Scontri
sull’Hogwarts Express
-Un
quarto d’ora e si parte!- la voce squillante di Molly Weasley
rimbombò per tutto il numero 12 di Grimmauld Place, riuscendo ad arrivare stranamente anche alle
orecchie seppellite da un morbido cuscino, al secondo piano della casa. La loro
proprietaria si sedette di scatto sul letto, facendo volare il guanciale per
terra, fra mucchi di vestiti e libri abbandonati a loro stessi. Cercò di
districarsi da quel groviglio di lenzuola e coperte che le imprigionava le
gambe, con l’unico risultato di far arrotolare ancora di più il tutto, e di
cadere pancia in giù dal letto, su quel pavimento che avrebbe fatto rizzare i
capelli anche al mago più disordinato dell’intero universo.
-Abigail Cecily Weasley! Per la barba di Merlino, si può sapere che ci fai
ancora in pigiama e con il baule mezzo disfatto!?- tuonò la signora Weasley, in piedi sulla soglia della piccola cameretta: sembrava
un drago sul punto di esplodere, mancava solo il fumo dal naso. Ma non diede
alla figlia il tempo di rispondere, si mise ad agitare la bacchetta con moti di
stizza, facendo depositare ordinatamente tutti i vestiti sparsi qua e là, nel
baule. Abigail, senza farsi notare, gattonò fuori dalla stanza, sottraendosi
all’ira evidente della madre che continuava a borbottare tra sé: -Quattro anni
che va a scuola, quattro anni che ci fa arrivare in ritardo!-
Intanto
la ragazza era riuscita a raggiungere il piccolo bagno sul pianerottolo,
miracolosamente vuoto, dove, dopo essersi “toelettata”
a velocità supersonica, stava cercando
di rendere il più presentabile possibile la sua chioma leonina, che restò
indomabile. Come sempre, del resto.
***
-Aspettatemi!
Ci sono anch’io!- una figurina saltellava scomposta su un piede, china ad
infilarsi un’All-Star blu, dirigendosi verso le
macchine già pronte per partire.
-La prossima volta ti lasciamo qui!- sbottò la
signora Weasley, dando di gomito al marito per
esortarlo a rimproverare la figlia ritardataria, non appena quest’ultima sbattè
la portiera posteriore. Ma il signor Arthur ridacchiava sotto i baffi, incapace
di mantenersi serio di fronte a quella pazzerella.
-Andiamo
Molly, non facciamone una tragedia. Non rivedremo i nostri figlioli fino a
Natale, non vorrai rimanere arrabbiata con Abby fino
a quel giorno!-
Non
si sarebbe potuto dire che la signora Weasley si
fosse calmata all’istante, ma di certo il suo cipiglio scocciato era scomparso.
Giunti a King’s Cross il sorriso era riapparso sulle
sue labbra, tanto che, sia per il fatto di non essere arrivati in ritardo, sia
per amore di mamma, distribuì un bacio e un abbraccio stritolante a ciascuno
dei suoi figli, compresi Harry e Hermione che si
trovavano proprio lì a tiro.
Il
fischio acuto del treno sovrastò le voci concitate del capannello di persone
che avevano accompagnato i ragazzi al treno. Tonks, Moody, Lupin e i signori Weasley
rimasero sulla banchina, seguendo con lo sguardo la combriccola che si
arrampicò in fretta sul primo vagone. Scomparve presto alla loro vista, mentre
un cagnone nero inseguì correndo l’Hogwarts Express,
fino a quando diventò solo un minuscolo puntino in lontananza.
-E
anche questa è andata. Ora se permettete, baldi giovani, noi dovremmo ritirarci
per certi affari professionali.- proruppe Fred con un sorriso furbetto stampato
sul volto e, seguito da George, si avviò verso lo scompartimento di Lee Jordan,
da dove fuoriusciva un denso fumo verdognolo alquanto sospetto..
Hermione roteò gli occhi al cielo, sospirando
rassegnata:
-Noi
vi raggiungiamo più tardi ragazzi, abbiamo la riunione dei Prefetti, sapete,
una vera seccatura.- e, afferrando per il maglione un Ron piuttosto su di giri,
sparì lungo il corridoio.
-Io invece vengo con voi, se non vi dispiace.-
annunciò allegramente Abigail, ancora di buon umore per essere riuscita a non
perdere il treno, rivolgendosi a Harry e Ginny.
Trascinandosi
dietro i pesanti bauli, i tre riuscirono finalmente a trovare uno
scompartimento quasi vuoto.
–Neville!
Luna!- gridò Abby vedendo gli amici, e slanciandosi
ad abbracciare entrambi.
***
-Non
potrete mai immaginare chi hanno nominato come Prefetto di Serpeverde!-
esclamò Ron qualche ora più tardi, entrando nello scompartimento e buttandosi a
capofitto sui dolci rimasti, abbandonati qua e là.
-Quel
lecchino di Malfoy, per caso?-
-Chi
altri se no? E l’altra è la Parkinson..una vacca totale.- soffiò Hermione, infastidita.
-Della
serie, al peggio non c’è mai fine..- mormorò Abigail alzando gli occhi al
cielo, scorgendo tre sagome familiari fuori nel corridoio.
Infatti
dopo poco, Draco fece capolino dalla porta dello
scompartimento,affiancato dai suoi degni compari.
-Allora,
Potty, come ci si sente ad essere un comune studente?
Ad essere surclassato dalla Mezzosangue e da quel perdente di Weasley?-
-Va
al diavolo, Malfoy!-
-Stai
bene attento Potter, sono un prefetto, potrei toglierti punti. Non vorrai già
svantaggiare la tua Casa prima ancora di arrivare a Hogwarts,
credimi non ce n’è alcun bisogno. I Grifondoro
arriveranno ultimi quest’anno alla Coppa delle Case.-
-Lo
vedi che sei un idiota? Mi domando chi sia quell’imbecille che ti ha nominato
prefetto. I punteggi non esistono fino a quando non vengono smistati gli alunni
del primo anno.-
Harry,Hermione, Ron
e Neville risero, Ginny si limitò ad abbozzare un sorrisetto, le guance
chiazzate di rosso. Gli occhi glaciali di Malfoy si
spostarono velocemente sulla ragazza che aveva parlato.
-Ah, la finta Weasley.-
mormorò sogghignando, Tiger e Goyle risero con lui.
-Quando
imparerai a tenere chiusa quella boccaccia, lurida bastarda!-
Fu
un attimo, e Malfoy si ritrovò con il labbro
spaccato, minuscole goccioline scarlatte gli colavano sul mento tremante.
-Non
fai più il gradasso ora che la tua scorta è fuori combattimento!- ringhiò
Abigail ansimante, accennando ai due scimmioni schiantati poco più in là, e
puntandogli la bacchetta dritta in mezzo agli occhi. Delle braccia la
afferrarono da dietro, nonostante si dibattesse come un cavallo imbizzarrito
non riuscì a liberarsi. Malfoy, che miracolosamente
sembrava aver riacquistato un minimo di dignità, le sibilò prima di girare sui
tacchi e andarsene: -Io non picchio le ragazze, Weasley.-
-Alla
prossima ti uccido con le mie stesse mani!- gli gridò dietro Abigail, e fu
certa, che nonostante lui fosse già lontano, l’avesse sentita.
-Grande Abby!- esclamarono all’unisono Fred e George, spuntati
all’improvviso, e subito annunciarono alla piccola folla di studenti radunata
lì intorno, probabilmente attirata dagli schiamazzi della lite: -Udite, udite
gente! La nostra sorellina ha fatto secco quel bulletto di Malfoy
e i suoi tirapiedi!-
Utilizzarono ACCIDENTALMENTE, come continuarono a sostenere per il
resto del viaggio, l’incantesimo sonorum, e sarebbe inutile dire che, in meno di qualche
minuto, tutti coloro che si trovavano a bordo dell’Hogwarts
Express, seppero ciò che era successo nello scompartimento numero 36.
-Finirai nei guai prima o poi, non potevi trattenerti?-
Abby
scoccò uno sguardo scocciato alla sorella, che la fissava leggermente
accigliata.
-Non lo sopporto. Non sopporto quella serpe schifosa. Se non mi
aveste fermata probabilmente l’avrei fatto fuori.-
-Ce ne siamo accorti, Ab..- disse Harry
in tono divertito.
-Peccato che avessi già fatto tutto tu, non mi sarebbe affatto
dispiaciuto stendere Tiger con un bel dritto sul muso.-
rincarò Ron, tirando un pugno a mezz’aria.
-Ma insomma, la piantate voi due? Non dovreste fomentarla!-
-Oh no, Hermione. Ti ci metti anche tu?
Ginny basta e avanza. E poi sbaglio, o tu quando eri al terzo anno hai girato
la faccia a Malfoy!?- chiese Abby
interessata, sporgendosi di più verso l’amica. Hermione
lasciò passare una pausa prima di rispondere, cosa che le portò l’attenzione di
tutti quanti, girati a trecentosessanta gradi verso di lei, compresa Luna Lovegood, che spuntò con il suo piccolo nasino dalla
rivista che stava leggendo.
-Beh, in realtà si. Ed è stata, devo ammetterlo, una delle cose
più liberatorie e appaganti che io abbia mai fatto.- concluse con un risolino.
Poi, accorgendosi che tutti la fissavano abbastanza costernati, si affrettò ad
aggiungere: -Ehi, ho detto, UNA delle cose..- scoppiarono tutti a ridere
notando la sua espressione risentita. Quando finalmente l’attacco di risate
convulse si spense lentamente, una voce sognante domandò: -Malfoy
ti ha provocato solo una volta, come puoi aver perso subito la calma?-
-Ehm..rabbia repressa?- disse Abby,
sfoggiando un sorriso a trentadue denti.
-E’ fatta così, che ci vuoi fare Luna?- mormorò Ron sospirando
rassegnato. E incomprensibilmente, ricaddero tutti in un altro attacco di
ridarella.