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Autore: Svampi    07/12/2010    5 recensioni
Capelli castani, mossi, ribelli..danzano intorno al suo volto. Privo di lentiggini. Niente occhi chiari. Com'è possibile che sia una Weasley? La chioma color fiamma è un loro marchio. E lei non ha neanche una piccola ciocca rossa. Eppure Abigail è parte della famiglia. L'ultima figlia per la precisione, insieme alla piccola Ginny. Due gemelle. Due ragazze diametralmente opposte.
Storia ambientata nel quinto libro della Rowling..premetto che ho cambiato un po' la storia originale, compresa l'insicurezza di Ginny, che si fa ancora sentire nonostante nel libro sia scomparsa in questo episodio della saga.
Buona lettura..;)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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-Un quarto d’ora e si parte

Scontri sull’Hogwarts Express

 

 

-Un quarto d’ora e si parte!- la voce squillante di Molly Weasley rimbombò per tutto il numero 12 di Grimmauld Place, riuscendo ad arrivare stranamente anche alle orecchie seppellite da un morbido cuscino, al secondo piano della casa. La loro proprietaria si sedette di scatto sul letto, facendo volare il guanciale per terra, fra mucchi di vestiti e libri abbandonati a loro stessi. Cercò di districarsi da quel groviglio di lenzuola e coperte che le imprigionava le gambe, con l’unico risultato di far arrotolare ancora di più il tutto, e di cadere pancia in giù dal letto, su quel pavimento che avrebbe fatto rizzare i capelli anche al mago più disordinato dell’intero universo.

-Abigail Cecily Weasley! Per la barba di Merlino, si può sapere che ci fai ancora in pigiama e con il baule mezzo disfatto!?- tuonò la signora Weasley, in piedi sulla soglia della piccola cameretta: sembrava un drago sul punto di esplodere, mancava solo il fumo dal naso. Ma non diede alla figlia il tempo di rispondere, si mise ad agitare la bacchetta con moti di stizza, facendo depositare ordinatamente tutti i vestiti sparsi qua e là, nel baule. Abigail, senza farsi notare, gattonò fuori dalla stanza, sottraendosi all’ira evidente della madre che continuava a borbottare tra sé: -Quattro anni che va a scuola, quattro anni che ci fa arrivare in ritardo!-

Intanto la ragazza era riuscita a raggiungere il piccolo bagno sul pianerottolo, miracolosamente vuoto, dove, dopo essersi “toelettata” a velocità supersonica,  stava cercando di rendere il più presentabile possibile la sua chioma leonina, che restò indomabile. Come sempre, del resto.

 

                                               ***

 

-Aspettatemi! Ci sono anch’io!- una figurina saltellava scomposta su un piede, china ad infilarsi un’All-Star blu, dirigendosi verso le macchine già pronte per partire.

 -La prossima volta ti lasciamo qui!- sbottò la signora Weasley, dando di gomito al marito per esortarlo a rimproverare la figlia ritardataria, non appena quest’ultima sbattè la portiera posteriore. Ma il signor Arthur ridacchiava sotto i baffi, incapace di mantenersi serio di fronte a quella pazzerella.

-Andiamo Molly, non facciamone una tragedia. Non rivedremo i nostri figlioli fino a Natale, non vorrai rimanere arrabbiata con Abby fino a quel giorno!-

Non si sarebbe potuto dire che la signora Weasley si fosse calmata all’istante, ma di certo il suo cipiglio scocciato era scomparso. Giunti a King’s Cross il sorriso era riapparso sulle sue labbra, tanto che, sia per il fatto di non essere arrivati in ritardo, sia per amore di mamma, distribuì un bacio e un abbraccio stritolante a ciascuno dei suoi figli, compresi Harry e Hermione che si trovavano proprio lì a tiro.

 

Il fischio acuto del treno sovrastò le voci concitate del capannello di persone che avevano accompagnato i ragazzi al treno. Tonks, Moody, Lupin e i signori Weasley rimasero sulla banchina, seguendo con lo sguardo la combriccola che si arrampicò in fretta sul primo vagone. Scomparve presto alla loro vista, mentre un cagnone nero inseguì correndo l’Hogwarts Express, fino a quando diventò solo un minuscolo puntino in lontananza.

 

-E anche questa è andata. Ora se permettete, baldi giovani, noi dovremmo ritirarci per certi affari professionali.- proruppe Fred con un sorriso furbetto stampato sul volto e, seguito da George, si avviò verso lo scompartimento di Lee Jordan, da dove fuoriusciva un denso fumo verdognolo alquanto sospetto..

Hermione roteò gli occhi al cielo, sospirando rassegnata:

-Noi vi raggiungiamo più tardi ragazzi, abbiamo la riunione dei Prefetti, sapete, una vera seccatura.- e, afferrando per il maglione un Ron piuttosto su di giri, sparì lungo il corridoio.

 -Io invece vengo con voi, se non vi dispiace.- annunciò allegramente Abigail, ancora di buon umore per essere riuscita a non perdere il treno, rivolgendosi a Harry e Ginny.

Trascinandosi dietro i pesanti bauli, i tre riuscirono finalmente a trovare uno scompartimento quasi vuoto.

–Neville! Luna!- gridò Abby vedendo gli amici, e slanciandosi ad abbracciare entrambi.

 

***

 

-Non potrete mai immaginare chi hanno nominato come Prefetto di Serpeverde!- esclamò Ron qualche ora più tardi, entrando nello scompartimento e buttandosi a capofitto sui dolci rimasti, abbandonati qua e là.

-Quel lecchino di Malfoy, per caso?-

-Chi altri se no? E l’altra è la Parkinson..una vacca totale.- soffiò Hermione, infastidita.

-Della serie, al peggio non c’è mai fine..- mormorò Abigail alzando gli occhi al cielo, scorgendo tre sagome familiari fuori nel corridoio.

Infatti dopo poco, Draco fece capolino dalla porta dello scompartimento,affiancato dai suoi degni compari.

-Allora, Potty, come ci si sente ad essere un comune studente? Ad essere surclassato dalla Mezzosangue e da quel perdente di Weasley?-

-Va al diavolo, Malfoy!-

-Stai bene attento Potter, sono un prefetto, potrei toglierti punti. Non vorrai già svantaggiare la tua Casa prima ancora di arrivare a Hogwarts, credimi non ce n’è alcun bisogno. I Grifondoro arriveranno ultimi quest’anno alla Coppa delle Case.-

-Lo vedi che sei un idiota? Mi domando chi sia quell’imbecille che ti ha nominato prefetto. I punteggi non esistono fino a quando non vengono smistati gli alunni del primo anno.-

 Harry,Hermione, Ron e Neville risero, Ginny si limitò ad abbozzare un sorrisetto, le guance chiazzate di rosso. Gli occhi glaciali di Malfoy si spostarono velocemente sulla ragazza che aveva parlato.

 -Ah, la finta Weasley.- mormorò sogghignando, Tiger e Goyle risero con lui.

-Quando imparerai a tenere chiusa quella boccaccia, lurida bastarda!-

Fu un attimo, e Malfoy si ritrovò con il labbro spaccato, minuscole goccioline scarlatte gli colavano sul mento tremante.

-Non fai più il gradasso ora che la tua scorta è fuori combattimento!- ringhiò Abigail ansimante, accennando ai due scimmioni schiantati poco più in là, e puntandogli la bacchetta dritta in mezzo agli occhi. Delle braccia la afferrarono da dietro, nonostante si dibattesse come un cavallo imbizzarrito non riuscì a liberarsi. Malfoy, che miracolosamente sembrava aver riacquistato un minimo di dignità, le sibilò prima di girare sui tacchi e andarsene: -Io non picchio le ragazze, Weasley.-

-Alla prossima ti uccido con le mie stesse mani!- gli gridò dietro Abigail, e fu certa, che nonostante lui fosse già lontano, l’avesse sentita.

 -Grande Abby!- esclamarono all’unisono Fred e George, spuntati all’improvviso, e subito annunciarono alla piccola folla di studenti radunata lì intorno, probabilmente attirata dagli schiamazzi della lite: -Udite, udite gente! La nostra sorellina ha fatto secco quel bulletto di Malfoy e i suoi tirapiedi!-

Utilizzarono ACCIDENTALMENTE, come continuarono a sostenere per il resto del viaggio, l’incantesimo sonorum, e sarebbe inutile dire che, in meno di qualche minuto, tutti coloro che si trovavano a bordo dell’Hogwarts Express, seppero ciò che era successo nello scompartimento numero 36.

-Finirai nei guai prima o poi, non potevi trattenerti?-

Abby scoccò uno sguardo scocciato alla sorella, che la fissava leggermente accigliata.

-Non lo sopporto. Non sopporto quella serpe schifosa. Se non mi aveste fermata probabilmente l’avrei fatto fuori.-

-Ce ne siamo accorti, Ab..- disse Harry in tono divertito.

-Peccato che avessi già fatto tutto tu, non mi sarebbe affatto dispiaciuto stendere Tiger con un bel dritto sul muso.- rincarò Ron, tirando un pugno a mezz’aria.

-Ma insomma, la piantate voi due? Non dovreste fomentarla!-

-Oh no, Hermione. Ti ci metti anche tu? Ginny basta e avanza. E poi sbaglio, o tu quando eri al terzo anno hai girato la faccia a Malfoy!?- chiese Abby interessata, sporgendosi di più verso l’amica. Hermione lasciò passare una pausa prima di rispondere, cosa che le portò l’attenzione di tutti quanti, girati a trecentosessanta gradi verso di lei, compresa Luna Lovegood, che spuntò con il suo piccolo nasino dalla rivista che stava leggendo.

-Beh, in realtà si. Ed è stata, devo ammetterlo, una delle cose più liberatorie e appaganti che io abbia mai fatto.- concluse con un risolino. Poi, accorgendosi che tutti la fissavano abbastanza costernati, si affrettò ad aggiungere: -Ehi, ho detto, UNA delle cose..- scoppiarono tutti a ridere notando la sua espressione risentita. Quando finalmente l’attacco di risate convulse si spense lentamente, una voce sognante domandò: -Malfoy ti ha provocato solo una volta, come puoi aver perso subito la calma?-

-Ehm..rabbia repressa?- disse Abby, sfoggiando un sorriso a trentadue denti.

-E’ fatta così, che ci vuoi fare Luna?- mormorò Ron sospirando rassegnato. E incomprensibilmente, ricaddero tutti in un altro attacco di ridarella.

  
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