William seduto in cattedra guardò per l’ennesima volta
l’orologio… Lei tardava. 5 minuti. 10 minuti. 15 minuti. 20 minuti… I minuti scorrevano inarrestabili. Le
lancette continuavano a girare,il loro impercettibile suono riecheggiava per
l’aula dove vi era solo il ragazzo che continuava a fissare la porta speranzoso
di vedere Yvonne varcare la sua soglia e sedersi di fronte a lui puntandogli
addosso quei profondi occhi neri, occhi provati dal dolore ma pieni
d’intelligenza e forte voglia di vivere anzi di ricominciare a vivere
sorridendo. 30 minuti di ritardo, -Credo
che ormai non verrà, e in fondo non ha tutti i torti!- il giovane continuava a
torturarsi con questi pensieri mentre prendeva la sua tracolla e si avviava
verso l’uscita chiudendo la luce e sbattendo la porta alle sue spalle deluso
e amareggiato.
“Non ti scaldare zuccherino!”
disse Richard con il suo solito sorriso beffardo e uno strano bagliore
negli occhi.
“Ti prego lasciami in pace” disse Yvonne mentre fece per
alzarsi ma subito il ragazzo le fù addosso inpedendole qualsiasi movimento.
“Dove credi di andare tesoro?” la sua voce aveva assunto un
timbro tagliente, ogni sillaba che pronunciava provocava un brivido lungo la
schiena all’indifesa ragazza che si sentiva sempre più schiacciata dal peso del
corpo possente del ragazzo, il suo viso era tanto vicino al suo da poter sentire il fetore
del suo alito.
“Ti prego Richard smettila mi stai facendo paura!” cercò con
tutte le sue forze di spingere il ragazzo più indietro che poté ma i suoi sforzi
risultarono invani tanta era la forza che in quel momento assaliva il ragazzo.
“Dai piccola adesso ci divertiamo” disse portandosi sempre
più avanti con il corpo
Yvonne era assalita dal panico, dalla sua gola uscivano solo
parole strozzate e senza senso. Il respiro le moriva in gola, aveva paura,
terrore…
“Dai su ti ricordi quanto ci siamo divertiti insieme io e te…
su facciamo un tuffo nei vecchi tempi” dette queste parole Richard si trovò
completamente addosso alla ragazza e cominciò a baciarle lievemente il collo,
facendo nascere nella ragazza un forte senso di nausea… consapevole di dover riuscire a liberarsi
dalle grinfie di quel uomo raccolse la voce e le forze riuscendo a spingere la
testa lontano dal suo collo e farfugliando alcune parole
“Ti prego smettila, non farmi questo ti prego!” la voce fu
rotta dal pianto, le lacrime cominciarono a rigarle il volto a scendere
silenziose sull’espressione terrorizzata della ragazza, iniziò a gridare mentre
i baci cominciarono di nuovo e questa volta scesero più in basso accompagnati
dalle mani di quel mostro che scorrevano ruvide sul suo corpo. “Aiuto!!!! Aiutooo” gridava la giovane ma
certa che nessuno avrebbe potuto sentirla si abbandonò al suo triste destino.
Chiuse gli occhi e pregò che finisse in fretta.
“Come sei buona! Ma perché ti ho lasciata? Dai
dimentichiamoci del passato a torniamo insieme… Io ti amo Yvonne!” quella lunga tortura era accompagnata anche
da frasi di questo tipo che aumentavano ancora di più il dolore e il disgusto
che la ragazza provava per quel uomo.
Mentre le mani di Richard iniziavano a sbottonare la camicia
della ragazza che si era completamente abbandonata al triste fato percossa dai
singhiozzi e in preda alla paura, in lontananza lei riuscì a percepire il suono
della porta sul retro, quella adibita al personale, aprirsi e sbattersi
rumorosamente, in quel momento uno sprizzo di speranza balenò nella mente della
ragazza che ricominciò a gridare più forte che poteva tra le lacrime. Ci riuscì
per qualche millesimo di secondo poi le massicce mani di Richard si posarono
sulla sua bocca impedendogli di chiedere aiuto.
“Fai la brava!” disse mentre sul suo volto sfigurato dall’
ardente desiderio apparve un ghigno malvagio e nei suoi occhi balenò la
violenza di quel gesto. Per Un attimo si guardarono negli occhi. Yvonne con lo
sguardo implorò di nuovo di lasciarla andare ma lui riprese con foga a
sbottonare la camicia fino ad arrivare all’ultimo bottone. Ormai la ragazza era
inerme innanzi al mostro, la camicia era completamente sbottonata e le mani
scorrevano sul suo ventre nudo. Combattere contro la bestia era inutile e si
arrese completamente.
“Ehi ma cosa state facendo? Ho sentito gridare…” Yvonne
riconobbe subito quella voce dolce e brillante e l’ingenuità di quella
espressione non poteva che essere sua….
Aprì velocemente gli occhi ridestandosi dal quel orribile incubo incrociando lo sguardo sgomento del giovane
che aveva appena capito quale atrocità si stava compiendo innanzi ai suoi
occhi. In quel millesimo di secondo Richard si ferma e alzò la testa dal corpo
della ragazza che approfittando della distrazione lo spinse facendolo cadere di
schiena a terra. Subito William si fiondò sulla ragazza che piangeva
convulsamente sulla panchina cercando di riaggiustarsi la camicia. Il ragazzo
la strinse in abbraccio e lei, come se non aspettasse altro, si strinse intorno
a lui.
“Non preoccuparti, è tutto finito. Non potrà più farti del male.
Ci sono io con te.” Gli diceva il professore stringendola ancora più forte.
Richard nel frattempo con uno scatto felino si alzò e con forza trascinò
lontano dalla ragazza il giovane.
“Ecco il tuo adorato professorino che viene a salvarti” disse
mentre William si rimetteva in piede.
“Sei nei guai fino al collo” disse il ragazzo cercando di
sembrare più minaccioso possibile.
“Ma sentilo come parla!! I dottorini come te mi fanno schifo!
Siete patetici!” , Yvonne sotto shock partecipava impotente alla violenta
schermaglia tra i due, le uniche parole che riuscì a farfugliare tra le lacrime
furono: “Richard ti prego lascialo stare! Non dirò niente a nessuno ma tu non
fargli del male”
“Oh la tua amichetta ti difende… Cara riprenderemo il nostro
discorso tra un attimo prima fammi sistemare il dottorino”
“Mi fai schifo, un uomo capace di abusare di una donna non
merita di vivere” disse Gray
“Ho fatto solo quello che in molti, compreso tu, hanno
pensato, solo che io ho avuto il coraggio di farlo” di nuovo il ghigno malvagio
comparve sulle sue labbra.
“Maledetto bastardo figlio di …” le sue parole furono
interrotte da un violento gancio destro
che fece cadere a terra il minuto professore. Una volta a terra il ragazzo gli
si scagliò contro con pugni e calci, la ragazza non potè sopportare di vedere
William, che era andato lì per salvarla e proteggerla, picchiato a sangue da
quel mostro. Inizio a urlare, urlò forte. Ma tutto era invano, decise allora di
lanciarsi contro Richard per fermarlo, graffiò il suo viso le sue braccia
strappò via i suoi capelli. Poi finalmente il ragazzo si fermò rivolgendosi a
Yvonne:
“Prova a dire qualcosa e tu e il tuo professore siete morti!”
e scappò via. La ragazza non ebbe nemmeno il tempo per soffermarsi sulle
parole, il suo pensiero era Will. Il ragazzo era ancora cosciente, cercava di
alzarsi ma senza risultati, dal suo naso colava copioso il sangue. Yvi si
precipitò verso di lui e lo aiutò ad alzarsi:
“Ce la fai?”
“Si” con un filo di voce rispose il ragazzo tra i gemiti di
dolore.
“Su vieni con me in infermeria, passiamo dal retro così non
ci vedrà nessuno…” mise il braccio del ragazzo
intorno al suo collo e con molta lentezza si avviarono verso l’infermeria. Il
suo respiro era affannato ma in fin dei conti oltre al sangue sul viso non vi
era nella di grave. Come previsto nessuno li vide, Yvonne aprì la porta e fece
allungare il giovane sul lettino mentre frugava per trovare una bustina di
ghiaccio istantaneo.
“Eccolo!!! Lo metta sul suo viso la farà stare meglio” disse
mentre gli porgeva il ghiaccio.
“Grazie Yvonne” le affusolate dita del professore afferrarono
la bustina e se la portarono all’altezza dello zigomo sinistro.
“Professore Grazie a lei!” sorrise la ragazza consapevole che
il professore l’aveva salvata da un orribile destino.
“Quante volte ancora dovrò dirtelo di darmi del tu!” disse il
ragazzo con un aria fintamente seria per poi aprirsi in uno dei suoi sorrisi.
“Scusi, ehm … William allora anche tu devi deciderti! Avvolte
mi dai del tu avvolte del lei,deciti!!” lo imitò Yvonne. E scoppiarono a ridere
all’unisono.
“Hai ragione scusa! Ti prometto che quando daremo soli ti
darò sempre del tu!” e le regalò il suo sorriso. Guardando il suo angelico viso
la ragazza si accorse che era ancora sporco di sangue e decise di prendere una
pezza bagnata d’acqua calda per ripulirlo. Il ragazzo nel frattempo si era
messo a sedere e osservava la ragazza che andava verso di lui.
“Hai del sangue sul viso!” disse mentre con il panno iniziò
leggermente ad asciugare il sangue, con le guance piene del suo imbarazzo. Si
era avvicinata molto al viso del ragazzo tanto da riuscire a percepire il suo
calore. Il ragazzo arrossendo leggermente, cercò di non guardarla negli occhi…
“Ahii! Fai piano!” si lamentò il
ragazzo sorridendo
“Oh scusa mi spiace!” la ragazza era profondamente
imbarazzata e dispiaciuta, William percependo dalla reazione della ragazza
l’imbarazzo, le disse sorridendo:
“Non fa niente, non preoccuparti!” le afferrò la mano e la
guardò con le sue enormi nocciole. La ragazza a quel contatto ebbe un fremito e
alzò lo sguardo incontrando quello del professore. Per un tempo che a loro
sembrò infinito restarono a guardarsi. Poi il viso di Will si sporse
pericolosamente in avanti imitato da quello di Yvi, le loro labbra erano a
pochi centimetri di distanza quando….
La porta si spalancò ridestandoli da quel incantesimo. I giovani si
allontanarono subito l’uno dall’altro cercando di non guardarsi e con le gote
rosse. Dalla porta entrò un giovane ragazza che imbarazza chiedeva di prendere
del ghiaccio, lo prese e scappò via. I due giovani rimasti nuovamente soli e in
preda all’imbarazzo cercarono un modo per congedarsi.
“Bhè io sto molto meglio, un bel Tè
e tutto tornerà come prima!” disse William scollandosi la terra di dosso.
“Bene, allora io vado… “ disse Yvonne mentre a testa bassa
percorreva la strada verso l’uscita. Mentre attraversava la porta si sentì
chiamare:
“Yvonne…” si precipitò a rispondere “Si?!…” , il professore
le disse :
” Tu stai bene?
“Oh… comunque si grazie sto molto meglio” sorrise e uscì di
scena .
William rimase ancora per qualche minuto in infermeria poi
anche lui uscì lasciandosi alle spalle quella dura giornata.
Ciao a tutti!! Scusate il ritardo ma ho
dovuto riscrivere il capitolo 2 volte… spero che vi
piaccia . Ringrazio tutti i lettori, e un grazie speciale a che si ferma a
commentare, fatemi sapere se le risposte sono arrivate. Al prossimo capitolo!!