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Autore: LittleEmma    13/12/2010    3 recensioni
Non ho mai creduto che i sogni si potessero avverare. E' sempre stata una favola per bambine, fino all'anno scorso... Una sedicenne di nome Sara è stata ingaggiata per girare un film come protagonista al fianco di Taylor Lautner. Il loro primo incontro avviene nella piccola palestra dove Sara si allena costantemente tutti i giorni nel ballo, la cosa che ama di più. Appena i loro occhi si incontrano scatta una scintilla che farà fiorire un amore sincero e appassionato tra i due. Riuscirà il loro amore a resistere alle sorprese che la vita ha in serbo per loro?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Taylor Lautner
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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PoV: Sara.
- Vieni a vedere la TV con me Sara? - La voce di Taylor mi fece tornare alla realtà
- Sì, arrivo subito... - Dissi chiudendo il pesante tomo che il professore ci aveva dato da leggere per l'estate.
- Mi hai salvata dalle terribili fauci della noia... - Dissi appena lo raggiunsi.
Appoggiai la testa alla sua spalla e mi accoccolai sotto il suo braccio.
- Sono felice di essere utile a qualcosa - Disse ridendo
- Che scemo...- Dissi ridendo a mia volta e squotendo la testa.
- Che c'è di bello questa sera? - Chiesi
- In realtà non lo so... -
Continuammo a chiacchierare di argomenti futili, scherzandoci a vicenda, senza prestare alcuna attenzione allo schermo animato. Fu la musica a catturare la nostra attenzione...
Sulle note della più bella canzone degli Evanescence apparve il titolo del film, del nostro film.
Il montaggio delle scene, della melodia e dei colori era perfetto e le nostre immagini erano molto valorizzate.
- Wow, che bello... fa effetto vedersi in televisione, così senza alcun tipo di prevviso - sussurrai.
- E questo è solo l'inizio - Affermò Taylor sorridendo malizioso.
Ancora faticavo a crederci.
Senza nemmeno accorgermi, lì sotto accucciata tra il suo braccio che mi cingeva le spalle e il suo petto scolpito e muscoloso ma morbido, mi addormentai.
Non mi accorsi nemmeno di essere trasportata dal divano al letto, tanto ero stanca.
Una luce accecante dritta negli occhi e un dolcissimo profumo di miele accanto alla testa mi svegliarono lentamente.
- Buongiorno ... - Ah, già dimenticavo... anche un tenerissimo bacio contribuì a rendere quel risveglio speciale.
- Buongiorno - biascicai con la voce ancora impastata per il sonno, mentre un enorme sbadiglio mi deformava la bocca.
- Ha chiamato Rick, ci vogliono per la presentazione del film... Questa sera alle 21  -
- Ah, fantastico! Hei, no aspetta forse ho sentito male... Questa sera? -
- Sì, questa sera -
- E io come faccio a trovarmi un vestito adatto entro questa sera ? Avevamo programmato di passare la giornata in spiaggia! -
- Lo so, ma non ti preoccupare, se vuoi andare a fare shopping ti ci porto -
- Ma mi dispiace... E poi so che tu ti annoieresti a morte ad andare in giro per negozi -
- Sbaglio o tutti i ragazzi del mondo accompagnano le loro ragazze a fare shopping ? -
Sospirai
- E va bene... -
Facemmo colazione e poi mi vestii con i miei soliti jeans e le mie Converse nere.  A bordo della sua Porche che sfilava silensiosa per le strade di una Los Angeles ancora mezza addormentata, osservavo il blu dell'oceano risaltare sul colore dorato della spiaggia che presto si sarebbe tinta di mille colori ed animata da grida di divertimento e allegria. La luna non era ancora scomparsa dal cielo e la brezza mattutina rendeva l'aria respirabile.
- E' bello riuscire a vedere ciò che spesso ci sfugge, o diamo per scontato, non  è vero? - Sussurrò
Mi limitai ad annuire e a sorridere.
- Siamo sempre presi dai nostri impegni che nemmeno ci accorgiamo di quello che ci circonda, e di quanto sta cambiando - Dissi  con lo sguardo sempre immerso nel paesaggio che scorreva veloce sotto i nostri piedi.
- Un giorno ho chiesto a mio nonno come vivevano loro. Mi ha raccontato che soltanto la strada principale era asfaltata, ed era  attraversata soltanto dai carri che andavano nei campi o dai mercanti. Le macchine non si vedevano quasi mai perchè solo i più ricchi potevano permettersele,  vi era un solo telefono per tutto il paese ed era molto lontano dalle case e l'unico strumento che li teneva in contatto con ciò che accaeva all'esterno del paese era la radio che comunque non tutti si potevano permettere. I bambini giocavano e correvano per le strade senza paura di nulla e di nessuno, si passavano ore in mezzo ai campi a raccontarsi storielle, e a raccogliere le ciliege nella stagione estiva. Vi era un negozio per ogni genere alimentare e ci si fermava a salutare chiunque passasse perchè nel paese tutti si conoscevano. Ora è cambiato tutto. Le città sono talmente grosse che se ti ricordi il nome dei tuoi vicini di casa è tanto, i bambini vivono con i giochi elettronoci e la TV perchè se anche osano mettere un piede fuori casa potrebbero essere  investiti dai miliardi di automobili che transitano e c'è sempre la paura che vengano rapiti o uccisi ( perchè ormai questi fatti di cronaca sono all'ordine del giorno, purtroppo ).  Molte malattie sono state combattute, ma quante ne sono sorte di nuove a causa dell'inquinamento dell'ambiente? - Mi fermai perchè mi stavo scaldando un po' troppo, tutte le volte che riflettevo su come stavamo vivendo, non riuscivo a controlare la rabbia.
- Scusa... - Dissi sospirando
- No, hai ragione,  ma non pensiamo ora a queste cose. Deve essere uan giornata di sano divertimento e spensierata allegria - Disse spingendo il piede sull'acceleratore.
Risi, infilai gli occhiali da sole, e mi raccomodai sul sedile. Tutti i pesi che avevo accumulato in quell'anno svanirono di colpo, riuscii perfino a mettere da parte l'immagine di Taylor in lacrime, distrutto dal litigio con i genitori.
La mattinata passò veloce, entrammo in molti negozi ma non trovammo nulla che facesse al caso nostro. A pranzo ci fermammo in un piccolo bar-ristorante con piccoli tavolini all'aperto sistemati sotto un pergolato adornato dall'edera rampicante.
Magiammo due semplici panini e un gelato. Sotanto nel tardopo pomeriggio trovammo quello che stavamo cercando. Taylor scelse subito un classicissimo abito nero con una camicia bianca, senza cravatta. Io invece dopo mille indecisioni, optai per un abito da sera rosa chiaro era molto semplice e avevo paura di apparire infantile, ma qualcosa dovevo pur indossare.
Il viaggio di ritorno mi parve troppo corto. L'ansia cresceva di pari passo con l'adrenalina e avevo le ginocchia tremanti.
- Devi solo stare tranquilla - Mi disse appoggiando una mano sulla mia.
- Prova ad immaginare di essere su quel palco che hai calcato tante volte. Pensa a quante volte hai detto " Non ce la posso fare" e invece hai fatto una splendida esibizione. - Provò ad incoraggiarmi
- Ma questa volta è diverso, devo parlare in un certo senso anche recitare. E io non ne sono capace -
- Beh ti sbagli. Devi essere del tutto naturale, e poi scsa fai il Liceo Classico, se non sai parlare tu, chi dovrebbe esserne capace?! -
- Appunto per questo ho paura di annoiare la gente, di dare una cattiva impressione -
- E' scientificamente e matematiamente impossibile Sara. Sei perfetta sotto ogni punto di vista, hai un carattere magnifico e sei una bellissima ragazza. Hai talento e sai esprimerti in tutti i modi possibili. -
- Forse hai ragione, dovrei stare più calma... Ma proprio non ci riesco ! -
- E allora pensa semplicemente che non sei sola e che sarò sempre accanto a te - Disse sorridendomi.
- Ora mi sento molto meglio - Dissi sorridendo soddisfatta.
Arrivammo a casa alle 18. 
Corsi a fare la doccia mentre Harry preparava la cena. Non mangiai molto, avevo un nodo allo stomaco che mi aveva tolto l'appetito.
- Suvvia Sara, che sarà mai - Continuavo a ripetere a me stessa
- Non devi fare altro che essere te stessa. Devi solo essere te stessa. Nulla di più. - Ripetei
Feci un profondo respiro e uscii dalla porta della camera vestita, truccata e pettinata.
- Taylor ti sta aspettando fuori...  Buona fortuna Sara! -
- Grazie Harry, ne avrò bisogno - Dissi sorridendogli e incamminandomi sul vialetto del giardino che conduceva al cancello.
- Sai, tutte le volte che ti vedo riesci a sorprendermi come la prima volta, l'estate scorsa - Mi disse Taylor cingendomi i fianchi.
Abbassai lo sguardo per non far notare il rossore che istintivamente mi era salito alle guance. Per fortuna vi era il crepuscolo, perciò non avrebbe potuto accorgersene comunque.
- Stai tranquilla, andrà tutto bene - Aggiunse aprendo la porta della Limousine che ci aspettava fuori dall'entrata della villa  facendomi salire.
Durante il breve viaggio non dissi una parola. Ero troppo terrorizzata, Taylor che aveva capito come mi sentivo rispettò il mio silenzio. Ma aveva un sorrisetto stampato in faccia che pareva indelebile.
- Signori, siamo quasi arrvati... - La voce dell'autista mi mandò in crisi totale.
Taylor si girò verso di ne, mi diede uan carezza sulla guancia divertendosi a vedere che mi era venuta la pelle d'oca appena mi aveva sfiorato. Prese il mio volto tra le mani e mi diede un bacio tale che lasciai da parte ogni pensiero che mi occludeva la mente e lo stomaco in quel momento.
- Eccoci ... -
La voce dell'autista mi arrivò come da un altro pianeta. Ci allontanammo di malavoglia, Mi diedi una sistemata al lucidalabbra e presi un grosso respiro. La portiera venne aperta e le mie gambe divenero gelatinose. Avevo paura di cadere da un momento all'altro, prima uscì Taylor, con un sorriso smagliante, poi mi tese la mano e mi invitò ad uscire.
Uscii il più elegatemente possibile, ma mi pareva di essere goffa come non lo ero mai stato. Appena fui fuori dall'auto miliardi di flash mi abbagliarono e una folla urlante ci accolse.

PoV: Taylor
Come fosse abituata a queste occasione mise fuori prima una gamba snella, lunga ed elegantissima, quando fu stabile intrecciai le mie dita alle sue, per dargli una sicurezza, perchè potevo benissimo immaginare come si sentisse.
Avevo imparato che quando ci si trovava a contatto con il pubblico ci si doveva comportare in modo del tutto naturale. Perchè solo mostrando la vera personalità una celebrità avrebbe potuto realmente essere apprezzata.
Quella sera non riuscii a recitare. Sorridevo perchè ero felice. Ero felice di molte cose... Innanzi tutto avevo al mio fianco una persona con cui pensavo di condividere il resto della mia vita, che mi amava per quello che ero e non si era mai, mai approfittata di me. In nessuna occasione. Poi ero felice perchè era la prima volta che apparivo alla gente senza maschere, perchè avevo finalmente ritrovato me stesso. E infine ero felice perchè sapevo che nonostante io non avrei mai voluto fare l'attore, ora cominciava a piacermi.
C'era più gente di quanto potessi pensare, tantissime persone volevano i nostri autografi. E vedevo sara con gli occhi che brillavano. Speravo solo che nei giorni successivi non pubblicassero sui giornali cattiverie sul suo conto perchè sarebbe sicuramente rimasta delusa.
Ci divertimmo. Un sacco di ragazzine e bambine si erano fatte autografare le scarpette di danza, il che mi face sorridere. Significava che il ruolo dela ballerina Emma era stato aprezzato.
Mi vennero in mente quei pomeriggi passati a farmi dare lezioni i danza da Sara, di tutta la fatica e di tutte le figuracce che avevo fatto.
Fumolto stancante, ma quando arrivammo a casa più o meno all'una di notte eravamo felicissimi. Specialmente Sara, che aveva un sorrisoa trentadue denti stampato in faccia.
Il giorno seguente dormii fino a tardi e quando mi svegliai trovai accanto alla mia testa sul cuscino tre o quattro giornali. Li aprii e li sfogliai con impazienza finchè non trovai ciò che cercavo.
Nessun articolo esprimeva commenti negativi e tutti ripetevano la stessa cosa: Sara Josh - Una nuova promessa
Sorrisi e mi ributtai sul cuscino, sereno e allegro.
Sara mi aveva lasciato un biglietto per avvisarmi che non era in casa ma era andata a trovare i suoi genitori. Non avevo fame perciò mi feci una bella doccia fresca per cominciare le giornata.
Avevo appena finito di vestirmi che suonò il campanello, pensando che fosse Sara aprii senza nemmeno pensarci, con un bel sorriso pronto.
Tuttavia rimasi alquanto stupito di vedere i miei genitori.
- Pensavo di essere stato chiaro ... - Dissi in tono glaciale con l'intento di richiudere la porta.  Tutta l'allegria e la serenità di poco prima evaporò.
- Aspetta Taylor - Disse mia madre. Aveva un tono di voce diverso dal suo solito. Era seria e ad osservarla meglio mi pareva invecchiata di colpo.
- Volevamo chiederti scuse per quello che avevamo fatto, ci siamo resi conto che ... effettivamente non abbiamo quasi mai pensato a quello che avresti voluto fare tu. - Aggiunse
Rimasi in silenzio volevo sentire cosa avevano ancora da dirmi, ma se pensavano di poter rimettere tutto a posto solo venendo a suonarmi il campanello e dicendo scusa, bè, si stavano sbagliando d grosso.
- Ci siamo sempre preoccupati dei nostri interessi, ma noi volevamo solamente darti la possibilità di diventare ciò che noi non aevamo avuto la possibilità di essere in gioventù - Proseguì mio padre.
- Non volevamo farti soffrire, ma ci devi perdonare. E' vero, siamo stati stupidi e insensibili, ma siamo tutti umani e tutti sbagliamo - terminò mia madre.
Nonostante tutto mi dispiaceva vederli ridotti così, però avevo ancora bisogno di tempo per pensarci.
- Ci penserò, ora ho da fare... Salutatemi  Katie e ditele di venirmi a trovare se le va. - detto questo mi richiusi la porta ale spalle.
Nel tardo pomeriggio arrivò Sara
- Che hai? - Chiese vedendomi turbato
- Niente, non ho niente -
- Sì, certo ... Che hai? -
- Com'è che tu sei l'unica a capire quando ho qualcosa? -
- Perchè tengo a te ... -
Feci un sospiro e vuotai il sacco.
- Viani con me... - Disse prendendomi per mano
- Harry, noi usciamo e non torniamo per cena! - Urlò
- Ok ! - Rispose Harry da una remota stanza della casa.
- Dove andiamo ? - Chiesi.
- Ora tocca a me fare le sorprese - Rispose
Solo in quel momento notai com'era vestita... Le gambe lughe e abbronzatissime spuntavano da un paio di pantaloncini cortissimi e una maglietta molto, molto attillata.
- Come pensi di arrivarci? - Chiesi, dato che non aveva ancora la patente e non poteva guidare..
- Sulla mia moto -
- Allora dovrai dirmi la destinazione, altrimenti come faccio io ad arrivarci ? - Le chiesi
Si mise la mano in tasca e mi sventolò sotto il naso una tessera rosa.
- Guido io... La patente ce l'ho! - Disse con aria tronfia
- Come l'hai presa?! -
- L'ho presa come l'hai presa tu, come l'hanno presa i miei genitori, e tutte le persone che guidano un'automobile  -
- Ma tu hai ... 17 anni .. -
- Sì, ho 17 anni - Rispose sorridendo.
La guardai senza capire
- Se non ti ricordi siamo negli Stati Uniti d'America e qui la patente si prende a 16 anni -
- Ah già...  - Dissi squotendo la testa
Rise
- Eh già! - Disse lanciandomi il casco e sfilando le chiavi dalla tasca dei miei jeans.
- Sali! - Mi esortò
Dopo averla guardata con le sopracciglia inarcate mentre si infilava il casco e saliva a calvacioni sulla moto, decisi di farla contenta e salii sulla moto anche io.
- Chiudi gli occhi ! - Mi urlò dopo un po'
Dovevo ammettere di essere molto curioso ma come aveva fatto lei a Milano anche io dovetti farlo.
Notai che spingeva sull'acceleratore più di quanto mi sarei mai immaginato.
Dopo poco più di un quarto d'ora avvertii un netto rallentamento e poco dpo ci fermammo.
Mi venne naturale respirare l'aria a pieni polmoni e l'odore di salsedine mi face capire che mi aveva portato nei pressi di una spiaggia.
- Ora se vuoi puoi anche aprire gli occhi, tanto penso tu abbia capito che siamo in riva al mare. - Mi disse con voce tranquilla.
Erano le sei del pomeriggio e nel giro di un paio d'ore il sole sarebbe tramontato, tuttavia splendeva ancora in cielo.
Era un luogo in cui non ero mai stato... sembrava quasi che in quel paeseino il tempo si fosse fermato ad una trentina di anni fa, i signori anziani riposavano su sedie di legno al fresco della veranda leggendo o sorseggiando una limonata fresca. Alcuni bambini saltavano la corda al ritmo di canzoncine ripetute un'infinità di volte, altri si rincorrevano a piedi scalzi sul selciato. Rimasi per un po' ad osservarli mentre si divertivano spensieratamente.
- Sai, ho imparato che stare con i bambini ti porta via qualsiasi pensiero e sei felice.... Perchè l'amicizia di un bambino è sincera, quando dice di divertirsi è perchè si diverte e quando è stanco e vuole cambiare gioco non ha paura di dirlo. Quando soffre, si mette a piangere senza chiudere tutto all'interno perchè nel suo inconscio sa che gli farà male. Quando un bambino ti vuole bene te lo dice senza nascondersi... e essere presi in simpatia dai bambini è una dono che a volte è difficile comprendere perchè è talmente spontaneo che non ti rendi conto di quanto invece sia importante per te un rapporto così schietto, immediato e sincero, che con un adulto si costruisce soltanto con il passare degli anni. -
- Forse è vero... ma a me basta stare accanto a te e mi sento meglio...  - Risposi
Le sfiorai le labbra delicatamente con le mie senza baciarla e poi affondai il volto tra i suoi apelli riccioli abbraciandola e stringendola a me.
- Vieni.. - Disse prendendomi per mano.

***
PoV: Sara
Ed eccomi qui, in un anno la mia vita si è completamente capovolta, ho vissuto imprevisti ed episodi piuttosto spiacevoli ma anche un mare di meravigliose emozioni che ogni giorno diventano sempre più grandi e autentiche, frutto di un amore che pensavo impossibile e di un'amicizia che credevo dissolta. Invece, come spesso si dice quando si è ingenue ragazzine: l'amicizia può arruginirsi ma mai spezzarsi...
Ed è proprio vero, in un anno ogni sogno che avevo da bambina è diventato realtà.
Qui seduta su un pontile di legno che un tempo veniva usato dai pescatori per attraccare le barchette, con la punta dei piedi che sfiora l'acqua. Qui con la testa appoggiata sulla spalla di Taylor ad osservare un tramonto infuocato di quelli che non vedevo da tantissimi anni, di quelli che rasserenano e che al tempo stesso ti sconvolgono l'anima. Qui, due anime solitarie che hanno trovato il loro scopo nella vita e un solo cuore  che accomuna tutte le passioni, tutte le sofferenze e tutti momenti di smarrimento di una vita intera...
- Mi ami? - Chiesi a Taylor spezzando quel silenzio che ormai durava da mezz'ora
- Non te l'ho detto abbastanza volte? - Chiese sorridendo
- No, ho bisogno di sentirtelo dire di nuovo ... -Ribattei convinta
- Ti amo - Disse dopo pochi attimi di silenzio.
- E tu? - Mi chiese poi
- Mi ami ancora? -
- Sì, ti amo alla follia ... -
Dopo avermi studiato il rpofilo del volto con un dito appoggiò le labbra alle mie. Prima in un timido bacio, come il nostro primo bacio poi sempre più appassionato.  Come se il nostro corpo fosse stato completamente svuotato, sentivamo riecheggiare le nostre emozioni .
Poi mi diede un bacio sulla fronte.
- Resta con me per sempre ... - Mi sussurrò nell'orecchio.
- Sì - Risposi semplicemente.

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Angolo SweetDancer96

Innanzitutto mi devo scusare con tutte voi che avete seguito la mia storia per il madornale ritardo con cui posto quest'ultimo ( ma non ultimo ) capitolo della storia.
Davvero, vi prego in ginocchio di perdonarmi ma la scuola che frequento non mi permette di avere molto tempo libero.
Come vi dicevo questo è l'ultimo vero e proprio capitolo della storia, tuttavia che storia sarebbe senza un epilogo?  Vi assicuro che qualche sorpresa ci sarà.
Spero che il capitolo e ormai anche tutto il resto della storia siano stati di vostro gradimento, spero che vi abbiamo appassionato come è successo a me.
Devi ringraziare moltissimo alcune persone, che hanno inserito la mia storia tra le preferite:  Amy_19, ania2692 chantal sonzogni elenainuyasha, Giu25Giuls_Dancer, jas_93 , taylorina,  tecnool .
Inoltre devo ringraziare , per averla inserita tra le seguite :  barbaritassss, ciaki90,  EmmaTom4ever,  icaieia,  irmy,  Kiaretta97,  lupacchiotta90, NikkyStew , SellySmile, WolfGirl , ZEME_The Twilight Saga.
Ma un ringraziamento  super specialissimo, va alle mie due amiche:   Kiaretta97 e Annette Bellamy.
GRAZIE A TUTTE QUANTE !!!!!

Mi raccomando, ricordatevi che c'è ancora l'epilogo !!!

  
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