Il Regalo Sotto L'Albero Di Natale

Nevica.

Come ogni Natale, scende la neve bianca che leggera si appoggia sulle strade, sulle case e sull'erba.

Fissando dalla finestra del suo piccolo monolocale, vede la gente che si sorride felice, aspettando la mattina dopo per scambiarsi regali.

Si volta ad osservare il suo piccolo alberello, pieno di palline colorate e di lucine sfavillanti.

Eppure non si sente in pace con se stesso.

Si siede davanti a quel piccolo abete e ripensa alla sua preparazione: lui, un ragazzo biondo e molto solo, con un cappello rosso, che cerca la gioia appendendo tutte quelle decorazioni.

Si abbraccia le ginocchia e intona un canto natalizio, in quella casa vuota.

E la sua voce rimbomba, prepotentemente, nonostante i versi siano sussurrati.

Ricorda il profumo dei biscotti che la mamma gli preparava, quelli allo zenzero, ricorda le storie fantastiche che il papà gli raccontava la sera di Natale, ricorda i bei film di famiglie che festeggiano, mentre lo guardavano insieme sul divano, con una tazza di cioccolato sulle gambe.

Sotto quell'albero erano annidati milioni di ricordi che non si regalava mai durante l'anno, perchè l'avrebbero fatto sorridere e l'avrebbero fatto piangere.

E lui aveva promesso che non l'avrebbe permesso, perchè lui era un ragazzo solare, sempre pronto ad aiutare agli altri, e sempre pronto a ridere con loro.

Ma a Natale no, perchè nessuno rimaneva con lui quella notte, perchè tutti stavano con i genitori r con i parenti.

Nessuno mai l'aveva invitato a restare a cena, nessuno.

Continua a cantare mentre le lacrime scivolano sulle sue guance, sui graffi che paralleli gli tagliano il viso, rimembri dell'incidente che solo l'aveva lasciato.

Trema per il freddo o forse per la tristezza che gli colma il cuore.

Si avvolge con una coperta ricamata dalla mamma quando era incinta di lui.

L'annusa e sa di casa, di abbracci, di carezze che ormai non sente più.

Ha smesso si cantare, ma non di guardare l'albero, attendendo l'arrivo di Babbo Natale.

Le palpebre però sono pesanti, non ce la farà a rimanere sveglio.

Scrive un bigliettino e lo mette tra i rami dell'albero, abbandonandosi al sonno e sperando di rivedere i volti sorridenti dei suoi genitori.

Caro Babbo Natele, non ti chiedo regali o doni,

ma solo un amico che non mi lasci solo

in questa notte di Natale.

Salutami tanto la mia mamma e il mio papà.

Naruto

Riapre piano gli occhi e si sente come un pulcino che non vuole uscire dal giaciglio caldo fatto da un cuscino e da una bella coperta pesante.

Lui si era addormentato davanti all'albero però...

Si alza e un brivido per il gelo gli corre sulla schiena.

Spalanca gli occhi, sbigottito; sulla porta c'è Sasuke con un vassoio, una tazza di cioccolato fumante e dei biscotti.

Si avvicina e poggia il vassoio sul comodino, sedendosi sul letto e guardandolo.

-Scusami, ma non ho nessuno regalo con me... Comunque, buon Natale.-

Naruto sorride e gli butta le braccia al collo, stringendolo forte e assaporando il suo pungente profumo.

-Sei tu il mio regalo, Teme!-

Sasuke gli accarezza la chioma bionda, accennando un dolce sorriso.

-Allora tienimi sempre con te, Dobe...-

Naruto lo guarda negli occhi e lo bacia casto sulle labbra, arrossendo e ridendo con lui.