Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: DarkLethe    02/12/2005    2 recensioni
L'amore profondo e assoluto di Remus e Sirius.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Gli aveva posato la sua calda e forte mano sulla sua spalla dolorante

Gli aveva posato la sua calda e forte mano sulla spalla dolorante.

Si era girato. Aveva incontrato i due grandi occhi neri che lo fissavano e  con una stretta al cuore vide quanto erano tristi e stanchi. Anche lui si sentiva così. E le conseguenze della sua odiata trasformazione contribuivano solo in parte. Ciò che stava passando in quel momento era dovuto alla continua repressione del travolgente sentimento che da tanto tempo era imprigionato nel suo fragile corpo. E questa febbricitante passione la provava per il ragazzo in piedi, di fronte a lui. Il suo tesoro.

Sirius lo sapeva e ricambiava.

L’ostacolo erano le persone accanto a loro che ignoravano ciò che li univa e che se l’avessero scoperto, sicuramente delle espressioni di disgusto e severo giudizio avrebbero sfigurato i loro volti. Gli avrebbero voltato le spalle facendoli sentire abbandonati e in colpa per il loro innocente amore più di quanto non si sentissero già adesso.

 

Si stavano fissando ancora negli occhi, confessandosi il loro amore l’un l’altro accompagnati dal familiare e onnipresente silenzio ormai componente fondamentale di questi loro sporadici e trattenuti momenti di intimità.

Ogni qualunque parola non sarebbe stata all’altezza di quel muto ma intenso scambio di sentimenti. Era un momento magico. E ne avevano vissuti così pochi…

Un rumore di passi distante ma sempre più vicino li riportò alla realtà.

I due sguardi indugiavano l’uno sull’altro. Ancora un attimo sembravano implorare.

La porta si stava aprendo.

I battiti dei due cuori stavano accelerando insieme.

Peter era entrato.

La magia era stata spezzata.

La mano stretta a pugno, come a obbligarla contro la sua volontà, era scesa lungo il fianco di Sirius.

Remus chiuse gli occhi. Sospirò. Un’infinita e amara tristezza lo pervase.

Abbandonò la stanza frettolosamente con pallide chiazze di rosso che gli tingevano il volto esangue.

 

Si erano confessati il loro reciproco amore un anno prima.

Sirius aveva fatto il primo passo guidato dalla sua solita impulsività. Aveva incominciato a vedere Remus con occhi diversi solo da due mesi e appena si era presentata l’occasione gliel’aveva fatto capire in modo inequivocabile. Remus lo desiderava da sempre e quando era successo si era sentito il cuore caldo dopo anni di gelo. Una piccola fiammella si era accesa nel tunnel buio della sua esistenza. Ma era durato per così poco tempo. Passato qualche giorno entrambi avevano capito che quel loro ardente amore doveva essere tenuto nascosto come un delitto.

Non potevano farsi scoprire.

Se Sirius veniva preso per mano da una delle tante ragazze che gli ronzavano attorno, Remus doveva voltarsi e mascherare con una risata le lacrime di sangue che versava il suo cuore.

Se Malfoy prendeva in giro Remus, Sirius poteva solo difenderlo, ma non avrebbe mai potuto asciugare le amare lacrime che scorrevano timide lungo il viso del suo Rem. E così veniva preso dallo sconforto anche lui. Non riusciva a sopportare che il suo tesoro fosse triste. Non sopportava più questa vita così simile a una gabbia.

 

Nessuno sospettava niente. In pubblico, solo quando erano sicuri che nessuno li guardasse, si scambiavano appassionati sguardi che duravano quanto un batter di ciglia, ma che per loro erano eterni. La vicinanza di uno accanto all’altro bastava a spazzare via l’amarezza e il dolore per rimpiazzarli con un sorriso.

Ma non era abbastanza. Per nessuno dei due.

I sorrisi prima così luminosi, nell’ultimo periodo si erano spenti ed erano diventati inesorabilmente cupi e affranti.

Vivevano con angoscia il loro amore. Quel crudele senso di oppressione non li abbandonava mai. Era come se cercassero di fuggire, ma in realtà non riuscivano neppure  a correre. C’era solo un’unica via di uscita.

 

Avevano deciso che era venuto il momento. Era bastato uno sguardo perché si leggessero nei cuori e si capissero.

Era ciò che desideravano entrambi. Una lacrima aveva solcato la guancia di Remus ed era morta sulle sue labbra. Il silenzioso patto era stato suggellato.

 

Quella notte si erano recati nel bagno maschile al settimo piano. Erano troppo timorosi di tenersi per mano mentre percorrevano i corridoi bui.

Erano arrivati di fronte alla porta del bagno. Remus sentì la mano di Sirius gelarsi all’improvviso, così come la sua.

Varcarono la soglia. Una pallida luce lì investì.

Si avvicinarono a un lavello e Sirius riempì con cura i bicchieri. Ne porse poi uno a Remus, che  lo prese con mano tremante. Tutto il suo corpo era scosso da tremiti al pensiero di ciò che stava per fare, ma la sua volontà non vacillò neppure un istante. Sirius estrasse dalla tasca una piccola boccetta gialla. Ne versò il contenuto sulla mano. Erano delle minuscole pastiglie bianche. Remus le fissava intontito. Sarebbero state loro a condurlo fuori da questa gabbia per sempre. Ma non sarebbe stato solo. Sirius, il suo eterno amore, era con lui e lo guardava con l’intenso ardore che gli provocava da tempo un forte nodo allo stomaco. Stanotte quel nodo si sarebbe sciolto definitivamente.

Prese la sua parte di pastiglie che Sirius gli porgeva. Anche a lui tremavano le mani e il sudore freddo le rendeva lucenti sotto la luce del bagno.

Si guardarono negli occhi.

Erano pronti.

Bastò un secondo.

Contemporaneamente misero le pastiglie in bocca e le ingoiarono faticosamente aiutati dall’acqua. Remus pensava di soffocare. Bevve ancora un po’ d’acqua.

Quanto tempo ci sarebbe voluto? Non lo sapeva. Sapeva solo che voleva restare abbracciato a Sirius in attesa del dolce sonno eterno. Si sedette sul pavimento. Era freddo, molto freddo. Sentì il corpo caldo di Sirius accovacciarsi accanto a lui. Gli tese la mano. Remus appoggiò la testa sulla sua spalla. Ebbe un fremito. Aveva sempre desiderato farlo. E questa era la prima volta, ma non sarebbe stata l’ultima. Ne era certo. In un’altra vita o in un altro universo si sarebbero amati ancora e avrebbe goduto della gioia di stare accanto al suo tesoro come invece ora non poteva farlo.

Non riuscivano a scambiarsi alcuna parola. Non avevano bisogno delle parole.

Ad un certo punto si ricordò. Stava dimenticandosi il pacchetto che aveva preparato con cura per i suoi amici: James e Peter. Lo prese dalla tasca. Lo rigirò lentamente fra le mani, come volesse assicurarsi che fosse intatto. Lo pose sul pavimento delicatamente, davanti ai loro piedi. Solo con quello avrebbero capito il loro gesto.

 

Incominciava a sentire le membra indolenzite e la testa alquanto pesante. Guardò di nuovo Sirius. Non era mai stato tanto sicuro di quello che stava facendo come in questo istante. Gli strinse ancor di più la mano. Ma durò poco. Le forze lo stavano abbandonando. Anche Sirius sembrava avesse allentato la presa. Ma non l’avrebbe lasciato. Se lo sarebbe imposto fino all’ultimo. La vista si stava annebbiando. Era dovuto alle morbide ma glaciali lacrime che sgorgavano furtive dai suoi occhi. O forse no. Sirius tremava e anche lui incominciava ad avere freddo. Si strinsero ancora di più.

 

Remus ripensava ai momenti più felici passati insieme a lui. Erano gli ultimi attimi e voleva ricordarsi e assaporare per l’ultima volta gli istanti più belli.

Il dolce e fragrante profumo che emanava Sirius.

Sirius che gli prendeva la mano dopo una giornata passata in infermeria.

Sirius che gli scriveva dei bigliettini durante le lezioni con un sorriso malizioso stampato sulla faccia. E lo stesso sorriso che svaniva mentre si beccava una punizione per essere stato distratto durante la lezione.

Sirius che lo chiamava per nome quando aveva bisogno di lui. Il suo nome suonava così dolce sulle sue labbra.

Sirius che lo confortava con gli occhi nei momenti di sconforto.

Sirius che gli sorrideva…semplicemente…

Questi furono gli ultimi pensieri di Remus prima del nulla. Erano dedicati al suo tesoro eterno.

 

Li trovarono il mattino seguente.

James si era svegliato con un peso al cuore. Aveva capito che qualcosa non andava quando si era avvicinato al letto di Sirius trovandolo desolatamente vuoto. Anche quello di Remus non era stato toccato quella notte.

Una stretta al cuore gli fece chiudere gli occhi, come una rivelazione improvvisa.

Svegliò Peter.  Guardarono nella sala comune, nella sala grande e nella guferia. Deserte.

Si diressero verso il bagno.

James non si sentì mai tanto impotente come in quel dannato giorno.

In un angolo, nell’ombra, erano seduti sul pavimento i suoi due amici. Sembravano addormentati. James era sicuro che non lo fossero.

Si avvicinò.

I denti gli mordevano incessantemente il labbro inferiore.

Non poteva essere.

Perché? Perché?

Scorse un pacchetto vicino ai loro piedi. Lo raccolse. “James e Peter” c’era scritto con la calligrafia sottile di Remus. Lo aprì. Peter era di fianco a lui, in lacrime. Buttò la carta a terra.

Una foto.

Sirius e Remus lo guardavano salutandolo dall’immagine che teneva in mano.

Un sorriso abbozzato era disegnato sui loro volti apparentemente felici. Ma gli occhi…Gli occhi di entrambi erano crudelmente carichi di tristezza.

Distolse gli occhi.

Scoppiò a piangere.

Aveva capito perché.

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: DarkLethe