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Autore: Beads and Flowers    07/12/2010    1 recensioni
Se volete deprimervi, se vi sentite sadici, se volete una storia con l' immancabile collegio e triangolo d' amore, se volete essere a conoscenza di alcuni segreti non svelati nella prima saga e avete quell’ irrefrenabile voglia di gelato al cianuro e stufato di postino, allora benvenuti nella seconda saga dei MEREH.
Genere: Comico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Tate contro i MEREH'
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Ehi!!! Scusate il ritardo, mi faccio schifa da sola. Lo so, lo so... il primo capitolo non era un gran che, ma mi rifaro’ con questo qui. Come vedete, mantengo le promesse: la saga continua, lentamente ma continua. ...Bhe, che dire... posso solo augurarvi buona visione... lettura… cosa... non si sa mai con le tecnologie di oggi.

CAPITOLO 2:  ISCRIZIONI.
 
Sapete qual e’ la cosa piu’ difficile quando si parte per un viaggio? Il fare le valige, perche’ non si sa mai e poi mai cosa  potresti scordarti di aggiungere. Quindi, a mio parere bisognerebbe-

In quel momento Klara smise immediatamente di scrivere, vedendo che gli alti MEREH se ne stavano fregando altamente di quello che stava facendo la loro amichetta trecentenne.

Ehi! Ragazzi! Ragazzi! Uff, non mi stanno mai a sentire, chissa’ perche’ poi ho questo stupidissimo tick dello scrivere tutto quello che mi passa per la testa.... RAGAZZI! Nada, eh? Provvediamo subito.

E con un gesto secco della mano, Klara ripose chissa’ in quale parte della sua lunga gonna il block-notes e si diresse verso la sua cameretta, lasciando misteriosamente gli altri ragazzi riuniti nella sala da pranzo. Mangiavano tutti fastosamente. Roby e Nik con i piedi sul tavolo, Gabry con la testa abbassata sul piatto come a dire: “Perche’ non sei avvelenato, perche’?” e Bummino compostissimo, fissando inorridito la citosi che si stava formano sulla schiena di Gabriele.
I ragazzi (tranne Gabry, s’ intende) stavano discutendo animamente sulla possibile Esistenza di una qualche forma aliena del portachiavi nello spazio, totalmente con l’ anima in pace per quanto riguardava le valige, che si potevano fare tranquillamente la mattina dopo.
“Annemo, su! Perche’ gli alieni c’ avvrebbero er bisogno den’ portachiave?”
“No! NO! Ha tutto senso! Dove terrebbero altrimenti le chiavi della loro astronave?”
“Ma avete mai preso in considerazione l’ idea che gli alieni possano non esistere?”
Roberta e Nik si voltarono di scatto verso Bummino, che sorrideva angelicamente. Tornarono a fissarsi, ma senza piu’ traccia di rabbia, bensi’ di incredulita’.
“CERTO che esistono! Come potrebbero non esistere?! Mi stai dicendo che credi nella non-esistenza degli alieni?”
“Avete dellle prove?”
“Ce le ho io!” esclamo’ Roberta, assumendo un tono da vecchio lupo di mare “Era il lontano 16 maggio 2005. Ronnie James Dio era appena deceduto ed io ero molto depressa. Avevo bisogno di un po’ di aria fresca e cosi’ uscii a passeggiare per un po’. Quando, all’ improvviso, vedo quest’ enorme... enorme... COSO che incomincia a rapire mucche da una fattoria a Castofiore. Non puoi capire quanto quella bestie muggissero disperate quando uno spuntone i metallo le trafisse ed incomincio’ a squartarle una per una... eh?!” fini’ Roberta con un tono carico di aspettativa, guardando con la coda nell’ occhio Bum che sembrava riflettere a lungo.
“Dici nel 2005?”
“Gia’.”
“Ma... ma i Ronnie James Dio e’ morto nel 16 maggio 2010, non nel 2005.”
“Bhe’... si, ma..”
“E la mia cara Linaria mi ha detto che in quell’ anno c’ era una grande carestia di carne, come e’ possibile  che ci fossero tante mucche?”
“Ehrm... la carestia la causarono gli alieni?”
“Mi stai mentendo, Roberta. E’ male mentire, sai?”
“Ma... ma come...?”
“Proprio come lo squatare delle povere mucche e’ male.”
“Smettila, stai incomiciando a sembrare un misto tra quella Carilla Cizzi, Linaria e la parte vegetariana di Klara, il che mi fa leggermente paura.”
Poi, rivolgendosi da un’ altra parte a Nik: “Dobbiamo liberarci di quella Linaria. Prima Bum adorava le mie storie sugli alieni! Non e’ giusto!”
“Durante l’ anno elaboreremo ’n piano pe’ libereremo de chella pecciotta, lascia fare ar bon vecchio Nik”
“...Scusa, da quando tu sei il ‘bon vecchio Nik’?”
“Da quando ho pensato che me s’ addeceva troppo bene, cioe’ piu’ o meno da quindici secondi.”
“...OK. Posso convivere con questa realta’. Ma dobbiamo liberarci di Linaria, a tutti i costi.”
“Benessemo.”

DONG!!!

“MA PORCA DI QUELLA PU*****! Klara! Che bisogno c’ era di usare il gong!?”

Voi non mi stavate ascoltando, e cosi’...

“Noi non possiamo ascoltarti.”

Va bene, va bene! Voi non mi stavate leggendo e cosi’...

“...Cosi’ cosa?”

Cosi’ ho usato il gong.

“...Ah... bhe, c’ e’ un po’ di buonsenso nelle tue parole. D’ accordo, che ci dovevi dire?”

Prima di tutto sarebbe ‘che ci dovevi scrivere’.

“Oh, per tutti i chiodi della Vergine di Norimberga! Sai cosa intendo!”

Calma, calma! Comunque, non dovremmo pensare a fare le valige?

“Valige? Cioe’, tu ti preoccupi delle valige la sera prima?”

Hai ragione, le avrei dovute fare prima, ma...

“Le valige si fanno mezzora prima della partenza, Klara.”

...No... si dovrebbero fare due giorni prima, Roby.

“Non quando si sta parlando di cose importanti come ‘se gli alieni usano i portachiavi’ e l’ eliminazione di una certa persona.” disse la metallara ammiccando a Bummino.
L’ hippy divenne pallida pallida tutto ad un tratto. Corse misteriosamente in camera sua, senza dire una parola (non che poteva dirne qualcuna, era muta).
“A volte quella ragazza mi preoccupa. Comunque... Gabry! Mangia subito il tuo stufato di pompiere!”
“A che scopo tenersi in vita con il cibo quando si deve comunque morire?”
“E a volte mi fai paura anche te. Forse un po’ di piu’ di Klara.”
“Ah Robe’, ma che c’ hai messo nello stufat-”
Plop.
“NIK! Oh mio DIO! Non mettere la facia nella ciotola! Nik, risponimi!”

E’ inutile! Ho trafitto la mia bambola vodoo pensando a lui. Ora non farete mai del male a Bummino!

“Nik! NIK, SVEGLIATI!!!”

EHI! Oh detto: ‘e’ inutile’!

“NIK! MA MI VUOI RISPONDERE, FIGLIO DI UN RAPPER CHE NON SEI ALTRO!!??”

ROBERTA! Ma mi vuoi guardar-... ah, e’ vero!

DONG!!!

“E? Cos-KLARA! Metti giu’ quella bambola, qualcuno puo’ farsi del male!”

Con piacere!

E con quest’ ultima scritta (rimane un mistero come sia riuscita a scriver e torturare la bambola allo stesso tempo) scaravento’ la bambola a terra. Nik urlo di dolore!
“KLARA! SMETTILA! MA CHE FAI!?”

Guarda che ho capito che volete eliminare Bummino! E io non voglio che i MEREH diventino i MERH! Non ha neanche un bel suono!   So che ora non e’ esattamente Mister
Mifaccioicavolimiei,ma non vi sembra di esagerare?”


“Klara, ma guarda che non ce l’ avevano con me!”

Come?

“Voleano solamente uccidere Linaria, e stavano complottando su come farla fuori cercando di tenermi all’ oscuro di tutto.”
“Si’, si’, pe’ careta’! E’ come te sta a di’ lui, Kla’!”

....Aaaaaaaaaaaaaaah! Ora ho capito! Vabbe’, scusate!

E,con un sorriso da ebete stampato sulle labbra, fece ritorno nella sua stanza.
“Tutto e’ bene quel che finiscce bene! Ma ancora una cosa non mi e’ chiara, Bummino. Come facevi, ecco... a  sapere del nostro... erhm... complotto?”
“Stavate parlando vicino a me, ad alta voce, Roberta.”
“...Aaaaaaaaaah! Ora ho capito! Vabbe’, scusate!”
 
 
Il giorno  dopo, tutti insieme erano  seduti  nella limousine di Nik, con quest’ ultimo al volante.
Erano sulla strada per Firenze, e poi  per Azzecca Specchio, piccola cittadina naturalmente talmente prestigiosa da non essere segnata sulle carte. I  ragazzi avevano le farfalle, i cereali con il latte di Gazza Ladra e le lamentele amorose di Linaria nello stomaco. Queste tre combinazioni erano talmente disgustose, che regolarmente ogni cinque minuti Gabriele ricominciava con le sue lamentele sulla vita, chiedeva a Nik di femare la macchina e vomitava per circa tre minuti. Vi lascio immaginare come Nik cercasse di sfruttare al meglio quei due minuti concessigli per avanzare.
Ad un certo punto, quando avevano raggiunto il confine con la Toscana e l’ Umbria, Roberta lancio’ un urlo agghiaciante. Tutti alzarono lo sguardo dal loro lavoro (Bummino faceva un ripasso generale della Grammatica per prepararsi ai test d’ ingresso, Nik guidava, Klara pettinava una bambola dai capelli biondi e Gabriele si strofinava il polso con una pallina i gommapiuma).

Io non centro niente, lo giuro! La mia bambola vodoo e’ nello zainetto, non l’ ho neanche toccata!

Scrisse Klara, sentendosi lo sguardo di tutti addosso. Roby, intanto, era disperata. Si dimenava per tutta l’ auto, cecando una via di fuga.
“Dobbiamo tornare indietro.” mormoro’, tra se e se.
“Ch’ ai detto, Robe’?”
“DOBBIAMO TORNARE INDIETRO!!!”
“COSA!? Ma perche’??!!”
“Lo abbiamo lasciato indietro.... lo abbiamo lasciato indietro...”
“Chi? Oh mio Dio.... Bum Bum?”
“No..no... peggio... molto peggio..”
“Ma... ma chi?”
“Il.. il mio....... IL MIO MITRA!!!”
“To’ mitra?”
“Gia’.”
“........No.”
“Come hai detto, scusa?”
“No. Non me rifaccio mezza Italia solo perche’ TU te sei scordata er fidanzatino!”
“Tu.... COME OSI OFFENDERE L’ AMORE CHE CI LEGAAA!”
E con questo,la metallara si slancio’ sulla gola del rapper, il che fece dimenticare alla macchina il senso della parola “dritto”.
“SEI UN MOSTRO! UN MOSTRO! IO LO AMO! LO AMO, CAPISCI!?”
“Roberta.... me stai a’... me stai a strozza’....”
“Roberta, lascialo, la vita e’ gia’ teeribile di per se’, non creare altra sofferenza.”
“NO! TUTTI PARLANO DI DISCRIMINAZIONE VERSO I BISESSUALI E LE DONNE IN AFGHANISTAN! MA QUANDO UNA DONNA AMA UN OGGETTO, ALLORA NON C’ E’ PROPRIO NIENTE DI MALE A METTERLA IN MANICOMIO, EH?!”
“N-no.... certo che n-no! A Robe’, veramente, ce stemo a schianta’ contro ‘n camion!”
“Mi devi promettere che torniamo immediatamente indietro, OK?”
“V-va bene!”
“...Ok, ti lascio!”
“Garda, te’ rengrazio. Come sei GENTILE!”
 
 
Fortunatamente, tutto procedeva per il meglio. Le altre due ex-colleghe erano rispettivamente in manicomio e in giro per il mondo. In quel momento, era lei la donna vincente, con un posto in una scuola prestigiosa come preside ed insegnante di Latino e Graco alla Tetrapack. Era forte, ricca e potente. Aveva il contollo su tutte quelle file di studenti con i loro genitori nella palestra all’ aperto della scuola, costruita su mure medievali, che lei fissava da un’ alto piedistallo. Era al top, era la regina. Era la dea di tutte quelle anime perdute.
La Tetrapack era una scuola elementare, media e liceo classico insieme (suddivise rispettivamente in Verde, Blu e Rosso)e comprendeva circa 13 classi di una sezione ciascuna. Ogni classe aveva circa 30 alunni che si erano dimostrati abbastanza intelligenti o abbastanza ricchi per poter andare alla Tetrapack.
A fianco della MarciaUrto vi erano gli altri professori che fissavano gelidi gli alunni.


1.       Esterina PiaceParola: Italiano. Alta, capelli rossi e ondulati, di mezza eta’, spaventosamente acida e famosa per aver battuto nello sgolarsi una scimmia urlatrice.
2.       Giulia StellaTetris: Matematica. Di media altezza, capelli castano-scuri e lisci, inizio cinquantina, spietata e senza clemenza.
3.       Mary ManyBroccoli: Inglese. Bassa, capelli ricci e biondo-scuri, fine della centina e totalmene incapace di parlare Inglese.
4.       Elena PampaSteppa: Storia e Geografia. Capelli marroni ma tinti di rosso, sulla quaratina e mette cinque note diverse se non ci si ricorda quale era sfumatura di verde peferiva il re    Ebreo Saul.
5.       Zefiro  Termidor: Ginnastica. Avete presente Hitler? Il piccolo Adolfo e’ stato allenato nella ginnastica da il pof. della Tetrapack. Eta’ ignota. Sappiamo solamente che non si rade e non si lava mai.
6.       Vinaigrette Termidor: Cuoca e Insegnante di Educazione Culinaria. Assomiglia molto alla cuoca in Tata Matilde 1. E’ la moglie diZefiro Termidor e cucinava per il piccolo Hitler.

Si’, quella scuola era il suo campo di battaglia e questi insegnanti i suoi soldati. Nemico numeo uno? L’ ignoranza.
Ora avrebbe dovuto chiamare tutti quei ragazzi per nome, tutti e 247, e li avrebbe fatto firmare con i loro genitori un contratto che prevedeva la totale responsabilita’ della scuola sulle vite degli alunni, della loro istruzione e prevedeva inoltre che i genitori avrebbero dovuto parlare con ogni professore di ciascuna materia per almeno una volta all’ anno.
Con un falso sorrisetto sulle  labbra, la preside della Tetrapack prese in mano la lista degli  alunni ed incomincio’ a leggere.
“Valentina Arretrata?”
“PRESENTE!”
“Gianpiero AstaViola?”
“PRESENTE!”
 
 
“Nik, fermati immediatamente!”
“Eh no, eh! Mo’ non retorniamo fino al Molise solo perche’ te sei scordata Miss  Bomba a Mano!”
Roberta lo minaccio’ con lo sguardo, sibilando:
“Ascolatami bene,  rapper. Prima  di tutto lei non e’  Miss Bomba a Mano, ma Miss Bomba  Atomica.  Secondo” e qui lo prese per la gola “Qualcuno si e’ scoradato che a noi servono dei genitori!”
“A’ Robe’, certo che sei proprio schizzinosa, eh? Prima vuoi andare a scuola, poi dei  genitori. Tra un po’ vorrai  anche  il diritto sulla salute!”
“Idiota, non dire queste cose di fronte a Bummino, gli manderai il messaggio sbagliato! Comunque, in questa scuola i genitori devono firmare un pezzo di carta per approvare a venire da ogni professore a vedere come i/il/la figli/o/a procedono durante l’ anno.”

Gia’, peccato che i nostri genitori sono morti.
 
Gabriele incomincio’ a sfregrasi con piu’ forza a questa scritta dell’ amica.
“Ma valli a trova’ dei genitori adatti alle noste esigenze a Firenze.” sospiro’ il Veliterno, indicando la citta’ dove stava sfreciando in quel momento la limousine.
“Ehi! Guardate la’!” disse Roberta indicamdo una bionda tettona con  un  abbigliamento poco consono alla fredda stagione e ad un pover uomo vestito di stracci che offriva da bere da una bottiglia verde scheggiata alla compagna. Dovevano avere proprio freddo, perche’ si stavano abbracciando con grande convinzione.
“Ehi! Voi due! Volete essere il nostro Papa’ e la nostra Mamma?” disse Roberta affacciandosi da un finestrino.
“Mmmmmmmmmmmmmmmh? Tesora, cioe’, stai a parlare con MEEE???!!!”
“Burp.”
“Si’, infatti. Andiamo ad Azzecca Specchio. Saltate su oppure cerchiamo qualcun altro?”
“Scusaci un attimo, Tesora..... Amoro, c’ e’ na tizia in limousine che dece de andare con loro ad Azzecca Specchio. A-Z-Z-E-C-C-A   S-P-E-C-C-H-I-O, te rendi conto!”
“Burp! E che sarebbe mai?”
“Ma non dire sciocchezze, Dolcezzo. E’ chiaro che non sappia dove sia. Ma DEVE essere un bel posto, se ce vanno quelli con la limousine. Amoro...”
“Burp... si’?”
“Ci andiamo?”
“Burp... vabbe’, si dai!”
“VENIAMO  SUBITISSIMISSIMISSIMISSIMISSIMISSIMISSIMISSIMISSIMISSIMISSIMO, ma dovrete fare spazio per le mie cose. Sono indispenziabili per il mio lavoro e le porto semprissimissimissimo con me.”
“Vuoi dire che hai tanti bagagli?”
“Diciamo che ho molta carrozzeria, Amora.”
“Ehi! Voi della limousine c’ avete lo champagne?”


 
“Beatrice Estavite?”
“PRESENTE!”
“Bum Bum Vecca’chetePisto?”
E, per la prima volta, nessuno rispose.
“Bum Bum Vecca’chetePisto???”
“Zignora! Io kredere ke pikkolo marmocchio ezere azente, tu non trovare, Zefiro?”
“Ja! Ja!”
“Non dire zempre stesse cose, Zefiro!”
“Ja! Ja!”
“Uh, mein Gott! Laziamo stare!”
“Temo che lei abbia ragione, care la mia Vinaigrette. Dovremo contare il picolo come assente e-“
 
CRASH!
 
“OHMIODIOOOO!”
“WAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”
“MEEEEEEEEEEEEEEEEEIIIIIIIIIIIIN GOOOOOOOOOTTTT!”
“Jaaaaaaaaa! Jaaaaaaaaaaaa!”
“Preside! Preside! La piu’ bella e costosa limousine che io abbia mai visto ha sfracellato il muro della scuola!”
“Si’, lo so, Esterina!
“LA SCUOLA E’ COSTRUITA SU DI UN VECCHISSIMO CASTELLO MEDIEVALE! TUTTO E’ ANDATO PERDUTO!!Dove andremo?! Che cosa faremo?!”

“Francamente, Esterina, me ne infischio.”
“......Ooooooooh!”
“Ora guarda cosa fa e come agisce una preside.”
Con questo Franca acchiappo’ una bidella, le urlo’ in faccia di mantenere la calma e di ordinare alle sue compagne di pulire quel inconveniente disordine. Poi, impugnando il microfono, abbaio’ alla folla di rimettersi esattamente come erano prima. Scioccati, genitori, alunni e professori obbedirono. Franca, intanto, si avvio’ decisa verso la limousine, da cui stavano uscendo delle persone.
E allora Franca li vide.
Li riconobbe immediatamente.
La voce che proveniva dalla cornetta che aveva terrorizzato la sua amica Arianna.
Il tono depresso del ragazzo che rifletteva alla perfezione lo stile della lettere che aveva letto un anno fa.
Il nome di quel bambino che si abbinava a quella candelina che lei non aveva mai avuto il coraggio di accendere.
La bambola che stringeva la ragazzina assomigliava fin troppo alla bambola che aveva trovato fatta a pezzi nella scatola di lacca rossa insieme a degli scarafaggi mutilati.
E quella era la ragazza del video cucina-postino....
Erano i MEREH.
Accompagnati da un ubriacone e da una prostituta che non aveva mai visto prima.
“C-chi siete voi?”
“MmmmmmmmmmmmmmmH?! Amora, io sono Judy CigliaRosa, Buffy per gli amici e clienti.”
“Burp! Io invece sono Giorgio, per le strade conosciuto come... Burp!... Il Vangelo della Birra.”
“Ehrm... e cosa ci fate qui?”
“Amora, noi facciamo finta di essere..... cioe’, SIAMO i genitori di questi qua.”
“EHI!” e tutti si voltarono verso la cannibale “Ma sai, preside, che hai una faccia familiare? Aspetta un attimo...”
E, cosi’ dicendo, tiro’ fuori dalla tasca dei jeans un volantino leggermente ingiallito ai bordi, lo fisso’ e poi guardo’ la preside a lungo, poi ripete’ entrambe le azioni per cinque volte, poi esclamo:
“MA CERTO! Tu sei Franca MarciaUrto, una della Tate alla Riscossa.”
Gli alri ragazzi la guardarono per un luno minuto silenzioso, poi anche loro esclamarono:
“Ma e’ l’ associazione i quella Camilla Rizzi!”

Roberta, ti ricordi di portare un volantino vecchio di un anno, che avresti dovuto buttare non appena la Rizzi finiva il suo lavoro, e non ti ricordi di prendere il tuo Mitra-Fidanzato?

“Basta parlare di cio’. Mi deprime.”
“Infatti, come dice Gabry, lasciamo stare e andiamo avanti. Mamma Buffy e Papa’ Giorgio, firmate, cosi’ possiamo disfare i bagagli?”
“OK, Amora.”
“Burp.”
“Vi prego aspettate un attimo. Mi servono i vostri nomi.”
“Roberta MitraMente.”
“A che serve dirtelo? E’ solo un’ identita’ datami da una ragazzina quattordienne senza un futuro.”
“DIGLIELO!”
“OK, OK. Gabriele PescaNera.”
“Yo’, bella zi’. Io so’ Nik Vecca’chetePisto! Con me nun c’ hai bisogno del visto!”
“Io sono suo fratello minore, Bum Bum Vecca’chetePisto.”

Io sono Klara Castofiore. Insieme siamo...

“I MEREH!”
“Ed  io sono Franca MarciaUrto. Benvenuti nella mia Scuola, ma vi avverto” si chino’ minacciosamete su di Nik “Io saro’ molto piu’ dura da battere di Camilla Rizzi.”
E, con questo, riprese a fare il suo appello.
 
 


Angolo dell’ Autrice:
Buongiorno! La neve cade! Il Po straripa! Muoiono persone dappertutto! Che bello il mondo in cui viviamo! A parte gli scherzi, scusatemi ancora per il tremendo ritardo!!! Ho avuto veramente molto da fare. E scusate anche i numerosi errori, ma il mio computer a ora officialmente sei, dico sei anni.
Vi ringrazio per i commenti, per la vostra infruttifera fede e per le csjdyyule.
Che c’ e’? Avevo voglia di scrivere “csjdyyule”, anche se non vuol dire nulla. e’ forse un reato? Ve lo consiglio, e’ un’ ottima terapia contro lo stress, digitare la parola “csjdyyule”. Csjdyyule, csjdyyule, csjdyyule!
   
 
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