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Autore: Annette85    10/12/2010    2 recensioni
Sibilla lo guardò negli occhi, attraverso gli occhiali spessi, e chiese: «Dimmi la verità, tu mi credi?» Eccola lì, la domanda tanto attesa e tanto temuta da entrambi.
Severus boccheggiò un attimo in cerca di una risposta plausibile da darle, senza offenderla o senza farla esultare, ma era difficile rispondere.[...]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Sibilla Cooman
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Delusional Beaker Stories'
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Nota: Fanfiction scritta un anno e mezzo fa, ormai (e che pensavo di aver già postato u.u), per il Meme di Giugno indetto da Michiru nel suo lj e segue il prompt "Domanda a trabocchetto".
Come già detto è stata scritta tanto tempo fa, quindi se ci dovesse essere qualche imprecisione è dovuta al fatto che da quando l'ho postata nel mio sito (esattamente l'1 giugno 2009) non l'ho più ricontrollata (non prendetemi a pomodori in faccia, vi prego); è una storia su una coppia un po' particolare e per questo ho messo l'avvertimento OOC, perché non si sa mai che sia andata eccessivamente fuori personaggio.

Per li resto buona lettura^^


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The Question

Sibilla lo guardò negli occhi, attraverso gli occhiali spessi, e chiese: «Dimmi la verità, tu mi credi?» Eccola lì, la domanda tanto attesa e tanto temuta da entrambi.

Severus boccheggiò un attimo in cerca di una risposta plausibile da darle, senza offenderla o senza farla esultare, ma era difficile rispondere. Anche per uno come lui, abituato ormai a tutto. Sibilla intanto aspettava una risposta, aggrappata all’uomo come una cozza sullo scoglio, decisa a non mollare la presa, né quella verbale, né quella fisica.

«È una domanda trabocchetto?» chiese allora Severus, consapevole della non risposta che aveva appena dato alla collega.

Sibilla strinse gli occhi e le mani sulla veste dell’uomo: «No, mio caro, è una semplice domanda che attende una risposta», disse con una sicurezza che sorprese entrambi.

Severus ripensò bene ai fatti, prima di aprire bocca per la seconda volta: quella mattina, l’insegnante di Divinazione era scesa nel suo studio, cosa che capitava frequentemente da quando avevano iniziato a trascorrere del tempo insieme, avevano scoperto le varie sfumature delle personalità altrui e, di comune accordo, avevano deciso di mantenere la loro relazione segreta. Entrambi, infatti, sapevano molto bene cosa pensassero studenti e corpo docenti di loro due, così avevano preferito il silenzio sulla questione. Quel giorno Sibilla era arrivata allo studio tutta spaventata per l’ennesima visione che si era palesata davanti alla sua Vista, nella quale, puntualmente, uno studente sarebbe morto tra atroci sofferenze. Il malcapitato di turno era Draco Malfoy, il quale sarebbe passato a miglior vita stritolato dalla Piovra Gigante che abitava il Lago Nero vicino alla scuola.

Una volta appresa la notizia, Severus, non si era certo lasciato intimidire, anzi, aveva guardato in modo piuttosto scettico la fidanzata e aveva preferito tacere qualcosa che potesse ferirla. L’aveva semplicemente presa tra le braccia cercando di calmarla un po’, ma, dopo qualche istante, era arrivata la domanda a tradimento, quella a cui nessun uomo, mago o Babbano che fosse, sano di mente avrebbe potuto rispondere con certezza.

Poi si era preso tutto il tempo necessario, aveva riflettuto senza proferire verbo, aveva valutato tutte le variabili possibili affinché la profezia di Sibilla si potesse avverare ed era arrivato alla conclusione che no, la visione non avrebbe avuto luogo e che, quindi, Draco non sarebbe morto tra atroci sofferenze per “mano” della Piovra Gigante.

«Dirò a Draco di stare attento quando va al Lago», sospirò infine, non dando una risposta certa alla collega.

Sibilla lo abbracciò di slancio, felice per ciò che gli aveva appena detto Severus: «Oh, sono così felice che tu mi creda e che voglia preservare dalla morte quel povero ragazzo», disse infine, lasciandolo di stucco, e lui si chiese se fosse il caso di dirle che non aveva risposto alla sua domanda iniziale e che quindi c’era ben poco di cui esultare.

Severus si rese conto, però, che fosse meglio tacere e godersi in santa pace quelle poche ore che avevano a disposizione, prima di ritornare alla routine di sempre, fatta di compiti da correggere e visioni da approfondire

   
 
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