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Autore: sonounaspugna    10/12/2010    0 recensioni
Fantasia e razionalità non erano mai state più vicine.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ebbene sì, sono maledettamente scatenata. oggi posto tutto. non mi importa.. ;D
ma le recensioni passo comunque a guardarle, eh!! xD
Marzia <3



Hermione Granger parla.
Era l’ora del pisolino per Rose, e anche per Ron, dato che tutti i pomeriggi si chiudeva in camera con nostra figlia con la scusa di “farla addormentare” e poi dormiva casualmente anche lui ogni santissimo giorno. A me, infondo, stava benissimo così. Avevo due ore, a volte anche tre, da dedicare a me stessa. Solo e unicamente a me. Leggevo. Guardavo film, oppure mi aggiornavo prendendo i nuovi volumi dalla biblioteca riservata agli Auror. C’era sempre da imparare, sempre qualcosa da perfezionare.
Da quando ero diventata madre riuscivo a ritagliare ben poco tempo per portare avanti le mie conoscenze. Ma ci tenevo, così un buchino qua e là riuscivo a trovarlo sempre.
Quel giorno però non avevo un tomo tra le braccia e non ero neanche spaparanzata accanto al focolare.
Ero in bagno.
Seduta sull’asse del gabinetto con stretto tra le dita quella striscetta maledettamente colorata.
Positivo.
Il test era POSITIVO.
Mi tremavano le mani.
Avevo paura.
La mia vita era complicata anche senza Rose, quel piccolo batuffolo. Ma come sarebbe stata con una seconda testa da sfamare e, soprattutto, di cui prendersi cura?
Ron era ancora un ragazzino, dopotutto. Magari fosse stato come Harry, più coraggioso, più forte ma, più di tutto, maturo.
Mi misi le mani tra i capelli, abbandonando sul pavimento il mio test (positivo) di gravidanza.
 
“Ronald Bilius Weasley” lo chiamai strillando. Erano passate due settimane dalla mia “scoperta”. Era giunto il momento di parlare.
Ron arrivò trafelato dal piano di sopra. Io ero seduta a capo del tavolo imbandito con focaccine, te, latte e biscotti.
“siediti pure” lo invitai, vedendolo interdetto alla vista di tanto cibo.
“Hermione..” disse con tono indagatorio. “l’ultima volta che hai preparato un banchetto del genere era solo perché volevi attirarmi e poi strigliarmi perché avevi scoperto che non andato al lavoro per tre settimane consecutive..” disse preoccupato.
Sorrisi appena al ricordo. Mi piaceva vederlo intimorito da quello che avrei potuto fargli..
“eddaiii! Siediti..” dissi per calmarlo.
“e non mi chiamavi così da tempo.. a dir la verità da quando mi hai confessato di aspettare la nostra piccola Rosie!!” esclamò ricordando e sorridendo. Ma poi dal suo volto si cancellò tutto e un velo di preoccupazione si impossessò di lui.
“Hermione, non vorrai dirmi che..”
Ron sarà maledettamente infantile, maledettamente ignorante, alle volte. Ma non è stupido. Per nulla.
“siediti” dissi senza guardarlo negli occhi.
Ecco la situazione ribaltata. Io, sottomessa, la codarda, e lui quello che vuole capire la faccenda.
“Hermione” mi prese la mano. “è così? È vero?”
Rimasi come ferma. Impietrita. Incapace di ragionare, incapace di trovare un modo per asserire.
Annuii poi, anche se contro la mia volontà.
Gli occhi erano colmi di lacrime. Avevo paura. Paura di non farcela, PAURA.
Mi strinse le mani fra le sue calde, forti, possenti. Ron era molto di più che il bamboccio che descrivevo, questo lo sapevo bene. non lo avrei sposato, se no, giusto?
Era tremendamente dolce, romantico e mi faceva sentire bene, come se non fossi mai sola.
“ei!” mi bisbigliò nell’orecchio. “che problema c’è?”
“ho..” mi tremava la voce. Mi accarezzò una guancia, facendomi alzare il capo. “e se non ce la faccio, Ron? È andata bene con Rose ma ho paura che..”
“sssh” mi zittì con il dito. “non te ne rendi conto?” mi chiese sorridendo. “te riesci sempre in tutto, non vedo per quale motivo dovresti fallire in questo. E poi non sei sola. a fallire saremo entrambi, se mai qualcosa non dovesse andare per il senso giusto”
“bhe, ecco..” mi specchiai negli occhi azzurri di Ron e non potei che sentirmi stupida. Stupida perchè mi preoccupavo così tanto. “Ti Amo” sussurrai sentendomi avvampare.
Non glielo avevo mai detto. O meglio, mi ero sempre limitata a rispondergli anch’io tutte le volte che si presentava occasione.
In risposta ricevetti un lungo bacio da capogiro.
Lo avrei amato.
Sempre.
   
 
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