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Autore: Slits    08/12/2010    2 recensioni
Il fetore era diventato insopportabile, pesante. Fermo a terra, Casquette vide il volto del proprio capitano sollevarsi con infinita lentezza, scoprendo i canini in un sorriso composto. Nella polvere densa, l’elsa della spada cominciò a muoversi in aria come uno stormo informe. Sembrava quasi scivolare sulla superficie compatta del cielo. Mosse un passo in avanti e sentì la voce dell’uomo sussurrare il suo nome. Aveva un tono in grado di rendere piccole ed insignificanti perfino le grida della battaglia.
Morire è una scienza inesatta.
[Trafalgar-centric]
[Prequel; Introspettivo]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Trafalgar Law
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Declaration of war [He just wants dead bodies]


Sulla strada del ritorno si accorse che Penguin lo guardava di sottecchi.
- Abbiamo l’equivalente di un’ammiraglia alle spalle. Contano sull’effetto sorpresa probabilmente, ma il fetore che si portano dietro sveglierebbe anche un morto. -
Trafalgar Law scosse il capo, lo sguardo perso nella fiumana di persone che si riversava in una delle arterie principali del porto.
- Possiamo evitarli facilmente. -
- Non sono queste le nostre intenzioni. -
Senza volerlo, la sua voce suonò fredda e perentoria. Penguin lo affiancò e percorse il resto del tragitto in silenzio. Cercò l’elsa della spada ed attese.
- Quali sono gli ordini, capo? -
L’uomo sguainò la spada e sorrise a stento. Al meccanico non servì nient’altro.

La sagoma del porto era un grumo sfocato fra polvere e detriti. Era sera inoltrata e le luci della periferia perforavano l’aria come fuoco nemico. Sul marciapiede opposto riconobbe un marine che cercava il caricatore da un angolo nascosto di un edificio. Un proiettile lo raggiunse alla testa prima ancora che lo sparo schioccasse in aria e l’uomo cadde a terra senza un urlo. Penguin gli passò accanto e lo squadrò. Poi fece spallucce e tirò dritto.
Casquette pensò che qualunque cosa fosse sopra di loro aveva concesso al compagno il tempo di soffermarsi a guardare il colpo andato a segno, ma al marine neanche la possibilità di accorgersi del proiettile che lo avrebbe ucciso. Bastò questo a riscuoterlo. Si mise carponi ed attraversò un cumulo di macerie da cui si levava un tanfo che sapeva di calcinacci ed abbandono. Smise di sentire il rumore dei polpastrelli sulla terra quando il sangue cominciò a nascondere le impronte lasciate fino a quell’istante. Si guardò la coscia ed esaminò il danno. Notò che la tuta sgualcita, immersa nel fango dalle ginocchia in giù, si gonfiava e spurgava liquido fino a far tremare le cuciture. L’arancio acceso si era ingrigito, trasformando la divisa in un cencio lercio, indurito dallo sporco, la sporcizia e le ferite.
Il ragazzo fece leva sulle braccia. Trafalgar Law si muoveva al rallentatore, come un eroe fuori posto.
Il fetore era diventato insopportabile, pesante. Fermo a terra, Casquette vide il volto del proprio capitano sollevarsi con infinita lentezza, scoprendo i canini in un sorriso composto. Nella polvere densa, l’elsa della spada cominciò a muoversi in aria come uno stormo informe. Sembrava quasi scivolare sulla superficie compatta del cielo. Mosse un passo in avanti e sentì la voce dell’uomo sussurrare il suo nome. Aveva un tono in grado di rendere piccole ed insignificanti perfino le grida della battaglia.
Gli sfuggì una supplica impercettibile, simile ad un pigolio, e tentò di sollevarsi un’ultima volta.
L’equivalente di dieci coltellate gli trapassò i nervi. Il navigatore lanciò un urlo disumano mentre la vista sembrava andare in pezzi, scomponendosi in decine e decine di punti luminosi. Restare cosciente era diventata una sofferenza interminabile. A pochi metri da un pozzo, alzò nuovamente la testa e guardò in alto. Trafalgar veniva verso di lui. Il nero dei suoi occhi perforava il grigio dei fumi della battaglia. Era in salvo.

- Un’ incisione di due cm circa, metà superiore della coscia destra. -
Si svegliò in una camera inondata di luce. Un neon pendeva dal soffitto, e la stanza intrappolava un olezzo di sangue che si intrufolava dappertutto. Mentre apriva gli occhi, notò che la tuta era su una sedia. Capì quello che significava e tirò un sospiro di sollievo e liberazione.
- Ha reciso la femorale. -  
La luce della lampada illuminò Trafalgar Law, che stava ritto davanti al tavolo operatorio. Le mani sembravano intrecciate con filo di rame ed ossa, anziché semplice carne. Perfino nella penombra scintillavano del nero del sangue.
Casquette sentì i passi dell’uomo contare la stanza ed alzò la testa. Si sforzò di aprire gli occhi, ma le palpebre erano diventate due lastre di piombo.
- Affascinante. -
Lesse nella sua voce lo stesso entusiasmo che avrebbe potuto consumare un bambino. Dopo quanto era successo quel pomeriggio, le sue parole sembravano fuori posto quanto le pallottole, i fucili ed i caduti di quello scontro quasi certamente evitabile.
Trafalgar si accostò al lettino e diede un primo punto di sutura. I suoi occhi trasudavano eccitazione ed appagamento, come se avessero raggiunto un obiettivo agognato da troppo tempo. Quando Casquette ebbe quest’impressione, tese una mano in direzione dell’uomo, come per cercare conferma alle proprie supposizioni. Trafalgar Law gliela strinse. Dai pori di quell’uomo traboccava indifferenza.
Gli lanciò un ultimo sguardo desolato e richiuse gli occhi. E con quel gesto l’ultima espressione increspò il volto del Chirurgo della Morte mentre un nuovo lettino era stato preparato.
Eppure, non vi era più alcun ferito.



- Capo, un gruppo di marines ad ore sei. -
Penguin si voltò verso il proprio Capitano, che evitò il suo sguardo e continuò ad osservare un punto indefinito appena oltre la strada.
- Gli uomini sono abbastanza vicini da poter essere radunati con un unico ordine. – continuò, lanciando una o due occhiate di controllo alle proprie spalle.
- Non sarà necessario. – obiettò Trafalgar Law.
I marines ed i pirati che erano distribuiti per un territorio di un miglio e passa, strascinavano corpi come macchine che attendevano un colpo soltanto per andare in frantumi, guastarsi, ricomporsi e riprendere a funzionare come niente, con vecchi e nuovi ingranaggi. Affascinante. Un’ offerta fin troppo affascinante ed allettante per guardare oltre.
- Quali sono gli ordini, capo? -
L’uomo sguainò la spada e sorrise a stento. Al meccanico non servì nient’altro.
Ben presto ogni nuovo lettino sarebbe stato occupato.



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U
na storia che avevo in progetto da un po' di tempo, ambientata in un possibile passato del Chirurgo. Mi rendo conto di quanto, sotto certi aspetti, possa risultare dura.
Trafalgar Law è un chirurgo, ma prima di ogni altra cosa un Capitano; mettere a rischio la vita della propria ciurma ora come ora sarebbe assolutamente fuori discussione.
Ma in passato è stato Chirurgo anzitutto, ancor prima di essere pirata, fuorilegge e dio solo sa quant'altro. Vivendo di buoni principi non sarebbe potuto andare molto lontano, ed è soprattutto questo che ho voluto mettere in evidenza, quel sottile velo di indifferenza che lo ha tenuto ancorato alla propria vocazione. Nient'altro che questo.
   
 
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