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Autore: _Amaranto_    12/12/2010    1 recensioni
La storia d'amore tra una giovane ragazza,Yvonne,ed il suo giovane ed affascinante profesore di matematica.
Siate clementi è la prima storia che pubblico XD XD Buona lettura!!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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William seduto in cattedra guardò per l’ennesima volta l’orologio… Lei tardava. 5 minuti. 10 minuti. 15 minuti. 20 minuti…  I minuti scorrevano inarrestabili. Le lancette continuavano a girare,il loro impercettibile suono riecheggiava per l’aula dove vi era solo il ragazzo che continuava a fissare la porta speranzoso di vedere Yvonne varcare la sua soglia e sedersi di fronte a lui puntandogli addosso quei profondi occhi neri, occhi provati dal dolore ma pieni d’intelligenza e forte voglia di vivere anzi di ricominciare a vivere sorridendo.  30 minuti di ritardo, -Credo che ormai non verrà, e in fondo non ha tutti i torti!- il giovane continuava a torturarsi con questi pensieri mentre prendeva la sua tracolla e si avviava verso l’uscita chiudendo la luce e sbattendo la porta alle sue spalle deluso e  amareggiato.

“Non ti scaldare zuccherino!”  disse Richard con il suo solito sorriso beffardo e uno strano bagliore negli occhi.

“Ti prego lasciami in pace” disse Yvonne mentre fece per alzarsi ma subito il ragazzo le fù addosso inpedendole  qualsiasi movimento.

“Dove credi di andare tesoro?” la sua voce aveva assunto un timbro tagliente, ogni sillaba che pronunciava provocava un brivido lungo la schiena all’indifesa ragazza che si sentiva sempre più schiacciata dal peso del corpo possente del ragazzo, il suo viso era  tanto vicino al suo da poter sentire il fetore del suo alito.

“Ti prego Richard smettila mi stai facendo paura!” cercò con tutte le sue forze di spingere il ragazzo più indietro che poté ma i suoi sforzi risultarono invani tanta era la forza che in quel momento assaliva il ragazzo.

“Dai piccola adesso ci divertiamo” disse portandosi sempre più avanti con il corpo

Yvonne era assalita dal panico, dalla sua gola uscivano solo parole strozzate e senza senso. Il respiro le moriva in gola, aveva paura, terrore…

“Dai su ti ricordi quanto ci siamo divertiti insieme io e te… su facciamo un tuffo nei vecchi tempi” dette queste parole Richard si trovò completamente addosso alla ragazza e cominciò a baciarle lievemente il collo, facendo nascere nella ragazza un forte senso di nausea…  consapevole di dover riuscire a liberarsi dalle grinfie di quel uomo raccolse la voce e le forze riuscendo a spingere la testa lontano dal suo collo e farfugliando alcune parole

“Ti prego smettila, non farmi questo ti prego!” la voce fu rotta dal pianto, le lacrime cominciarono a rigarle il volto a scendere silenziose sull’espressione terrorizzata della ragazza, iniziò a gridare mentre i baci cominciarono di nuovo e questa volta scesero più in basso accompagnati dalle mani di quel mostro che scorrevano ruvide sul suo corpo.  “Aiuto!!!! Aiutooo” gridava la giovane ma certa che nessuno avrebbe potuto sentirla si abbandonò al suo triste destino. Chiuse gli occhi e pregò che finisse in fretta.

“Come sei buona! Ma perché ti ho lasciata? Dai dimentichiamoci del passato a torniamo insieme… Io ti amo Yvonne!”    quella lunga tortura era accompagnata anche da frasi di questo tipo che aumentavano ancora di più il dolore e il disgusto che la ragazza provava per quel uomo.

Mentre le mani di Richard iniziavano a sbottonare la camicia della ragazza che si era completamente abbandonata al triste fato percossa dai singhiozzi e in preda alla paura, in lontananza lei riuscì a percepire il suono della porta sul retro, quella adibita al personale, aprirsi e sbattersi rumorosamente, in quel momento uno sprizzo di speranza balenò nella mente della ragazza che ricominciò a gridare più forte che poteva tra le lacrime. Ci riuscì per qualche millesimo di secondo poi le massicce mani di Richard si posarono sulla sua bocca impedendogli di chiedere aiuto.

“Fai la brava!” disse mentre sul suo volto sfigurato dall’ ardente desiderio apparve un ghigno malvagio e nei suoi occhi balenò la violenza di quel gesto. Per Un attimo si guardarono negli occhi. Yvonne con lo sguardo implorò di nuovo di lasciarla andare ma lui riprese con foga a sbottonare la camicia fino ad arrivare all’ultimo bottone. Ormai la ragazza era inerme innanzi al mostro, la camicia era completamente sbottonata e le mani scorrevano sul suo ventre nudo. Combattere contro la bestia era inutile e si arrese completamente.

“Ehi ma cosa state facendo? Ho sentito gridare…” Yvonne riconobbe subito quella voce dolce e brillante e l’ingenuità di quella espressione non poteva che essere sua….                                                                                                           Aprì velocemente gli occhi ridestandosi dal quel orribile incubo  incrociando lo sguardo sgomento del giovane che aveva appena capito quale atrocità si stava compiendo innanzi ai suoi occhi. In quel millesimo di secondo Richard si ferma e alzò la testa dal corpo della ragazza che approfittando della distrazione lo spinse facendolo cadere di schiena a terra. Subito William si fiondò sulla ragazza che piangeva convulsamente sulla panchina cercando di riaggiustarsi la camicia. Il ragazzo la strinse in abbraccio e lei, come se non aspettasse altro, si strinse intorno a lui.

“Non preoccuparti, è tutto finito. Non potrà più farti del male. Ci sono io con te.” Gli diceva il professore stringendola ancora più forte. Richard nel frattempo con uno scatto felino si alzò e con forza trascinò lontano dalla ragazza il giovane.

“Ecco il tuo adorato professorino che viene a salvarti” disse mentre William si rimetteva in piede.

“Sei nei guai fino al collo” disse il ragazzo cercando di sembrare più minaccioso possibile.

“Ma sentilo come parla!! I dottorini come te mi fanno schifo! Siete patetici!” , Yvonne sotto shock partecipava impotente alla violenta schermaglia tra i due, le uniche parole che riuscì a farfugliare tra le lacrime furono: “Richard ti prego lascialo stare! Non dirò niente a nessuno ma tu non fargli del male”

“Oh la tua amichetta ti difende… Cara riprenderemo il nostro discorso tra un attimo prima fammi sistemare il dottorino”

“Mi fai schifo, un uomo capace di abusare di una donna non merita di vivere” disse Gray

“Ho fatto solo quello che in molti, compreso tu, hanno pensato, solo che io ho avuto il coraggio di farlo” di nuovo il ghigno malvagio comparve sulle sue labbra.

“Maledetto bastardo figlio di …” le sue parole furono interrotte da un  violento gancio destro che fece cadere a terra il minuto professore. Una volta a terra il ragazzo gli si scagliò contro con pugni e calci, la ragazza non potè sopportare di vedere William, che era andato lì per salvarla e proteggerla, picchiato a sangue da quel mostro. Inizio a urlare, urlò forte. Ma tutto era invano, decise allora di lanciarsi contro Richard per fermarlo, graffiò il suo viso le sue braccia strappò via i suoi capelli. Poi finalmente il ragazzo si fermò rivolgendosi a Yvonne:

“Prova a dire qualcosa e tu e il tuo professore siete morti!” e scappò via. La ragazza non ebbe nemmeno il tempo per soffermarsi sulle parole, il suo pensiero era Will. Il ragazzo era ancora cosciente, cercava di alzarsi ma senza risultati, dal suo naso colava copioso il sangue. Yvi si precipitò verso di lui e lo aiutò ad alzarsi:

“Ce la fai?”

“Si” con un filo di voce rispose il ragazzo tra i gemiti di dolore.

“Su vieni con me in infermeria, passiamo dal retro così non ci vedrà nessuno…” mise il braccio del ragazzo intorno al suo collo e con molta lentezza si avviarono verso l’infermeria. Il suo respiro era affannato ma in fin dei conti oltre al sangue sul viso non vi era nella di grave. Come previsto nessuno li vide, Yvonne aprì la porta e fece allungare il giovane sul lettino mentre frugava per trovare una bustina di ghiaccio istantaneo.

“Eccolo!!! Lo metta sul suo viso la farà stare meglio” disse mentre gli porgeva il ghiaccio.

“Grazie Yvonne” le affusolate dita del professore afferrarono la bustina e se la portarono all’altezza dello zigomo sinistro.

“Professore Grazie a lei!” sorrise la ragazza consapevole che il professore l’aveva salvata da un orribile destino.

“Quante volte ancora dovrò dirtelo di darmi del tu!” disse il ragazzo con un aria fintamente seria per poi aprirsi in uno dei suoi sorrisi.

“Scusi, ehm … William allora anche tu devi deciderti! Avvolte mi dai del tu avvolte del lei,deciti!!” lo imitò Yvonne. E scoppiarono a ridere all’unisono.

“Hai ragione scusa! Ti prometto che quando daremo soli ti darò sempre del tu!” e le regalò il suo sorriso. Guardando il suo angelico viso la ragazza si accorse che era ancora sporco di sangue e decise di prendere una pezza bagnata d’acqua calda per ripulirlo. Il ragazzo nel frattempo si era messo a sedere e osservava la ragazza che andava verso di lui.

“Hai del sangue sul viso!” disse mentre con il panno iniziò leggermente ad asciugare il sangue, con le guance piene del suo imbarazzo. Si era avvicinata molto al viso del ragazzo tanto da riuscire a percepire il suo calore. Il ragazzo arrossendo leggermente, cercò di non guardarla negli occhi…

Ahii! Fai piano!” si lamentò il ragazzo sorridendo

“Oh scusa mi spiace!” la ragazza era profondamente imbarazzata e dispiaciuta, William percependo dalla reazione della ragazza l’imbarazzo, le disse sorridendo:

“Non fa niente, non preoccuparti!” le afferrò la mano e la guardò con le sue enormi nocciole. La ragazza a quel contatto ebbe un fremito e alzò lo sguardo incontrando quello del professore. Per un tempo che a loro sembrò infinito restarono a guardarsi. Poi il viso di Will si sporse pericolosamente in avanti imitato da quello di Yvi, le loro labbra erano a pochi centimetri di distanza quando….                                                                                           La porta si spalancò ridestandoli da quel incantesimo. I giovani si allontanarono subito l’uno dall’altro cercando di non guardarsi e con le gote rosse. Dalla porta entrò un giovane ragazza che imbarazza chiedeva di prendere del ghiaccio, lo prese e scappò via. I due giovani rimasti nuovamente soli e in preda all’imbarazzo cercarono un modo per congedarsi.

Bhè io sto molto meglio, un bel Tè e tutto tornerà come prima!” disse William scollandosi  la terra di dosso.

“Bene, allora io vado… “ disse Yvonne mentre a testa bassa percorreva la strada verso l’uscita. Mentre attraversava la porta si sentì chiamare:

“Yvonne…” si precipitò a rispondere “Si?!…” , il professore le disse :

” Tu stai bene?

“Oh… comunque si grazie sto molto meglio” sorrise e uscì di scena .

William rimase ancora per qualche minuto in infermeria poi anche lui uscì lasciandosi alle spalle quella dura giornata.

 

 

Ciao a tutti!! Scusate il ritardo ma ho dovuto riscrivere il capitolo 2 volte… spero che vi piaccia . Ringrazio tutti i lettori, e un grazie speciale a che si ferma a commentare, fatemi sapere se le risposte sono arrivate. Al prossimo capitolo!!

 

  
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