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Autore: LylaBaudelaire    11/12/2010    6 recensioni
Con la guerra imminente e la fuga di Ron, Hermione si domanda quali sono le persone che contano di più nella vita.
"Quali sono le persone che fanno di te quella che sei veramente?"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ringraziando tutti coloro che hanno letto la mia prima ff, eccovi la seconda (che, come dice Caparezza, è sempre la più difficile :D). L'ho scritta molto tempo fa, in un momento diciamo 'introspettivo'. E' un tributo a questo fantastico personaggio che zia Row ha disegnato con maestria e che, a mio parere, rappresenta un po' tutte le donne.


 A noi donne, alla famiglia, agli amici, all'amore.

Ti ritrovi a tracciare spirali invisibili con le dita sul libro, rinunciando definitivamente a leggere.
Questa mattina ti sei svegliata con una domanda, che continua a tormentarti.
Di chi hai bisogno nella vita? Quali sono le persone che fanno di te quella che sei veramente?
 
I tuoi genitori. Sei sempre stata la loro gioia, il tassello che ha reso la loro speciale la loro vita, anche quando hanno scoperto che non saresti stata una normale studentessa di liceo e che non avresti mai lavorato nel loro studio dentistico. Ti hanno fatto credere nelle tue capacità, ti hanno sempre ritenuta all’altezza di ogni prova che la vita ti metteva davanti; ti hanno guidato per mano attraverso Diagon Alley ogni fine agosto, sorridendo bonari di fronte ai buffi nomi di materie scolastiche, libri e oggetti magici e senza mostrarsi mai preoccupati o spaventati. Si fidano di te, Hermione Jean Granger: sanno che la tua intelligenza, il tuo pragmatismo e la tua sensibilità sapranno guidarti ovunque andrai. Non hanno battuto ciglio quando hai spiegato loro che stavi rischiando la vita per difendere un mondo che loro hanno solamente visto di passaggio, sapevano che quello sarebbe stato il tuo destino: la loro bambina avrebbe avuto il suo posto nel mondo, un posto al fianco dei più deboli. Ti hanno consolata quando sei tornata a casa in lacrime dopo il funerale di Silente, ti hanno fatto sentire protetta per la prima volta dopo tanto tempo, anche se sapevi che loro, abbracciandoti, stavano offrendo le loro spalle nude ad un pericolo di cui non conoscevano nemmeno il nome. Mentre guardavi tua madre cucinare e tuo padre apparecchiare la tavola, stringevi la bacchetta tra le mani volendola quasi spezzare, maledicendo il giorno in cui hai scoperto di essere una strega. E non una strega normale, una ‘sporca mezzosangue’ proprio a causa dei tuoi genitori. Guardando le foto appese al muro, in cui i soggetti ti fissavano immobili, hai desiderato essere una normale ragazza di diciassette anni, senza magia, senza Hogwarts, senza una minaccia mortale che incombe su di te e su tutti quelli che ami. Avresti potuto sbuffare quando tuo padre ti chiedeva di aiutarlo a preparare la tavola mentre chiacchieravi la telefono con la tua amica del cuore. Invece ora come non mai desideri stare con loro, aiutarli in casa e discutere dei loro problemi. E non puoi: li hai dovuti lasciare soli, hai dovuto mandarli lontano e cancellare la loro memoria in modo che non sapessero di avere una figlia. Una figlia che non esiste più ma che continua ad amarli con tutta se stessa e a svegliarsi la notte dopo un incubo e sperando che sua madre venga a consolarla.
Con loro sei e sarai sempre Mione, la bambina sveglia e attenta che giocava a fare la cuoca con le pentole della mamma, mescolando con aria concentrata una pietanza che aveva in mente. Con loro, prima o poi, potrai tornare a parlare del tuo futuro e dei tuoi desideri. Potrai vederli invecchiare e, forse, potrai mettere nelle loro braccia un nipotino, rimanendo sempre te stessa.
 
Harry. Pensi, sorridendo, che senza di lui la tua vita non sarebbe così movimentata. Forse eri l’unica su quel treno a non vederlo come il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto, ma per quello che era: un ragazzo timido e impacciato, un po’ a disagio nel mondo in cui era stato catapultato appena pochi giorni prima. Senza alcun indugio hai scelto di schierarti con lui, hai capito subito che non aveva smanie di gloria, che cercava soltanto qualcuno di cui fidarsi, forse per la prima volta nella vita. Siete diventati l’uno la spalla dell’altro, vi siete aiutati a vicenda: tu hai superato la tua fragilità, che mascheravi sempre con un’ostentata sicurezza del tuo sapere, e lui ha trovato la fedeltà, la sincerità e la comprensione di una sorella. Il fratello che non hai mai avuto, ecco chi è Harry Potter per te. Non ti senti in dovere di aiutarlo quando è in difficoltà, è istinto: fa parte di te. Come lui non può vivere se Voldemort sopravvive, tu senti il respiro mozzato e gli occhi lucidi nel vederlo soffrire. Chissà, in mezzo a quelle mille sfere all’Ufficio Misteri ce n’era una che ti destinava ad essere legata per sempre alle persone che ami e a fare della tua sensibilità la tua forza. Hai festeggiato ai suoi trionfi, l’hai accompagnato attraverso le prove più difficili: vi dovete la vita. Senza di lui saresti la nuova Mirtilla Malcontenta: ipersensibile, lunatica e, soprattutto, morta. Sei più fiera di ciò che hai fatto per lui che dei tuoi successi scolastici: finalmente ti senti completa, senti di poter usare la tua intelligenza per renderti utile al mondo e alle tue dita, che stringono ora la penna, ora la bacchetta, in un fiume continuo di pensieri tra libri, incantesimi e corse. Folli corse a perdifiato, guardandosi alle spalle per sfuggire a una delle tante maledizioni mortali lanciando occhiate terrorizzate verso i tuoi amici, verso l’obiettivo principale di tutti quei raggi verdi: Harry. Anche adesso, dopo l’ennesima fuga, il tuo sguardo si rivolge preoccupato verso di lui: se ne sta seduto sulla sua brandina, cercando di mettere a fuoco qualcosa che va oltre la parete della tenda, verso Godric’s Hollow. Aveva appena ritrovato il luogo della sua infanzia, aveva appena terminato di piangere sulla tomba dei suoi genitori quando vi siete resi conto che neanche quello era un luogo sicuro. Siete dovuti scappare anche da ciò che Harry aveva appena capito essere la sua casa: persino ricordare è pericoloso, adesso. Per entrambi, tuttavia, il futuro è indistinto, una nebbia scura avvolge tutto e non sapete se si dissolverà o se andrà infittendosi, oscurando il sole per sempre. Questa nebbia vi ha circondato di dolore e di abbandono, avete pianto entrambi, delusi da questo presente che vi opprime e non vi da tempo per asciugare le lacrime; dovete andare avanti, deglutire e convincervi che avete ancora il potere di cambiare questo mondo. Dipende soltanto da voi ora, stringi con una mano la bacchetta e con l’altra la sua e vai avanti: il tuo sguardo offuscato dalle lacrime riuscirà a vedere oltre a questa nebbia.
 
Ron. Pensare a lui adesso non poteva farti altro che male. Ora che finalmente la tensione accumulata in sei anni di litigi, silenzi tesi,  riconciliazioni e momenti di sporadica tenerezza si era allentata e aveva lasciato lo spazio a una muta consapevolezza dei sentimenti che provate l’uno per l’altra, qualcosa l’aveva fatto esplodere, litigando pesantemente con Harry e abbandonandoti. Ti senti tradita, sei pentita di avergli lasciato troppo di te. Adesso ti senti incompleta, stai soffrendo tre volte: per Harry, per i tuoi genitori e per lui. Nonostante se ne fosse andato senza pensare minimamente a quanto saresti potuta stare male, non riesci a dimenticarlo. E non solo perché è un tuo amico, con cui hai condiviso ogni singolo momento dei tuoi ultimi sette anni di vita, ma per tante altre ragioni che credi di non capire, ma che invece conosci perfettamente: per te le sue scuse venivano prima di quelle di chiunque altro e il suo perdono dopo una tua brutta risposta ti calmava più di ogni altra cosa. Il tuo cuore perdeva sempre qualche battito quando arrossiva o annaspava per cercare le parole giuste per parlare senza offenderti e i suoi successi erano anche i tuoi. Per te non è mai stato secondo a nessuno, come lui troppo spesso credeva di essere considerato e tu per lui eri la prima, l’unica. Quante volte vi siete attaccati, accusati a vicenda di essere infantili: lo siete stati, entrambi. Perché in fondo siete uguali: tutti e due nascondevate con l’orgoglio e la timidezza l’attrazione viva che vi unisce, però, una volta posti davanti a problemi più grandi dei vostri litigi, avete deciso di non sforzarvi più a stare lontani l’uno dall’altra, avete creduto molto più utile unire le vostre forze per arrivare entrambi vivi al giorno in cui vi foste finalmente dichiarati il vostro amore. È stata una pace leggera, una piccola tregua che aveva sciolto la nuvoletta temporalesca sulle vostre teste e vi aveva aiutato a mettere meglio a fuoco la tempesta che stava arrivando. Vi siete semplicemente abbracciati e, mentre Ron disegnava sul dorso della tua mano gli stessi disegni che ora stai tracciando sul libro, tu cercavi le sue lunghe braccia, la protezione delle sue spalle che si curvavano per fargli appoggiare la testa sulla tua. Sentirsi vicini anche mentre vivevano i loro peggiori incubi vi faceva pensare di più al futuro, infondendo coraggio e speranza nei vostri corpi giovani e impauriti. Non c’è stato nemmeno il tempo per assaporare il momento che qualcosa di malvagio e oscuro aveva contaminato l’anima di Ron, che ha raffreddato il suoi occhi azzurri e ha gridato contro il suo migliore amico, sordo alle tue suppliche e alle tue lacrime. La prima notte senza di lui, senza sapere dove fosse e come stesse, è stata un trauma e i tuoi occhi lucidi e gonfi lo testimoniano ancora. Stai facendo il possibile per non farlo pesare al povero Harry, che forse non capirà mai la fortissima malinconia che ti prende quando pensi a lui, e speri che Ron abbia trovato un posto sicuro, magari raggiungendo la sua famiglia, e che forse un giorno, quando tutta questa guerra sarà finita, tornerà a cercarti. Anche se non sei sicura che quel giorno riuscirai a urlargli quello che hai nel cuore, quell’amore che è stato soffocato ancor prima di sbocciare.
 
   
 
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