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Autore: LuluXI    15/12/2010    1 recensioni
Emily è una ragazza come tante, che vorrebbe essere diversa.
Alicanto è un ragazzo strano e tenebroso, che si diverte a rubare e a infrangere la legge.
Sara è la sorella di Emily, fisicamente una sua copia, caratterialmente completamente diversa.
Gabriel e Emma sono due gemelli, i fratelli maggiori di Alicanto, e nei loro occhi e nei loro gesti c'è sempre qualcosa di sinistro.
I tre fratelli abitano accanto alla nonna delle due sorelle, ed è così che i cinque si conoscono. Conducono tutti una vita abbastanza normale, fino a quando non verranno risucchiati dall'oscurità, finendo in una città al centro dell'inferno, dove dovranno affrontare le loro paure, con la morte come inseparabile compagna.
DISCLAIMER: I personaggi sono di Masami Kurumada, ad eccezione dei cinque protagonisti.
[FIC SOSPESA]
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Lyra Orphée, Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 “Coraggio Sara…Devi solo arrivare in fondo alla via e chiedere di Veela…Veela. Non è un nome così difficile da ricordare. Coraggio.”
Sara cercava di farsi forza mentre avanzava per la via che le aveva indicato Orfeo.
Attorno a se vedeva molte persone, pallide come i morti, che camminavano come zombie.
 
La fissavano tutti,con insistenza, e nei loro occhi Sara leggeva solo due cose: stupore e paura.
Le facevano male i piedi ed era stanca, ma la piazza sembrava sempre più lontana: più di una volta cercò di fermare i guidatori dei piccoli carretti che percorrevano la strada per farsi dare un passaggio, ma appena aveva provato a parlar con loro, questi avevano frustrato  gli animali scheletrici che trainavano il loro mezzo di trasporto, e si erano allontanati.
 
“Va bene Sara, non ti spaventare: ti evitano,ma forse perché sono tutti di fretta e qui a Dite i ritardatari sono puniti severamente…”
Raggiunse infine la piazza principale: solo quando alzò gli occhi da terra si accorse di quanto fosse simile alla piazza della sua città.
Era illuminata, e piena di negozi…erano chiusi,ma c’erano.
Osservando quella piazza si poteva immaginare la città di Dite come una città come tutte le altre: ma quella città era ben lontana dall’essere una città comune.
 
Sara stava per chiedere ad una ragazza minuta notizie di Veela quando le luci della via dalla quale era venuta iniziarono a spegnersi una dopo l’altra.
Il buio avanzava verso la piazza, e tutte le persone, in quel momento più che mai simili ad ombre, si affrettavano a rientrare in casa.
 
“Ora va, prima che sia tardi” le parole di Orfeo rimbombarono nella sua testa: che cosa voleva dire quella frase?
“Ehi lei!” urlò verso la ragazza, afferrandola per un braccio.
“No, lasciami,lasciami!”
“Sto cercando Veela? Dove posso trovarla?E poi perché…”
La ragazza la spinse via.
“Non c’è tempo!Stanno arrivando, stanno arrivando!” urlò,mettendosi a correre.
“No!Aspetta non lasciarmi qui!Ma chi…”
 
Prima di potersi muovere anche di un solo passo, l’attenzione della ragazza fu attirata da uno storno mi uccelli che volavano verso la piazza.
Quando giunsero in prossimità della piazza, Sara rimase pietrificata dalla paura: quelli che giungevano verso di lei,non erano semplici uccelli. Quelle erano Arpie.

Quivi le brutte Arpie lor nidi fanno,
che cacciar de le Strofade i Troiani
con tristo annunzio di futuro danno.
Ali hanno late, e colli e visi umani,
piè con artigli, e pennuto 'l gran ventre;
fanno lamenti in su li alberi strani”

Subito a Sara venne in mente la Divina Commedia e le parole di Dante: le sembrava di essere finita davvero in quella Commedia. Prima la città di Dite, ora le Arpie.
All’improvviso, si abbassarono, volando sulla piazza, tingendo l’oscurità ancora di più di nero.
La graffiavano con i loro artigli e le ridevano in faccia con i loro visi umani. Poi, una di loro, la prese con gli artigli, e iniziò a trascinarla verso il cielo.
“No!No, lasciatemi!Via brutte bestiacce,via!”
Alla sua affermazione, le arpie iniziarono a ridere.
 
“Strofadi grecamente nominate
Son certe isole in mezzo al grande Jonio,
Da la fera Celeno e da quell'altre
Rapaci e lorde sue compagne arpie
Fin d'allora abitate..”

 
Una voce proveniente dalla piazza, recitò quei pochi versi, e le arpie iniziarono ad urlare, lasciando andare Sara che cadde al suolo.
Tentò di alzarsi, ma inutilmente: decise pertanto di mettersi a sedere.
Alzò la testa e si mise a fissare le arpie, che ora si erano adagiate a terra, e fissavano con odio la figura incappucciata in piedi accanto a lei.
 
Una delle Arpie restava più avanti delle altre, e fu lei a parlare.
“La legge del sommo Hades non si discute… Era in giro per la strada dopo il coprifuoco: deve essere punita.”
“E’ una nuova arrivata, non conosce le regole.”
“Non è un mio problema: verrà con me, e insieme alle anime dei suicidi, sarà il pasto mio e delle mie sorelle.”
“Qui non comandi tu, Celeno.”
 
Quando la figura misteriosa, pronunciò quel nome, tutte le arpie si misero ad urlare, e Sara rimase a fissarla. Celeno, l’arpia nominata da Virgilio nell’Eneide: ecco dove aveva già sentito quel nome.
“Qui comanda il sommo Hades…Veela. E noi tutti dobbiamo sottostare ai suoi ordini.” Rispose Celeno, senza esitare.
Al suo dire, Veela scoppiò a ridere, e più la donna rideva, più il cielo si riempiva di nuvole.
“Torna al settimo cerchio, dai suicidi Celeno: quello è il luogo che ti è stato affidato. Qui a Dite, ad altri è affidato il potere dal sommo Hades. Io rispondo delle mie azioni solo a lui e a Ghoul, che veglia sulla citta.”
“Lei verrà con me!”
 
“Sembran vergini a' volti, uccegli e cagne
A l'altre membra; hanno di ventre un fedo
Profluvio, ond'è la piuma intrisa ed irta,
Le man d'artigli armate, il collo smunto,
La faccia per la fame e per la rabbia
Pallida sempre, e raggrinzita e magra..”

 
A quelle parole, nuovamente le Arpie urlarono, con voci talmente stridule che Sara fu costretta a portarsi le mani alle orecchie.
Fissando con odio la donna, Celeno si alzò in volo, seguita dalle sue sorelle: dopo qualche istante, erano già lontane, e il cielo era privo di nuvole.
Veela afferrò la ragazza per un braccio e la trascinò via con se, tenendola sollevata da terra.
 
Camminava svelta, e non sembrava esser disturbata dal peso della ragazza, che lasciò andare solo dopo essere entrata in una delle tante abitazioni che si affacciavano sulla piazza.
“D’ora in avanti rientrerai sempre puntuale: devi imparare a cavartela da sola.”
In pochi istanti, si era levata la pesante mantella e la aveva appesa: aveva poi acceso una lanterna, qualche candela ed era tornata a fissare Sara.
E la ragazza non riusciva a far altro che guardarla stupita.
Si trovava davanti ad una ragazza, che dimostrava circa diciannove anni, ed era bellissima. I suoi capelli erano quasi trasparenti, attraversati da alcune sfumature blu come il blu dei suoi occhi.
Quei capelli si muovevano come mossi dal vento, e non rimanevano mai fermi sulle sue spalle.
 
“Era da tempo che Orfeo non mi mandava una ragazza da accudire: molte sono le persone che giungono a Dite, ma non tutte hanno la fortuna di trovare una guida. E coloro che la trovano, non sempre trovano una guida che sta dalla loro parte.”
Sara, non disse nulla: la sua attenzione era tutta soltanto per la pelle della ragazza.
Infatti, il suo corpo sembrava fatto d’aria, e la pelle era chiarissima, quasi trasparente, come i capelli.
 
“Tu sei stata fortunata: di tutte le guide della città di Dite, sono l’unica che non sta dalla parte di Hades. Devo sottostare, come tutti, alle sue regole, ma non gli sono devota”
A quelle parole, Sara si riscosse dal suo stato  di stupore.
“Cosa? Che..che significa questo?Si spengono le luci all’improvviso,Arrivano le Arpie, le fermi con dei versi del’Eneide…E poi mi parli di guide?Cosa…”
“Calmati.”
E, a quelle parole, Sara si calmò.
 
“All’inferno non vi è differenza tra il giorno e la notte, poiché qui non arriva la luce. Tuttavia, qui a Dite alcune luci fungono da sole. Ma la giornata ad un certo punto ha fine, e le luci si spengono, e in questa parte della città, a quell’ora tutti i vivi presenti qui devono trovarsi in casa o nei loro negozi: altrimenti le Arpie li portano via, e ti assicuro che venir divorata da loro non è una bella prospettiva. Fino a qui tutto chiaro?”
Sara, si limitò ad annuire.
“Ebbene, coloro che arrivano qui, giungono ancora vivi per volontà del sommo Hades: o perché desidera averli tra le sue fila come servitori, o perché hanno commesso particolari colpe e desidera far iniziare le loro sofferenze prima ancora che li colga la morte.” Rimase in silenzio un istante, per poi ricominciare a parlare.
“Ad alcuni vengono affidate delle guide, o per istruirli affinchè siano pronti a servire Hades, o per dar loro l’illusione di essere destinati a grandi progetti, prima di ucciderli.”
 
“E…perché io ho una guida?Sono destinata a servirlo o…”
“Non lo so. Ma se Orfeo ti ha mandato da me, Hades vuole questo e io farò ciò che mi richiede: il tuo destino, non è affar mio.”
“Capisco…ma hai detto che tu non gli sei fedele no?Allora perché…”
“E’ ancora presto per svelarti la mia storia: quando sarà il momento,se mai arriverà, capirai. Ora va, al piano di sopra c’è una stanza libera, puoi dormire lì. Da domani, inizierai il tuo lavoro.”
 
“Cosa dovrò…”
“Non c’è tempo per le domande, va.”
E, sospinta da una misteriosa forza, Sara salì le scale: appena si chiuse la porta alle spalle, tutte le luci della casa, si spensero.
 
 
 
 







 
 
 
N.B. Le frasi scritte in corsivo sono prese direttamente dalla Divina Commedia e dall’Eneide
 
N.B.2!
Buon giorno!Mi scuso anticipatamente per il ritardo nello scrivere, ma la scuola mi assilla!ç_ç
 
Mi sembra giusto dare una piccola spiegazione: all’interno della storia,sono molti i personaggi da me inventati, molti dei quali hanno nomi che fanno riferimento a creature mitologiche. (Es: Alicanto: uccello notturno della mitologia cilena).
Vi saranno molte citazioni e riferimenti all’inferno della Divina Commedia, proprio perché l’inferno mi è sempre piaciuto immaginarlo come lo descrive Dante.
 
E ora…Ringrazio coloro che hanno solo letto, ma anche chi ha letto e recensito.
 
Meiou Hades: Ho grandi progetti per Alicanto, e spero di riuscire a realizzare il tutto!
Mi fa piacere leggere la tua recensione, perché se mi sono cimentata in tutto questo è anche merito tuo.
Infatti,una tua frase in un’ altra tua recensione mi ha spinto a tentar di scrivere qualcosa di drammatico (il che per me è una pazzia, perché io ho un animo dolce e gentile, e tifo sempre, o quasi, per il lieto fine).
 Però, ho deciso di lanciare a me stessa questa sfida, e spero ne esca qualcosa di buono: e se alla fine sarò soddisfatta,magari te la dedico pure questa fiction, chissà xD(ma solo se esce un lavoro fatto bene, sennò no).
“Il mio animo drammatico e apocalittico spera che non tutto vada bene nel corso della storia!”[cit.].
Questa frase è tua e…le cose questa volta non andranno bene…(Sempre che riesco a tirar fuori avvenimenti drammatici)

   
 
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