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Autore: Femke    08/12/2010    2 recensioni
[NO MARY SUE!!!]
Era abbastanza alta, sul metro e sessantacinque, un’altezza media per una ragazza di diciassette anni e poi era secca.
Attenzione bene, SECCA, non snella. Perché il termine SNELLA dovrebbe indicare una certa bellezza ed eleganza. Da una ragazza snella ci si aspetta che abbia una camminata fiera, impettita e che abbia un seno quanto meno decente.
Penelope era decisamente l’opposto.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Your Love is...'
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penelope

1

Distillato della Pace.  Ingredienti: Pietra di Luna in polvere, sciroppo di elleboro.
Calma l'ansia e l'agitazione.

 

Decisamente perfetto. Perfetto. Perfetto con la P maiuscola. Adesso doveva solo trovare il modo di farla senza essere beccata, il che era praticamente impossibile.

Con la sua incapacità di mentire davanti a qualsiasi tipo di autorità… non ce l’avrebbe mai fatta.

Tutta colpa di suo padre.

 

Penelope Lewis sbuffò infastidita, spostandosi dalla faccia un ciuffo di capelli neri, che indisciplinato si ostinava ad infastidirla.

Tornò a guardare la pagina del libro di pozioni  che era aperto davanti a lei, con espressione sempre più corrucciata.

Non c’era modo di fare una cosa del genere. Dannazione.

Maledì ancora una volta suo padre.

 

Per colpa sua ogni volta che doveva contrastare in qualche modo una figura autorevole, se la svignava, detta in parole povere se la dava a gambe, oppure se ci teneva abbastanza da insistere e rimanere, scoppiava a piangere come una bambina di due anni.

 

E non stava andando sul drammatico.

 

No, le succedeva davvero. Le era capitato al secondo anno di scuola, quella mattina le erano venute le mestruazioni, per la prima volta lei ci terrebbe a sottolineare, ma  era andata a lezione di trasfigurazione comunque. Era pallida più del solito e di una tonalità verdastra, giustamente non sopportava la vista del sangue e vederselo uscire da una parte del corpo così… ok, avete capito.

 

Tornando al punto, si era trovata davanti un volatile, che avrebbe dovuto trasformare in un bicchiere e stava anche andando bene, solo che la professoressa le si era avvicinata e le aveva rimproverato il suo modo di tenere la bacchetta. Perché si sa insomma, non si può tenere la bacchetta inclinata di sessanta gradi quando invece dovrebbe essere a trenta!

Penelope aveva cominciato a tremare per l’agitazione e il risultato fu che l’uccello si ritrovò starnazzante sul banco trasformato solo per metà.

La McGranitt non si era risparmiata. L’aveva sgridata per la sua distrazione e lei era scoppiata a piangere.

Ma non in modo dignitoso, no, quello fu un pianto convulso, scosso dai singhiozzi. Inutile dire che l’insegnante rimase un tantino sconcertata.

 

E lei rimase segnata a vita.

Ed i suoi compagni non la risparmiarono di prese in giro.

 

Penelope era una ragazza strana, molto strana. Scoppiava a piangere davanti ai professori, ma aveva un’insolita vena vendicativa e maligna per essere una corvonero.

Ad esempio, Tom Walker che si divertiva molto a prenderla in giro per quella storia, dopo due giorni dall’accaduto, dovette correre in infermeria a causa di un irritazione causata da erba urticante sull’ottantacinque per cento del corpo.

 

Nessun altro si azzardò a ribadire la questione del pianto con Penelope.

 

Da quel momento i corvonero cominciarono a rispettarla, anche se le altre case continuavano ad additarla come secchiona, cocca dei professori, ruffiana e altri aggettivi poco carini persino per dei serpeverde.

 

Ma per lei non era un problema. Sapeva di non essere chissà cosa, sia fisicamente che caratterialmente.

 

Era abbastanza alta, sul metro e sessantacinque, un’altezza media per una ragazza di diciassette anni e poi era secca.

Attenzione bene, SECCA, non snella. Perché il termine SNELLA dovrebbe indicare una certa bellezza ed eleganza. Da una ragazza snella ci si aspetta che abbia una camminata fiera, impettita e che abbia un seno quanto meno decente.

 

Penelope era decisamente l’opposto.

 

Il suo modo di camminare era esattamente quello di una persona che se ne infischia altamente dei commenti degli altri, sempre troppo persa nei suoi pensieri per prestare attenzione anche alle seghe mentali delle altre persone, e poi il suo seno si era fermato alla seconda taglia.

Era dal secondo anno di scuola che quei due pezzi di carne traditori avevano smesso di crescere e Penelope si era rassegnata.

Aveva gli occhi di uno strano verde annacquato, più vicino al grigio e i capelli neri e corti.

O almeno li aveva corti all’inizio dell’anno, poi si erano allungati e adesso non avevano più un taglio, si limitavano a darle fastidio nei momenti meno opportuni.

 

Come in quel momento.

Infastidita se li legò in una piccola coda, dato che erano ancora troppo corti per poterne fare una decente doveva accontentarsi. Come del resto faceva sempre.

 

Lanciò l’ennesima occhiataccia al testo di pozioni come se fosse colpa del manuale che lei fosse incapace di qualsiasi cosa includesse i normali rapporti con un adulto.

 

Sbuffando lo richiuse cominciando a tamburellare le dita sulla sua copertina rigida, riflettendo.

 

Aveva davvero bisogno di una pozione che le permettesse di calmarsi, però non era detto che dovesse obbligatoriamente produrla lei.

 

Certo ne sarebbe stata perfettamente capace, ma il rischio di essere beccati era troppo alto, o almeno lo era dal suo punto di vista.

 

I suoi compagni di casa erano da escludere a priori, i corvonero erano troppo perfettini per poter infrangere le regole ed i tassorosso troppo fifoni, restavano solo i grifondoro e i serpeverde.

Del suo anno di Grifondoro c’era la Evans, che era molto brava in pozioni, ma andarle a chiedere questo sarebbe stato come ammettere davanti a lei la sua superiorità, giammai! Inoltre era caposcuola figurarsi se avrebbe infranto le regole.

Snape era dell’ultimo anno e serpeverde,  non avrebbe avuto alcun problema nell’infrangere qualche regola scolastica. L’unica pecca era che avrebbe dovuto pagarlo.

 

Si alzò dal tavolo della biblioteca concludendo che Snape era la sua migliore opzione.

Pagare non sarebbe stato un problema, sapeva che non era ricco, quindi sperava in un prezzo quantomeno accettabile.

Rimise al suo posto il manuale che aveva consultato e dopo aver preso la sua roba si recò nei dormitori corvonero.

Inoltre c’era il vantaggio che sapeva dove trovarlo, lo aveva visto  così tante volte in biblioteca che pensava che fosse entrato a far parte dell’arredamento, in più frequentavano gli stessi corsi. Certamente non glielo avrebbe chiesto dopo una lezione, quindi la biblioteca era la soluzione migliore.

 

Soddisfatta delle sue conclusioni, Penelope ascoltò distrattamente l’indovinello di quella testa di bronzo di un corvo, rispose e la porta si aprì lasciandola entrare.

_ _ _

Primo capitolo... allora vi è piaciuto?? Vi prego fatemelo sapere in un commentino! *_* 

Ho già scritto fino al settimo capitolo e l'ottavo sta per essere concluso. Sarà una storia di circa dieci capitoli, con un probabile seguito.

Sinceramente non credevo che avrei ancora scritto una storia etero, ma in fondo sono molto affezionata a Penelope e spero che piacerà anche a voi! Al prossimo capitolo! (che conto di postare sabato o domenica. ù.ù)

   
 
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