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Autore: EffieSamadhi    09/12/2010    1 recensioni
[Dirty Dancing II]
Con la salita al potere di Fidel Castro, Katie e la sua famiglia sono costretti a lasciare Cuba. Nonostante le promesse, Katie e Javier vanno avanti con le loro vite. E così, mentre Katie si sposa e ha una figlia, Javier apre un'officina e diventa il re della 'Rosa Negra'.
Passano gli anni (diciannove, per l'esattezza), e il destino gioca le sue carte, riportando Katie a L'Avana. Accompagnata dalla sorella Lucy e dalla figlia, Isabella, che rivela un inaspettato talento per la danza, e sembra dimostrare una certa simpatia per il fattorino dell'hotel, tale Ricardo Suarez...
***
La ff presenta alcune "incongruenze" rispetto al film, e inoltre ho sbagliato nell'inserire il nome della sorella di Katie, che nel film si chiama Susie: lo so, dovrei cambiarlo, ma ormai per me il personaggio si chiama Lucy. =)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’Avana, Cuba, 1977

Agosto

 

            “E’ andata da lui, ne sono sicura!” esclamò Katie, asciugandosi una lacrima e scattando in piedi. “E’ andata da lui!”

            “Katie, adesso calmati” ribatté Lucy, incredibilmente calma. “Siediti.”

            “Lucy, mia figlia è scomparsa! Dobbiamo avvisare il signor Ruiz, chiamare…”

            “Katie, siediti!” ripeté Lucy, alzando il tono.

L’altra donna obbedì, e si lasciò cadere sul bordo della poltrona con aria affranta. “Lucy, io devo trovarla…”

“Innanzitutto, dobbiamo essere razionali. Sicuramente sta bene. E non deve essere molto lontana. Non è passato molto tempo da quando siete rientrate…”

“Dove potremmo cercarla?”

“Non lo so. E non conosciamo Cuba così bene, quindi non conviene avventurarci in giro da sole.”

“E allora che facciamo?”

Lucy smise di passeggiare su e giù per la stanza e si voltò verso la sorella, incrociando le braccia. “Noi non faremo un bel niente.”

“Ma…”

“Presumi che sia con Ricardo Suarez? Allora devi cercare lui. E sai benissimo dove puoi trovarlo.”

Katie scosse la testa, con aria decisa. “No. No, Lucy. No. Non andrò da Javier.”

Lucy represse un sorriso. Stava giocando con le paure di sua sorella. Sapeva che Katie era terrorizzata all’idea che accadesse qualcosa tra Isabella e Ricardo, eppure continuava a tacerle la verità sui loro rapporti. Katie l’avrebbe uccisa, nello scoprire che lei era al corrente della verità. Lucy era consapevole che avrebbe dovuto parlare, ma non intendeva farlo. Tacere sarebbe servito a spingere la sorella verso Javier. “Katie, Javier lo conosce da vent’anni. Sicuramente saprà dirti dove potrai trovarlo. E dove potrai trovare Isabella… sempre che sia con lui.”

“E dove altro potrebbe essere?”

Lucy fece spallucce.

“Ma non posso andare da lui adesso. È l’una di notte!”

“E allora aspetta domani mattina.”

“Ma Isabella…”

“E’ in gamba. Credo troverà un posto dove passare la notte.”

 

Ricardo passò un braccio attorno alle spalle di Isabella, aiutandola a sistemarsi contro di lui. Le loro mani si ricongiunsero sul petto di lui. La spiaggia era deserta, il solo rumore quello delle onde che si infrangevano lungo il litorale. “Mi dispiace di non poterti dare di più…” sussurrò lui.

“Mi basta questo. Solo perché mio padre era un avvocato, non vuol dire che io sia una viziata.”

“Hai ragione, non lo sei.” Fece una pausa. “Tua madre sarà preoccupata.”

“Non mi importa.”

“Non dire così. Non lo merita.”

“E invece sì. Mi ha trascinata via dalla Rosa Negra senza spiegarmi perché. Si comporta in modo strano, da quando siamo a Cuba. E lei e zia Lucy… beh, credo abbiano litigato. O che stiano per farlo.”

“Io credo… credo che non dovresti preoccuparti di loro. Insomma, sono adulte, sanno quello che fanno.”

Isabella non rispose, e strinse di più la mano di Ricardo.

“Qualcosa non va?”

“Sono un po’ preoccupata. La nostra vacanza è quasi finita.”

Ricardo non rispose.

“Ho paura… ho paura di non vederti più. Ho paura di dimenticarmi di tutto questo.”

“Non devi avere paura, Isabella. Mi rivedrai.”

“Forse… forse non dovrei andare al college. Il prossimo mese sarò maggiorenne, potrò decidere della mia vita. Potrei restare qui.”

“No, questo non te lo permetterei mai. Tu devi andare al college, Isabella. Hai faticato tanto per andarci, non puoi rinunciare. Troveremo una soluzione per noi. Per me sarà difficile lasciare il Paese, ma potresti venire qui per l’estate. Fino a quando non ti sarai laureata. Poi ci penseremo. Ma non roviniamo questo momento con le nostre preoccupazioni.”

“Ricardo… hai detto noi?”

Il ragazzo sorrise. “Sì, ho detto noi.”

“Quindi ci sarà un noi?”

“Se lo vorrai, ci sarà.”

   
 
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