Il mio nome è Connor. Ho 20 anni, sono nato a New York infatti mio padre è americano, mia madre italiana, napoletana. Ho due fratelli, Umberto che ha 18 anni e una sorella Alexandra che ne ha 16. Ci siamo trasferiti in italia quando mia nonna è venuta a mancare, e per stare vicini a mio nonno, Federico mia madre ha deciso di lasciare gli stati uniti. Avevo solo sette anni quando siamo venuti a vivere a Napoli. Non mi trovavo bene all'inizio, odiavo la lingua odiavo la scuola odiavo i ragazzini stupidi che si divertivano a prendermi in giro ma più di tutto odiavo i miei genitori che avevano praticamente sconvolto la mia vita. Umberto era diverso, sembrava divertirsi in una realtà completamente nuova e differente da quella a cui eravamo stati abituati. Mio padre è un imprenditore, ha quattro aziende, alluminio, vetro, legno e plastica. due in italia, una in inghilterra e una negli usa. Mia madre è una designe e le volte che mi hanno portato al parco, che mi hanno accompagnato a scuola, o che mi hanno letto una favola le posso contare sulle dita di una mano. per umberto e ale è lo stesso. Abbiamo passato la nostra infanzia tra le braccia di tate sempre diverse, prima Irina poi Lidia, Ocsana Ania Luba e infine Corinna che è stata l'ultima e che ancora vive con noi. Per me abituarsi all'italia è stato difficile, difficilissimo. Anche perchè il sogno dell'america era sempre vivo in me, un pò fantasticando un pò immaginandola come non è, perchè i ricordi erano vaghi perchè in un adolescente è sempre forte la voglia di evadere dovunque esso si trovi. iscritti alla scuola nato abbiamo affrontato meglio le medie, sentendoci un pò più uguali agli altri. Ero scontroso, non avevo amici e mi sentivo in diritto di odiare tutti. Tuttavia il liceo è stato completamente diverso. Ho frequentato il Mercalli, un liceo scientifico, ero ribelle, non mi andava di studiare non volevo saperne dei professori e dei compiti. Sono stato sospeso così tante volte che nemmeno le ricordo più, ho quasi picchiato il mio insegnante di educazione fisica e sono stato bocciato. Il secondo anno, mi sono innamorato... Lei si chiamava Marta aveva i capelli lunghi neri e gli occhi verdi. era il mio opposto, io ero snello troppo alto mezzo emo mezzo punk, biondino con gli occhi di colori diversi, uno verde e uno castano. Ero uno sfigato. Lei bellissima. nonostante il mio pessimo carattere e il mio aspetto non proprio da adone greco lei s'innamorò di me. Fu l'anno più bello della mia vita. Non mi fregava se i miei non mi apprezzassero. Mi importava solo di lei, e di noi. Cambiai, ocmpletamente. La seguì al nuoto, al tennis (ed ero propri una sega) ho iniziato a mettere le polo, ho cambiato il mio mortorino con una vespa, ho buttato gli occhiali da vista e mi sono strappato l'apparecchio. Ero diventato in pochi mesi un'altra persona. Mi ritrovai fiori e biglietti anonimi, telefonate di ragazze che non conoscevo. aevo amici ne avevo parecchi, il nuoto diventò la mia vita mentre per il tennis non c'è stato proprio niente da fare, a scuola mi impegnai di più con l'aiuto della mia adorata ragazza che in matematica non veniva davvero mai battuta da nessuno. Era tutto perfetto. ero felice, avevo tutto quello che un ragazzo potesse desiderare. bello ricco popolare e fidanzato con la ragazza più bella della scuola. Cosa poteva andare storto?