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Autore: elfin emrys    12/12/2010    5 recensioni
Merlin sbaglia un incantesimo e apre uno squarcio dimensionale: cosa farà quando si ritroverà davanti Colin Morgan?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Il freddo penetrava dalla finestra socchiusa. I respiri di due uomini provenivano da un letto, posto vicino a un piccolo mobile che faceva a mo' di comodino. Quando il primo raggio di sole colpì dolcemente il viso di Uther, il Re socchiuse gli occhi, stringendosi ancora di più all'uomo che gbli stava accanto. Non era stata una notte passionale, ma era stata dolce... diciamo che avevano giocato, come una volta, come quando entrambi non avevano rughe sul viso e nessun leggero acciacco. Balinor sorrise, mentre mormorava un “Mamma, non voglio alzarmi”. Il Re quasi rise, baciando quelle labbra che, seppur segnata dalla fame e dalla vecchiaia, erano ancora morbide e calde. Il Signore dei Draghi aprì gli occhi, ammirando la visione del suo amore ancora mezzo addormentato, cullandosi nelle sue braccia. Sentì la voce di Killgharrah nella testa, ma non vi badò. In parte anche lui apprezzava la sua prigionia: aveva minacciato di rivelare la loro relazione, distruggendola, sicuramente. E lui, povero Balinor, era solo un giovanissimo Signore dei Draghi. Anzi, futuro Dragonlord, poiché il padre non era ancora morto. Uther sospirò ancora, mandando il suo respiro caldo sulla guancia del moro, che lo baciò ancora, respirando il profumo del suo Re, il quale tolse il braccio che fino a quel momento aveva tenuto sul fianco dell'altro, per posare dolcemente la mano fra i capelli di lui. Entrambi sorrisero, mentre Uther si alazava per vestirsi. Balinor, ancora sdraiato sul letto, attese un po', guardandolo mentre si metteva i propri indumenti. Le cose non potevano andare meglio. Dopo tanto tanto, forse troppo, tempo era felice. Si sentiva più sveglio e attivo: ringiovanito di almeno dieci anni! Gli occhi sembravano più luminosi e addirittura il fisico cominciava a farsi più adatto di prima ai loro passatempi notturni.Il Pendragon posò ancora un bacio sul volto di Balinor, prima di salutarlo e uscire per svolgere i propri compiti.

°°°°°°°°°°°°°°

Il biondo guardò il castello all'orizzonte. Il Sole stava sorgendo, illuminandogli parte del viso di una luce rossastra. Il mantello azzurro che indossava gli copriva il fisico forte e muscoloso. Il cavallo nitrì, mentre lo mandava avanti per il sentiero, verso la città. Una leggera piega che si intravedeva dal cappuccio diceva che stava sorridendo. Perchè? Perchè qualcuno lo attendeva a Camelot. Sospirando, il giovane scese dalla sua cavalcatura arrivato alla strada principale, scegliendo di entrare a Camelot a piedi. Il suo passaggio era segnato da una piccola nuvoletta di polvere, alzata dai suoi piedi e dagli zoccoli del suo compagno. Era venuto là per fare una sorpresa. Certo, era presto, solo gli inizi di dicembre, ma già pensava fosse abbastanza che aspettava di poter riabbraciare il suo ragazzo. Beh, suo ragazzo per modo di dire: insomma, lui ancora non lo sapeva di esserlo! Il biondo mosse la mano, sussurando un “Dettagli, dettagli!” Il Sole era già alto quando le porte di Camelot gli si pararono davanti. Delle guardie stavano accanto, chiecchierando amorevolmente fra loro, non facendo il loro lavoro. Il ragazzo tossicchiò. Nessuno diede segno di averlo sentito. Un altro “coff coff” riempì l'aria, fino ad arrivare alle orecchie dei soldati che, appena videro il nuovo arrivato, si misero in ordine. Il portone, fortunatamente per loro, era chiuso.

-Chi siete?

Il ragazzo alzò il viso, togliendosi il cappuccio e rispose tranquillamente.

-Sono George Alexander Xilos di Jertas.

°°°°°°°°°°°°°°

Quando George arrivò al castello, Merlin stava nelle stalle a sellare il cavallo di Arthur. Il principe di Jertas camminò verso di lui, silenziosamente, senza farsi sentire, morendo dalla voglia di saltargli addosso. Si morse le labbra, poi gli circondò la vita con le braccia, poggiando il mento sopra la spalla del moro, che trasalì sorpreso.

-Ciao...

Merlin sorrise. Il volto gli si illuminò, girandosi per abbracciare George.

-Ma non dovevi arrivare a metà dicembre?

Il biondo finse di pensarci.

-Sorpresa!!!

Il mago sorrise ancora, baciandolo sulla guancia. Fortunatamente Arthur non era ancora arrivato, sennò solo Dio sapeva cosa gli avrebbe fatto. I due chiusero gli occhi, godendosi il momento. Merlin sospirò quando si staccarono, sentendo le mani di George, che fino a quel momento stavano delicatamente massaggiando la sua schiena, allontanarsi. Esse si andarono a intrufolare tra i capelli, accarezzandoli, per poi prendere le mani di Merlin e posarle sulla propria guancia, godendo di quel contatto.

-MERLIN!

Un Arthur furioso si parò davanti all'entrata della stanza, guardando con sguardo omicida George, il quale si era girato per vedere il camelottiano. Il ragazzo chiamato si lasciò sfuggire un piccolo gemito di sorpresa e frustazione, mentre rispondeva con un leggerissimo “Sì?”.

-Cosa ci fa LUI qui?!?

La voce era pericolosamente alta e il viso di Arthur non prometteva niente di buono... assolutamente niente. Certo, a Merlin faceva quasi piacere che il suo padrone fosse geloso, ma preferiva non illudersi. Il mago fissò i due biondi negli occhi, prima di rivolgersi al camelottiano, sconfitto.

-Ha voluto farmi una sorpresa.

Vide Arthur fargli un cenno con la mano in segno di andarsene. Merlin eseguì, salutando George. Quando il moro fu lontano, i due si avvicinarono. Il principe di Jertas lo fissava curioso, ignorando il motivo di tanta rabbia nei suoi confronti.

-Che cavolo ci fai qui, tu?!

George inclinò la testa, alzando un sopracciglio.

-Sto qui per Natale.

-Sì sì, questo lo so, ma perchè sei venuto con così largo anticipo?

-Perchè non c'era niente da fare e l'altro giorno mi è arrivata la conferma da parte di Uther di poter venire.

Arthur lo fissò, rosso in viso, paonazzo d'ira. Strinse i pugni lungo i fianchi.

-Non provare a toccarlo. Se solo ci provi provvederò a spaccarti la faccia, è chiaro?

George indietreggiò di un passo, sorpreso, ma poi gli si avvicinò, riducendo gli occhi a due fessure.

-Ho capito tutto...

Il ragazzo si avvicinò all'altro biondo, puntandogli un dito contro.

-TU... TU lo ami, non è così? Come ho fatto a essere così stupido da non capirlo? Mi ricordo. Improvvisamente mi sono svegliato e ti ho visto. Lo stavi accarezzando! Io pensavo fosse affetto fraterno, ma adesso ho capito. So, so tutto. Immagino come ti sei roso quando stava fra le mie braccia, come eri infuriato mentre sapevi che stava con me. E' èer questo che mi odi tanto, Arthur? Bene, ti do una notizia: Merlin ormai non è più per te. Te lo sei lasciato sfuggire: è mio. Mio, capito?

Così, i due si lasciarono, pensando a come assicurarsi Merlin.

°°°°°°°°°°°°°°

Colin aprì gli occhi leggermente, guardando la pelle che gli si parava davanti agli occhi. Alzò lo sguardo, andando ad incontrare due occhi azzurri e dei capelli dorati. Il moro sorrise, stringendosi di più a Bradley che, contento, lo stava abbracciando. Gli era molto mancata quella... dolcezza... quella tenerezza che contrastingueva le loro notti insieme prima di cadere nel turbine della passione, dell'ossessione. Colin sorrise, sentendo le labbra del biondo posarsi sui suoi capelli neri, sentendo la mano dietro la schiena accarezzarlo.

-Brad...

-Cole...

Le loro labbra si cercarono ancora, fino a trovarsi e trascinarsi in un bacio dolce e coinvolgente. I due si strinsero ancora di più, facendo aderire perfettamente i loro corpi. Colin strofinò leggermente il naso contro quello di Bradley che, premuroso, aveva iniziato a sfregare le proprie mani sulle braccia del compagno a causa del freddo. Il momento fu interrotto dallo squillo del cellulare di uno dei due.

-Pronto...?

Colin rispose seccato e assonnato.

-Sì... sì... sì, veniamo subito, Richard.

-Cosa c'è?

Quando il moro spense il cellulare, Bradley si permise di parlare.

-Dobbiamo andare sul set.

°°°°°°°°°°°°°°

Quando Arthur entrò nella propria stanza, Merlin stava sommessamente riordinando i vestiti sparsi a terra. Lo sguardo del principe si perse sul corpo del servo. Aveva dei bei fianchi... dei capelli così lisci... delle gambe così lunghe ed esili... Arthur scosse la testa.

-Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci Non devo pensarci

Merlin alzò la testa, salutando il principe con voce allegra. Il biondo strinse le labbra e strizzò gli occhi, salutandolo anch'egli, distogliendo lo sguardo dal suo collo. Quando Arthur grugnì infastidito, Merlin ebbe la certezza che il principe era infuriato. Il ragazzo abbassò il capo, pensando d'uscire, ma sull'uscio si fermò.

-Forse...

Il servo ritornò dal suo padrone e cominciò a massaggiargli le spalle, con gesti leggeri e lenti. Quando le mani del moro coprirono le spalle di Arthur, a quest'ultimo arrivò una scarica di adrenalina, di... non sapeva cosa... che si espanse per tutto il corpo. Il principe mugolò leggermente, volendo fermare il tempo. Arthur lasciò andare indietro la testa con un'espressione soddisfatta sul viso. Merlin sorrise e entrambi si lasciarono andare a quel momento di silenzio e riposo. Arthur allungò la mano, posandola velocemente sul sedere di Merlin che, intanto, lasciava la stanza. Quando il servo se ne fu andato, Arthur prese il cuscino e sorrise.

-CE L'HO FATTAAAAAA!!!!

°°°°°°°°°°°°°°

Quando Merlin arrivò nella propria camera, trovò George ad aspettarlo. Il ragazzo era seduto sullo scomodo e piccolo letto, con la testa poggiata su una delle spalle.

-Ciao.

-Ciao.

I due si sorrisero, mentre George si alzava per abbracciare il moro che si lasciò andare addosso a lui. Il biondo era caldo e più morbido di Arthur (non l'aveva mai notato). Il suo sguardo era luminoso di aspettativa e di passione, mentre avvicinava le proprie labbra a quelle del ragazzo per baciarle dolcemente. Il mago sospirò leggermente, mentre le mani di George andarono a circondargli la vita in un gesto un po' possessivo. Improvvisamente si udì un rumore: Gaius doveva essere tornato. I due si staccarono, sorridendosi, mentre la voce del medico giungeva vagamente ovattata alle loro orecchie. Quelle di Merlin, poi... erano rosse, tanto tanto rosse. George posò un bacio anche su quelle. Nella mente del moro cominciò a prendere forma l'immagine di Arthur infuriato, come lo era stato in quei giorni ogni volta che qualcuno gli rivolgeva parola. Per lui sarebbero stati giorni molto duri. Quando Gaius entrò, George si staccò, più per non far vergognare Merlin che per volontà propria.

-La cena è pronta.

I due sorrisero e lasciarono la stanza.

°°°°°°°°°°°°°°

Il giorno dopo, quando Merlin si alzò, il ragazzo si ricordò subito di avere un appuntamento con Colin subito fuori Camelot, davanti a una grotta chiamata “Grotta della grande grandine”. Il motivo era ignoto. Comunque i ragazzi si incontrarono precisamente lì davanti. Il Sole era già alto. Colin aveva una maglietta leggermente aderente blu e dei pantalini jeans scuri. Le scarpe da ginnastica erano bianche e blu.

-Ciao.

-Ciao.

I due si salutarono sorridendo, parlando poi del più e del meno come se fossero solo vecchi amici. Risero e le loro risate percorsero la foresta, fino ad arrivare alle orecchie dei cacciatori e degli animali: facevano fuggire le prede e inciampare i predatori. Arrivarono fino al lago, fino a sotto di esso, ad Avalon. Nessuno se ne curò. Nessuno se ne stupì.

-Sai cosa è successo ieri, Merlin?

-Non so, cosa?

I due ricominciarono a parlare. I muri della grotta tremarono leggermente, facendo cadere una leggera polverina, ma nessuno dei due se ne accorse. Si sentiva l'eco delle loro voci fino in fondo alla caverna. Un altro leggero tremito. Nessuno se ne accorse. Ancora risero rumorosamente. Forse fu questo, forse l'improvviso arrivo di George, ma improvvisamente l'entrata della ceverna crollò. Enormi massi caddero, oscurando la luce del Sole. Se fuori era freddo, dentro era molto peggio. Il gelo penetrava nelle ossa. I due, benchè indossassero giù un maglione e, nel caso di Merlin, un giaccone, sentivano comunque molto freddo. I due tremavano, mentre gridavano al biondo fuori per recuperarli. Il ragazzo fuori spostava i massi, ma da solo non ce la poteva fare.

-ARTHUR!!! BRADLEY!!!

Nessuna risposta. Il respiro era affannoso.

-George!

-Non ti preoccupare, Merlin... ti salverò.

Passarono tre ore prima che George si decidesse a lasciare Merlin e andare a cercare Arthur e Bradley: da solo non ce la poteva fare, ma tre persone...

-Merlin! Vado a cercare Arthur e Bradley. Tu e Colin restate lì, fermi. Non vi muovete.

-Ok!!

E così George si allontanò dalla grotta.

°°°°°°°°°°°°°°

Merlin aveva freddo. Tra i due era quello vestito più leggero. Colin tolse un altro po' di pietre, provocando un'altra piccola frana che sotterrò le gambe di Merlin. Un urlo. Colin tolse i massi: la gamba sinistra del mago era ferita.

-Non ti preoccupare, Merlin. Presto ci tireranno fuori di qui.

Passò la giornata e passò la notte, ma nessuno di quei tre si decideva ad arrivare. La ferita alla gamba perdeva molto sangue: non era grave, ma si stava sicuramente infettando. Colin cercava di tamponarla con un pezzo di stoffa, ma era inutile. Nella grotta non c'era acqua abbastanza pulita da sistemare il teglio che prendeva gran parte della gamba. Verso l'ora di pranzo del giorno dopo l'accaduto, sentirono delle voci familiari.

-Bradley!

Il ragazzo appena sentito le grida del fidanzato, corse verso la grotta.

-Eccomi, amore! Sono qui!

Merlin lo guardò, stupito, perplesso. Colin non ci fece caso, continuando a scavare insieme agli altri. Il mago provò a muoversi, ma il dolore alla gamba non glielo permise. Arthur e George da oltre quel muro di pietre gli gridava di stare fermo. Lo stavano anche consolando, in una specie di gara. E Merlin sentiva di essere lui il premio. E la cosa non gli dispiaceva, contrariamente a ogni previsione. Scavarono ancora, mentre Colin, stanco e sudato, si sdraiava accanto a lui: era veramente sfinito. Improvvisamente, videro una mano spuntare dai massi.

 

Angolo Autrice

Alllora?? Che ne pensate: è abbastanza lungo? E' il massimo che posso fare u.u Mi dispiace di avervi fatto aspettare tanto, ma non ho potuto scrivere molto in questi giorni =( Ringrazio tutte le lettrici silenziose e tutte coloro che hanno recensito lo scorso capito =)

Kiss

   
 
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