"Buonasera"
"Arrivi quando me ne vado?"
"In che senso?"
"Devo spegnere"
"Ah... Vabbé, non importa. Ci sentiamo un altro giorno, magari. Buonanotte"
"Quando vuoi tu.. Buonanotte"
Avevo creduto che non avrei più avuto bisogno di lui, fino al giorno di questa conversazione.
Avevo creduto che non avrei più sentito la sua mancanza, fino al giorno di questa conversazione.
Avevo trovato un equilibrio che mi permetteva di vivere, fino al giorno di questa conversazione.
Avevo trovato una scusa che mi aiutava a non cercarlo, fino al giorno di questa conversazione.
Avevo creduto che lui per me non ci sarebbe più stato, fino al giorno di questa conversazione.
Avevo creduto che lui aveva smesso di volermi bene, fino al giorno di questa conversazione.
E poi quella sera l'ho visto in linea su facebook e, quando la stretta allo stomaco è diventata troppo soffocante, ho deciso di scrivergli.
Sapevo che dopo averlo cercato, me ne sarei pentita.
Sapevo che se mi avesse risposto, mi avrebbe fatto male.
Sapevo che alla fine della conversazione, avrei pianto come un'idiota.
Eppure ho deciso di cedere, ho deciso che in quel momento dovevo parlargli.
Non avevo niente da dirgli di preciso, gli avrei fatto un po' il culo
per come si sta comportando con la mia Chiara. E poi... Non lo so. Avrei
trovato un modo per chiacchierare, ma l'avrei trattato con freddezza
per non fargli capire tutto questo.
Per non fargli capire che in un solo attimo, in un solo frammento di quella fine del giorno, mi erano tornati in mente tutti i ricordi di un'estate meravigliosa. Meravigliosa perché al mio fianco c'era lui.
Lui, che era diventato subito tanto importante.
Lui, che mi aveva regalato tanto affetto.
Lui, che mi aveva raccontato tante balle.
Lui, che mi aveva sputtanata alle spalle.
Lui, che è stato il mio migliore amico.
Lui, che è stato la mia estate 2010.
E quei ricordi fanno male, e non poco.
I ricordi di quelle serate passate al telefono a sparare cazzate.
I ricordi di quegli abbracci in cui io credevo.
I ricordi di quelle giornate passate con la compagnia.
I ricordi di quegli sguardi con cui ci capivamo, senza parlare.
Il ricordo di quando sono tornata dalle vacanze e della gioia nel rivederlo.
Il ricordo del suo compleanno, quando ha stretto me e Silvia dicendo "I miei amori".
Il ricordo del mio compleanno, e di quel suo fottuto scherzo.
Il ricordo di quel giorno che abbiamo giocato a beach volley, insieme.
Ma il più bello, forse, è di quella volta in cui lui mi ha abbracciato e siamo volati per terra, perché faceva lo scemo. Chissà se lui se lo ricorda.
Ora sono qui, più instabile che mai, e sono consapevole che tutto questo non andava buttato via, ma andava coltivato ancora.
Ora tutto è cambiato, ma non per questo ho smesso di voler bene al mio Andrea.