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Autore: adamantina    11/12/2010    3 recensioni
Vanessa, Blake, Damien, Lily, Charlotte e Jonathan sono diversi.
Non si considerano speciali; i loro "doni" non sono per loro altro che una maledizione che impedisce loro di avere una vita normale come un qualsiasi altro teenager.
Vanessa, Blake, Damien, Lily, Charlotte e Jonathan vivono al Queen Victoria's College, scopo del quale è addestrarli al controllo dei propri superpoteri -perchè è di questo che si tratta, nonostante il termine non risulti loro gradito-, a come sfruttarli, a come nasconderli.
Ma una serie di particolari eventi e un nuovo, strano preside li porteranno a chiedersi se il Queen Victoria's non sia, più che una scuola, una sorta di prigione...
E se lo fosse, sarebbe forse peggiore del mondo esterno, con i suoi schemi, le sue regole e i suoi ottusi pregiudizi?
Genere: Avventura, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Queen Victoria's College'
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~addiction~

 

[Vanessa]

 

Non posso farne a meno. Devo andare a controllare.

Forse qualcuno lo definirebbe piuttosto origliare una conversazione privata, ma io non amo questa definizione. E poi, lo sanno tutti che al giorno d’oggi la privacy non esiste più. Il Grande Fratello è dappertutto, eccetera eccetera.

Scompaio subito dopo aver varcato la porta e mi avvicino a Damien e Vahel.

Sono piuttosto sicura che Damien potrebbe scoprire dove sono se solo gli interessasse. La sua abilità è migliorata incredibilmente in queste poche settimane. Non ha più avuto incubi e riesce a prevedere solo quello che vuole. È tutto ciò che ha sempre desiderato, e l’ha ottenuto grazie a quel bastardo di Vahel. Per questo devo capire cosa si stanno dicendo. Mi avvicino con cautela assolutamente inutile –a meno che uno dei due non si metta ad osservare le nuove orme che compaiono sulla sabbia, e ne dubito.

-La prego!-, sbotta Damien, facendomi sobbalzare.

Lo sta pregando? Sul serio? Che ne è stato di tutti i discorsi sull’odio che provavamo per lui?

-Non ancora, signor Knight.-

-La supplico! Ne ho bisogno!-

Cosa ne è stato della sua dignità?

-Oh, andiamo. Potrà resistere un altro giorno!-

-Non posso! La prego, professore, la imploro … non posso lasciare che ricominci!-

-Non … -, comincia Vahel, ma Damien lo interrompe con veemenza:

-Non posso!-, grida.

Vahel tace per un secondo, quindi si fruga nella tasca della giacca e ne estrae un barattolo in plastica pieno di pastiglie. Ne prende una manciata e la consegna a Damien.

-Va bene-, dice.

-Grazie-, mormora Damien, ingoiandone subito una. Immediatamente il suo volto teso si rilassa.

Si allontana e io lo seguo. Non appena siamo fuori dalla portata visiva di Vahel, ricompaio.

Damien sussulta.

-Cosa stai facendo?-, chiede.

-Potrei farti la stessa domanda.-

Lo vedo arrossire ed esitare.

-Io … niente.- Mi fissa. –Hai spiato la mia conversazione, Vanessa?-

-Ero preoccupata per te-, replico.

-Pensavo avessi giurato che non l’avresti mai fatto.-

-Cosa stai combinando con quelle pastiglie, Damien?-

-Niente.-

Accelera il passo, ma gli sto dietro senza problemi.

-Ne stai diventando dipendente?-

-No!-, sbotta. -Finalmente posso controllare il mio dono, Ness! Non vedo più gente che muore durante la notte, né incidenti aerei, né terremoti … -

-È una droga, non è vero?-, insisto, afferrandogli un braccio per impedirgli di andare avanti.

-Non … non è così.-

-Sì che lo è!-, urlo, reprimendo a fatica l’istinto di schiaffeggiarlo. –Non riesci proprio a capire? Vahel ti sta rendendo suo schiavo grazie a quelle pillole!-

-Posso smettere quando voglio.-

Dio, no. Non questa frase. Non sarò intelligente come Charlotte, ma sono abbastanza informata per sapere che questo è un bruttissimo segno. Guardo negli occhi il mio migliore amico e noto che le sue pupille hanno una forma strana.

-Damien-, sussurro, -Ti prego, smettila. Ti stai facendo del male.-

-Non posso tornare a com’era prima, Ness-, mormora. –Non dopo aver visto com’è vivere senza essere tormentato dagli incubi. Non reggerei.-

-Troveremo un’altra soluzione.-

Non voglio mollare e stringo la presa sul suo braccio, senza distogliere lo sguardo dal suo.

-Non ce n’è, Nessie … è l’unica possibilità.-

Un nodo mi stringe la gola con tanta forza da rendermi difficile respirare.

Lotto per non piangere e mi allontano quasi di corsa dal mio amico, scomparendo a metà strada.

Invisibile, sono ora libera di crollare. Mi lascio cadere ai piedi di un albero e vi appoggio la schiena, scossa dai singhiozzi.

Com’è potuto succedere così in fretta?

Come ho fatto a non accorgermene?

Sono talmente certa della mia invisibilità che, quando Damien mi mette una mano sulla spalla, sussulto per lo stupore. Non mi vede, ma ha previsto che sarei andata esattamente lì.

-Non piangere, Ness. Ti prego.-

-Non pregarmi!- La mia voce esce più stridula del solito, ma non me ne curo. –Non voglio che tu mi preghi come hai pregato quel mostro di darti ciò che volevi! Tu mi fai schifo! Vattene!-

Damien sobbalza come se lo avessi pugnalato. Guarda il vuoto che mi ospita e annuisce appena, quindi si allontana in silenzio, senza più voltarsi, lasciandomi sola con la mia frustrazione.

 

Mi ci vuole più di un’ora per calmarmi e riprendere a ragionare razionalmente.

Allora faccio la cosa più logica.

Vado a cercare Charlotte. Mi dirigo direttamente verso la Sala, ancora invisibile, decisa a fare una puntata nel bagno per controllare lo stato dei miei occhi, che immagino rossi e gonfi.

Appena sguscio all’interno, uno spettacolo mi si prospetta davanti.

Lily e Blake, uno davanti all’altro, che urlano a squarciagola dei pessimi insulti.

Tutti gli altri sembrano piuttosto imbarazzati.

-Sei un maschilista!-

-E tu sei masochista!-

-Senti chi parla!-

Intuisco l’argomento della discussione e so che dovrei entrarci anch’io, ma non è il momento. Mi avvicino a Charlotte  e le mormoro all’orecchio:

-Esci un attimo?-

Lei sussulta, quindi sospira:

-Vado a prendere un po’ d’aria.-

La seguo fuori e riappaio.

-Cielo, Ness, sei tremenda! Cosa hai fatto a quegli occhi?-

-Niente. Senti, Charlie, è successa una cosa grave.-

-Sarebbe?-

-Hai presente le pastiglie che Vahel dà a Damien?-

-Sì.-

-Credo che siano una specie di droga. Non riesce a starne senza, anche a costo di implorare Vahel per averle, ed è sempre più strano. Dice che non riuscirebbe più a sopportare di avere visioni ad ogni ora del giorno e della notte e io … non so cosa fare.-

Charlotte riflette per un secondo.

-Assuefazione-, mormora. –Questo è un problema.-

-Grazie per la concessione.-

-Quindi tu vuoi che smetta di essere dipendente da queste pastiglie ma che non ricominci ad avere incubi.- Esita. –Dammi un giorno. Ho bisogno di fare qualche ricerca, ma credo di poterti aiutare.-

-Grazie, Charlie-, mormoro, abbracciandola.

Lei sorride.

-Sai che adoro una bella sfida intellettuale.-

-Lieta di averne trovata una.-

-Dovresti parlare con Lily e Blake, sai.-

-Non ci tengo così tanto. Temo di restare gravemente ferita.-

Charlotte scuote la testa.

-Blake insiste a volere che Lily lo lasci vincere, domani. Fa tanto il duro ma in realtà non vuole che lei si faccia male, e la stessa cosa vale per lei.-

-Io farei meglio a restarne fuori.-

-Ma la cosa riguarda anche te, Ness. Vai.-

Annuisco, rassegnata, ricompaio e rientro.

-Ah, eccoti!- Lily mi afferra per un braccio e, con poca delicatezza, mi trascina davanti a Blake. –Diglielo, che deve lasciarmi vincere!-

-No, dì a lei che deve lasciar vincere me!-

-E se combattessimo alla pari?-

Blake e Lily mi guardano stralunati. Probabilmente si aspettavano che anche io reclamassi il mio diritto a subire una tortura insopportabile.

Sorpresa sorpresa, non ne sono entusiasta.

-Mi pareva che avessimo deciso così, all’inizio. E poi, sapete che nessuno cederà. È l’unico modo.-

Detto questo, mi libero dalle grinfie di Lily e mi allontano, lasciandoli ancora a discutere.

 

Charlotte mi prende da parte la mattina dopo, poco prima di colazione.

-Credo di aver trovato una soluzione-, annuncia.

-Dimmi.

-Ci sono alcune tecniche che potresti sperimentare … le ho trovate nella biblioteca degli insegnanti.-

-Come ci sei entrata esattamente?-

-Questo non è importante.- Charlie sorride appena prima di proseguire, seria: -Il punto è che sono tecniche sperimentali, tutte basate su cose tipo respirazione, chakra, punti vitali, controllo della mente eccetera.-

-Mi sembra molto irrealistico, miss c’è-una-spiegazione-razionale-per-tutto.-

-Lo so, ma effettivamente potrebbe funzionare. Dopotutto non ho mai trovato una spiegazione razionale per i nostri poteri.-

-Charlotte, potrebbe non basta. Per convincere Damien a smettere di prendere quelle pillole devo offrirgli un’alternativa sicura. Non la accetterà, altrimenti.-

-Non esiste niente di sicuro al cento per cento, Nessie. Ma ho scoperto la sostanza contenuta in quelle pillole, ed è paragonabile ad una droga vera e propria, e anche piuttosto forte. Devi farlo smettere.-

-Gli dirò che l’alternativa è sicura.-

-Ma non lo è.-

-Mentirò. Non mi interessa.-

-Vedrà le tue intenzioni nel futuro, Vanessa. Sii onesta. È la tua arma migliore.-

Annuisco distrattamente, indecisa.

 

-Damien.-

Lui si volta e vedo che non sa se sia prudente fermarsi.

Stupido.

-Per favore, devo parlarti.-

Cede e si avvicina. Dovremmo essere a lezione, ma la professoressa non si arrabbierà se tarderemo di cinque minuti. Credo.

-Cosa vuoi?-

Freddo, sgarbato. Lo guardo negli occhi e vedo le sue pupille dilatate. Devo trattenere un’ondata di nausea.

-Esiste un altro modo per controllare il tuo potere.-

-Non è vero.-

Gli lancio un’occhiataccia.

-Sì, lo è. Ho fatto delle ricerche.- Preferisco non dirgli che ho coinvolto Charlotte. Si infurierebbe. –Ho scoperto che quelle pillole sono una vera e propria droga.-

-E allora?-

Dio, ti prego, trattienimi e impediscimi di ucciderlo qui e ora.

-E allora-, spiego pazientemente, le unghie piantate nei palmi delle mani, La droga è pericolosa. Potresti morire, Damien. Il metodo che ho trovato è complicato, ma assolutamente sano e indolore.-

-Funziona?-

Ecco il momento della verità.

-Certo. Al cento per cento.-

O meglio, ecco il momento della menzogna.

Lo vedo aggrottare le sopracciglia.

-Avanti, Damien-, insisto. –Otterrai lo stesso effetto senza rischiare di morire, senza essere sempre così nervoso, senza odiare tutto e tutti … -

Mi guarda sorpreso. Come se non l’avessi notato.

Stupido al quadrato.

-Devo pensarci-, borbotta. –Siamo in ritardo-, aggiunge, e comincia ad allontanarsi.

-No!-, sbotto.

Lo raggiungo di corsa e lo afferro per un braccio.

-Damien, ne sei diventato dipendente! Lo capisci?-

-No, non è così. Posso smettere.-

-E allora fallo!-

-E se non volessi?-

-Perché? Per le visioni? Ti ho detto che c’è un modo per controllarle. La verità è che tu non vuoi smettere, Dam.-

Mi guarda, sentendosi in trappola.

-Vanessa, io … -

-Ti prego-, lo interrompo. –Vuoi che mi metta in ginocchio? Lo farò, te lo giuro. Farò qualsiasi cosa, ma tu dimmi che ci proverai. Che proverai a smettere.-

Lui esita, si passa una mano tra i capelli castani e infine sospira.

-Posso smettere quando voglio, e te lo dimostrerò-, dice.

-Grazie-, sussurro, e mi allungo per abbracciarlo.

Lui ricambia, rigido.

-Ti voglio bene-, mormoro.

Non risponde.

 

 

   
 
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