Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: __Di    08/12/2010    7 recensioni
Fu come se per un momento tutto ciò che stava succedendo fosse stato cancellato, come se sotto di lui non ci fosse più il pavimento, come se le pareti girassero lì. I suoi pensieri cominciarono a rimbombargli in testa e all’improvviso si fermarono di colpo, per poi ricominciare a girare, un’altra volta, senza avere un senso compiuto o una logica. E si ritrovò a sfiorare appena quelle labbra con le sue, senza nemmeno rendersene conto.
Si staccò da Kurogane con una lievissima tachicardia e con il volto in fiamme, coprendosi la bocca con le dita e quasi non si accorse che quegli occhi vermigli lo stavano scrutando.
«Cos'era quello?» biascicò una voce assonnata e stupefatta.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Cinque-Te Vel Te Snel
















Le dita d’acciaio di Kurogane si serrarono all’improvviso, stringendo con forza la mano -ormai sull’orlo della rottura- di Fay, poi liberandole con un gemito leggerissimo.
Aveva fatto così nelle ultime ore, in preda a un qualche incubo dato dal dolore, ipoteticamente. Stringeva le ventisette ossicine e le rilasciava come se sapesse, nel sonno, che la mano del mago stava per staccarsi dal polso.
Fay però non cercò mai di spostarsi, restava lì, immobile, lasciava che quel grosso pugno di latta si stringesse con più forza al suo palmo, forse non sentiva nulla. Plausibilmente, nulla l’avrebbe scosso fuorché la voce del giapponese che biascicava un qualche insulto.
Si torturava il labbro inferiore coi denti mentre inalava a fondo, aveva lo sguardo vitreo e fisso, rivolto nel vuoto, come a cercare qualcosa senza neppure trovarla.
Ricordava i momenti passati tranquillamente, tra le sue risate e gli attacchi d’ira di Kurogane e cominciava già a rimpiangerli, come se quello non fosse ancora lì seduto.
Qualcosa dentro il mago s’era spezzato, era esploso un cuscinetto di qualcosa, probabilmente rabbia repressa, che ora lo convinceva che tutto ciò che era o sarebbe accaduto non era altro che colpa sua.
Non pensava ad altro, non riusciva nemmeno a pianificare un minimo di progetto per l’immediato futuro si fermava poco oltre l’idea di portarlo a Nihon. Ma anche solo l’idea di lasciarlo lì, così, nel suo Giappone, gli sembrava come un colpo sferrato violentemente al cuore, e gli saliva un senso di nausea che aumentava tanto quanto aumentavano le sue pulsazioni. Poi il respiro gli si fece sempre più smorzato in gola, il diaframma restò immobile senza permettergli di contrarre i polmoni.
Avrebbe gridato molto volentieri, avrebbe voluto piangere, disperarsi e arrabbiarsi con qualunque cosa gli potesse capitare a tiro. Gli occhi ora non erano più vitrei, scrutavano in giro all’erta, come se di lì a poco dovesse arrivare una qualche illuminazione dal cielo.
Stavolta, quando la mano di Kurogane si strinse di più alla sua, si voltò nella direzione del moro, e si coprì il volto con la mano libera, come se si vergognasse di sé, come se il ninja lo giudicasse in qualche modo.
Che pazzo che era, rivolse a sé stesso un mezzo sorrisetto trasognato, mentre il suo respiro tornava alla normalità pensava che l’unica cosa che l’avrebbe fatto sentire meglio sarebbe stato l’assecondare il suo insano desiderio di vendetta.
Vendetta.
Aveva accantonato qualunque altra cosa ora, tutte le speranze stavano già morendo sul nascere e ora pensava solo a un modo per non annegare nella sua tristezza.
Quando si voltò nuovamente verso Kurogane, però, provò un certo sollievo. Era ancora vivo, ancora per un po’.

Un po’, già.
La correzione che Fay aveva fatto riguardo al vivere più a lungo, Kurogane non l’aveva nemmeno lontanamente presa in considerazione, avrebbe avuto solo più tempo per abituarsi all’idea di morire in una maniera decisamente barbara, però in fondo in fondo, checché ne dicesse, si fidava del mago, non solo per le parole che gli aveva detto, ma per qualcos’altro che non era né il luogo né il momento di indagare.
Però la correzione che gli aveva fatto notare, ora gli risuonava lentamente nelle orecchie.
Uno spasmo lo scosse, qualcosa gli si attorcigliò nello stomaco e gli strappò il fiato. Aprì gli occhi e si guardò intorno spaesato. C’era il biondino , seduto che se lo guardava.
Non cercò di dire nulla, cercò di prendere aria, ma questa gli bruciava nelle narici e in gola, gli venne da tossire.
Fay gli alzò la testa con la mano libera, il ché l’aiutò ad inalare a fondo. «Già sveglio, Kurogane?» gli sussurrò. «Che dici se ti metto un altro cuscino sotto la testa?».
Il moro scosse piano la testa e strinse forte forte le palpebre. Un tremore lo scosse e gli rivoltò da capo a fondo lo stomaco. Lasciò la mano al mago e si coprì la bocca col palmo di metallo. Il suo respiro riprese a spezzarsi.
Nuovamente Fay gli sollevò il capo, ma stavolta servì a poco. Kurogane prese a tossire, come se qualcosa gli bruciasse in corpo e non gli permettesse di ventilare.
In effetti era così, o almeno così a lui sembrava. Ogni globulo rosso che stava attraversando il dotto toracico era come incandescente e anche le particelle d’ossigeno che entrava nei polmoni e d’anidride carbonica che attraversava i vasi sanguigni sembravano bollire. Inoltre le vene, le arterie e i linfonodi erano diventati gonfi e pulsavano violentemente.
Appena il mago si accorse che il suo compagno boccheggiava, fu colto dal panico ma non glielo diede a vedere. Gli sollevò di più la testa con entrambe le mani, il che lo aiutò a respirare più facilmente.
La crisi passò inaspettatamente presto, e Fay gli sistemò nuovamente la testa sul cuscino, senza dire niente. Era allarmato, anzi più che altro spaventato. Continuava a ripetersi che non poteva succedere in quel momento era troppo, troppo presto.

«Qui fa... Ta-tanto caldo... per te.» annaspò Kurogane di punto in bianco, senza un vero motivo apparente.
«Ovunque fa caldo per me.» replicò l’idiota sorridendo.
Il moro mugugnò. «Per... Per questo... non dormi?».
«Non riuscirei comunque a dormire, meglio stare un po‘ con te, no?» continuò a dire. «Hai sete?».
L’altro annuì stancamente. La gola in effetti gli raschiava parecchio, parlare gli costava fatica ma non poteva stare zitto, quello lì, l’idiota, se l’avesse visto demoralizzarsi o soffrire si sarebbe defenestrato all’istante molto probabilmente. E quindi se lo guardava con muta desolazione, parlandogli ogni tanto di cose stupide, magari l’avrebbe fatto un po’ svagare e in fondo si sarebbe dimenticato un po’ del dolore. Per lui era seriamente difficile sopportare il vedere quell'idiota così triste, vedere chiaramente il suo cuore già spezzato da anni, sanguinare a quel modo attraverso gli occhi così chiari, lo faceva sentire peggio di quanto non credesse possibile.
«Dovresti... Dovresti... Devi andare... A riposare.» scandì fiaccamente quella specie di ordine socchiudendo gli occhi dopo aver preso una sorsata breve d’acqua.
Il biondo stiracchiò un sorrisetto stentato. «Sta' pure tranquillo, Kurogane, sto bene».
«Quando... la-la smetterai?» biascicò.
«Di fare cosa Kuro-Kurogane?» tentennò.
«Di fare... Così.» replicò. «Io... Vattene per favore».
E poi lasciare il mio adorato Kuro-tan da solo? avrebbe detto il Fay di qualche giorno prima, quasi Kurogane sperò che dicesse così. «No. Voglio restare qui con te».
«Perché?» uscì come un gemito ma in realtà era una domanda.
Il biondo scosse il capo e strinse le palpebre prima di parlare. «Perché ti lascerò a Nihon a soffrire quando andrò a cercare la cura per te, per cui adesso almeno voglio stare con te. E poi tu mi hai tenuto in vita, questo è il minimo che posso fare!».
Fu quello l'esatto momento in cui qualcosa si logorò definitivamente nel petto di Kurogane e no, stavolta più che dolore era davvero rabbia. «Vuoi ripagarmi per quello che ho fatto?» riuscì a dire (più che dire, ringhiare), pensava che tra il dolore e la rabbia sarebbe stato in grado di bofonchiare solo una mezza frase sconnessa. «Tu... Sei... Solamente... Un grandissimo... Idiota.» ventilò tra una parola e l'altra.
«Scusami. Non volevo farti inalberare.» mugugnò Fay abbassando lo sguardo. «Stavolta però facciamo a modo mio.» sussurrò.
«Che c'entra?» ringhiò, cercando invano di raggiungere Ginryu con la mano. «Smettila! Devi capire che io l'ho fatto perché...» le parole gli morirono in bocca, il biondino l'aveva zittito poggiandogli una mano sul petto.
«Non agitarti, dai.» sibilò. «A che pro dovrei perdere tempo a provare dormire, se comunque non ci riuscirei?! A questo punto sto qui con te, almeno ti sto un po' accanto.» sorrise.
«Allora io voglio che tu mi lasci a Nihon.» minacciò il giapponese, ma il suo tono risentì parecchio della stanchezza e del dolore.
«Certo che ti porto a Nihon.» annuì il mago.
«No. Mi ci lasci a morire.» scandì bene ogni singola lettera.
«Ti ho promesso che ti avrei curato e ti curerò.» replicò con una strana smorfia interrogativa.
«Allora riposati un po'. Tanto lo so che non dormirai durante il tuo viaggio. Come se non ti conoscessi io.» Kurogane ebbe la forza di replicare fino a quel punto.
«Ti stai preoccupando per me? Deve essere uno degli effetti del veleno!» ridacchiò il biondo nervosamente. «Devo trovare una cura il prima possibile ne va della tua credibilità!».
La mano di metallo del moro si arrampicò fino al bavero della casacca dell'idiota. «Ti chiedo di fare questo.» sibilò. «Riposati per favore».
Quella cosa ferì Fay al centro del cuore trapassando il ventricolo destro e arrivando fino al sinistro. «Kurogane hai fame?» cercò di cambiare discorso, ma il colpo era stato davvero devastante.
Il moro voltò il capo e sprofondò la guancia sul cuscino. «Quando esci chiudi la porta».
«Tu non hai capito, Kurogane, io non vado da nessuna parte.» replicò il mago.
«Io con gli idioti come te non ci parlo.» ringhiò di nuovo. «E non li voglio nemmeno intorno».
L’idiota non batté ciglio, si alzò semplicemente e lo coprì accuratamente. «Guarda che se pensi di mandarmi via così, ti sbagli di grosso. Sono pedante, io!».
«Per favore.» ripeté stringendo di più le palpebre.
Il biondo restò in piedi, lì accanto. «Tu non capisci...» proferì a mezza bocca, pentendosi praticamente subito di quello che aveva appena detto.
«Ah... Cosa non capisco?» sbuffò Kurogane. A forza di parlare con quello lì gli sarebbe venuto pure il mal di testa.
Quello che Fay voleva dirgli restò annodato alle sue corde vocali, scrollò le spalle nervosamente. «Niente. Ti lascio dormire».
Quando il ninja si costrinse ad aprire gli occhi vide chiaramente la porta chiudersi alle spalle del mago.
Restò a guardare la porta per un po’, sicuramente quell’idiota lì sarebbe tornato, ma qualcosa lo costrinse a distogliere lo sguardo. Qualcosa gli premeva sul petto, come se un gigantesco ippopotamo avesse deciso di sedersi sul suo sterno. Nulla di simile al dolore provato fino and allora, era qualcosa di stupidamente pungente che gli si attorcigliava nello stomaco e gli faceva anche piuttosto male al cuore.
Cercò di ignorarlo il più possibile, come aveva fatto fino ad allora per tutti i dolorini simili, e anche per quanto riguardava gli effetti del veleno. In quei casi, si mordeva la lingua a sangue per non gridare, nascondeva la faccia nel cuscino e stava lì in silenzio, ma stavolta no era solo una specie di brontolio che ogni tanto gli gorgogliava nel torace.

Fay restò con la schiena poggiata contro la porta che aveva appena richiuso alle sue spalle per dieci, quindici minuti, si guardava i la punta delle scarpe cercando di trovare la forza di allontanarsi da quella maledetta porta, ma con scarso, scarsissimo successo.
Certo, non è che preferisse stare lì dentro con una versione moribonda e scontrosa di Kurogane, a crogiolarsi nel suo magico mondo di tristezza e lutti vari, ma, a modo suo, pur non valutando il fatto che non riuscisse neppure a rivolgergli un vero e proprio sorriso falso dei suoi, voleva stare lì. Pensava, credeva, anzi ne aveva la certezza matematica: in quel modo strano, avrebbe tenuto Kurogane ancora un po’ di più con sé.
Certo, il passo falso del “Tu non capisci”, poteva anche allegramente evitarselo. Soprattutto perché era davvero sul filo del rasoio, presto o tardi sarebbe precipitato da una o dall’altra parte e avrebbe finito con l’impelagarsi in una qualche pozzanghera di sentimenti e rimpianti, parole dette e non dette che l’avrebbero fatto affondare lentamente come in un pantano di sabbie mobili. E visto che —diciamolo pure chiaramente— Fay non è che sia mai stato un tipo marcatamente impavido, le sabbie mobili, come gli strafalcioni, li evitava come un celiaco evita il glutine.
Però la voglia di entrare e tornare a sentire quella voce, la voglia di parlargli ancora e dargli un po’ di sostegno, era davvero troppo forte. In più si aggiungeva la totale assenza di un piano d’azione, di idee per un futuro che —sì, insomma non c’è mica bisogno di dirlo— era davvero preferibile condividere con lui, gli rendeva la vita più complicata.
Quando sentì che qualcuno si stava avvicinando cercò un modo per nascondersi, voleva semplicemente evitare di parlare con chiunque, cercò quindi di farsi piccolo piccolo in un angolo accanto ai cardini della porta, ma, a parte il peso inconsistente del suo corpo, era comunque ben visibile.
Fece finta di non accorgersi affatto di Sakura che sopraggiungeva, era troppo impegnato nell’ignorarla che pure quando lei cominciò a parlargli.
«Che fai, Fay-san? Non ti riposi per niente?» domandò Sakura restando a qualche passo da lui.
Il biondo seguitò ad ignorare la ragazzina senza mezzi termini, doveva farlo, non poteva mica crollare. Non s’era ancora messo a piangere e il desiderio di farlo era impellente, premeva con la sua enorme mole sui suoi occhi e gli pungeva addirittura il naso e lo costringeva a mordersi il labbro per non pensarci.
«Fay-san?» ripeté pedante.
A quel punto i suoi occhi azzurri incontrarono quelli della principessa in una strana mistura di ira contro se stesso e contro il resto del mondo, unita ad un pizzico di stanchezza e a una bella spruzzata di angoscia —che non ci sta mai male—.
«Non vuoi riposare un po‘?» continuò a dire lei restando con la spalla poggiata contro lo stipite della porta.
«Non ho sonno.» rispose accennando un sorrisetto di quelli falsi che però non gli riuscì tanto bene. «Non preoccuparti per me Sakura-chan... Sto bene».
«Almeno hai mangiato qualcosa?» fece ancora.
Uno spasmo al ventre lo fece tremare per un istante. «No, non ho appetito». Più che non avere appetito, se avesse ingerito qualcosa, che fosse solida o liquida sicuramente ne avrebbe risentito all’istante.
A quel punto, Sakura gli poggiò una mano sulla spalla e restò in silenzio per un po’ a cercare le parole giuste, senza ovviamente trovarle. «Fay-san, so che tu vuoi molto bene a Kurogane-san... Ma...».
Lo sguardo del mago la fece fermare ancor prima di esporre il suo pensiero.
«Senti, io sono sicura che tu riuscirai ad aiutarlo, per questo converrebbe andare a riposare un po’. Non lo aiuti certo stando qui, a lui mica piace vederti soffrire così tanto. Siamo in tanti qui, potremmo fare dei turni per stare con lui.» continuò a dire.
«Sakura.» sibilò lui con un tono a dir poco gelido, senza badare un minimo alle sue parole. «Gradirei davvero restare qui, al suo fianco».
La principessa ritrasse la mano con una strana smorfia ottusa ad abbuiarle il volto. «Scusami, Fay-san...».
Il biondo scosse il capo e per un momento il suo cervello bacato, da idiota avrebbe precisato Kurogane, rielaborò le parole della mocciosa sotto un’altra ottica: il ninja si era comportato così perché lui era in uno stato più pietoso di quanto non credesse —insomma come se un treno lo avesse acciaccato durante la corsa—. «Perdonami, Sakura-chan... Non so che mi sia preso, non volevo risponderti male.» sospirò riprendendo a torturarsi il labbro coi denti.
«Non preoccuparti, credo sia del tutto normale. In fondo tu tieni davvero molto a lui.» sorrise lei. «Che cosa pensi di fare?».
«Lui vuole tornare a Nihon e io ce lo porterò.» rispose. «E cercherò un modo per salvarlo».
«Promettimi che farai attenzione, Fay-san...» sussurrò Sakura pensierosa.
Le labbra di Fay si curvarono in un mezzo sorrisetto furbo. «Ho troppe promesse da mantenere, Sakura-chan e poi lo sai che non sono un tipo molto attento io».
«Mh...» mugugnò di nuovo la principessa.
«Che ne dici di portare qualcosa da mangiare a Kuro-sama?» le sorrise. «Shaoran ti ha dato i regali che ha preso nei vari paesi che abbiamo visitato? Spero non si siano rotti durante il viaggio... Abbiamo avuto la vita un po‘ complicata in quest‘ultimo periodo.» continuò a dire cominciando a camminare lungo il corridoio.
Sakura si ammutolì all’improvviso. «Fay-san, io sono sicura che riuscirai a curare Kurogane. Per cui, credo che una volta che anche tu ti sarai riposato anche solo un po‘, dovreste partire».
«Non preoccuparti, Sakura-chan! Ce la caveremo benissimo!» sorrise ancora. «Piuttosto devo trovare un modo per non lasciare Shaoran da solo!».
«A quello ci ho pensato già io!» fece Mokona zompettando fisicamente sulla spalla della principessa e accovacciandosi comodamente lì, era decisamente apparsa dal nulla.

La vita deve andare avanti. questo si ripeteva Kurogane e se lo imponeva come un imperativo categorico. Doveva viverla bene, certe cose non fanno altro che fortificare, in fondo o no?
Bisognava essere sereni, affrontare la vita —o la morte— con piede sicuro e cuore fermo, perché la verità, come  la perfezione del resto, si trova sempre nel mezzo.
Quando si accorse che però i suoi ragionamenti cominciavano ad essere fin troppo filosofici capì che era ora di dormire ancora un po'.
Sarebbe stato male, era inutile mentire o fantasticare. L'aveva inteso soprattutto nelle ultime ore, tra gli incubi che l'avevano fatto sudare e il dolore che aveva contorto ogni sua cellula fino ad ora erano più che esplicativi di quello che avrebbe dovuto sopportare nei prossimi giorni.
Ma, più di ogni cosa, sapeva che avrebbe dovuto tenere un alto profilo, non tanto per sé, poco gli importava di sembrare un debole —in effetti era anche abbastanza normale, stava morendo— ma doveva farlo per chi gli stava intorno, soprattutto per un tizio piuttosto idiota che era difficile vder sorridere per davvero ultimamente.
Ai ninja insegnano tante cose. riprese a rimuginare, mentre continuava a sperare che quella porta si spalancasse e arrivasse chiunque a evitargli di pensare così tanto. Peccato che non mi sono mai applicato granché a trovare un buon modo per morire, dignitosamente, magari. Anche perché, normalmente, i ninja muoiono relativamente bene, in battaglia, com'è giusto che sia. Come ha fatto mio padre, proteggendo la sua gente e le persone a cui teneva di più. Ma in effetti anche questo non è un modo così malvagio per...
La porta si aprì interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
«Kuro-baubau ti ho portato la pappa!» cinguettò Fay con un sorriso che aveva tutta l'aria di essere falso.
«Non sono un cane!» scandì il moro, piuttosto contento del "ritorno alle origini" del cretino.
Il mago non disse niente durante il tragitto di sgambettio dalla porta al letto. Ad ogni passo la sua faccia si contraeva in una smorfia sempre più cupa. «Pensavo che bisognerà imboccarti... Me lo permetti, Kurogane?» gli domandò una volta raggiunto il letto.
«Me lo stai domandando?» fece notando con un lieve rigurgito di amarezza che aveva ripreso a chiamarlo come prima.
«Sì. Ne va della tua dignità, no?» sorrise il biondo.
«Senti...» cominciò a dire, ma si interruppe. «Fa' un po' come vuoi!».
A quel punto Fay poggiò il vassoio su una specie di comodino accanto al letto. Sollevò Kurogane e si sedette alle sue spalle, facendogli poggiare la schiena contro il suo petto.
«Cosa diavolo stai...?» ringhiò il ninja.
«Sta' calmo, Kurogane... Per non strozzarti hai bisogno di stare con la schiena un po' rialzata...» replicò. «Sfortunatamente questo letto ha la spalliera troppo bassa... Facciamo in fretta, così ti evito tutto questo imbarazzo.» continuò a dire.
Il moro sbuffò. «Cerca di non sporcarmi tutto!».
«Ci proverò.» ridacchiò Fay recuperando una scodella piena, anzi stracolma osservò agghiacciato il ninja, di quella che sembrava a tutti gli effetti purea di piselli, o peggio di sedano! «Non l'ho cucinata io...» bofonchiò il biondo rassicurandolo a modo suo.
«Ha lo stesso colore del wasabi...» bofonchiò piuttosto inorridito.
«Che sarebbe...» mugugnò come a incitarlo a continuare.
«Una specie di salsa che usiamo in Giappone. Ed è molto piccante.» continuò.
«Dai apri la bocca...» sorrise il mago.
In quella posizione, col capo di Kurogane poggiato sulla spalla, per una volta si sentì dove doveva essere, fondamentalmente quello, malgrado tutto, era un abbraccio e per una volta morte, dolore e simili erano lontani e non era proprio il caso di rovinare l'atmosfera.
E la cosa valeva sia per il mago che per il ninja. 
Il giapponese non l'avrebbe mai ammesso, ma il calore che gli infondeva quell'idiota in certe delle sue assurde dimostrazioni d'affetto era indescrivibile e non avrebbe mai voluto farne a meno... Ma zitti! Non diciamolo a nessuno!
«Com'è?» gli domandò allora Fay, alla quarta cucchiaiata andata a buon fine, alcune infatti avevano scontrato, o il naso o una guancia prima di entrare in bocca, ma il moro non s'era ancora lamentato.
«Fa schifo.» bofonchiò categorico.
L'altro ridacchiò. «Che fai? Borbotti? Preferisci del semolino?».
«Farà schifo anche quello. Non ho molto appetito.» aggiunse.
«Okay, Kurogane...» annuì il mago. «Ma devi tenerti in forze, Yukito dice che anche questo può rallentare il decorso del...» tentennò per un momento.
«Ho capito.» replicò con mansuetudine. «Dammene ancora.» disse anche se il maledetto passato di verdure aveva l'innaturale odore —e sapore— di piede vecchio e gli dava anche un violento bruciore di stomaco.

Quando ebbe mangiato —o meglio ingurgitato— metà di quell'orribile pietanza, lo stomaco del ninja non resse più quella dannata poltiglia e si oppose, muovendo guerra contro il resto del suo organismo. Aveva un dannato brontolio nello stomaco che saliva bollente e gorgogliante nell’esofago e ogni respiro raschiava in gola come se l’aria dovesse scoppiargli in bocca.
«Moko-chan ha avuto un‘ottima idea, sai?» cinguettò Fay, poggiando sul vassoio la scodella. «Hai sete?».
Kurogane si aggrappò a quelle parole come fossero particelle d’ossigeno, si concentrò per non sembrare poi così tanto sconvolto da quel senso di vomito che lo faceva impazzire e non gli permetteva di ventilare.
Il mago pulì accuratamente il volto con un tovagliolo di seta pregiata. «È davvero un ottimo espediente, ti va di sentire?».
Per quanto cercasse di stare in sé, per quanto si avvinghiasse alla voce dell'idiota, il senso di nausea era decisamente più forte di quanto potesse pensare.
«Che ha pensato?» riuscì a biascicare, ignorando il fuoco che gli pervadeva la gola.
«Ha chiesto ai gemelli di partire con lei e Shaoran... È proprio un ottima idea, non pensi?» sorrise. «Tanto Subaru e Kamui dovrebbero continuare a viaggiare, tu staresti tranquillo a Nihon, io cercherei la cura per te... E Shaoran e Mokona non sarebbero soli, no?».
«Mh.» dalla voce del mago, Kurogane poteva ben intendere che era abbastanza convinto di quel piano, anche se lui non era granché entusiasta, bah, forse non gli andava giù di dipendere così tanto da quel cretino lì.
«Solo mh?» mugugnò il biondo ripiegando il fazzoletto. «Un po' più d'entusiasmo proprio no, eh? Non eri tu il più ottimista dei due?».
«È un buon piano.» annuì ben poco convinto, con la voce fiacca.
«Vuoi riposarti un po'? Mi sposto, aspetta...» fece Fay con fare impaziente, cominciando a spostarsi in maniera disorganizzata e abbastanza sconclusionata.
Kurogane gemette piano. «Sto bene così. Resta così, un attimo...» appena si rese conto di quello che aveva appena detto cercò un modo per far suonare la cosa un po’ meno strana soprattutto alle sue orecchie ma prima ancora di riuscire a parlare qualcosa lo fermò.
Sentì quelle braccia esili stringerlo lievemente, il mago era arrivato in suo soccorso. «Stai tanto male, eh?».
«Non ti ho mica chiesto di abbracciarmi... Eri tu che volevi farlo, no?» borbottò e se solo qualcuno con un buon udito fosse stato nelle vicinanze si poteva anche sentire il classico suono delle unghie su un vetro, si stava arrampicando allegramente sugli specchi.
Il biondo ridacchiò. «Stai proprio tanto male».
Il senso di nausea non era sparito, ma era di gran lunga diminuito. Sarà stata la posizione, sarà stato qualcos'altro, magari anche perché quell'orribile sapore di misto di verdure era finalmente svanito. «Scusami per prima.» mormorò poi.
«Per cosa?» sorrise Fay.
Kurogane sbuffò. «Accetta le mie maledette scuse e sta' zitto!» bofonchiò con le guance lievemente imporporate.
Il mago abbassò lo sguardo. «Non voglio le tue scuse, Kurogane. Devi stare molto male».
«Smettila di ripeterlo!» ringhiò, ma tremò quasi subito un gemito.
«Riposati ancora un po' partiremo stasera, che ne dici?» mugugnò.
«Dovresti riposare anche tu...» sussurrò.
La voglia di affondare la mano in quei capelli corvini, di arruffarli e di stringerlo di più a sé quasi spaventò Fay che tentennò un momento prima di rispondere. «Mh, non ho affatto sonno, quindi resterò qui, resto qui finché non ti addormenti».
«Non ho mica bisogno di te per prendere sonno!» brontolò il moro. «E poi non sono stanco!».
«Hai dormito proprio male, invece... Ma comunque hai ragione, non necessiti di me per dormire.» continuò a dire il mago, con un tono strano. «Dai, ti lascio riposare». Fay si mosse lentamente stavolta, per farlo accomodare e quando si alzò cercò di evitare in ogni modo lo sguardo del ninja.
«Cerca di riposare un po'.» mugugnò Kurogane seccamente.
A quel punto il biondo alzò il capo sospirando e lo fissò per un momento. Aveva gli occhi incavati e gonfi, profondamente cerchiati da due occhiaie prominenti, il pallore indicibile che schiariva la pelle olivastra rendendola giallognola quasi e poi le vene del collo si esponevano gonfie e scure, livide.
A quella vista Fay traballò un momento, ma poi riuscì a parlare. «Ngh. Sì, certo».
«Non voglio mica restare intrappolato in un qualche modo del cavolo! Voglio tornarmene a Nihon!» borbottò ancora.
Il mago ostentò una mezza risatina avviandosi verso l‘uscita. «Ho capito, ho capito, me ne vado a dormire».

Fay spinse la porta e la chiuse dolcemente. Si coprì nuovamente il volto con la mano misurando una leggera risata nervosa.
Poi si trascinò a piccoli passi verso la sala  dov'erano Sakura e gli altri.
Mokona si stava letteralmente divorando un mucchio di dolcetti di riso, ma appena lo vide entrare si fermò.
«Fay!» urlicchiò e si catapultò addosso a lui.
«Oh Moko-chan, che mangi di buono?» sorrise.
«Dei dolcetti di riso, pensi che al paparino piacciano?» domandò.
«No, Kurogh... Kuro-sama e tutto quello che c'è di dolce... Nah.» bofonchiò in maniera sconclusionata.
«Quando pensavate di partire?» domandò Subaru mentre si guardava assorto una caraffa piena d'acqua gelida.
«Entro il tramonto, se possibile.» annuì.
Yukito, che si rimirava la pagina di un enorme tomo di incantesimi e strani intrugli alchemici dal nome impronunciabile, alzò lo sguardo. «È possibile partire, certo... Viaggiare da una dimensione all'altra sicuramente lo debiliterà, però se la caverà».
«Magari quel libro mi può anche dire dove posso trovare un antidoto?» fece il biondo restando impalato accanto alla porta.
«Purtroppo no, ma sono stati verificati dei casi in cui l'antidoto ha reso ancora più promettente l'aspettativa di vita del soggetto... Sì insomma, ha allungato la vita di parecchi anni...» annuì il sacerdote mentre cercava una specie di papiro in mezzo a tutte quelle scartoffie che c'erano sul tavolo. «Inoltre ho fatto una copia di quel disegno così potrai mostrarlo nei luoghi che visiterai».
«Molte grazie.» accennò un mezzo sorriso.
«Hai davvero intenzione di fare tutto da solo? Potremmo comunque partire con te...» mugugnò Shaoran tradendo una certa preoccupazione.
«Pensaci, Shaoran-kun,» bofonchiò il mago sfoderando un sorriso decisamente finto. «Tenderò a tornare spesso a Nihon per controllare lo stato in cui si trova... Pertanto...» sospirò.
«Userai tantissima magia, Fay-san! Mokona può aiutarti!» bofonchiò la polpettina.
Il biondo sospirò profondamente. «Non è un problema, in fondo ora non ho smesso di usarla... È diventata ancora più potente...» fece l'occhiolino. «Non preoccupatevi... Inoltre il viaggio di Shaoran dovrà continuare, no? Io lo rallenterei».
«Viaggiare in un posto o in un altro non cambierebbe granché...» gli fece notare il marmocchio.
Sakura gli poggiò una mano sulla spalla. «Temo che abbia deciso, ormai, Shaoran-kun».
Fay gli sorrise. «Lasciami fare in questo modo, soprattutto per Kuro-sama: non credo voglia farsi vedere da un mucchio di gente se sta male...».
«E se anche a te succedesse qualcosa?» bofonchiò Mokona.
Il mago sventolò l'aria con la mano ridacchiando. «Vedrete che non mi accadrà niente e torneremo tutti e due molto presto!» si allungò sul tavolo per recuperare la pergamena che Yukito aveva miracolosamente ritrovato e affidare la polpettina alle cure di Kamui. «Ringrazio entrambi di aver accettato di accompagnare Shaoran e Mokona.» sussurrò.
«Cerca di fare attenzione.» si raccomandò Shaoran.
«Anche voi.» annuì prima di sorridere largamente. «Prima di andare, devo fare un incantesimo per tenerci in contatto.» farfugliò poi tornando serio di botto, agitando il dito davanti al suo naso e, in quel momento, sulla sua mano apparvero quattro piccole sferette di cristallo che poggiò sul tavolo, una la diede a Sakura, una a Shaoran e due le tenne per sé. «Se le agiterete un po' e si illuminano vi permetteranno di comunicare con me. Le vostre,» indicò i due mocciosi. «Faranno una luce rossa se uno dei due la sta usando per parlare con l'altro. Quando io dovrò darvi novità brilleranno in azzurro. Non è un enorme dispendio di energia... Ma usatele con cura.» sorrise.
I due annuirono rimirandosi le piccole sfere incolore.
«Ovviamente se poi Mokona vuole parlare con me, non ci sarà problema... Puoi usare anche tu il tuo potere per contattarmi... di certo quella di Shaoran non dipende solo dal suo potere magico: può usarla chiunque abbia un minimo di potenziale magico.» aggiunse.

Fuori dalla finestra stava già tramontando il sole.
Kurogane se n’era accorto perché le ombre degli oggetti s’erano allungate e s’erano spinte di più contro il muro.
Non aveva preso sonno, ci aveva provato solo per cacciare il dannato mago e costringerlo a riposare, inoltre era difficile dormire, soprattutto perché il senso di nausea era tornato e quell’orribile bruciore di stomaco l’aveva tenuto sveglio graffiandogli in gola. E nemmeno a dire che si poteva rigirare nel letto i dolori erano così forti da non permettergli di cambiare posizione, non gli faceva solo male la spalla, ma tutte le vene del corpo, tutti i singoli globuli rossi, fino a bruciargli i terminali assonici, o almeno lui credeva così.
Però stringeva i denti, digrignandoli e probabilmente sarebbe arrivato a spezzarli se avesse continuato così.
Proprio mentre pensava che presto o tardi sarebbe rimasto senza denti, qualcuno aprì la porta.
«È ora di andare, Kurogane».


















Rieccomi qui gente,
Sono molto molto lieto che comunque non mi abbiate ucciso in questi giorni. A dire la verità volevo mettere un capitolo totalmente inutile tra questo e il precedente solo per farmi odiare un po' di più, ma poi mi sono riveduto, per fortuna xD Comunque mi scuso per l'ennesimo capitolo di intermezzo xD ma non è che fossi così tanto ispirato ultimamente xD quindi è già tanto che sia riuscito a scrivere qualcosa... Comunque avete visto? FINALMENTE mi sono liberato di Shaoran, Mokona (e Sakura) santissimi e sempre provvidenziali Kamui e Subaru, eh?

Direi che passo a commentare le vostre recensioni e poi vi abbandono che è tardino stasera xD!

Ah, prima di tutto, evidentemente non mi sono spiegato adeguatamente xD ci saranno entrambi gli epiloghi (certo, non vi faccio mancare niente io!) volevo semplicemente sapere quale volete che io posti prima? Quello che finisce DECISAMENTE male o quello che finisce PIUTTOSTO bene?

oceanredwhite, fantasia perversa? Oddiobuono! *scappa* No, beh sono molto contento che questo Kuro-moribondo stuzzichi la tua fantasia perversa! Comunque sì, non c'è pace per il povero Fay, ma non è finita non è finita... vedrete *ride sadicamente* come ho già detto due righe fa, io posterò ahivoi, anche l'epilogo cattivissimo, perfiderrimo e decisamente triste, quindi mi sa che ti tocca rivotare xD Per il resto, ti ringrazio per la tua recensione!

Julia_Urahara, intanto ti ringrazio per la recensione, dico anche io che mh è piuttosto strano che quelle pazze non si siano ricordate che esiste anche il veleno e non il cavamento di occhi e i cioncamenti di braccia... bah, che strano, eh? Anche per te e per gli altri xD mi spiace ma saranno postati tutti e due gli epiloghi, quindi xD non so incrocia le dita per una buona risoluzione (più o meno) di entrambi xD.

yua, uno: sono contento che ti sia piaciuto il capitolo! Due: TU. SEI. FOLLE. (l'ho già detto anche l'altra volta ma stavolta di più) a parte la storiella finale che non commenterò come tu non hai commentato il capitolo v__v *cattivo mode: ON*, ma soprattutto perché cavolo Sailor Moon? Diavolo tu mi vuoi morto T^T c'è gente in casa mia che spara le sigle dei cartoni animati nel cuore della notte T^T vuoi farmi morire, eh?! Che poi non è che la mia salute sia così buona, in generale... Coooomunque... le altezze in piedi e i pesi in libbre sono una mia esclusiva prerogativa, tali unità di misura le ho utilizzate anche nelle altre storie che hai recensito, quindi valga anche per le altre v__v detesto il sistema metrico mi sta antipatico, che ci posso fare? Sono pure troppo abituato alle yarde e ai pollici, quindi presto o tardi incontrerete anche loro, come parecchi i personaggi delle CLAMP che sicuramente conoscerete xD v__v mi ero anche detto che non avrei commentato la storiella finale della tua recensione, però lo farò in quattordici parole: Tu mi spaventi seriamente e io non sono poi così tanto cattivo, ma grazie. Per finire, Grazie di aver recensito, ma mi sa che anche questo può essere uno di quei capitoli soggetti ai tuoi commenti folli xD.

harinezumi, Grazie mille per la recensione! davvero Sono contento che il capitolo ti sia piaciuto xD Bah, sinceramente, a me ha un po' stufato l'idea di vedere solo e soltanto Fay mezzo morto/moribondo/smorto (ho reso l'idea?), non che in questa storia sia tutto rose e fiori per lui xD, però su, un po' di novità (perdincibacco!) anche se... insomma su, xD ho fatto anche io crepare Fay brutalmente un altro paio di volte xD. Comunque mi sto rendendo conto che tenere sotto mano Fay è facilissimo per me xD è Kurogane il più difficile da tenere IC .___. com'è possibile, eppure è così dannatamente lampante il suo comportamento .__. *elucubrazioni mentali* comunque... Sì, Fay cercherà in tutti i modi di salvare Kuro-quasicadavere, chissà se ci riuscirà... Comunque sì, normalmente la malattia ti cambia, stare sull'orlo della morte e vederne il volto dovrebbe farti cambiare atteggiamento, quindi probabilmente Kurogane sarà un po' (molto poco voglio sperare) "stravolto " da questa cosa. Ci saranno entrambi gli epiloghi, quindi vedremo se sarà meglio il capitolo che io effettivamente volevo porre a conclusione della storia o quello alternativo... xD voglio che siate felici *sghignazza malefico*

mago666, Grazie della tua recensione :) e prego(?) figurati, insomma a me piace rispondere alle recensioni, ogni tanto devo pure cancellare quello che scrivo xD sennò mi partono spoilers (dannazione a me e alla mia mh? linguaccia? xD) comunque sì bisogna abituarsi, e ormai le CLAMP vi hanno temprato, quello che leggerete qui non sarà tanto terribile, spero xD

Avrei altro da dire, gradirei sapere una cosa serissima: non vi chiedo pronostici, ma voglio sapere quale personaggio dell'intero universo CLAMP vi piace di più xD sono curioso xD nel prossimo capitolo vi dirò chi è il mio personaggio preferito xD

Spero non ci siano troppi errori e magari che vi sia anche piaciuto il capitolo anche a voi, lettori-cattivi-che-non-recensiscono, credo di riuscire a postare presto, ma non vi posso dire quando xD
Vi lascio, arrivederci xD

D.


   
 
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