Ecco il secondo capitolo, spero che vi piaccia^^
Questo è il racconto che il
vecchio malato nel tempio del maestro Mushin ha fatto
ad InuYasha ed al suo gruppo, così come
è uscito dalle sue labbra.
Mi chiamo Umitsu.
Quando ero ragazzo, mio padre era un ufficiale
importante al servizio dello shogun Yoshizumi, che allora era in lotta con Yoshitane
per il controllo del paese. Quanti anni sono passati da allora? Poco meno di
sessanta, credo. Era un periodo di battaglie continue, e le truppe guidate da
mio padre si unirono a quelle di un altro generale di Yoshizumi,
per presidiare un vasto territorio sull’isola di Hokkaido. In realtà, dopo questa unione, iniziò un periodo di stallo che durò per
circa due anni, e i soldatti di fatto si stabilirono
nei villaggi della zona, mettendo su famiglia o portando la propria. Noi figli dei soldati fraternizzammo coi ragazzi del luogo. Tra
questi c’era Onigumo. Un ragazzo molto schivo,
riservato. Giocava poco con gli altri, spesso aiutava
la madre nei lavori di casa. Gentile con tutti. Io, al contrario, ero un
pessimo soggetto. Allora avevo sedici anni, e quando ero più piccolo mio padre
mi trattava molto severamente, ma in quel periodo lui era totalmente occupato
dai problemi militari, e io mi beavo di quella libertà. Tra l’altro, l’essere
figlio di un generale importante mi dava autorità sugli altri ragazzi, per cui ero diventato una specie di capobanda. Mi piaceva
essere obbedito e ammirato da tutti, per questo non vedevo di buon occhio Onigumo, che sembrava del tutto indifferente al mio
carisma. Così una volta andai da lui e lo afferrai per la veste.
“Senti un po’, ragazzino” gli
dissi “Ora piantala e vieni con noi, ché ci serve un
ragazzo in più per giocare”
“Ma sto
aiutando mia madre...” protestò lui, al che gli diedi
un sonoro schiaffo.
“Non ti vergogni a fare questi
lavori da donna!? E comunque
se io ti dico di venire con noi devi farlo e basta, senza discutere!”
Così mi seguì, ma anche se giocò
di malavoglia ci accorgemmo tutti che era uno in gamba, cosa che me lo rese
abbastanza simpatico.
Decisi di cercare la sua
amicizia. Mi ero accorto che Onigumo, che era intorno
ai tredici anni, era molto attratto dalle ragazze, in particolare era
innamorato di una certa Yuko, ma era troppo timido
anche solo per iniziare una conversazione. Allora sedussi una delle ragazze più
belle del villaggio, e feci in modo di passare più volte, abbracciato a lei,
vicino ad Onigumo, per suscitare la sua invidia. Ma quel ragazzo era incapace di provare sentimenti negativi,
era più che altro ammirato dalla mia abilità. Per questo qualche giorno dopo
andai da lui e gli dissi: “Perché non ti trovi anche tu una ragazza?”
“Non saprei come fare...” rispose arrossendo.
“Di certo così non farai niente:
devi essere più attivo, prendere l’iniziativa, altrimenti saranno gli altri a
sfilartele sotto il naso, compresa quella Yuko che ti
piace tanto”
“Non è vero! Cioè...”
“Ma dai!
Lo si vede da un chilometro! E poi non devi nascondere
niente al capo, che sono io... Anche perché io ti posso aiutare a
conquistarla...”
“Davvero?”
A quel punto era fatta. Onigumo mi guardava come a un
modello, e io ero orgoglioso di aver dimostrato ancora una volta la mia
abilità. Nei giorni successivi spiegai molte cose a Onigumo, e lo misi in contatto con Yuko,
a cui tra l’altro non dispiaceva. Ma in quei giorni la
tregua era agli sgoccioli, i soldati iniziavano a riprendere le armi, e anche
noi ragazzi dovevamo dare una mano: essendo giovani e svelti, dovevamo fare la
guardia di notte intorno al villaggio, ed avvertire se vedevamo nemici o altri
sospetti. Era un incarico abbastanza leggero, e non ci impediva
di continuare le nostre attività. Onigumo, in
particolare, dopo un corteggiamento lunghissimo ed esasperante (per me che lo
consigliavo), era uscito dal villaggio di notte con Yuko,
e aveva, per così dire, consumato. Nei giorni successivi aveva perso
completamente la testa, sempre a girare intorno a Yuko,
e tutte le notti andava da lei. Non che fosse diventato
un maniaco, intendiamoci: quando si incontravano di nascosto facevano lunghe e
romantiche passeggiate.
Ora so che Onigumo
era entusiasta di aver scoperto un mondo di cui prima non immaginava
l’esistenza, e questo entusiasmo aveva allentato il
suo autocontrollo: pensate che una sera che era di guardia lui, che era così
ligio al dovere, lasciò la sua postazione per andare di nuovo da Yuko! Quella volta, mentre passeggiavano, li vidi (perché
anch’io giravo molto di notte), e divertito li seguii di nascosto, per prendere
in giro Onigumo, una volta che avesse
finito. Ma a sentirli parlare mi veniva il
latte alle ginocchia, a me che ero un tipo molto cinico e amante del
divertimento: Onigumo non parlava d’altro che di
sentimenti, sentimenti, sentimenti, e mai che allungasse una mano. Ma mentre eravamo lì, loro a parlare e io mortalmente
annoiato ad ascoltare, avvenne qualcosa: sentimmo delle urla, una terribile
confusione, cozzare di spade e scudi, e vedemmo alte fiamme alzarsi dal nostro
villaggio.
D’accordo, lascio un po’ in sospeso, ma non è bastardaggine... posterò il secondo tra pochissimo! Voi intanto commentate^^