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Autore: Crazy Amber    08/12/2010    4 recensioni
L'uomo ride, mentre uno scalpitio del cuore gli indica il brillio in quei baratri color cioccolato nel quale si sarebbe volentieri perso.
Assume il solito tono da maestrino e si avvicina maggiormente a Ziva, lasciando che le morbide ciocche brune carezzino lievi le guance, sospinte dal delicato venticello invernale.
-Si dice amputato e...bè preferisco beccarmi una leggera bronchite piuttosto che alzare il viso e non trovarti seduta dietro alla tua scrivania, con i tuoi splendidi ricci a contornarti il viso... ora che sei tornata, non riuscirai a scappare nuovamente così facilmente sai?-
[Tiva]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I đoиt ļεαvε you αиyмoяε




C'è la pace della tempesta sopra al mondo.

Veglia e ricopre il cielo come un mantello candido e puro, dall'aria così innocente e ingenua, perfetta maschera costruita ad arte per coprire ciò che riservano quelle apparentementi fragili nuvole di fumo.

Vi è come una sorta d'incantesimo, là fuori; un morbido e fresco panno di neve vergine si tende sul grigio dell'asfalto, cancellando lo smog della città, la frenesia delle vite lavorative, lasciando solo macchie sbiadite di impegni vari e stralci di discussioni professionali.

Tony si tende verso l'esterno, le mani ben avvolte in un paio di pesanti guanti in felpa neri accuratamente posti all'interno delle tasche, una sciarpona in lana del medesimo colore scuro che nasconde il viso dal naso in giù.

Saltella leggermente sul posto, soffiando con energia all'interno dell'ingombrante indumento per immettere col proprio fiato un calore maggiore rispetto a quanto la lana riesce a donargli.

Affonda ancora di più il naso nella sciarpa per evitare il congelamento e lancia una breve occhiata all'orologio inchiodato al muro arancione dell'ufficio, al di là della porta a vetri, parecchi metri rispetto a dove si trova lui.

Mai in tutta la sua vita come in questo momento ha desiderato così ardentemente l'apertura di quelle maledette porte e del dolcissimo calore che risiede all'interno del luogo di lavoro.

Rimpiange e non poco il confortante tepore della sua poltrona blu dallo schienale molleggiato, l'aroma del caffè appena uscito bollente dal rumoroso catorcio che molti hanno il coraggio di chiamare macchinetta, il sommesso ronzio del riscaldamento che sputa fuori quella divina brezza calda.
Stringe gli occhi lacrimanti per il freddo, guardandosi intorno.

Il parcheggio è deserto certo...sarebbe sconcertante il contrario.
Quale pazzo si avventurerebbe con un freddo simile alle sei di Sabato mattina?

Bè, tranne lui ovvio.
Ma ha le sue buone ragioni, logico.

Deve subito recuperare quel maledettissimo depliant che gli ha dato Abby, il giorno prima. Se non vuole ritrovarsi in qualche strano e inquietante luogo di tortura, prima di morire fra atroci dolori.

Abby era stata più che chiara su questo punto; tutto doveva essere perfetto.
Si era tirata il collo per organizzare quella festa a sorpresa per Ziva, per il suo rientro in America dal Mossaid.
E niente doveva essere diverso da come lo aveva programmato lei.

Non osava nemmeno immaginarne le conseguenze, se al posto dei palloncini neri che vendevano solo nel negozio indicato sul depliant, agli occhi della dark si fossero presentati tanti bei palloncini rosa.

Tony deglutisce rumorosamente, mordendosi il labbro inferiore.
Un morbido rumore di passi lo fa sobbalzare all'improvviso.

Dannazione! Se è Abby è morto...
<< Tony! >>.
Tira un lungo sospiro di sollievo, lasciando scivolare via insieme a tutto l'ossigeno incamerato nei polmoni anche l'ansia e la paura che legavano lo stomaco in un nodo fortissimo.

Quella voce calda e rassicurante non appartiene nè ad Abby nè a nessun'altro essere umano che potrebbe nutrire qualsiasi forma di lesione nei suoi confronti.
E' semplicemente Ziva.

Si volta con nonchalance, chinando leggermente il capo di lato e sfoderando il suo miglior sorriso.
Cosa che non gli costa nessuno sforzo, dato che per qualche strana legge dell'astronomia e della fisica, le sue labbra si piegano automaticamente verso l'alto appena scruta la chioma bruna di quella ragazza.

<< Ziva, che ci fai quì? >> domanda, sinceramente sorpreso e shokkato allo stesso tempo.
Che diavolo ha intenzione di fare quella pazza israeliana? E' uscita fuori di testa?

Gli corre incontro, allargando quel tanto che basta le braccia per avvolgerla a sè.

Sente la sorpresa scuotere le membra snelle di Ziva come una palpabile scossa sottopelle e prende a strofinarle le braccia con forza per donarle un maggiore calore. Infatti, nonostante la temperatura polare scesa ben oltre lo zero, la David ha deciso di uscire per una sana passeggiata mattutina con un solo misero pail smanicato sopra alla maglietta in cotone rosso scuro.

<< Cos'è, è una missione suicida questa? Sei diventata matta per caso? Hai presente che siamo dieci gradi sottozero? >> riprende, resistendo ai continui tentativi di Ziva di districarsi dalle sue braccia.

<< Tony lasciami dai! >> esclama lei piccata, colpendogli ripetutamente il legamento che tiene unito l'avambraccio al gomito, provocando una serie di ringhi e mugulii sommessi da parte dell'altro, che molla la presa con un'imprecazione dilaniata fra i denti.

Tony la fissa, leggermente in collera e riprende a rimproverarla, questa volta ad una distanza di sicurezza.

Eppure il tono della sua voce non è per niente arrabbiato o offeso, tutt'altro; è quasi ammorbidito da una dolcezza per niente abituale, nel caso di Di Nozzo.

Complice forse il fatto di averla con sè. E' stato così tanto tempo senza di lei, senza il calore della sua voce, senza i suoi divertenti rimproveri e la luce di quegli occhi talmente splendidi da eguagliare la bellezza fragile delle stelle che avverte ancora il forte impulso di stringerla al suo petto fino a farla soffocare per impedirle di sparire di nuovo.

Teme di vederla sfumare, come accadeva spesso nei suoi folli sogni in cui più correva più la sua sagoma andava via via sbiadendo.
Ma, ora ne è più che sicuro, lei è lì e quella scrivania non sarebbe mai più stata vuota.

Sorride, gli occhi fissi su un punto vuoto mentre la pappardella dell'altra volge finalmente al termine e con un movimento veloce, si toglie la sciarpa ben legata al collo e l'appoggia con delicatezza sul collo sottile di Ziva, provocando un lieve rossore sulle guance color caramello.

Segue uno sguardo alquanto confuso misto ad una punta di tenerezza e la mano gelida della ragazza va a posarsi sulla guancia altrettanto fredda di Tony.
<< Non ce n'è bisogno, sono piuttosto resistente...e non voglio di certo che questo bel nasino vadi in iportemia con il rischio di venire abbutato! >> eslama, sorridendo.

L'uomo ride, mentre uno scalpitio del cuore gli indica il brillio in quei baratri color cioccolato nel quale si sarebbe volentieri perso.
Assume il solito tono da maestrino e si avvicina maggiormente a Ziva, lasciando che le morbide ciocche brune carezzino lievi le guance, sospinte dal delicato venticello invernale.

<< Si dice amputato e...bè preferisco beccarmi una leggera bronchite piuttosto che alzare il viso e non trovarti seduta dietro alla tua scrivania, con i tuoi splendidi ricci a contornarti il viso... ora che sei tornata, non riuscirai a scappare nuovamente così facilmente sai? >> sussurra, fronte contro fronte, occhi negli occhi, anima nell'anima, stringendola ancora più forte a sè come per sottolineare il fatto che non ha nessuna possibilità di fuga sennonchè arrendersi al tepore delle sue braccia.

Ziva sorride, socchiudendo appena le palpebre, respirando il suo profumo.
<< Sai non so perchè ma...trovo quest'idea alquanto piacevole >>.




Eccomi approdata anche in questo fandom *-*
Io adoro NCIS! E sopratutto amo Tony e Ziva. Assolutamente perfetti!
Che dire, piccola shottina arrivata tra un fiocco di neve e l'altro.
Spero vi sia piaciuta^^
Consigli più che ben accetti!
Alla prossima,

Che Gibbs sia con voi! xD
  
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