L’Avana, Cuba, 1977
Agosto
“Conoscevo Thomas da sempre” iniziò
Katie, fermandosi e volgendo lo sguardo verso il mare. “I Ferguson abitavano
dall’altra parte della strada. Avevano due figli. Thomas aveva sei anni più di
me, Rebecca ha la stessa età di Lucy. Thomas era beneducato, e sempre gentile
con noi. A febbraio scoprii di essere rimasta incinta, e lo confidai a Lucy. A
lei e a nessun altro.” Fece una pausa. “Era l’unica persona con cui volessi parlare.
Avrei voluto dirlo anche a te, ma non sapevo come raggiungerti. Lucy cercò di
convincermi a parlare con i miei genitori, certa che avrebbero capito e mi
avrebbero aiutata.”
“Ma tu sei sempre stata testarda”
commentò Javier, rimasto dietro di lei.
“Mi venne in mente Thomas. Alcuni suoi
comportamenti mi avevano fatto pensare che… beh, che potevo piacergli. Mi feci
coraggio e andai a cercarlo all’università. Stava per laurearsi in Legge. Gli spiegai
la mia situazione, e gli chiesi aiuto.”
“Accettò?”
Katie sorrise. Isabella le aveva
fatto la stessa domanda, con il medesimo tono di voce, poche ore prima, su
quella stessa spiaggia. “Accettò. Fu buono con me. Non pretendeva che lo amassi.
Voleva solo che gli assicurassi che… che non amavo più te. E fu quello che
dissi. Gli dissi che non pensavo più a te, che non contavi nulla. Gli ho
mentito. Ho mentito a me stessa.”
“E poi, com’è andata? I tuoi
genitori come reagirono?”
“Fu più facile del previsto, far
credere ai miei genitori che eravamo davvero innamorati. Convinsi mia madre che
la mia riluttanza ad uscire con James era dettata dal profondo affetto che mi
legava a Thomas.”
“E’ stato un matrimonio felice?”
“E’ stato un matrimonio sereno. Lui era
molto felice. Ha cresciuto Isabella come se fosse stata sua figlia, senza mai
rinfacciarmi la storia con te. E confesso che… a un certo punto, ti avevo quasi
dimenticato.”
“Quasi?”
Katie deglutì e si voltò a
guardarlo, trovandolo seduto sulla sabbia. “Volevamo altri figli. Volevamo una
famiglia numerosa, tanti fratelli e sorelle per Isabella. Ma non ho mai potuto
dargliene. Iniziai a pensare che fosse una specie di castigo divino, perché ero
stata con te senza essere tua moglie. Pensai di essere una cattiva madre,
pensai… ah, non riesco più a ricordare quante cose pensai in quel periodo.”
“Mi dispiace.”
Katie tornò a guardare verso il
mare. “Non importa. Superammo quella fase. Thomas stava facendo carriera, e
tutto andava per il verso giusto. Ma l’anno scorso… l’anno scorso fu coinvolto
in un tremendo incidente, e morì. Se non fosse stato per Lucy e Isabella, forse
non l’avrei mai superata.”
Javier si alzò e strinse le spalle
di Katie con le sue mani grandi, cercando di trasmetterle tutta la sua
comprensione.
“Ma non mi pento di quello che ho
fatto” riprese lei, con voce più ferma. “Non mi pento di nessuna scelta. Se Isabella
è la ragazza che è, è anche grazie a Thomas.”
“Mi sarebbe piaciuto conoscerlo”
sussurrò Javier.
“Ti sarebbe piaciuto, ma non credo
sareste andati d’accordo.”
Javier sorrise. “Anche tu e io, all’inizio,
pensavamo che non saremmo mai andati d’accordo.”
Katie si voltò di scatto, trovandosi
più vicina a Javier di quanto avesse voluto.
Erano sulla spiaggia. Di nuovo.
Erano soli. Di nuovo.
La luna era alta in cielo. Di nuovo.
E, come allora, non c’erano più segreti tra di loro.
Katie percepì le labbra di Javier farsi più vicine, mentre
le sue mani si posavano delicate sul suo viso, racchiudendolo dolcemente come
un tempo. Si lasciò stringere come era accaduto soltanto sulla pista da ballo. Attraverso
i loro vestiti, sentì i loro cuori battere insieme.
Di nuovo.