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Autore: iceriel    12/12/2010    5 recensioni
Non ci vuole il grado di Hokage per stabilire che se la primavera meno temperata di Konoha è l'inverno più rigido che Suna possa avere, allora anche il più mite degli inverni di Konoha è un inferno di ghiaccio per Suna.
Ciò rendeva il non averci pensato un motivo più che valido perché Temari non la smettesse di insultarsi pesantemente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Note doverose dell'autrice da inserire PRIMA della fic:

1-La fic è mia.

Partendo da questo presupposto Jiraiya è vivo. u.u

Questo è quanto!XD

Chiedo perdono se questa fic non sarà un granché, non ho mai scritto su Temari e Shikamaru, spero di renderli al meglio!>.<


2-chi mi segue per altri fandom ha il sacrosanto diritto di odiarmi!=D Non c'è nemmeno bisogno che spieghi perché! Ma c'è una buona notizia, ovvero che pubblicherò presto, chiedo venia!^^;;


3-dedico questa ficcina soprattutto alla mia Consuelo. Non credevo mi sarei divertita tanto a scrivere si Temari e Shika, e poi grazie perché mi hai dato la possibilità di parlare anche di altri due pg che, tu sai, amo molto! =3 buon natale,stellina!


4-visto che viene pubblicata la notte di S.Lucia che dalle mie parti è considerata al pari, forse addirittura di più, del Natale, BUONA SANTA LUCIA!!^^


5-SCRITTA PER L'EVENTO “ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS BLACK” INDETTO DA: http://moschenere.forumfree.it/



The first... snow





Un ninja viene addestrato sin dalla giovane età ad attuare, quasi per istinto, una sistematica analisi di tutto ciò che lo circonda. Una semplice passeggiata in un bosco è, per un vero ninja, una fonte inesauribile di informazioni che, teoricamente, non hanno nemmeno bisogno di essere analizzate perché se ne riescano a trarre le conclusioni.

Una semplice brezza e il ninja esperto sa con esattezza come volgerà il tempo nelle prossime ore, uno sguardo di sfuggita al fogliame e sa per certo quanto puntuale giungerà la prossima stagione.

Tutte cose che un ninja esperto, quale Temari è, fa automaticamente.

Ora, non ci vuole il grado di Hokage per stabilire che se la primavera meno temperata di Konoha è l'inverno più rigido che Suna possa avere, allora anche il più mite degli inverni di Konoha è un inferno di ghiaccio per Suna.

Ciò rendeva il non averci pensato un motivo più che valido perché Temari non la smettesse di insultarsi pesantemente.

Il fatto che Konoha si trovasse nel Paese del Fuoco poco importava visto e considerato che la catena di monti a sud del villaggio lo proteggevano eccelsamente dall'influenza mitigatrice del mare e che, anzi, facevano rotolare sul villaggio una valanga di gelo proveniente dai picchi più alti.

Risultato: a Konoha faceva freddo.

Se Gaara avesse saputo di questa sua mancanza le avrebbe sicuramente chiesto se fosse ammattita: erano quasi quattro anni che avevano rapporti costanti con il villaggio, soprattutto lei visto che aveva l'incarico di ambasciatrice, e commetteva un così frivolo errore.

Camminava per le strade della Foglia guardandosi attorno per cercare un negozio di mantelli, ma sembrava che oltre a venditori di ramen e bancarelle di tipo vario, nessuno vendesse vestiario.

-Dannazione che sfortuna...-

-Temari!- la voce sorpresa del quinto Hokage la fece voltare. Tsunade portava un caldo mantello nero sopra la sua usuale tenuta.

-Tsunade-sama- salutò con inchino riverente. Aveva appuntamento con lei in meno di due ore per consegnarle degli incartamenti importanti sul commercio tra i due paesi.

-Vedo che sei arrivata in anticipo, se non hai altri impegni ti dispiacerebbe seguirmi in ufficio subito?- le chiese cordialmente indicandole la direzione della sede centrale.

-Ma no, si figuri!- prima sbrigava quella faccenda, prima avrebbe potuto cercarsi un dannatissimo mantello.

-Ma, Temari, non hai freddo?- le domandò incuriosita notando che portava semplicemente il suo kimono nero senza indossare nulla che la proteggesse dal gelo invernale.

-Eh? oh.. no..no! Le notti nel deserto sono altrettanto rigide, sono abituata...- mentì spudoratamente: se non poteva proteggere le sue membra dal freddo, quantomeno avrebbe salvato il suo orgoglio...

-..se lo dici tu...- commentò poco convinta l'Hokage senza indugiare sull'argomento.

Temari aveva sempre apprezzato molto Tsunade, come persona e come capo del villaggio. Si rivedeva in lei in tante piccole cose, atteggiamenti, modi di fare. L'Hokage era una donna segnata da un passato poco clemente con lei che le conferivano quell'austerità e forza che nessuno poteva ignorare.

In ufficio c'era un tepore delizioso, Temari non aveva mai apprezzato l'esistenza di un camino come in quel momento.

L'incontro con Tsunade si concluse in non più di un'oretta, con una curiosa interruzione di Jiraiya che piombò nello studio esordendo con un euforico: -Mia principessa!-

L'incursione terminò quasi subito quando Il ninja leggendario si accorse che la “sua principessa” non era sola. Si congedò con un formale: -Tsunade-hime, Temari..- chiudendosi la porta alle spalle non prima di scoccare un'occhiata ammiccante in direzione dell'Hokage, come Temari vide chiaramente nel riflesso sulla vetrata alle spalle della donna.

Le guance di Tsunade si imporporirono per l'imbarazzo e cercò di recuperare un briciolo di contegno con un colpo di tosse. Temari fece finta di nulla ricambiato il favore che le era stato riservato poc'anzi. Era comunque evidente, notò compiaciuta, che non a tutti incuteva austerità e riverenza.


Uscirono dall'ufficio chiacchierando del più e del meno, discorrendo su come le cose stessero procedendo a Suna e, soprattutto, di come pian piano tutti si fossero ricreduti su Gaara asserendo come il Villaggio della Sabbia non avesse mai goduto di Kazekage migliore.

-Temari, ora ti devo lasciare. L'alloggio assegnato agli ambasciatori sai dove si trova, giusto?-

-Certamente.- Finalmente avrebbe avuto il tempo di cercare un dannatissimo negozio e uno stramaledetto, caldissimo mantello.

-Molto bene, mi ha fatto piacere rivederti e ancora di più sentire le novità su tuo fratello!- la kunoichi ebbe l'impressione che Tsunade stesse per aggiungere qualcosa, ma si bloccò notando qualcosa alle spalle della ragazza.

-Nara!- chiamò con voce possente l'Hokage. Temari si voltò vedendo Shikamaru, in fondo al corridoio, che si girava in direzione delle due donne.

-Oh, Hokage-sama, Temari.- compì svogliatamente avvicinandosi. La ragazza distolse immediatamente lo sguardo corrucciandolo per assumere un aria scostante e seccata. Non le piaceva averlo troppo vicino: Shikamaru era l'unica persona che non riuscisse a gestire completamente. Era pigro e svogliato, intelligente e scaltro eppure sembrava che trovasse tedioso il solo esserlo. Inoltre era l'unico che non sembrasse colpito dalla durezza di Temari né da quella di nessun altro. Non faceva le cose che gli venivano impartite per timore o perché l'autorità avesse su di lui un qualche effetto. No, se le faceva era per “avere meno seccature possibile” e se a questo atteggiamento Tsunade ribadiva alzando la voce e ponendolo di fronte al bivio: seccatura mortale o morte seccante, Temari non sapeva come prenderlo. Era una cosa fuori dagli schemi.

-Nara, accompagna Temari all'alloggio.- Dispose l'Hokage. Shikamaru sbarrò gli occhi:

-Ma, Tsunade!- ribatté dimentico di ogni formalità -veramente stavo rincasando e gli alloggi sono nella direzione opposta!- protestò.

Anche la giovane kunoichi non era particolarmente per la quale: non avrebbe MAI comprato quel dannatissimo mantello. Non certo in sua compagnia. Il suo orgoglio andava salvato, in sua presenza soprattutto.

-Nara...- lo ammonì la donna piegando le labbra in un sorrisetto nervoso.

-Che seccatura.- sbuffò intrecciando le mani dietro la nuca. Eccolo di nuovo. Quel maledettissimo atteggiamento.

-La ringrazio Tsunade-sama, ma ricordo perfettamente la strada, non c'è bisogno che costui mi accompagni.- calcò con calcolato disprezzo.

-Ecco, l'ha sentita, non ha bisogno di me! A domani!- con indolenza fece per allontanarsi, ma l'Hokage aveva un modo molto meno sottile di reagire all'insolenza di quanto, forse, una donna del suo rango avrebbe dovuto avere.

-SHIKAMARU!- tuonò, infatti. Quello era un tono che il ragazzo aveva imparato ad associare ad un teschietto con le tibie incrociate.

-Ho capito, ho capito...-

-Seriamente Hokage-sama, non ne vedo il motivo...-

-Mi sono ricordata, che essendo periodo di festa alcune strade sono chiuse per l'arrivo degli ambulanti con le loro bancarelle, compresa quella per giungere agli alloggi. Shikamaru conosce le vie alternative, ti accompagnerà lui. Non accetto rifiuti, mi sono spiegata?- e lo fulminò con lo sguardo.

Intimorito, non lo era di certo, ma quantomeno annoiato, senz'altro.

-Sì, sì...- ribadì. Ci mancava solo che sbadigliasse.

Temari restò in religioso silenzio.

-Buona serata ragazzi!- li salutò cordiale come dimentica di quanto appena accaduto, ma prima di voltarsi per andarsene scoccò al giovane un occhiata... esasperata? Rassegnata? Temari non riuscì a capirlo.

-Beh... da questa parte...- indicò lui cominciando a camminare.

-Lo so dove è l'uscita, grazie!-

-Qualcuno stamattina si è svegliato nervoso?-

-No, qualcuno oggi ha incrociato un cretino, ecco cosa.-

Dopo che Shikamaru si fu infilato il mantello, un caldo, morbido, soffice ma soprattutto caldo mantello, si tuffarono nelle vie affollate di Konoha.


****


Tsunade girò l'angolo e trovò Jiraiya appoggiato al muro a braccia conserte ad aspettarla.

-Che fai? Ti metti a combinare appuntamenti, ora?- la canzonò dolcemente abbracciandola da dietro.

-Taci, non so proprio a cosa tu ti riferisca.- rispose noncurante svicolando dalle sue braccia.

Sempre così la sua principessa: sfuggente e inafferrabile. A lui, e a lui soltanto aveva concesso di vederla, ma a nessuno avrebbe permesso di afferrarla e trattenerla, nemmeno a colui che l'amava più di ogni altra cosa al mondo.

-Non mi starai diventando una sentimentale, vero?- la punzecchiò accarezzandole i capelli.

-Continuo a non capire di cosa tu stia parlando...- sorrise sorniona cingendogli il collo con le braccia.

La risata sgorgò morbida e bassa e quel suono così “intimo” non poté che incresparle le labbra in un sorriso. Jiraiya nemmeno immaginava quanto, in realtà, ella fosse indissolubilmente legata a lui.

-Mia principessa...- le disse guardandola negli occhi. E Tsunade si chiese quanto stolto potesse essere per non riuscire a capire che mai più avrebbe potuto vivere senza quegli occhi che la accarezzavano senza violarla, che riuscivano a vedere la sua fragilità senza per questo chiamarla debolezza.

Scostò lo sguardo un po' imbarazzata, ancora non si era abituata a sentirsi così incredibilmente al sicuro pur non essendo più sola tra le pareti spesse del suo animo.

-Non lo concede un bacio al rospo? Dicono si trasformi in un bellissimo principe se baciato da una splendida principessa...-

-Credo che per lei, signor Rospo, ci siano ben poche speranze...-

-E mi nega anche un tentativo?-

-Certo che no, un paio di tentativi non si negano a nessuno...-


****

Shikamaru le camminava affianco senza proferire verbo e lei, certamente, non avrebbe intavolato una discussione: impedire ai proprio denti di battere richiedeva, già di per sé, uno sforzo sufficiente.

Diede una scorsa veloce al cielo tinto di una tonalità grigio ghiaccio. Benché non l'avesse mai visto di persona, sapeva grazie ai suoi studi che quello era un cielo che preannunciava neve.

E lei girava con un delizioso kimono in cotone a mezze maniche.

Il mantello le cadde pesantemente sulle spalle lasciandola attonita. Si voltò verso il suo silenzioso compagno che ora, senza il pastrano, continuava imperterrito a camminare come se il suddetto mantello si fosse smaterializzato e ri-materializzato sulle spalle di Temari senza che lui l'avesse minimamente notato.

-Che significa?- domandò senza sapere come fosse riuscita a pronunciarlo senza far tremare la mandibola.

-Avevi freddo.- commentò semplicemente l'altro scrollando le spalle.

-Non è assolutamente vero, sto benissimo.-

-Le tue mani sono pallide e contratte, le unghie sono violacee alla base, la tua postura è rigida, i trapezi sono in tensione, il respiro è calcolato e controllato, i tuoi passi sono tutt'altro che fluidi. E poi tremi.- snocciolò disinteressatamente.

Lei sussultò arrossendo ma l'altro non parve intenzionato né a schernirla né a giudicarla.

-Grazie...- mormorò abbassando lo sguardo ma afferrando i lembi del mantello e stringendocisi leggermente. Aveva un buon profumo, pensò.

Pensò anche che non si sarebbe mai aspettato nulla di tanto gentile da lui. Dopotutto che lei avesse freddo o meno non era cosa che potesse in qualche modo infastidirlo...

-Stiamo andando a casa mia.- le rivelò distrattamente schivando un passante.

-Cosa? Perché?- gli chiese sorpresa.

-Con tutti i turisti che vengono in questa stagione i commercianti alzano i prezzi. Ti farebbero pagare un mantello il doppio del suo valore, poco importa chi tu sia e mia madre deve avere ancora qualcosa di un paio di anni fa che non porta più. Inoltre gli alloggi sono lontani, non ho nessuna voglia di andarci, ho un sacco di camere per gli ospiti.-

-Non voglio disturbare, indicami la strada, posso arrivarci da sola. E comunque torno domani a Suna, posso farcela senza mantello, grazie.- replicò atona. Più quel ragazzo la sorprendeva, meno riusciva ad esprimerlo.

Eccolo che di nuovo sfuggiva alla sua catalogazione. Era sempre stato così facile per Temari inquadrare le persone, capire che tipi erano e porre la giusta distanza tra sé e gli altri, ma quando ci provava con lui, Shikamaru, con estrema naturalezza e semplicità, sgusciava via da ogni suo schema. E più lui sfuggiva, più lei indietreggiava incespicando incapace di capire che tecnica usare per difendersi.

Il giovane Nara la guardò indicando il cielo, senza dire una parola.

-Non saranno due fiocchi di neve a darmi problemi.-

-Saranno ben più di un paio. Nevicherà notte e giorno, io troverei seccante anche solo uscire di casa, andare fino a Suna dovendo attraversare il bosco e il valico è a dir poco masochistico.-

Capitolò incapace di accampare altre scuse che potessero essere considerate, quantomeno, non ridicole.

-Ti ringrazio.-

-Mio padre dice sempre che le donne vanno trattate come principesse.- rispose semplicemente con un sospiro, come se quel concetto avesse dovuto sorbirselo talmente tante volte che si era intrufolato nella sua mente anche senza che lui avesse il vero e proprio desiderio di assimilarlo.

-Non mi pare che con Tsunade-sama tu sia stato così cortese.-

-Lei non è una principessa... è più un tiranno.- specificò inclinando la bocca in una smorfia d' orrore.

Senza nemmeno accorgersene, Temari si trovò a ridere di gusto come non ricordava di aver fatto da tempo immemore e, presto, alla sua ilarità si aggiunse anche quella di Shikamaru.


Il giovane Nara non mentiva: la sua tenuta era enorme e contava più di una decina di camere per gli ospiti. Era situata un po' fuori dal villaggio, immersa in un parco pieno di cervi.

Sapeva che Shikamaru era di una famiglia facoltosa, ma le era sempre risultato difficile collegarlo ad un ambiente particolare.

Nemmeno capiva perché si fosse posta anche solo il problema di collocarlo in un qualche contesto.

La sua testa sembrava urlare quasi disperata: “Ti prego, devi pur sbucare da qualche parte! Scegliti un posto e stai lì, per amor del cielo! Mi stai facendo ammattire!”

Ma perfino nella sua stessa dimora, Shikamaru era, ai suoi occhi, un elemento impazzito in un mondo d'ordine.


Temari guardava fuori dalla finestra il cielo diventare sempre più chiaro, la neve stava, senza dubbio per cominciare a cadere. Come Shikamaru aveva previsto.

Sospirò indolente, non riusciva a rilassarsi completamente in quella casa...

La famiglia Nara era composta dal ragazzo, il padre e la madre. Soprattutto la madre. Yoshino: una donna la cui energia ti colpiva come un tornado. Di fronte all'ignavia quasi patologica di marito e figlio non si scomponeva minimamente, li trascinava semplicemente dove lei voleva che andassero. Non avrebbe saputo definire come facesse, ma le ricordava il vento con le foglie secche: loro stavano lì, a terra e quando il vento soffiava, semplicemente loro volteggiavano nella direzione in cui il vento soffiava.


Guardava il cielo grigio ghiaccio: poteva sentire la neve pesare su quelle coltri... presto sarebbe caduta. Non poteva impedirsi di provare una sorta di aspettativa mentre guardava fuori dalla finestra: non aveva mai visto la neve. Si sentiva una sciocca bambina che, cresciuta nel deserto, sognava paesaggi innevati. Nonostante avesse tutte le cognizione tecniche riguardanti il fenomeno “neve”, nessuna di queste le aveva mai spiegato cosa si provasse a camminare su di essa, il suono che faceva quando veniva calpestata, la consistenza a contatto con le mani...

Un discreto bussare la distrasse dai suoi pensieri.

-Avanti!- Shikamaru varcò la soglia con aria annoiata, giusto per reiterare l'ovvio. Temari non gli disse nulla, si limitò a guardarlo aspettando che fosse lui a parlare per primo.

-Mamma mi ha... detto- ovvero, ordinato categoricamente senza possibilità di appello-di portarti questo...- le mostrò un pesante mantello verde scuro di pregiatissima fattura.

-Grazie... ma è molto bello...- provò ad obiettare.

-Se mia madre ti manda questo, fidati, è esattamente questo ciò che vuole che tu abbia.-

-Va bene, grazie...- Vedere Shikamaru così incredibilmente ubbidiente era qualcosa che la destabilizzava incredibilmente

-Ha aggiunto, inoltre, che domani farà freddo e la neve sarà alta e fresca, che i dormitori sono freddi e che è giusto che un'ambasciatrice alloggi in un luogo consono alla sua persona. Quindi resterai nostra ospite...- snocciolò come se stesse ripetendo una poesia a memoria.

-Non ce n'è bisogno: parto domani mattina, ma ringrazia tua madre per la sua cortesia.-

Shikamaru rise di gusto.

-Che hai da ridere?- ribatté piccata.

-Non hai capito. Mia madre non ti farà MAI uscire con questo tempo...- spiegò avvicinandosi alla finestra.

-Spetta a me decidere.-

-Se vuoi discutere con lei, accomodati. Immagino sarebbe divertente come spettacolo.-

-È così terribile?-

-No, è solo testarda. Molto.-

-Siamo in due.-

-Mi sfianca solo il pensiero di vedervi discutere...- sospirò massaggiandosi una tempia come se avesse appena visualizzato tutta la discussione e ne stesse già sopportando i postumi.

-Penso che potrei fermarmi un giorno in più.- decise. Nemmeno seppe perché visto che la casa e Shikamaru stesso la mettevano in leggera agitazione.

-Non sarà una seccatura per te avermi intorno?- domandò leggermente acida. Il ragazzo scosse le spalle con noncuranza.

-Nah!- rispose solo sventolando una mano per poi infilarle entrambe nelle tasche.

Rimasero in silenzio a guardare fuori dalla finestra aspettando che la neve scendesse. Temari aveva l'animo in ansia, agitato. Era in attesa, in attesa di qualcosa. E non si riferiva alla neve.

Era lì, accanto a lui e sentiva che la soluzione di tutti i suoi patemi era proprio di fronte a lei, solo che non riusciva a vederla.

Guardò il ragazzo in tralice, restava immobile con espressione vacua, ma Temari sapeva che nulla sfuggiva ai suoi occhi.

Un movimento fuori dalla vetrata colse la sua attenzione.

Neve.

La vedeva finalmente.

Piccoli batuffoli bianchi scendevano dal cielo. Sembravano così leggeri.

-Nevica!- esclamò tappandosi immediatamente la bocca con entrambe le mani: si sentiva così sciocca. Si voltò a guardare il ragazzo che la fissava con un sorriso che Temari non seppe classificare, come nulla di lui, del resto.

Cercò di darsi un contegno, ma il suo sguardo venne attratto nuovamente da quei pallidi fiocchi.

-Non l'avevi mai vista...-constatò pacatamente.

-Nel deserto non nevica mai.- si giustificò.

-Sei più carina quando non sei imbronciata.- non fece in tempo a chiedergli di ripetere.

Non ebbe nemmeno il tempo di domandarsi se stesse scherzando, perché appena si voltò Shikamaru, semplicemente, le aveva posato le labbra sulle sue.

Normalmente Temari avrebbe reagito con violenza: nessuno osava valicare quel limite debitamente segnalato come mortale. Ma Temari era anche sempre stata in grado di porre ogni individuo in una casella pre-ordinata, schedata e catalogata.

Ogni individuo da lei incontrato.

Persino Naruto.

Ma non Shikamaru.

E mentre lei aveva passato tutto quel tempo a indietreggiare spaventata non capendo dove collocare quell'elemento impazzito nel suo mondo di celle, non si era resa conto che il ragazzo si stava semplicemente dirigendo verso il posto che gli spettava: oltre quel limite invalicabile, accanto a lei.

Ed ora che il ragazzo cautamente si allontanava da lei, lentamente, ella non poté lasciarlo fare.

Lo afferrò e tirò a sé, per rimarcare, quasi infantilmente, che niente di tutto ciò era comunque successo senza che lei lo permettesse. Quando lo lasciò andare, pochi minuti dopo, si guardarono ma non dissero nulla. Si fissarono negli occhi e sorrisero, perché andava bene così, perché, infondo, era il loro modo di fare.

E mentre Temari guardava, di nuovo, la prima neve della sua vita scendere, non poté non ringraziarla di cuore e giurarle che sempre essa sarebbe stata il simbolo di uno dei più bei ricordi della sua vita.



Fine




Fic bloopers

Pensavate l'avessero solo i film, ne? E invece no!X°D piccole e deliranti chicche che mi scappano mentre scrivo!X°D

***

Sempre così la sua principessa: sfuggente e inafferrabile, proprio come una lumaca.


O.O no aspetta, questa a cambio..


***

-Che significa?- domandò senza sapere come fosse riuscita a pronunciarlo senza far tremare la mandibola.

-Avevi freddo.- commentò semplicemente l'altro scrollando le spalle.

-Fatti i cazzi tuoi.-

***


Soprattutto la madre. Yoshino: una donna con i controcoglioni titanici.

  
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