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Autore: kamomilla    04/12/2005    5 recensioni
Questo è il seguito di "Una nuova vita". Hermione e Draco sono ormai adulti e molto innamorati. Vivono insieme a Malfoy Manor, anche se la loro vita non è sempre tutta rosa e fiori. Ma è la loro vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA NOSTRA GRANDE, BELLA, INCASINATA

LA NOSTRA GRANDE, BELLA, INCASINATA

FAMIGLIA ALLARGATA

 

 

 

 

 

Hermione diede un colpo di bacchetta al bollitore del the ed aspettò che fischiasse. Poi versò la bevanda calda in due tazze di ceramica, rigorosamente dipinte a mano, pezzi del regalo di nozze di mamma e papà Granger, e le depose su un vassoio. Salì le scale e spinse con un fianco la porta della biblioteca. Dalla soglia accarezzò con lo sguardo la sagoma di Draco, che stava seduto dietro alla scrivania di mogano scuro posta al centro della stanza. Le gambe distese sotto al tavolo, la guancia appoggiata sul dorso della mano, l’espressione concentrata. Aperti davanti a lui una decina di voluminosi tomi.

Avanzò fino a lui, appoggiando il vassoio sulla scrivania ed aggirando il tavolo, sedendosi sul bracciolo della poltrona. Gli accarezzò dolcemente il collo.

-Come stai, mio bel maritino?-

-Sono stanco e mi fanno male gli occhi.- mormorò Draco passando una braccio attorno alla vita della mora. –Ma non mi lamento, dato che per la prima volta da quando stiamo insieme ti sei premurata di prepararmi un the e portarmelo.-

-Se volevi qualcuno che ti portasse il the dovevi sposare un elfo domestico, tesoro.- disse lei candidamente depositandogli un bacio sui capelli.

-Ho sposato la loro protettrice ed è quasi la stessa cosa.-

-Con la differenza che io non sono verde.-

-E che non sai cucinare.- aggiunse il ragazzo ghignando.

-Io so cucinare.- ribatté Hermione.

-Oh, ma certo, ed il fatto che Molly Weasley non ti lasci entrare in cucina ne è la conferma.-

-Molly non lascia avvicinare nessuno alla cucina, quando c’è dentro lei.-

-A Capodanno di due anni fa mi ha lasciato aggiungere del rosmarino al sugo del suo arrosto.-

-Io continuo a sostenere che non se ne sia accorta.- disse lei scuotendo appena la testa. –Non lascia che nemmeno Ginny, che cucina quasi come lei, modifichi una delle sue creazioni.-

-Come ti pare, ma smettiamola di parlare di mangiare che altrimenti mi viene fame e non ho intenzione di abbandonare le ricerche prima di aver scoperto qualcosa.-

Hermione sospirò, scivolando a sedere sulle ginocchia di Draco.

-Non hai ancora trovato niente?-

-Continuo a girare sempre intorno alla stessa cosa, senza arrivare ad una conclusione.-

-Alla fine che strada hai scelto di seguire?-

-Quella di Potter. Potter deve aver passato a sua moglie una sorta di protezione quando il bambino ha preso a formarsi. È la cosa più logica che mi venga in mente, ma ci sono fin troppi fatti che non tornano.-

-Del genere?-

-Non è documentato da nessuna parte che una cosa del genere possa avvenire. Voglio dire, per quello che è successo a Potter c’è una spiegazione: sua madre è morta per salvarlo. In un certo senso si può dire che l’abbia fatto anche la piccola Weasley per salvare Alex. Però lei non si è messa tra Alex e la Maledizione, ha scagliato una Maledizione contro colui che la stava scagliando su Alex. Ed il Mangiamorte è morto, mentre lei no.-

-Ma la gravidanza potrebbe averle dato quella forza per ostacolare la Maledizione, no?- buttò lì Hermione scrollando le spalle.

-Nei tempi in cui il Signore Oscuro regnava situazioni simili era frequenti: donne incinte che venivano attaccate dai Mangiamorte un giorno sì ed uno no. Chiaramente era comodo fare fuori il discendente di una casata quando questo ancora non era nato, si risparmiava molta più fatica e si facevano fuori due ostacoli in un colpo solo. Naturalmente, l’unico metodo che queste madri vedevano per difendersi era quello di scagliare a loro volta l’Anatema che uccide. Spesso e volentieri, però, erano le donne a morire mentre i Mangiamorte restavano in vita.- prese un respiro profondo. –Quindi, se la piccola Weasley è rimasta in vita, non si può dire solamente che sia successo perché era incinta. Si può sempre dire, però, che sia successo perché era incinta di Potter. Evidentemente, non è solo San Potter, non è solo il bambino-che-è-sopravvissuto, ma è anche l’uomo dagli spermatozoi salvavita.-

La ragazza sfogliò gli appunti che erano sul tavolo.

-Ma non sei ancora convinto, vero? È perché non hai trovato documentazioni?-

-No. Sul fatto che non ci siano documentazioni mi sono messo il cuore in pace. È anche logico che non ci sia niente: Potter è l’unico sopravvissuto ad una Kedavra, quindi anche i suoi spermatozoi sono unici. E se una cosa non è successa prima, non è documentata.-

-E allora cosa c’è?-

-Una cosa molto semplice: la piccola Weasley non poteva avere bambini. Non poteva rimanere incinta, il suo utero non permetteva il passaggio dei super-spermatozoi di Potter.- schioccò la lingua. –Siamo venuti a sapere che ora aspetta un bambino e abbiamo pensato tutti che il mistero si fosse chiarito, che grazie al bambino si era salvata. Però, io non credo che sia possibile.-

-Ma non c’è altra spiegazione.- mormorò Hermione.

-Non l’abbiamo ancora trovata. Ci dev’essere. Forse, non sto cercando nei libri giusti.-

-Dove hai cercato?-

-“Contrastare le Maledizioni”, “Miracoli della Magia” e libri che parlassero di cose del genere.- sospirò. –Hai qualche altro suggerimento?-

-Non saprei. Forse… qualcosa sull’amore?-

Draco strabuzzò gli occhi.

-Sull’amore?-

-Sì. Probabilmente tu non lo sai, ma Silente ha sempre sostenuto che Harry fosse sopravvissuto per merito dell’amore di Lily.-

-Certo che lo amava, se è morta per salvarlo.-

-Infatti. Ma Harry è sopravvissuto non perché sua madre è morta per lui, ma perché sua madre lo amava.-

-Non capisco la differenza.-

-La differenza sta nel fatto che Ginny non è morta per salvare Alex, semplicemente…

-… ha desiderato che lui vivesse.- completò il biondo parlando quasi a se stesso.

Hermione lo fissò perplessa.

-Cosa?-

-Sì, certo… non c’entra con l’amore, c’entra con la vita!-

-Draco, non capisco.-

-Mio padre mi ha insegnato… forse ho capito…

-Draco, ma cosa…

-Devo andare da Piton, Hermione. Devo chiedergli se quello che mi è venuto in mente è possibile. Torno appena so qualcosa.- fece comparire il mantello con un gesto della bacchetta. –Augurami buona fortuna!-

-Buona fortuna.- mormorò scettica la ragazza chiedendo ad un elfo domestico di portarle dei biscotti da sgranocchiare insieme al the, che, ormai era chiaro, avrebbe dovuto consumare da sola.

 

 

 

 

 

Simon posò la valigia per terra e corse incontro a Donna Sole, abbracciandola all’altezza della vita. La donna scoppiò a ridere, ricambiando l’abbraccio.

-Dai, Simon, non è necessario fare così. Verrai a trovarci spesso, non preoccuparti.-

-Verremo spessissimo.- assicurò anche Ginevra prendendo la valigia del bambino e mettendola in mano ad Harry. –Verremo ogni volta che vuoi, per noi non c’è problema.-

Simon sorrise, salutando tutti, e poi tornò dai Potter.

-Ciao, Donna Sole. Ciao a tutti.- disse tirando su con il naso. Ignorò di proposito la lacrima che scendeva sulla guancia destra della donna, altrimenti sapeva che avrebbe pianto anche lui. E non voleva di certo fare la figura della femminuccia davanti alla sua nuova famiglia.

-Sei pronto?- domandò dolcemente Ginny.

-Io… sì, sono pronto.-

-Va bene, allora andiamo.- disse Harry. –Ti sei mai Smaterializzato, Simon?-

-No, mai. Ma Terry, il mio amico Terry, l’ha fatto e mi ha detto che è fortissimo! È fortissimo, Harry?-

Il moro sorrise, notando quanto il bambino era eccitato.

-È come se ti strappassero lo stomaco dalla pancia.- rispose con sincerità, beccandosi un’occhiataccia da parte della moglie.

-Così lo spaventi, Harry!-

-Non mi sembra affatto spaventato.- ribatté lui indicando il bambino che aveva preso a saltellare su e giù gridando “forte!”.

-No, neanche a me. Ehm… fermalo, Harry.-

-Simon… dobbiamo andare.-

-Ah, sì. Va bene, andiamo.-

-Okay. Allora prendi Ginny per mano.-

Il bambino ubbidì ed i tre si Smaterializzarono, comparendo poco dopo appena fuori dalla proprietà di Malfoy Manor. Simon spalancò la bocca, guardando davanti a sé. La villa era davvero uno spettacolo, vista dal davanti. L’imponente costruzione era immersa nel verde del parco e tra gli alberi s’intravedeva appena l’acqua azzurra del laghetto.

-Noi… abitiamo lì?- domandò trattenendo quasi il fiato.

-Ecco… no, non esattamente. Quella è la casa dei Malfoy.- spiegò Ginevra. –Ci abitano loro e tutti i membri dell’Ordine della Fenice. Casa nostra è più piccola, però è carina. Io ed Harry l’abbiamo fatta costruire quando ci siamo sposati. All’inizio ti sembrerà così minuscola, in confronto a Malfoy Manor, ma ti assicuro che alla fine la preferirai. C’è sempre più calma e se non trovi le scarpe non devi guardare in duecento stanze. Comunque, passerai molto tempo anche a Malfoy Manor, è lì che ci ritroviamo sempre tutti.-

-Oh… e dove andiamo adesso?-

-Stiamo un po’ nel parco. So che forse avresti preferito andare semplicemente a casa, vedere la tua camera e tutte quelle cose lì, ma mia madre ha insistito per fare… una piccola festa in onore del tuo arrivo. Ma giuro che riuscirò a farti scappare il prima possibile.-

-Una festa? Per me? Non voglio andare via da una festa per me.-

Harry fece scomparire la valigia con un colpo di bacchetta ed aprì i cancelli di Malfoy Manor, tirandosi indietro per far entrare la moglie e Simon.

-Molly sarà felice di questo.- commentò con un sorriso, mente tutti e tre si dirigevano verso il vociare che proveniva dal parco.

-Sono arrivati!- esclamò concitata la signora Weasley non appena li vide. Gli corse incontro, asciugandosi le mani su grembiule rosso che indossava. Sorrise al bambino.

-Ciao, Simon. Io sono Molly Weasley, la mamma di Ginevra.-

-Ciao.- sussurrò timidamente lui, afferrando la mano di Harry e stringendola.

-Benvenuto tra noi.- gli sorrise la signora Weasley.

-Oh… ehm, grazie.-

-Vuoi un pasticcino, caro?-

Gliene mise in bocca uno appena fatto, mentre Ginny si premurava di sottrarlo alle grinfie della madre. Lo portò da Hermione.

-Simon, lei è Hermione. La moglie di Draco.-

-Draco è simpatico.- mormorò il bambino stringendole la mano. La mora si trattenne a stento dallo scoppiare a ridere, notando l’occhiata stralunata di metà dei presenti.

-Sì, è simpatico.-

-Già. Lui è tuo figlio?- domandò indicando il piccolo Alex, che dormiva beatamente tra le sue braccia.

-Sì, lui è Alex. E poi c’è Camilla, mia figlia più grande. Che mi chiedo dove caspita si sia cacciata.-

-Sono qui!- esclamò la voce allegra di Camilla. –Scusate, io e Daniel stavamo facendo i compiti.-

Hermione alzò gli occhi al cielo.

-Come no. Lo so che stavate giocando a scacchi magici.-

-Camilla ha perso.- precisò Daniel ghignando. –Comunque, tu devi essere Simon, non è così?-

Il bambino annuì, guardando affascinato il ragazzino.

-Tu chi sei?-

-Io sono Daniel Nott, un amico di Camilla. Lei è Camilla.- disse facendo un cenno alla mora, che sorrise.

-Ginny è mia zia, quindi… noi siamo cugini.- spiegò con una scrollata di spalle. –Ciao.-

-Ciao. Voi giocate a scacchi magici?-

-Sì, ma con lei non c’è gusto, vinco sempre.- commentò Daniel. –A te piace giocare a scacchi magici?-

-Sì. Io giocavo sempre con Carl, un mio compagno dell’orfanotrofio. Però nemmeno io mi divertivo, lui non sapeva giocare.-

Daniel lo scrutò per un attimo. Poi ghignò.

-Signora Potter, le dispiace se io, Simon e Camilla andiamo a giocare a scacchi magici?-

-Veramente… la festa era proprio per Simon, non…- sospirò, era assolutamente incapace di resistere agli occhioni di Camilla ed era il caso che facesse qualcosa per rimediare al problema. –Potete andare. A condizione che andiate a casa nostra e che gli facciate vedere la sua stanza. Abbiamo una scacchiera nell’armadio in camera mia e di Harry, Cami tu sai dov’è.-

Camilla annuì, mentre afferrava la mano di Simon e lo trascinava verso il cottage dei Potter. Una volta arrivati spalancò la porta, facendolo entrare.

-Ehm… immagino di dover dire benvenuto a casa tua.- disse la ragazzina facendogli cenno di andare in salotto e correndo su per le scale.

Il bambino sorrise.

-È una bella casa!- esclamò allegramente.

-Lo penso anch’io.- convenne Daniel.

-Senti, ma tu dove vivi?- gli domandò Simon perplesso.

-Io vivo a casa mia, alla Residenza dei Nott. Ho passato qui l’estate perché Camilla mi ha invitato.-

-Tu e Camilla siete fidanzati?-

Daniel per poco non cadde dal divano.

-No, in realtà no.-

-E perché? Camilla è molto carina.- assentì Simon annuendo.

-Sì, ma… Simon, quando si hanno dodici anni le cose sono un pochino più complicate di quando se ne hanno… quanti anni hai?-

-Sei.- rispose pronto il bambino.

-Di quando se ne hanno sei.-

-Allora sono cose da grandi.-

-Sì, sono cose da grandi.-

In quel momento Camilla scese trotterellando dalle scale, in mano la scacchiera.

-Trovata! Simon, ti consiglio di non frugare mai nell’armadio di zio Harry perché c’è davvero un casino tremendo!-

Il bambino ridacchiò, guardando i pezzi disporsi sulla scacchiera.

-Allora Harry non è ordinato?-

-Zio Harry e l’ordine vanno d’accordo come zia Ginny ed il disordine.- sbuffò Camilla sedendosi su una poltrona; da come quei due avevano preso a guardarsi, con il tipico sguardo di due persone che hanno tutta l’intenzione di vincere, era chiaro che lei non avrebbe giocato. Ma andava bene lo stesso. Era bello vedere Daniel familiarizzare con qualcuno che non fosse lei.

-Vuoi dire che Harry e Ginevra non vanno d’accordo?-

-No, zia e zio vanno d’accordissimo! Voglio dire, lei lo comanda come un cagnolino, però si vogliono bene.-

-E… Ginny è brava? Cioè… è dolce? Come… come una mamma.- domandò sottovoce Simon.

Daniel e Camilla si scambiarono uno sguardo.

-Zia Ginny è una delle persone più dolci che conosco. Zia Ginny è dolce come una mamma ed un papà messi insieme. Ti piacerà, vedrai.-

-Lo spero tanto. Senti, Camilla… posso parlare con te? Ogni tanto…-

-Certo che puoi parlare con me! E anche con Daniel, se vuoi. Puoi parlare con tutti, qui dentro.- fece una smorfia. –Anche se forse non con Sabrina. Sai, lei è un po’ matta.-

-Sabrina non è matta.- s’intromise Daniel ordinando ad un cavallo di spostarsi. –È solo strana.-

-Chi è Sabrina?-

-Sabrina è la migliore amica di mia mamma.- spiegò Camilla. –Sono andate assieme all’università babbana. E Sabrina è stata con zio Harry per un po’. Poi si sono lasciati e zio Harry ha sposato zia Ginny.-

Simon la fissava con gli occhi sgranati.

-E Sabrina?-

-Sabrina sta con Blaise.-

-Blaise Zabini? Quello che era un Mangiamorte?-

-Sì. Ma non lo è più, l’hai sentito, vero? -

-Sì, Donna Sole l’ha letto sul giornale e…- s’interruppe un attimo, studiando la scacchiera. –Scacco matto!-

Daniel controllò che avesse veramente perso, incredulo.

-Miseriaccia!- esclamò.

Simon gli sorrise.

-Facciamo un’altra partita, così mi raccontate qualcos’altro su Harry e Ginny?-

 

 

 

 

 

Ginevra scostò una ciocca di capelli biondi dalla fronte di Alex, lanciando un’occhiata verso casa sua, dove dalla finestra si vedevano Daniel e Simon, seduti per terra, la scacchiera sul pavimento in mezzo e loro, e Camilla, seduta sul divano.

-È appena arrivato e già preferisce la compagnia di qualcun altro alla mia.- si lamentò facendo una smorfia.

Hermione sorrise.

-Non dire sciocchezze, tesoro. È solo che sicuramente si trova più a suo agio con i ragazzi che con gli adulti. E poi è bello che inizi da subito a fare amicizia con Daniel e Camilla, no?-

-Sì, credo di sì.-

-Simon è davvero adorabile. Mi ricorda tanto Harry.- sorrise la mora.

-È vero. Credo sia per quello che lui se n’è innamorato dalla prima volta che lo ha visto.-

-Sono davvero contenta per voi, Gin. Simon ed il bambino in arrivo… il tuo sogno si sta avverando, non è vero?-

-Si sta proprio avverando. C’è solo una cosa…

-Cosa?-

-Come ho fatto a sopravvivere, Hermione? Sono felicissima che sia successo, ma non posso fare a meno di chiedermi…

-Io lo so.- mormorò una voce strascicata dal fondo della stanza. Le due ragazze si girarono di scatto, ritrovandosi davanti Draco.

-Che vuol dire che lo sai, Draco?-

-Ho scoperto come è potuto accadere, piccola Weasley.- disse lui togliendosi il mantello e consegnandolo ad un elfo domestico. –Dov’è Potter? Immagino che anche lui sia curioso di saperlo.-

Ginevra chiamò Harry, che fu in salotto in un attimo.

-Malfoy… davvero sai come Ginny è riuscita a sopravvivere?-

-Sì. L’ho scoperto giusto qualche minuto fa.-

-È perché ero incinta?-

-No. Lo pensavo all’inizio, ma poi mi è venuta in mente una cosa… Pensavo che tu fossi sopravvissuta perché eri incinta, invece sei rimasta incinta perché sei sopravvissuta.-

Ginny lo fissò perplessa.

-Che vorrebbe dire?-

-Per scagliare una Kedavra che funzioni, piccola Weasley, non bastano le parole ed il semplice movimento della bacchetta. Bisogna desiderare che la persona che abbiamo davanti muoia.-

Harry annuì. Ricordava di quando il Generale dell’Accademia Auror aveva insegnato le Maledizioni senza Perdono.

-E bisogna fare attenzione che quello, la morte, sia l’unico pensiero che abbiamo in testa. Quando mio padre mi ha insegnato le Maledizioni senza Perdono me l’ha ripetuto molte volte: concentrarsi sulla morte. Bisogna pensare di ucciderlo semplicemente per il desiderio di vederlo morto. Tu non hai pensato a quello, vero?-

Ginevra scosse intensamente la testa.

-No.-

-Tu hai pensato di ucciderlo perché desideravi che Alex vivesse, giusto?-

-Sì, è giusto.-

-E sta qui la chiave, piccola Weasley. Hai desiderato la Vita. E la Maledizione, scontrandosi con l’altra, ti è tornata indietro, si è schiantata su di te. E non solo ti ha tenuta in vita, ma ti ha anche regalato un’altra vita. Per quello sei rimasta incinta.-

Harry spalancò la bocca.

-Ma è possibile?-

-Certo che è possibile. Ricordavo qualcosa, ma non ne ero sicuro. Allora sono andato da Severus e me lo ha confermato. Deve essere successo per forza questo, anche perché non c’è altra spiegazione.-

Ginny si passò una mano tra i capelli rossi.

-C’è una cosa che non capisco, Draco. La mia Maledizione era… buona? Cioè, se non fosse tornata indietro, avrebbe ucciso il Mangiamorte?-

-Sì, lo avrebbe ucciso. Perché tu volevi ucciderlo, però non volevi farlo per vederlo morto, volevi farlo solamente per far vivere qualcun altro. Mio figlio, in questo caso.-

-Oh… Merlino. Non credevo potesse accadere qualcosa del genere.-

-Non era mai capitato prima. O se è successo, nessuno si è preso la briga di documentarlo. Comunque, adesso è tutto risolto, no?-

-Sì, certo. Solo una cosa… avrò ripercussioni di questa cosa? Voglio dire, succederà qualcosa al mio bambino o…

-No, alcuna ripercussione sul bambino.- ghignò. –Tranne, forse, una cicatrice. Tale padre e tale figlio, giusto Potter?-

 

 

 

 

 

Una fiammata di scintille rosse fuoriuscì dal camino di casa Potter, facendo spaventare a morte Simon.

-Merlino, cosa succede?-

Camilla scoppiò a ridere.

-Non preoccuparti, è il segnale di nonna Molly per dire che è pronto da mangiare. Prima che Dean lo installasse zia Ginny e zio Harry erano sempre in ritardo per il pranzo e la nonna si arrabbiava ogni volta. Così invece gli zii sanno sempre quando è pronto.-

Simon sgranò gli occhi.

-Forte!-

-Sì, forte. Una volta lo zio Harry era seduto là vicino e le scintille gli hanno bruciacchiato i capelli! Lui si è offeso e non l’abbiamo visto a cena per una settimana.-

Simon la fissò preoccupato.

-E poi?-

-Poi nonna gli ha portato la sua torta speciale e lo zio Harry si è dimenticato del perché era arrabbiato.-

-Dev’essere una torta davvero buona.-

Daniel sorrise, avviandosi verso la porta.

-Oh, lo è! La torta di Molly Weasley è buonissima! Però, se la vuoi mangiare, ci conviene muoverci. Non riserva il dessert a chi arriva in ritardo.-

Tutti e tre si incamminarono verso Malfoy Manor. Attraversarono il salone gremito di gente ed arrivarono in sala da pranzo, dove Ginny dava direttive su dove sedersi. Quando li vide sorrise.

-Ciao, ragazzi. Volete stare insieme voi tre? Simon?-

Il bambino annuì timidamente.

-Sì, mi piacerebbe. Camilla e Daniel sono simpatici.-

-Va bene, vi metto in un angolo. Dall’altre parte del tavolo. A capotavola, Daniel, se vuoi. Cami, tieni il posto a me e ad Harry, per favore.- regalò un dolce sorriso a Simon e poi andò a dirigere gli altri, sbraitando ordini. Sistemare tutte le persone di Malfoy Manor in una sola stanza non era mai una cosa semplice e ci voleva ogni santa volta almeno una mezz’oretta. Quando tutti furono finalmente sistemati Molly Weasley diede ordine agli elfi domestici, che cominciarono a portare le pietanze in sala.

Simon fissava con la bocca spalancata le decine di creaturine verdi con enormi vassoi che levitavano davanti a loro.

-Quanti sono!- esclamò emozionato. –Non ne ho mai visti tanti tutti assieme!-

-Sono tanti, vero?- domandò Camilla scrollando le spalle. –Anche a me facevano impressione, all’inizio. Ma poi ci si abitua, sai. Basta farci l’occhio.-

-Anche tu ne hai, Daniel?- chiese il bambino curioso.

-Sì, ma non così tanti. Noi ne abbiamo una decina, ma dopotutto siamo solo in tre. Naturalmente qua ne servono molti di più, dato che ci abitano tante persone. Però pensa che ad Hogwarts ce ne sono come minimo cinque volte tanto i miei e quelli di Malfoy Manor messi assieme.-

-Davvero?!-

-Sì. Forse anche di più.- sorrise Harry sedendosi accanto al bimbo. –Però non li vedi. Stanno tutto il giorno in cucina e puliscono durante le lezioni. Io, in sette anni, ne ho visto solamente uno.-

-Davvero zio Harry?- domandò Camilla sporgendosi in avanti per prendere una fetta di pane. –Non me l’hai mai raccontato!-

Harry si passò una mano tra i capelli.

-Mai? Che strano!-

-Forse non tutti sono interessati alla tua vita, Potter.- commentò Draco passandogli dietro e facendo l’occhiolino a Simon.

-Guarda che me l’ha chiesto lei!- replicò offeso.

-No, mia figlia ti ha solo fatto notare che non gliel’hai raccontato, mica che lo vuole sentire.-

-Invece lo voglio sentire!- esclamò Camilla giusto per il gusto di contraddire il padre. Adorava farlo, adorava vederlo stringere gli occhi e lanciarle uno sguardo raggelante. Era bello scherzare con lui, era bello come volergli bene.

-Traditrice.- sibilò il biondo tirandole gentilmente la coda alta. –Se vuoi tanto bene al tuo caro zio, fatti dare da lui il bacio della buonanotte!- disse fintamente offeso.

La ragazzina arrossì, lanciando uno sguardo imbarazzato a Daniel.

-Io non mi faccio baciare da mio padre tutte le sere.- puntualizzò.

-No, è vero, una sera da me ed una sera da Hermione. Immagino che Daniel non lo faccia più, no?-

Lui scosse la testa, stando al gioco. Veramente gli sarebbe piaciuto ricevere un bacio dai suoi genitori, ma si sarebbe ben guardato dal dirlo. Davanti a Draco, soprattutto.

Camilla arrossì ancora di più e Ginny accorse in suo aiuto, dando una spinta con il fianco a Draco.

-Lascia stare la mia nipotina, Malfoy!- esclamò con un sorriso mentre si sedeva accanto a Camilla.

-Anche tu ti metti contro di me, piccola Weasley? Va bene, allora me ne vado. Vado da Alex, dato che lui mi vuole bene!-

Camilla gli fece la linguaccia e Simon scoppiò a ridere. Gli piaceva quella casa e l’atmosfera allegra e simpatica che vi regnava. Gli piaceva la sua nuova famiglia. Non erano i suoi genitori, certo, ma erano tante persone che lo avevano appena incontrato e che già lo avevano accettato tra loro. Harry lo osservò per un attimo, sistemandosi un ciuffo dispettoso dietro all’orecchio. Gli sorrise. Poi sorrise a Ginny, che li stava guardando entrambi, mentre si sfiorava il ventre con una mano. Ed in quel momento capì di essere stato così felice solo alcune volte, la notte, quando sognava i suoi genitori.

In quel momento si udì uno schiocco, un tonfo e poi una risata sguaiata e qualche attimo dopo Sabrina e Blaise fecero il loro ingresso in sala, sotto gli sguardi di un centinaio di persone. La bionda si fermò sulla porta, grattandosi la testa con aria sperduta.

-Siamo in ritardo?- domandò sgranando gli occhi.

-Leggermente.- rispose Molly Weasley scuotendo la testa rassegnata.

-Però questa volta non è colpa mia. Blaise ci mette ore a pettinarsi i capelli! Dovreste vederlo, prima se li pettina in giù, poi…- intercettò lo sguardo del ragazzo. –Ma non c’entra. Allora, dov’è il nuovo arrivato? Lo voglio salutare!-

-Credo che dopo questa tua entrata ne farebbe volentieri a meno.- ghignò Draco. –Comunque, è con i ragazzi, Potter e Ginevra in fondo al tavolo.-

Sabrina e Blaise avanzarono fino a raggiungere Ginny.

-Ciao, famiglia Potter!- esclamò la ragazza facendo un sorrisone. –Ciao Cami, ciao Daniel! E tu devi essere Simon!-

Il bambino annuì fissandola, spaventato da tanto entusiasmo.

-Sì. Ciao.-

-Ciao! Io sono Sabrina e lui è Blaise.-

-Non fare caso alla sua irruenza, in fondo è buona.- lo tranquillizzò Daniel sorridendo alla bionda.

-Grazie Daniel. Davvero non so come farei senza di te.- annuì lei con convinzione. –Comunque, piacere di conoscerti, Simon.-

-Anche per me.- aggiunse Blaise stringendogli la mano. –Ci vedremo sicuramente dopo, Simon. Ora vi lasciamo mangiare, che Molly si arrabbia se facciamo diventare fredde le cose.-

La cena riprese e si svolse tra chiacchiere e risate, come succedeva sempre, quando erano tutti assieme.

Poco prima del dolce, nessuno si stupì di vedere Draco Malfoy alzarsi e picchiettare con il coltello sul calice dello champagne. Ormai si era fissato con i brindisi, ne aveva fatto uno per la nascita di Alex, lecito e dovuto, ma anche uno per il suo primo sorriso, per la nottata in cui aveva dormito per più ore di fila, per il primo versetto e per altri motivi che la maggior parte degli abitanti di Malfoy Manor aveva dimenticato.

-Signore e signori, questa sera ci sono parecchie cose a cui brindare. Primo fra tutti, l’arrivo di Simon.- sorrise al bambino. –Benvenuto in casa Potter ed anche in casa nostra. Poi alla signora Potter, che come tutti saprete è finalmente in dolce attesa, augurandoci che il bambino o la bambina non assomigli al padre.- rivolse un ghigno ad Harry, che fece una smorfia. –Uno a Daniel, che domani se ne tornerà a casa. C’eravamo abituati ad avere qualcuno che tenesse occupata la mia poco riconoscente figlia, invece ora ce la dovremo sorbire di nuovo noi. Grazie al cielo tra poco ricomincia la scuola.- sorrise a Camilla, che gli stava facendo la linguaccia. -Infine a mia moglie, perché è mia moglie, e a mio figlio, perché mi assomiglia.- concluse mentre la gente scoppiava a ridere e brindava, facendo rumorosamente tintinnare i calici.

-Aspettate, aspettate!- esclamò Sabrina schizzando in piedi. –Posso dire una cosa?-

-Certo che puoi.- disse Hermione lentamente, scambiando uno sguardo con il marito.

-Okay, ascoltate. Io… sono incinta!-

Tutti si guardarono. Poi, un tonfo. La ragazza si voltò verso Blaise , che ora giaceva a terra svenuto.

-Blaise… no, stavo scherzando! Non è vero… mi sembrava solo una cosa carina da dire in questo momento. Blaise, riprenditi! Scherzavo, non sono incinta… non aspettiamo un bambino… ma sei svenuto veramente? Che razza di femminuccia!-

 

 

 

 

 

E così eccoci alla fine! Questo è l’ultimo capitolo ufficiale, poi ci sarà l’epilogo, che sarà ambientato qualche anno più tardi di questo ultimo capitolo, in cui verranno sistemate alcune cosette che sono decisamente rimaste in sospeso (indovinate chi devo ancora sistemare?)…

Scrivere questa fic mi ha fatto molto piacere e mi ha fatto piacere che vi sia piaciuta. Alcuni mi hanno chiesto di fare un altro seguito, ma… non lo so. Evidentemente il seguito dovrebbe essere impostato sui “piccoli che diventano grandi” e la coppia Draco/Hermione sarebbe messa da parte per forza di cose… e mi dispiacerebbe molto. Quindi no, non credo che farò un seguito. Però, se vi potrebbe far piacere, potrei fare qualche one-shot, sempre con i protagonisti di questa storia. Magari qualche episodio divertente, qualche missing moments (si chiamano così, vero?) che non ho inserito nella trama oppure qualcosa che riguarda il futuro, quando Camilla e Daniel sono più grandi. Quella mi sembra un’idea carina che potrei mettere in atto

Ringrazio: lilyblack, hermy91, minako-chan,  flycka-cla, herm, shannara_810, lucilla91, danymalfoy (non so come mi immagino Draco da adulto… voglio dire, fisicamente me lo raffiguro biondo, piuttosto magro e… beh, bello, ma non assomigliante a nessuno che esista realmente – anche se Spike sarebbe un buon ripiego, dato che mica lo butterei via –. Draco me lo immagino affascinante ed elegante nei movimenti; di carattere lo piuttosto burbero e scorbutico, spesso indisponente, ma molto ironico. Poi con le persone a cui tiene lo immagino comunque dolce, come ho sempre cercato di renderlo nelle mie fic Insomma… beh, l’uomo che farebbe per me!^^), bimba88 (non voglio svelarti troppo sull’epilogo, ma come ho detto prima sarà ambientato qualche anno dopo a ora… dopo l’ultimo anno ad Hogwarts, più precisamente. E, come hai detto tu, Camilla e Daniel saranno un po’ più maturi… il resto sorpresa! Ciau!)

Grazie a tutti della pazienza che avete avuto a leggere e a recensire… vorrei aggiungere altri mille “grazie”, ma credo che li terrò per l’epilogo, altrimenti poi domenica prossima non so cosa dire! ^^’

   
 
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