IX CAPITOLO
Chissà perché, ma mentre
Francesca camminava verso casa, la pioggia non si sentiva quasi più. Era tutto
cosi silenzioso, ovattato… viaggiava ancora nel mondo dei sogni, quando un
clacson la fece sobbalzare. Era Stefano, suo fratello che tornava
dall’università. Abbassò il finestrino e Francesca si avvicinò
-Fra….- disse lui lottando con
la pioggia che cercava di entrare in macchina
-mi ha appena chiamato la mamma,
ci sta aspettando al ristorante con papà…-
strano. Di solito all’ora di
pranzo si mangiava a casa.
-ok…- disse Francesca salendo in
macchina e bagnando con la giacca i sedili nuovi di zecca
-cavolo Fra… la macchina nuova…
DAI!!- il fratello ebbe un sussulto quando vide la sorella, buttare sul sedile
dietro l’ombrello zuppo.
-che sarà mai… tanto con tutto
quello che ci porterai dentro, non durerà tanto sto splendore…- rispose
Francesca accendendo lo stereo
Stefano grugnì e partì
velocemente.
-come mai al ristorante?- chiese
incuriosita Francesca osservando la pioggia che batteva aritmicamente sul
finestrino, mentre i tergicristalli formavano strane forme con la pioggia
-non so boh… mamma era piuttosto
eccitata.. chissà cos’è successo…-
in pochi minuti arrivarono
davanti al ristorante. La ragazza con una mossa veloce, riprese l’ombrello
dietro a sé, lasciando in tutta la macchina una scia di goccioline che fece
rabbrividire Stefano.
Entrati nel locale, il caldo dei
forni e il profumo di cibo li avvolse immediatamente
-siamo qui!!- la madre dei
ragazzi gesticolava eccitata dall’altra parte della sala, mentre il padre
guardava distrattamente il menù.
-ciao mà…- disse Stefano
sedendosi
-come mai…..- chiese Francesca
togliendosi il cappotto
-abbiamo una grande notizia da
darvi!!- disse eccitata loro madre
-papà ha avuto una promozione e
dovrà andare a lavorare per almeno 3 settimane a Londra..-
-quindi??- chiesero in coro i
figli
-quindi andremo a LONDRA!!!!-
rispose più felice che mai il padre
X CAPITOLO
-c.. come.. a Londra??- chiese
preoccupata Francesca –e la scuola?? L’università, TUTTO???-
-pensavate di dover venire anche
voi??- chiese accigliato da sopra il menù il padre
-andate solo voi due??- chiese
Stefano con gli occhi che brillavano
-MA CERTO STEFANO!! 3
settimane!!!- urlò la madre
i due fratelli si scambiarono un
grande sorriso: 3 settimane da soli, da non crederci…
Il giorno dopo Francesca non
incontrò Giovanni, ma solo all’uscita
Tornarono a casa assieme.
Parlarono del più e del meno, in che classe fossero, che vita facessero…
Arrivarono alla svolta, Giovanni
abitava a sinistra, mentre Francesca doveva continuare.
-ti… ti accompagno se vuoi- gli
disse Giovanni
-ah si grazie ma se devi andare
a casa…-le rispose Francesca.
-no no, bè c’è mia sorella
malata ma oggi finalmente è stata a casa mia madre con lei… sai ieri si stava
per mangiare il mercurio del termometro..-
-o mamma mia!- le rispose
Francesca ridendo.
Arrivarono a casa. Sembrava che
si conoscessero da una vita.
-bè allora ciao!- gli disse Giò
-ciao……..-le rispose Francesca
mentre citofonava.
Giovanni si allontanò
salticchiando felice.
-quali erano gli atteggiamenti
di un uomo innamorato???- pensò Francesca salendo le scale.
-ma a cosa pensi Francesca!! Non
lo conosci neanche, potrebbe essere un serial killer, un maniaco, un mafioso e
tu ti chiedi se è già innamorato??? Ma roba da matti..- i suoi pensieri furono
bruscamente bloccati dal fratello, che con atteggiamento bellicoso era sulla
soglia di casa con strane pantofole ai piedi.
-CHI è QUELLO LI……….??? E COS’è
QUELLO STRANO ROSSORE SULLE TUE GUANCIE???-
-c… c.. cosa scusa??- lo guardo
sbalordita Francesca.
QUELLO CHI??!!
-quel tipo biondo che ti ha
accompagnato a casa….- rispose Stefano mentre si levava dalla porta per far
entrare la sorella.
-CHE COSA SCUSA???!!-ora
Francesca urlava
FAMMI CAPIRE UNA COSA, tu mi
guardi dalla finestra, MI CONTROLLI???!!- Stefano era il miglior fratello del
mondo, ma quando faceva queste scenate di gelosia era insopportabile
-non è che ti controllo ma è
che……… disse sottovoce Stefano guardandosi le tragiche pantofole rosse.
-MA CHE COSA STEFANO??!! CHE
COSA?? TU MI CONTROLLI!! Già CI SONO PAPà E MAMMA… MANCHI SOLO TU!!
-TI CONTROLLO perché TENGO A TE
FRANCESCA!!-
ora urlava anche lui
-TI VOGLIO BENE MOLTO Più DI
QUELLO CHE TU TIENI PER ME!! È QUESTO! SOLO QUESTOOOO-
si guardarono negli occhi
aveva colpito nell’animo la
sorella, molto profondamente. Non poteva pensare questo.
Buttò la cartella per terra,
entrò in camera sua e sbattè la porta. Si sedette sulla poltrona. Calde lacrime
scendevano sulle guance ancora arrossate, non per Giovanni, ma per la lite col
fratello.
Le parole appena dette da Stefano
gli pulsavano nella mente…
“ti voglio bene………… ma tu non
tieni a me….. tengo a te. Chi è quel tipo…….” Sentì Stefano indirizzarsi verso
la cucina. Oggi dovevano mangiare da soli in casa.
Ma Francesca non aveva per
niente voglia di mangiare con un tizio che le aveva appena fatto
l’interrogatorio.
-fra- si sentì dall’altra parte
della porta – è pronto….-
-non ho fame- rispose secca
Francesca.
Stefano si allontanò dalla
porta. La sorella sentì che accese la tv.
Era colpita, ferita. Si sentiva
stanca, debole. Nel giro di pochi minuti chiuse gli occhi e si addormentò.
Si risvegliò un’ora dopo. Le
lacrime erano scomparse ma la ferita era ancora aperta. Una calda coperta di
lana le copriva il corpo ancora intorpidito.
-strano, non mi ricordo di
essermi addormentata con la coperta…..- pensò Francesca.
Si alzò, aprì la porta e si
diresse in salotto. Sul divano c’era Stefano che guardava la tv con i piedi
appoggiati al tavolino di cristallo.
Girò il viso, vide la sorella.
-vieni qui- sussurrò aprendo le
braccia. Francesca si avvicinò e si buttò nelle sue braccia . Si abbracciarono.
-guarda che io tengo a te, ti
voglio bene-
-lo so lo so bimba è che quando
si è arrabbiati ti escono delle parole così, a vanvera…. comunque……. Chi era
allora quel tipo??-
Francesca lo fulminò con lo
sguardo, ma sorridendo. –un amico- rispose pacata.
-ooooooooh, cosi va meglio-
disse stringendosi la sorella e dandole un bacio sulla fronte.