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Autore: EffieSamadhi    08/12/2010    1 recensioni
[Dirty Dancing II]
Con la salita al potere di Fidel Castro, Katie e la sua famiglia sono costretti a lasciare Cuba. Nonostante le promesse, Katie e Javier vanno avanti con le loro vite. E così, mentre Katie si sposa e ha una figlia, Javier apre un'officina e diventa il re della 'Rosa Negra'.
Passano gli anni (diciannove, per l'esattezza), e il destino gioca le sue carte, riportando Katie a L'Avana. Accompagnata dalla sorella Lucy e dalla figlia, Isabella, che rivela un inaspettato talento per la danza, e sembra dimostrare una certa simpatia per il fattorino dell'hotel, tale Ricardo Suarez...
***
La ff presenta alcune "incongruenze" rispetto al film, e inoltre ho sbagliato nell'inserire il nome della sorella di Katie, che nel film si chiama Susie: lo so, dovrei cambiarlo, ma ormai per me il personaggio si chiama Lucy. =)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’Avana, Cuba, 1977

Agosto

 

            Isabella non riusciva a prendere sonno. Sua madre l’aveva trascinata via dalla Rosa Negra senza un motivo, e nemmeno una volta tornate in hotel aveva avuto la decenza di fornirle una spiegazione. Lucy non era andata via con loro, ma era comprensibile: il rapido scambio di battute tra madre e zia le aveva fatto capire che doveva essere successo qualcosa… o che qualcosa, piuttosto, non era successo. Isabella aveva cercato di capire, ma senza qualche indizio sarebbe stato impossibile. Sua madre non le avrebbe mai detto nulla. E sua zia non era lì. Ad Isabella non era rimasta altra soluzione che lasciarsi cadere sul letto, ancora vestita, e mettersi a fissare il soffitto in cerca di risposte a domande che nemmeno conosceva.

            Quello che le bruciava di più era che si stava divertendo, alla Rosa Negra. Ricardo le aveva da poco chiesto di ballare, lei aveva accettato e lui le stava mostrando un passo nuovo, forse un po’ difficile da imparare, ma sicuramente non impossibile. Si stava divertendo, era a suo agio, e sua madre l’aveva trascinata via. Eppure era stata lei la prima a concedersi un lungo ballo appassionato con un uomo praticamente sconosciuto.

            Un rumore improvviso attirò la sua attenzione. Rimase in ascolto per qualche istante, finché non comprese che qualcuno le stava lanciando dei sassolini contro la finestra. Forse era Lucy che voleva sapere se la madre si era calmata. Si avvicinò e aprì le ante. Riconobbe senza difficoltà la figura di Ricardo.

            “Che ci fai qui?” gli domandò, cercando di non farsi sentire dalla madre, le cui finestre si trovavano a poca distanza.

            “Volevo vedere come stai.”

            “Sono arrabbiata con mia madre.”

            “Vuoi fare una passeggiata? Aiuta, a volte.”

            “Non saprei…”

            Ricardo sorrise. “Ti aspetto davanti all’ingresso.”

            Isabella chiuse la finestra e si fermò a riflettere. Uscire con Ricardo a quell’ora di notte non sarebbe stata una buona idea, secondo sua madre… ma Ricardo Suarez era un bravo ragazzo. Aveva già avuto parecchie occasioni per approfittare di lei, e non lo aveva mai fatto. Non sarebbe successo nemmeno questa volta. Ci sarebbe andata. Doveva solo organizzarsi in modo da non essere scoperta.

 

            “Finalmente! Stavo invecchiando, ad aspettare che…” iniziò Ricardo, felice di vederla.

            “Andiamo via, presto!” lo interruppe lei, prendendolo per un braccio e spronandolo a correre. “Sono uscita senza permesso.”

            “Lo avevo capito. Tua madre non ti avrebbe mai lasciata uscire a quest’ora di notte. Non da sola con me.”

            Si fermarono soltanto quando cedettero di essere abbastanza lontani dall’hotel. Ripresero fiato, parzialmente nascosti da un cespuglio, quando Ricardo richiamò l’attenzione di Isabella: “Ehi, quella non è tua zia Lucy?”

            Sì, la donna bionda che stava parlando con quell’uomo alto, che Isabella non conosceva, era proprio Lucy Miller. “Sì, è lei. Lui non lo conosco. Tu sì?”

            Ricardo annuì. “E’ Enrique Santoro, il figlio di Luis. Fa il pescatore, ma ogni tanto aiuta suo padre. Sarà lui a gestire la Rosa Negra, quando Luis andrà in pensione.”

            “Sembra uno a posto.”

            “Uno a posto?”

            “Un brav’uomo. Come Javier.”

            “Oh, lo è. Andavano a scuola insieme.”

            In quel momento, Enrique baciò Lucy. Isabella non poté fare a meno di arrossire e distogliere lo sguardo. Era l’unica ragazza della sua classe a non essere ancora stata baciata da nessuno, anche se alle sue amiche aveva raccontato un’altra verità. Ricardo emise un debole fischio, sicuro che la coppia non lo avrebbe udito. “Wow. Non pensavo fosse così coraggioso. Dai, andiamo” continuò, rivolgendosi alla ragazza, “una passeggiata sulla spiaggia è quello che ci vuole per far sbollire la rabbia.” Le porse la mano.

            Dopo un attimo di indecisione, Isabella la strinse.

   
 
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