermente la testa e ridacchiò “Non ho salvato Rin per avere la tua gratitudine, re dei ghiaccioli. L’ho fatto perché ritenevo fosse la cosa giusta, tutto qui”.
Vide gli occhi ambrati del demone socchiudersi in modo pericoloso ed evitò appena in tempo un filo dorato che, partito dai suoi artigli, tagliò di netto il ramo su cui era atterrata.
Con una capriola all’indietro fu di nuovo al sicuro, su quello che restava del ramo, e si appoggiò tranquillamente al tronco.
“Siamo un tantino irascibili, eh?” chiese sorridendo “Una bella camomilla non ti farebbe male!”.
Anche se era impegnata a fissare Sesshomaru, non le sfuggì lo starnuto soffocato di Rin e mormorò “Procurale degli abiti asciutti, o si prenderà un malanno!”.
Si portò l’indice ed il medio tesi alla fronte e fece un cenno di saluto alla bambina, sorridendo “Alla prossima, Rin. E, mi raccomando, la prossima volta che vuoi fare delle ghirlande, manda avanti il rospetto per assicurarti che non ci siano demoni affamati in giro!”.
“Dove credi di andare, dannata?” esclamò Sesshomaru, pronto ad usare nuovamente i suoi poteri per colpirla.
La ragazza, che gli dava le spalle, si voltò appena e disse “Sento che ci rivedremo presto, ghiacciolo reale. Quindi non farti troppi problemi e pensa alla bambina”, poi svanì tra gli alberi senza lasciare traccia.
Fine flashback
 
Rin aveva ormai il viso rigato dalle lacrime, mentre continuava ad implorare il demone di usare la sua Tenseiga per riportare in vita Kaori.
“Per favore, signor Sesshomaru!” sussurrò addolorata “Vi prometto che non vi chiederò più niente! Ma, vi prego, salvatela!”.
Jaken fece una smorfia “Ha avuto la fine che meritava. Noi non c’entriamo nulla con tutto questo”.
Arrabbiata per il suo comportamento, la bambina prese un grosso bastone da terra e glielo suonò in piena fronte, “Sei cattivo, Jaken! Come puoi dire queste cose? Kaori mi ha salvato! Sei insensibile!”.
Stupito dalla sua reazione, Sesshomaru s’inginocchiò fino ad incontrare il suo sguardo “È così importante per te, Rin?”.
“Sì” sussurrò la piccola “Kaori non aveva un motivo per salvarmi, ma l’ha fatto! Io non posso fare niente per lei, ma voi sì…”.
Il demone dai capelli argentei scosse la testa e s’incamminò verso la radura, chiedendo “Cos’è successo qui?”.
L’intero gruppo trasalì nel sentirlo e si disposero immediatamente a protezione della pira, ma non ci fece molto caso.
Come si aspettava, il suo indegno fratellastro s’irrigidì di colpo e mise subito la mano sull’elsa di Tessaiga, “Che diavolo vuoi, Sesshomaru? Che cosa ci fai qui?”.
“Ho seguito il tanfo di Naraku” ribatté lui, deciso a non perdersi in chiacchiere inutili, “Cos’è successo? C’è odore di morte”.
Kagome non riuscì a trattenere un singhiozzo e mormorò “Sei arrivato tardi, Sesshomaru. La tua vendetta è sfumata”.
Si scostò dalla pira, mostrandogli il corpo senza vita di Kaori, ed aggiunse “Naraku ti ha preceduto. È morta pochi minuti fa”.
Masaru sospirò amaramente “Io non sono il tipo che implora, ma, ti prego, Sesshomaru. Non rendere questo momento più difficile di quanto sia”.
“Ho perso mia figlia” aggiunse a stento, trattenendo il dolore che sentiva dentro di sé, “Non voglio combattere. Ti prego”.
“Non sono venuto qui per combattere” ribatté l’inu-youkai, “E, allora, perché sei qui?” chiese Miroku “Spero tu non voglia infierire sul suo corpo. Kaori ha dato la vita per salvare suo padre. Merita di essere rispettata”.
Anche Shippo mostrò i denti, cercando di trattenere le lacrime “Tu la volevi morta. Naraku l’ha uccisa prima di te. L’ha avvelenata!”.
“Se solo l’antidoto fosse arrivato in tempo…” aggiunse a stento, “Ce l’avrebbe fatta e ti avrebbe affrontato. Kaori non aveva alcuna paura di te!”.
Sesshomaru strinse gli occhi, visibilmente seccato; quelle chiacchiere lo innervosivano non poco.
Tra lo stupore generale, si avvicinò alla pira e sfoderò Tenseiga, che brillò alla luce delle candele.
Non conoscendo gli incredibili poteri della spada, Fumiyo si parò davanti alla figlia e ringhiò “Non osare avvicinarti!”.
Incrociò il suo sguardo ambrato, per nulla intimorita dalla sua forza, “Sarò anche una mezzo-demone, ma, in questo momento, sono anche una madre che appena perso la figlia. E non c’è demone completo che possa spaventarmi. Se ti avvicini, giuro che ti faccio fuori!”.
Sesshomaru trattenne uno sbuffo e disse “Spostati”; già non gli andava di compiere quel gesto, adesso si ci metteva anche quella stupida a rendergli tutto più difficile.
Vedendo che non l’ascoltava, l’allontanò con una spinta e si avvicinò al corpo di quella mocciosa che aveva dimostrato più fegato di quanto si sarebbe mai aspettato.
Senza indugiare oltre, fendette l’aria al di sopra della giovane, eliminando i demoni dell’aldilà venuti a reclamarne lo spirito.
Un alone di luce avvolse la ragazza, mentre, nel silenzio più assoluto, il suo cuore ricominciava a battere.
“Datele immediatamente l’antidoto” mormorò l’inu-youkai, rinfoderando la spada “Non ho alcuna intenzione di ripetere due volte lo stesso gesto”.
Kaori batté un paio di volte le palpebre e si mise a sedere, sentendo la testa stranamente vuota.
Non appena la vide muoversi, Miroku fu rapido a farle bere l’antidoto, rischiando anche di soffocarla.
La ragazza tossì un paio di volte e borbottò “Ma che cavolo ti prede? Volevi strozzarmi?”.
Poi fece una smorfia di disgusto “E che roba mi hai dato? Bleah! È peggio delle medicine della mia epoca!”.
Rin uscì dai cespugli e si arrampicò sulla pira, abbracciandola, con il serio rischio di farla cadere, tanta era la sua foga!
“Kaori!” esclamò felice “Meno male, adesso stai bene! Sono così contenta che tu sia viva!”.
La giovane demone scosse appena il capo, cercando di schiarirsi le idee, e ricambiò l’abbraccio “Sono felice di rivederti, piccola. Ma cosa ci fai qui?”.
La bambina si asciugò gli occhi e sussurrò “Il signor Sesshomaru ti ha riportato in vita con Tenseiga”.
Le strinse la mano ed aggiunse “Ero così spaventata per te!”, “Beh, incredibile a dirsi, ma sono viva” mormorò l’altra.
Sorrise nel vedere il nuovo kimono che indossava la piccola e disse “Vedo che ti hanno preso un bel vestito”.
Guardò Sesshomaru e sorrise riconoscente “Non so perché tu l’abbia fatto, ma ti ringrazio. Ti sono debitrice”.
“E non sei l’unica” mormorò Masaru, ancora sorpreso dall’immenso potere di Tenseiga “Grazie, Sesshomaru!”.
Il demone fece una smorfia “Non fraintendetemi. Non l’ho fatto per voi. L’ho riportata in vita solo perché Naraku non ha il diritto di eliminare qualcuno che ho deciso di fare fuori personalmente”.
Fissò lo sguardo color smeraldo della giovane e disse “Ti conviene stare attenta, ragazzina. Se devi morire, sono io quello che avrà il piacere di toglierti la vita. Nessun altro. Sono stato chiaro?”.
“Come vuoi tu, Sesshomaru-sama” acconsentì lei, scendendo dalla pira su cui avrebbe dovuto bruciare.
Lo fissò dritto negli occhi e si graffiò la guancia, mostrandogli il polpastrello insanguinato,
“Adesso ho un debito di sangue con te. Se mai ti servirà il mio aiuto, sarò al tuo servizio”.
L’inu-youkai fece una smorfia sprezzante “Non avrò mai bisogno del tuo misero aiuto. Ma su una cosa hai ragione, hai un debito di sangue con me. E, un giorno, verrò ad esigerlo!”.
Poi, seguito da Rin e Jaken, svanì nella boscaglia, lasciando tutti a bocca aperta per quel suo incomprensibile gesto.
L’intero gruppo lo fissò sparire, mentre un sorriso incurvava le labbra della demone lupo, al pensiero che la piccola Rin fosse riuscita a creare una breccia per penetrare quella corazza ghiacciata. 


Bene, ecco fatto! anke il cappy 13 è concluso. ragazze, mi dispiace avvisarvi ke potrebbero esserci parekki rallentamenti cn l'aggiornamento della storia (se volte prendervela cn qualcuno, prendetevela cn quelli ke hanno inventato la Matematica! stupida materia insensata!) sperando ke il cappy vi sia piaciuto, mi auguro vivamente di poter aggiornare presto, ma, purtroppo, non dipende da me :(
Bacioni a tutte!
   
 
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