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Autore: lord Martiya    01/12/2005    1 recensioni
folle cross over fra Saint Seiya, Yu Yu Hakusho e Sailor Moon
Genere: Avventura, Dark, Fantasy, Guerra, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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Rieccomi a voi, cari lettori. Dite la verità, dopo aver letto il primo capitolo pensavate che la fanfic fosse dedicata solo a Saint Seiya, vero? Vi ricrederete, il tempo di leggere questo capitolo e vi ricrederete. Buona lettura!
by lord Martiya
P.S.: Capricornus Shura=Capricorn del Capricorno; Sagitta Maya=Maya della Freccia.



CHAPTER 02: COLORO CHE CUSTODISCONO LE SURPLICI



Quello che sembrava un ragazzo diciassettenne piuttosto basso e con un vestito d'altri tempi (indossava, oltre ad un paio di pantaloni neri in 'stile ninja', una tunica nera lunga circa fino al ginocchio con un foulard bianco ed una fascia bianca sulla fronte) aveva appena lasciato, correndo a velocità impensabili, un tempio buddista disperso fra le montagne del Kanto, diretto verso il mare e verso il completamento del suo incarico: era stato assunto da un rappresentante del Santuario per avvertire una persona dell'incarico che si era assunta, ma non era arrivato in tempo al tempio, e aveva dovuto utilizzare quello che veniva chiamato jagan, occhio malvagio, un innesto a forma d'occhio che aveva in fronte e che dava alcuni poteri a seconda del modello (quello di Hiei era un modello da ricerca e autodifesa, in grado di individuare chiunque in quasi ogni luogo, di vedere entro fortezze immensamente protette e di dare a colui che lo possedeva discreti poteri telecinetici), per rintracciarlo. Certo che Yusuke Urameshi poteva anche evitare di andare al mare con gli amici il giorno dopo la morte della sua maestra di arti marziali e dopo una nottataccia terrificante come quella che avevano appena passato nell'Aldilà (per fortuna non nell'Inferno), ma, conoscendo lui e gli altri, avrebbe dovuto aspettarselo: i ragazzi riuscivano ancora ad essere spensierati, nonostante tutto, ma loro non erano come lui. Non erano nati nel Makai (Mondo Demoniaco) come yookai (letteralmente 'spettri', sono esseri di diverse razze e aspetti molto simili per natura ai demoni) e coinvolti fin dal terzo giorno di vita nelle terribili guerre, cessate da appena sei mesi, del Makai, non erano nati con la consapevolezza di aver ucciso la propria madre semplicemente venendo concepiti, non erano stati gettati in un burrone appena nati semplicemente perché nati maschio e ibrido con un essere umano fra gli yookai koorime, non erano stati costretti, per sopravvivere, a mettere in bella mostra la preziosissima pietra Hirui (una perla nata dalle lacrime delle koorime; quelle nate dalle lacrime di parto sono particolarmente preziose e portate come portafortuna dal figlio che le aveva fatte generare nascendo) che era l'unico ricordo della propria madre per attirare predoni di altre specie yookai da uccidere e mangiare, non era stati costretti, una volta acquisita una certa forza e calmata la propria rabbia verso tutto e tutti, a rinunciare ad essa per farsi impiantare, in un'operazione dolorosissima che gli aveva lasciato alcuni capelli bianchi, un jagan per ritrovare l'unico ricordo della madre e la propria, innocente, sorella gemella, fuggita dalle altre koorime perché disgustata dal trattamento che loro avevano riservato a lui e poi rapita da yookai schiavisti che l'avevano venduta ad un gioielliere umano, non erano entrati in contatto con ogni forma di male, non avevano visto ciò che lui aveva visto: non erano Hiei. Kurama in parte poteva capirlo, visto che era la reincarnazione di uno yoko (yookai con sembianze di essere umano dotato di coda e orecchie di volpe o di volpe a nove code, possiede le capacità di evocare e manovrare le piante del Makai, di manovrare le piante del mondo umano e di trasformarsi in ciò che voleva, seppur restando a forza dimezzata mentre era trasformato) ladro che, per salvarsi dagli inviati di Enma, era stato costretto a reincarnarsi come essere umano, ma non del tutto: lui non aveva assistito a ciò cui aveva assistito lui. Era arrivato rapidamente vicino al luogo dove si trovava la combriccola, ma era meglio non farsi vedere, per ora: Botan era presente, e, benché si fidasse di quella ragazza nata nella stirpe degli angeli e nonostante Enma fosse stato deposto, non si fidava a lasciare che informazioni sul suo incarico arrivasserò nell'Aldilà, col rischio che le riferisse a Koenma, il nuovo e più benevolo sovrano dell'Aldilà, e questi se le lasciasse sfuggire con la persona sbagliata, non dopo che la sera prima aveva rischiato di saltare per aria insieme a mezzo Aldilà a causa di un gruppo di fedeli di Enma. E a proposito di rischiare di saltare per aria... Se quello che gli stava puntando addosso una specie di bazooka illudendosi che non lo avesse notato non era un fathe quell'assassino era davvero un idiota a pensare che un normale lanciarazzi potesse farlo fuori: lui non era quella specie di demone chiamato 'il Giudicatore' partorito dalla mente di Joss Wendyqualcosa, l'autore di quel vecchio telefilm chiamato Buffy the Vampire Slayer (splendida puntata, quella: un demone che non poteva essere ucciso da arma forgiata e che uccideva gli umani con un tocco, apparentemente invincibile... Fatto fuori con un bazooka! Be, non era certo un'arma forgiata, un razzo ripieno di tritolo o peggio). Bene: avevano lanciato. Tre... Due... Uno... Preso e girato... Tre... Due... Uno... A giudicare dall'assenza di un qualsiasi botto l'assassino era un fathe, altrimenti il razzo ne avrebbe fatto uno grosso. Bene, Botan era andata, poteva farsi notare. Come previsto, Kurama si era accorto del razzo ed era in allerta, ma, per una volta, non si era accorto di lui. Era già la seconda volta che succedeva, ma la prima volta era distratto. Evidentemente l'aver acquisito il pieno controllo del jagan gli aveva dato un altro trucco oltre alla capacità di utilizzare sempre tutta la sua forza senza ricorrere a quell'orribile trasformazione da Hulk superocchiuto. Bè, in fondo Kurama non l'avrebbe mai percepito se non fosse stato per l'energia emanata dal suo jagan, quindi ora che riusciva a farlo scomparire, bloccandone le emissioni, non poteva essere individuato se non voleva. Quasi quasi...
_ Cosa stai cercando? _ gli chiese, dopo essersi teletrasportato alle sue spalle e rischiando di beccarsi un colpo dalla sua frusta (o meglio da una rosa rossa che Kurama, grazie a qualche lezione di arti marziali, sapeva trasformare in frusta (tecnica Rose Whip), trucco, quello di trasformare una pianta in arma, che gli riusciva con ogni genere di pianta del mondo umano).
_ Hiei! _ urlò Kurama, riconosciutolo e riprendendo il suo aspetto umano di ragazzo diciannovenne con lunghi capelli rossi. _ Mi hai fatto prendere un colpo...
_ Il razzo per poco non lo faceva prendere a me.
_ Che razzo? _ chiese Kazuma Kuwabara, un loro amico (a dire la verità, lui e Hiei non erano esattamente amici...).
_ Hai la patente?
_ No...
_ Allora togliti di mezzo, faccia spiaccicata: non puoi essere di nessuna utilità, a fermare gli Spectre...
_ Chi?! _ urlò Kurama.
_ E' uno scherzo, vero? _ chiese Yusuke: evidentemente la maestra Genkai gli aveva spiegato qualcosa.
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_ Dove cavolo può essere finito Ebdera? _ si chiese Shura, Sacro Guerriero d'Oro del Capricorno.
Lui e Sagitta Maya erano appena arrivati al tempio dove erano custodite le Surplici, ma non c'era traccia del Silver Saint di Orione, arrivato prima di loro. In compenso si sentiva una splendida musica di violino nell'aria... Una musica da Spectre. Iniziava a pentirsi di essersi separato da Maya per cercare Ebdera: insieme avrebbero potuto resistere meglio. Ormai, però, si erano separati, e non gli restava che attendere l'arrivo di Shaka.
_ HUNTING ARROW EXPRESS!
La musica di violino cessò di colpo, ma, dopo una terribile emanazione cosmica, riprese e iniziò a farsi più vicina: Maya doveva aver trovato qualcosa che sarebbe stato meglio non avesse trovato.
  
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