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Autore: Prue786    09/12/2010    1 recensioni
Una mano si stringe intorno al suo collo e, a poco a poco, i piedi prendono a penzolare nel vuoto... una frase sussurrata...
“Non ce la farete!!!”
La testa si reclina lentamente all’indietro e un berretto verde cade sulla sabbia, bagnato a poco a poco dall’acqua salmastra.
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte Terza

 

La candela viene riaccesa e, con il suo chiarore, illumina debolmente la casupola: un piccolo spazio, le pareti di legno, a terra un po’ di ghiaia, un materasso con una coperta di lana, una cassa, dei vetri rotti e una ragazza immobile; gli occhi chiusi, i capelli castani rivolti sul pavimento e un brutto segno rosso sul collo.

Le si china accanto e le solleva la testa. Un brivido percorre l’intero corpo; con una mano le sfiora una guancia: è calda! Poi, un movimento inatteso: il torace!

Sgrana chi occhi, le poggia una mano sul petto e quasi non riesce a crederci.

“È... è ancora viva! Ma... com’è possibile, riesco a toccarla?! … ehi, ehi, riprenditi! Su, apri gli occhi!” comincia a schiaffeggiare leggermente il viso pallido e dopo qualche secondo le palpebre si muovono quasi impercettibilmente mentre due occhi scuri prendono a fissare il suo volto stupefatto e confuso.

“Ciao… bentornata!” riesco comunque a sussurrare, accennando un sorriso.

“È… è andata via?” chiede l’altra con voce tremula, cercando di guardarsi intorno.

“Parli di Anthres?! Si, sono andati via!”

“Perché… dici sono ? Tu chi sei?” La giovane si solleva un po’ a fatica, mettendosi a sedere e massaggiando lentamente il collo; si sente ancora un po’ intontita.

“Il mio nome è Christopher.”

“Che sta succedendo? Io stavo... stavo tornando a casa e...” Afferra la testa fra le mani, scuotendola e lasciandosi sfuggire uno sbuffo “Devo essere impazzita!”

Avverte una mano sulla spalla e si ritrova a fissare un paio di occhi verdi e un sorriso che vuol essere rassicurante.

“Con calma, c’è tempo per capire! Ora cerca di tranquillizzarti!”

La giovane continua a scrutare il ragazzo di fronte a lei soffermandosi sulle efelidi che danno al volto chiaro un’aria fanciullesca.

“Sono già tranquilla…” si limita a rispondere, cominciando ad alzarsi “Ora devo tornare a casa!” con un passo incerto comincia a guadagnare la porta prima di bloccarsi e tornare indietro; afferra il cappotto a terra e lo indossa.

Il giovane si alza di scatto “Aspetta!” esclama mentre un lampo di panico che gli attraversa lo sguardo subito mitigato da un sorriso “Per favore, fa attenzione!”

L’altra  lo fissa confusa, ma si limita ad annuire e ad uscire.

La neve la colpisce violentemente e il sibilo del vento sembra quasi un urlo. Guarda davanti a sé non riuscendo a vede quasi nulla: quasi inspiegabilmente comincia a batterle forte il cuore.

“Devo tornare a casa!” pensa la ragazza serrando le labbra e infilando le mani in tasca con fare spavaldo, come a darsi coraggio; fissa con aria di sfida il nevischio le scende rapidamente davanti al suo viso e muove un passo, prima di fermarsi.

“È stata solo la mia immaginazione. Ho avuto un’allucinazione, sono caduta ed ho battuto la testa!”

La sua voce si perde nell’aria rarefatta. Muove altri rapidi passi.

C’è tempo per capire... cosa avrà voluto dire?” Si ferma nuovamente guardando indietro: c’è una vecchia baracca, niente di più.

“Anthres...”

La giovane porta una mano sul collo, avvertendo un leggero bruciore e un brivido correrle lungo la schiena. Respira profondamente come se avesse finalmente preso una decisione, torna indietro. Socchiude la porta e sbircia all’interno; il giovane è accoccolato a terra intento a raccoglie i cocci di vetro: indossa solamente un paio di jeans e una maglietta a mezze maniche.

“Come fa a non aver freddo, mi chiedo.” Fa spallucce stringendosi ancor di più nella sua sciarpa prima che un gemito non la scuote.

“Va tutto bene?” Chiede prima ancora di riflettere, avvicinandosi con passo rapido all’altro che, nel sentirla, solleva lo sguardo con aria sorpresa.

“Come mai ancora qui?”

“Beh, a dire la verità, questa zona isolata mi fa paura!” Fa una smorfia e inclina la testa notando il taglio sul palmo di Christopher che le rivolge un rapido sorriso prima di ritornare a guardare l’arto.

“Aspetta, dovrei avere dei fazzolettini.”

La giovane s’inginocchia a terra ed estrae dalle tasca del cappotto un involucro azzurro. Prende un fazzoletto e, tenendo ferma la mano destra del giovane, con tocco leggero, prende a picchiettare sul palmo.

“Era da tanto che non vedevo il mio sangue!” bisbiglia Christopher.

“E non ti ritieni fortunato?... no, così non va, hai bisogno di un medico: uno o due punti non te li toglie nessuno!” esclama l’altra scuotendo la testa.

“Non posso! È già strano che tu possa vedermi!” un sospiro rassegnato accompagna la frase.

La ragazza fissa il giovane che ha assunto un’aria costernata.

“In che senso? Non capisco! Hai bisogno di cure, quel taglio è profondo!”

“Non mi succederà nulla, tranquilla!”

“Lo so, ma perderai parecchio sangue! Che ti costa, andiamo...”

Gli afferra un braccio e fa per alzarsi...

“Dannaz…” Christopher chiude gli occhi con un’ espressione di dolore; stringe la testa con la mano e sussurra, quasi a fatica “Vai via... allontanati!”

“Cosa? Perché? Che ti prende?” la ragazza resta immobile a fissare l’altro con aria stupita, la mano ancora stretta al suo braccio.

“Allontanati!” grida più forte strattonando il braccio.

“Non ti lascio in questo posto!” sbotta l’altra inarcando le sopracciglia e restando cocciutamente ferma.

“Ma allora sei…” riesce solo a sibilare il ragazzo, a denti stretti.

Un  bagliore improvviso a cui segue un drastico cambio di scenario.

Una strada di montagna

Un autobus

Un ragazzo pronto a salirvi sopra

“No!”

Con uno scatto improvviso Christopher si alza da terra per intraprendere una corsa disperata: deve raggiungerlo!

Gli è vicino, sempre più vicino...

Gli si butta praticamente addosso ma lo attraversa come se fosse fatto d’aria, cadendo a terra dall’altra parte.

Il pullman chiude la porta e si avvia.

Cento metri

Una brutta sterzata

Un dirupo

Uno scoppio e il fumo che prende a salire denso e nero.

“Dannazione!” urla Christopher sbattendo il pugno a terra e l’asfalto viene macchiato da piccole chiazze scure.

“Mi era sfuggito, maledizione! Sono impotente!”

Rimane immobile, il volto scuro e lo sguardo rivolto a terra.

“Oh... oh mio… ! No!”

Un singhiozzo

Una corsa verso il luogo del disastro e poi tutto il resto viene sopraffatto dall’orrore e dall’incredulità.

Le lacrime bagnano il volto della ragazza mentre le fiamme si riflettono negli occhi sgomentati.

Una mano le si poggia sulla spalla.

“Ormai non puoi fare nulla... non potevamo fare nulla!”

La giovane si gira con uno scatto improvviso: a dispetto degli occhi lucido e arrossati, ha un’aria furiosa. Con uno scatto afferra la maglia di cotone di Christopher e comincia a strattonarlo.

“Perché? Perché non l’hai fermato, perché non hai impedito che il pullman partisse? Tu sapevi! Tu sapevi, e allora perché non fatto qualcosa? Perché?”

Grida fra le lacrime e i singhiozzi che riescono per qualche istante a coprire il crepitio dell’incendio poco distante. Il ragazzo le lancia un’occhiata eloquente e la stringe a sé.

“Hai ragione! Hai tutte le ragioni di questo mondo ma... ci sono cose che non puoi ancora capire…” un sorriso rassegnato si disegna sul volto chiaro prima che il giovane sussurri, quasi a se stesso “ Ci sono cose che neanche io riesco ancora a capire…”

Silenzio

L’assenza di rumori si impadronisce dell’aria circostante.

Un breve sibilo

La ragazza solleva la testa e comincia a guardarsi intorno mentre si allontana dall’altro.

“Si- siamo di nuovo qui...” sussurra sbattendo le palpebre cose se si fosse appena svegliata dopo un incubo. Con passo incerto va a sedersi sul materasso a terra e incrocia le braccia al petto rimanendo immobile a fissare il vuoto “Cos’è successo...?” domanda con un fil di voce, quasi a se stessa.

Christopher rimane a fissarla per qualche istante, indeciso sul da farsi prima di raggiungerla e poggiarle una mano sulla spalla “Ti accompagno a casa!”

L’altra asciuga le lacrime con la manica del cappotto e, senza alzare lo sguardo, annuisce.

 

 

 

 

per kari87: ciao! Ti rispondo qui perché ormai è un’abitudine e perché in fondo mi diverto da matti^__^ Enigmatico e contorto… questo capitolo non credo che lo sia, o sbaglio? XD Almeno sono comparsi dei nomi, no? ^^; Spero che si cominci a capire qualcosa XD anche se mi piace da matti lasciare tutto celato… anche se poi, effettivamente, non ci capisce un tubo XD Ehhhh va beh! Capita! ^^ Baci baci!!!

 

   
 
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