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Autore: ItsAryel    10/12/2010    1 recensioni
Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato essere un uccello. Non uno di quelli grandi e rapaci, come le aquile, ma un semplicissimo e piccolissimo cardellino.
Cosa provano? Cosa pensano? Come fanno a sopportare di avere quelle ali attaccate? Come si sentono quando sono rinchiusi in gabbia? E quando volano liberi nel cielo, guardano in basso o hanno paura di volare? E quando vengono seguiti da animali che li vogliono mangiare si nascondono o escono ancora a volare?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Come un Battito D'ali...*


Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato essere un uccello. Non uno di quelli grandi e rapaci, come le aquile, ma un semplicissimo e piccolissimo cardellino.
Cosa provano? Cosa pensano? Come fanno a sopportare di avere quelle ali attaccate? Come si sentono quando sono rinchiusi in gabbia? E quando volano liberi nel cielo, guardano in basso o hanno paura di volare? E quando vengono seguiti da animali che li vogliono mangiare si nascondono o escono ancora a volare?


Ma alla fine ho capito che la nostra vita e quella dei cardellini, o di ogni altro tipo di animale di piccola razza, non è poi cosi differente.
Prima di tutto, come loro si sentono inferiori alle razze più grandi, cosi noi umani ci sentiamo inferiori all’Universo intero.
Basta solo osservare le stelle per capire che i puntini siamo noi e non le costellazioni.
Sono loro che osservano i nostri movimenti da migliaia di anni.
E sicuramente sono anche frustrate perchè non possono fare nulla per cambiare tutti gli errori che noi abbiamo fatto nella storia.


Le loro ali sono per noi come le braccia, non c’è nulla di speciale in esse.
E anche loro si faranno le nostre stesse domande quando ci vedono: perchè è vero che l’essere umano è il più intelligente, anche se finora non l’ha mai dimostrato,ma questo non vuol dire che gli altri esseri viventi non vedano quello che succede intorno a loro, i volti che incrociano durante le loro "passeggiate" in terra, in cielo o in mare.


I sentimenti sono gli stessi degli uomini anche quando vengono rinchiusi in gabbia: rabbia, senso di impotenza, voglia di libertà.
La differenza è che, mentre gli uomini si ritrovano dietro delle sbarre di ferro perchè hanno commesso qualche azione malvagia, loro hanno avuto come colpa solo quella di essere belli, cosi belli da voler essere sempre ammirati.


Perchè gli uccelli sono anime liberi, come lo sono anche le nostre anime. 
Adorano guardare il mondo dall’alto, e loro volano cosi come volano anche i nostri sogni.
E’ tutto uguale. Se guardano in basso, vuol dire che non hanno paura di ciò che gli accade poichè ormai hanno spiccato il volo e si sentono come se nulla li può fermare.
Ma se guardano giù vuol dire che non dimenticano quelli che li hanno aiutati, non dimenticano le persone a cui hanno voluto bene. 
Se invece guardano solo davanti a se, anche se per un periodo di tempo molto lungo, nel momento in cui volteranno giù il viso, si schianteranno contro un albero, che li ributterà a terra.
Solo in questo modo riusciranno a capire cosa gli serve veramente per volare liberi.


Probabilmente, braccati, hanno più paura di uscire.
Ma coloro che rimangono nella tana, come succede anche nella società moderna, sono coloro che non hanno intenzione di far vivere i loro pensieri, lasciandoli marcire in fondo ad una scatola polverosa.
E quando si ha la forza sarà troppo tardi.
Coloro che escono sono quelli coraggiosi, coloro che, anche se cadono, ogni volta si rialzano più forti di prima.


Capisco che alla fine non ci sono tante differenze, ma allora perchè io ancora non riesco a liberarmi dalle catene che mi aggrappano a terra? 

   
 
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