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Autore: Luz_    13/12/2010    2 recensioni
Ho bisogno di spendere.
Questa parola rimbomba nella mia testa e fa male, tanto male.
Spendere! Spendere! Spendere!
Giro famelica per quella via, quella meravigliosa, ma tremenda via di New York, e non so dove andare.
E’ tutto così bello, scintillante, glamour.
I manichini sembrano chiamarmi verso di loro, sembrano tirarmi con una corda invisibile verso le porte dei negozi e come non poter seguire il canto delle sirene? Sarebbe stato impossibile.
Ed eccola..la luce. Lì, davanti a me, dietro quel doppio vetro, di quella boutique...
"..." Corro a prendere le buste e con un gesto teatrale, tiro fuori le mie incredibili, meravigliose, divine anime gemelle. Le pongo davanti gli occhi di Luke, che le osserva inespressivo.
“Sai cosa sono queste?”gli chiedo quasi con la bava alla bocca. Lui scrolla le spalle e con fare semplice risponde “Delle scarpe.”
Delle scarpe! Mantieni la calma Becky, non è colpa sua, non è colpa sua.
“Queste non sono delle scarpe. Guarda attentamente..suola rosso sangue.”gli suggerisco.
“Ci hanno ucciso qualcuno?”
“No!”quasi grido indignata. “Sono delle incantevoli Louboutin, le ultime..che io dovevo avere.”
“Cosa hanno di speciale?”
Spalanco gli occhi. Sono al massimo dell’indignazione, non potrei sopportare altro. Rinfilo bruscamente le scarpe nella scatola, mentre osservo Luke che cerca di trattenere una risata.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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9.

 

 
“..capite? Sono rimasta scioccata.”
Osservo i volti increduli di Giselle e David, sedutimi di fronte sugli sgabelli del bancone in cucina, e attendo ansiosa che mi diano qualche consiglio costruttivo.
“Lo credo bene. Era un mazzo davvero enorme, se solo ci ripenso..dovevi vederlo, saresti rimasta a bocca aperta, Gis!”
Ma si, parlate tra voi, tranquilli. Io sono solamente qui davanti, che mi tormento le mie unghie, sprecando ben cinquanta dollari di manicure. E’ un po’ eccessivo, lo so, ma ho le palmette con i brillantini!
“Davvero così enorme? Cavolo, ci si è messo proprio di impegno allora per..”
“Scusate!”interrompo Giselle ed entrambi si voltano nuovamente nella mia direzione, come se solo in quel momento si fossero ricordati della mia presenza. “Il soggetto sono io e la sottoscritta sta aspettando che voi diciate qualcosa di utile.”
Segue qualche secondo di silenzio, poi David fa spallucce e mormora:”Compra un vaso più grande.”
“Si, è meglio. Rischi di rovinarli altrimenti..”aggiunge Giselle, annuendo solennemente.
Li guardo a bocca aperta, cercando di capire se stiano scherzando o meno, ma a quanto pare sono serissimi..oh Dio, ho due amici idioti e solo ora me ne sono resa conto.
“Cosa abbiamo detto di male, Dave?”domanda preoccupata la mia amica, alternando lo sguardo da me a David.
Sento di avere un’espressione tra lo sconvolto e l’omicida e non so davvero quale sia peggio.
“No, fatemi capire bene. Io vi chiamo, vi racconto questo fatto alquanto spiacevole e che mi ha scombussolato e voi cosa fate? Mi consigliate di comprare un vaso più grande?”mormoro con gli occhi socchiusi e la voce tagliente; si, sto davvero per arrabbiarmi, i primi sintomi ci sono tutti.
Giselle e David si scambiano un’occhiata interdetta; oh so bene cosa stanno pensando ora, qualunque parola storta può compromettere la loro vita.
Ma David è molto furbo e mi conosce come le sue tasche, perciò mi sorride dolcemente e mi stringe una mano fra le sue. “Vedi tesoro, non devi preoccuparti. Insomma, è semplicemente un gesto carino che un collega ha deciso di farti; non vedo dove ci sia il problema. Non crearti problemi inutili. Lo hai ringraziato?”
“No.”
“Fatto bene.”interviene Giselle e David la guarda malevolo.
“Che c’è?Ha fatto bene a non ringraziarlo! Le donne devono apparire distanti e intoccabili a volte. Non dirmi che Diana non lo hai mai fatto con te..”
David socchiude leggermente gli occhi e scuote il capo. “Mai.”
Giselle batte le ciglia sorpresa e si appoggia allo schienale, prendendo a sorseggiare il suo vino.  “Sfigata allora.”sussurra, ma Dave fa finta di non aver udito.
“Dicevo..stai tranquilla e non pensarci più. Non è successo nulla di che, ok?”
Annuisco poco convinta e in quel momento si apre la porta di casa, da cui compare uno stanco Luke, con il cappotto e i capelli leggermente bagnati per la pioggia scrosciante che cade su New York.
“Sono a casa!”esclama come è solito fare ed entra in cucina, scompigliandosi i capelli. “Oh ciao David, Giselle.” Entrambi lo salutano con la mano e un sorriso da persone menomate.
Luke mi stampa un bacio sulla bocca e apre il frigorifero tirando fuori del succo alla pesca, che beve direttamente dalla bottiglia.
Mi trovo a stringe i denti infastidita profondamente: ho sempre odiato chi lo facesse ed ora anche il mio ragazzo!
Sento dei risolini provenienti dalle bocche dei miei amici, ma prima che possa rimproverarli con uno sguardo, annunciano di dover scappare, chi per un motivo, chi per un altro. Li avrei uccisi prima o poi.
“Com’è andata oggi?”domando, mentre lavo i calici di vino nel lavandino e Luke accende la tv, sintonizzandola sul canale sportivo.
Gli Yankees contro i Tigers. Wau, da non perdere.
“Come al solito.”risponde distratto, ormai troppo intento nel guardare la partita; cos’è oggi, la giornata dei comportamenti che fanno saltare i nervi a Becky Grif? Bene, ci sta riuscendo.
Mi pongo davanti lo schermo con le mani sui fianchi ed un sorriso teso. “E se non sapessi cosa significasse ‘come al solito’?”
Luke alza gli occhi al cielo e sono tentata dal lanciargli il telecomando in piena fronte. “Stancante e intenso. Ora posso guardare la partita?”
Gli lancio un’occhiataccia e per pura sfida mormoro un ‘No’ secco; ah ah, ora vediamo se Becky Grif non va considerata.
Luke sbuffa e rotea gli occhi infastidito e senza dire una parola si alza e raggiunge il divano, dove allungato bellamente continua a seguire la partita come se niente fosse.
Sono veramente tentata di lanciargli il bicchiere che ho in mano sulla testa e sto già prendendo la mira, quando il mio sguardo si posa sulla busta di Barneys che fuoriesce dalla mia borsa.
Perfetto.
“Benissimo, guarda la tua stupida partita, vorrà dire che il regalo che ti ho comprato lo darò...a qualcun altro!”mormoro a voce alta, perché mi senta dalla sala e poi mi volto nuovamente verso il lavandino.
“Un regalo?”
Trattengo un sorriso con grande difficoltà e quando mi giro, lo vedo sporgersi dal divano per guardarmi.
Faccio spallucce, assumendo un tono indifferente.  “Si, un regalo che ho pensato di farti. Ma sei troppo occupato con gli Yankees, perciò fa nulla.”
Sento Luke sospirare per poi chiedermi di ricevere ciò che avevo acquistato per lui.
“Oh no, torna a guardare la partita, non preoccuparti.”gli rispondo neutra e vado verso la camera da letto, sentendo il suo sguardo sulla mia schiena.
Brutto patito di baseball che non è altro! Ora se li sogna quei meravigliosi mocassini che avevo comprato pensando amorevolmente a lui..ok, non è del tutto vero. Più che altro avevo pensato a me con indosso l’ultimissimo trench acquistato da Burberry, che si abbina perfettamente con quelle scarpe!
Afferro gli indumenti sporchi che trovo in giro e mentre passo attraverso il corridoio  per raggiunge la lavanderia, lancio uno sguardo alla sala e becco Luke chino sulla mia borsa, intento a scorgere cosa ci sia nella busta di Barneys.
“Brutto spione che non sei altro! Giù le mani!”esclamo scandalizzata e corro verso di lui, lasciando cadere tutti gli abiti per il corridoio.
“Dai Becky! E’ mio no? Perché non posso averlo?”si lamenta, alzando la busta in alto, impedendomi dunque di afferrarla.
Benissimo, dovrò portare i tacchi anche in casa!
“Perché sei uno sbruffone patito per degli stupidi che cercano di prendere una pallina!”borbotto, mentre tento di saltare, ma Luke è troppo alto e il braccio ben teso non aiuta di certo.
All’improvviso vengo colta da un’illuminazione e immediatamente salgo sul bracciolo del divano, sporgendomi verso la busta; ma Luke è fin troppo furbo e si scosta in tempo, ma non mi perdo d’animo e mi butto sulle sue spalle, circondando il suo bacino con le mie gambe.
“Dammela Luke! E’ mia!”
“Ma se è un regalo per me!”
“Ho cambiato idea allora. Lo darò a qualcun altro.”sbuffo, continuando a sporgermi sulle sue spalle, ma ora Luke ha teso il suo braccio in avanti.
“Ad esempio a chi?”
“Che ne dici di...Jack?”
Luke si blocca e gira il capo, guardandomi severo con la coda dell’occhio, ma alzo un sopracciglio con superiorità.
Bingo! Becky 1 – Luke 0.
“Non oseresti..”sussurra minaccioso, senza muoversi di un centimetro, al contrario di me che faccio ormai difficoltà a tenermi alle sue spalle.
“I soldi li ho spesi io, perciò la scelta è mia, no?”
E’ un attimo. Luke lascia cadere la busta a terra e mi fa cadere sul divano, dove poi mi raggiunge, sovrastandomi.
“No, o ti lascio.”controbatte a sua volta; socchiudo gli occhi infastidita.
Rettifico: Becky 1 – Luke 1.
“Provaci.”
“Solo se sei tu a provarci.”
Che nervi. Ma deve per forza avere la battuta pronta, tipica degli avvocati? Non poteva fare il..il..il gelataio?
“Ok, basta. Hai vinto. Prendi quella busta.”sbuffo sconfitta, mentre Luke si apre in un sorriso radioso e mi stampa un bacio tutt’altro che casto; poi si alza dal divano, correndo dal suo regalo.
Un cane con il suo osso, ecco cos’è.



Grazie a chi recensisce, a chi legge silenziosamente e a chi l'ha aggiunta tra i preferiti, tra le seguite e tra le ricordate. =D
   
 
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