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Autore: skeight    05/12/2005    2 recensioni
Una nuova fan-fiction, un prequel sulla vita di Onigumo, il ladro che ha dato vita a Naraku. Commentate numerosi!
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naraku, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il secondo capitolo, spero che vi piaccia^^

Ecco il secondo capitolo, spero che vi piaccia^^

 

Questo è il racconto che il vecchio malato nel tempio del maestro Mushin ha fatto ad InuYasha ed al suo gruppo, così come è uscito dalle sue labbra.

 

Mi chiamo Umitsu. Quando ero ragazzo, mio padre era un ufficiale importante al servizio dello shogun Yoshizumi, che allora era in lotta con Yoshitane per il controllo del paese. Quanti anni sono passati da allora? Poco meno di sessanta, credo. Era un periodo di battaglie continue, e le truppe guidate da mio padre si unirono a quelle di un altro generale di Yoshizumi, per presidiare un vasto territorio sull’isola di Hokkaido. In realtà, dopo questa unione, iniziò un periodo di stallo che durò per circa due anni, e i soldatti di fatto si stabilirono nei villaggi della zona, mettendo su famiglia o portando la propria. Noi figli dei soldati fraternizzammo coi ragazzi del luogo. Tra questi c’era Onigumo. Un ragazzo molto schivo, riservato. Giocava poco con gli altri, spesso aiutava la madre nei lavori di casa. Gentile con tutti. Io, al contrario, ero un pessimo soggetto. Allora avevo sedici anni, e quando ero più piccolo mio padre mi trattava molto severamente, ma in quel periodo lui era totalmente occupato dai problemi militari, e io mi beavo di quella libertà. Tra l’altro, l’essere figlio di un generale importante mi dava autorità sugli altri ragazzi, per cui ero diventato una specie di capobanda. Mi piaceva essere obbedito e ammirato da tutti, per questo non vedevo di buon occhio Onigumo, che sembrava del tutto indifferente al mio carisma. Così una volta andai da lui e lo afferrai per la veste.

“Senti un po’, ragazzino” gli dissi “Ora piantala e vieni con noi, ché ci serve un ragazzo in più per giocare”

Ma sto aiutando mia madre...” protestò lui, al che gli diedi un sonoro schiaffo.

“Non ti vergogni a fare questi lavori da donna!? E comunque se io ti dico di venire con noi devi farlo e basta, senza discutere!”

Così mi seguì, ma anche se giocò di malavoglia ci accorgemmo tutti che era uno in gamba, cosa che me lo rese abbastanza simpatico.

Decisi di cercare la sua amicizia. Mi ero accorto che Onigumo, che era intorno ai tredici anni, era molto attratto dalle ragazze, in particolare era innamorato di una certa Yuko, ma era troppo timido anche solo per iniziare una conversazione. Allora sedussi una delle ragazze più belle del villaggio, e feci in modo di passare più volte, abbracciato a lei, vicino ad Onigumo, per suscitare la sua invidia. Ma quel ragazzo era incapace di provare sentimenti negativi, era più che altro ammirato dalla mia abilità. Per questo qualche giorno dopo andai da lui e gli dissi: “Perché non ti trovi anche tu una ragazza?”

“Non saprei come fare...” rispose arrossendo.

“Di certo così non farai niente: devi essere più attivo, prendere l’iniziativa, altrimenti saranno gli altri a sfilartele sotto il naso, compresa quella Yuko che ti piace tanto”

“Non è vero! Cioè...”

Ma dai! Lo si vede da un chilometro! E poi non devi nascondere niente al capo, che sono io... Anche perché io ti posso aiutare a conquistarla...

“Davvero?”

A quel punto era fatta. Onigumo mi guardava come a un modello, e io ero orgoglioso di aver dimostrato ancora una volta la mia abilità. Nei giorni successivi spiegai molte cose a Onigumo, e lo misi in contatto con Yuko, a cui tra l’altro non dispiaceva. Ma in quei giorni la tregua era agli sgoccioli, i soldati iniziavano a riprendere le armi, e anche noi ragazzi dovevamo dare una mano: essendo giovani e svelti, dovevamo fare la guardia di notte intorno al villaggio, ed avvertire se vedevamo nemici o altri sospetti. Era un incarico abbastanza leggero, e non ci impediva di continuare le nostre attività. Onigumo, in particolare, dopo un corteggiamento lunghissimo ed esasperante (per me che lo consigliavo), era uscito dal villaggio di notte con Yuko, e aveva, per così dire, consumato. Nei giorni successivi aveva perso completamente la testa, sempre a girare intorno a Yuko, e tutte le notti andava da lei. Non che fosse diventato un maniaco, intendiamoci: quando si incontravano di nascosto facevano lunghe e romantiche passeggiate.

Ora so che Onigumo era entusiasta di aver scoperto un mondo di cui prima non immaginava l’esistenza, e questo entusiasmo aveva allentato il suo autocontrollo: pensate che una sera che era di guardia lui, che era così ligio al dovere, lasciò la sua postazione per andare di nuovo da Yuko! Quella volta, mentre passeggiavano, li vidi (perché anch’io giravo molto di notte), e divertito li seguii di nascosto, per prendere in giro Onigumo, una volta che avesse finito. Ma a sentirli parlare mi veniva il latte alle ginocchia, a me che ero un tipo molto cinico e amante del divertimento: Onigumo non parlava d’altro che di sentimenti, sentimenti, sentimenti, e mai che allungasse una mano. Ma mentre eravamo lì, loro a parlare e io mortalmente annoiato ad ascoltare, avvenne qualcosa: sentimmo delle urla, una terribile confusione, cozzare di spade e scudi, e vedemmo alte fiamme alzarsi dal nostro villaggio.

 

 

D’accordo, lascio un po’ in sospeso, ma non è bastardaggine... posterò il secondo tra pochissimo! Voi intanto commentate^^

   
 
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