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Autore: Faust_Lee_Gahan    14/12/2010    12 recensioni
"-Domani si cucina!- annunciò attaccando il foglio al frigorifero."
Sherlock/John
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Cooking

Summary: << Domani si cucina! >> annunciò attaccando il foglio al frigorifero.

Pairing: Sherlock/John

Raiting: NC-17

Words: 942

Disclaimers: Non sono miei, ma li sento miei. Ditemi se sono più fortunata io o la BBC.

Notes: Scemità causata dal Natale in avvicinamento, anche se vi assicuro che non vedono l'ora che arrivi il cenone. *Sherl unisce le mani alla Mr. Burns in “Eccellente” mode... non mi piace O.ò*




C o o k i n g





<< Trovata! >>

John riemerse dall'ennesima valigia che stava controllando da quella mattina.

<< Cosa? >> chiese Sherlock dalla poltrona

<< La ricetta di mia madre. >> disse felice sventolandola davanti a lui

<< “Biscotti al cacao” ? >> lesse

<< Sì, mia madre li faceva ogni Natale. >> spiegò John guardandola con affetto

<< Domani si cucina! >> annunciò attaccando il foglio al frigorifero. Poi si voltò allegro verso il suo coinquilino e augurò la buonanotte, avviandosi alle scale.

<< John. >> lo chiamò l'amico. Si fermò e lo guardò.

<< Perché era nella tua valigia dell'Afghanistan? >> chiese

Il sorriso del dottore s'incrinò leggermente, facendolo sentire un po' in colpa.

<< Mia madre non ne aveva più bisogno, visto che la conosceva a memoria; così l'ho portata con me. Ogni tanto la leggevo e … sentivo aria di casa. >>

Arrossì lievemente e abbassò lo sguardo sotto quello attento di Sherlock.

<< Lo so che può sembrarti stupido... >>

<< Non mi sembra stupido. >> replicò fermo, tentando di salvare il salvabile

John alzò di nuovo gli occhi e incontrò quelli dell'uomo davanti a lui. Il sorriso era sparito del tutto.

<< Hai ragione. Forse è solo triste. Notte. >> aggiunse e sparì tra le scale prima che Sherlock potesse rimediare.

Si diede mentalmente dell'idiota una, dieci, cento volte. Non aveva ancora imparato a gestire completamente la questione dell'Afghanistan. Aveva sempre la sensazione di aver parlato troppo, e di aver usato parole sbagliate.

Sbuffò e si appallottolò sulla poltrona.


John stava tranquillamente sognando, quando un rumore improvviso e stridulo lo svegliò.

Decisamente poco carino da parte della fonte sconosciuta.

Adesso era costretto ad annientarla.

Con poca voglia e molto cattive intenzioni si diresse di sotto. A passo di marcia arrivò in cucina dove si pietrificò.

<< Sherlock, che diamine stai facendo? >>

Sherlock alzò lo sguardo colpevole. Era in pigiama, aveva lo sbattitore elettrico sporco in mano, il grembiule ridotto peggio addosso, l'intera cucina era piena di roba e sembrava essere appena scampata ad un tornado, il cui centro doveva essere una ciotola piena di roba marrone non identificata. Il viso del suo amico non era messo meglio: aria sconvolta, sporco di polveri indecifrabili e dell'Ufo marrone.

<< Io... volevo cucinare. >>

<< Alle tre di notte? >>

<< Volevo preparare i tuoi biscotti per domani. >>

John rimase attonito per un attimo perché... cosa?

<< Non sono stato molto delicato ieri, quindi volevo dimostrarti che non pensavo fosse una cosa né stupida né triste. >>

No, era troppo surreale. Non stava accadendo sul serio. Doveva essere un sogno. Per forza.

<< Voglio dire, questa è casa nostra... Il che implica il fatto che sia tua. >>

Sherlock Holmes aveva appena fatto un gesto altruista? Un'azione carina?

Il suo Sherlock Holmes?

<< Mi sono detto: “Non sarà così difficile. Sarà tipo un esperimento.” Il problema è questo coso! >> Alzò lo sbattitore guardandolo con odio << Appena ne ho inserito la spina, è impazzito e ha fatto un disastro. >>

John non aveva parole. Non solo perché era stato letteralmente sommerso da quelle di Sherlock, ma perché era sconvolto.

<< Aspetta, casalinga disperata, fammi capire bene. >> disse << Hai messo su tutto questo casino per me? >>

<< Sì, per... dimostrarti che avevi torto. >>

<< Questo suona più da te. >> concesse, mentre si avvicinava lentamente.

Lo osservò, appoggiandosi al tavolo: gli schizzi dell'impasto sembravano dei nei troppo scuri, le tracce di farina, di cacao e di colpevolezza lo facevano sembrare un bambino beccato a fare proprio ciò che gli era stato categoricamente proibito.

Sorrise e col pollice gli sfiorò la guancia.

<< Mrs Hudson vorrà un colpevole domattina. >> mormorò

Sherlock puntò gli occhi grigi nei suoi, la bocca prima leggermente aperta per lo stupore ma che mutò in un sorriso sghembo (molto somigliante ad un ghigno).

<< Sei tu che passi più tempo in cucina. La ricetta è tua. Il grembiule è tuo. Non posso essere accusato. >> sussurrò

<< E la faccia così ridotta? >>

<< Si può lavare, la faccia. >>

<< E le impronte? >>

<< Ci sono anche le tue. >>

<< Non ho scampo allora. >>

No, finché Sherlock teneva le mani poggiate sul tavolo ai suoi due lati e lo guardava come fosse un felino che ha appena agguantato la preda.

Poggiò la fronte contro quella di John.

<< Credo, però, che potremmo patteggiare. >>

Provò ad annullare la loro distanza, ma John si staccò un po' con aria divertita. Sherlock lo guardò un momento, riprovò e lui si allontanò di nuovo, il ghigno evidente sul suo viso.

<< Tu sembri una persona cosiddetta normale, ma in realtà sei una creatura subdola e perfida. >>

John diede in una mezza risata, gli prese il viso tra le mani e lo baciò, avido.

Perché voleva da quando era entrato e l'aveva visto così, vaffanculo!

Riusciva a distinguere il sapore amaro del cacao, ed era una strana novità.

Sherlock gli artigliava pericolosamente il pigiama e stavano finendo stesi sul tavolo, eppure era come se non fossero abbastanza vicini.

Gli mise le mani tra i capelli e persero quasi completamente l'equilibrio. John tentò di ritrovarlo muovendo una mano a tentoni, finendo – e ti pareva! - con le dita nell'impasto dei biscotti.

Ecco, ora aveva irrimediabilmente compromesso le prove.

<< Adesso, in cucina? >> mormorò sulle sue labbra

<< Adesso, in cucina. Perché? >>

<< Niente. Chiedevo conferma. >>

Quelle stesse dita finirono da qualche parte sulla nuca o sui vestiti del suo coinquilino.

Avrebbero necessitato di una doccia dopo, di sicuro.

E Mrs Hudson avrebbe avuto due colpevoli quella mattina.






Notes, again:

Oh cielo! Una parvenza di lemon! La storia ha preso sfumature rosa porcellino (come direbbe Marge) e sono davvero contenta di ciò.

Sherl casalinga disperata... *rotolaMUORE*

Ringrazio sempre sentitamente tutte le pazze che insistono a volermi seguire. Non fatelo: è pericoloso!! XD

Prometto che inserirò più citazioni. Lo prometto.


  
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