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Autore: LuluXI    28/11/2010    1 recensioni
Emily è una ragazza come tante, che vorrebbe essere diversa.
Alicanto è un ragazzo strano e tenebroso, che si diverte a rubare e a infrangere la legge.
Sara è la sorella di Emily, fisicamente una sua copia, caratterialmente completamente diversa.
Gabriel e Emma sono due gemelli, i fratelli maggiori di Alicanto, e nei loro occhi e nei loro gesti c'è sempre qualcosa di sinistro.
I tre fratelli abitano accanto alla nonna delle due sorelle, ed è così che i cinque si conoscono. Conducono tutti una vita abbastanza normale, fino a quando non verranno risucchiati dall'oscurità, finendo in una città al centro dell'inferno, dove dovranno affrontare le loro paure, con la morte come inseparabile compagna.
DISCLAIMER: I personaggi sono di Masami Kurumada, ad eccezione dei cinque protagonisti.
[FIC SOSPESA]
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Lyra Orphée, Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I cinque ragazzi avevano finalmente raggiunto la loro meta: la città di Dite.
Avevano seguito Orfeo attraverso il paesaggio desolato dell’Inferno, fino ad arrivare alla città.
“Questa è la città di Dite, ove dimorerete e vivrete fino a nuovo ordine. Qui regna il sommo Hades: se rispetterete le sue leggi, non vi accadrà nulla. Altrimenti bhe…Ne pagherete le conseguenze” concluse il Saint, iniziando a scendere per la stretta stradina che portava alla città.
 
Intanto Sara, che aveva piagnucolato per tutto il tragitto, stringeva il braccio della sorella minore, continuando a lamentarsi.
“Oh Emily, Emily! Perché siamo finite qui? Mi sembra di essere finita nella Divina Commedia di Dante…La città di Dite…Non voglio guardare!”
“Sara, possiamo non parlare di scuola?Già questo posto fa schifo, ci manca solo Dante e la sua Divina blabla…” replicò la ragazza, scrollandosela di dosso, e aumentando il passo, fino a raggiungere Alicanto.
 
Il ragazzo non sembrava spaventato: dei cinque, era quello che si divertiva di più. Si guardava attorno estasiato, e continuava a ridere.
“Ehi Al, ma che cavolo ci trovi da ridere? Siamo finiti all’inferno, stando a quanto dice questo tizio, e tu ti diverti come un matto?”.
“Oh avanti Emily, quanto sei polemica! Sai perché mi diverto?” domandò il ragazzo e ricevendo in risposta un’alzata di spalle, riprese il suo discorso. “Perché finalmente siamo in un posto diverso! Anche qui ci sono delle regole si, ma finalmente cambiamo un po’ questa vita monotona.”
“Si, hai ragione…però guardati attorno: sembra un cimitero!”
“Eh, siamo all’inferno: che ti aspettavi? E poi questo posto mi piace…. È come se fossi nato per vivere qui!”
 
Emily non replicò: si limitò ad osservare la città,che avevano ormai raggiunto. Le case erano tutte costruite in legno e mattoni, e le strade erano vecchie e logore.
In giro vi erano poche persone, pallide come morti, che giravano a piedi o sopra dei carri trainati da animali vecchi e stanchi. Vi erano molti negozi, ma sembravano quasi tutti abbandonati: la città era avvolta da un’aura di morte.
 
“Ehi…Ehi Orfeo!”
“Dimmi ragazzo…” rispose continuando a camminare davanti ad Alicanto.
“Quelle persone, sono…”
“Morte? No, sono come voi: persone vive giunte quaggiù. I Morti stanno in altre zone dell’inferno. Questa città è stata costruita apposta per coloro che giungono qui ancora da vivi.”
“E perché alcune persone arrivano qui ancora vive?”
“Alcune vengono chiamate dal Sommo Hades, perché ritenute degne di servirlo, altre perché hanno delle colpe da espiare…”
“Tu sei uno dei suoi servitori?”
“Più on meno”
“Cosa significa?”
“Non ha importanza…Seguimi e basta”
 
“Ehi Emma secondo te ci ritroveremo faccia a faccia con le anime di mamma e papà?”
“E che cavolo ne so io Gabriel? Quel tizio dice che siamo all’inferno, e questo sicuramente non è un parco divertimenti. Ma anche se trovassimo mamma e papà?Hai paura?”
“No, era solo una curiosità… Hai visto Al? Non è mai stato così contento.”
“Bhe, la nostra vita era un inferno… Per lui è come essere a casa!”
“Anche per me…Non mi dispiace questo posto.”
“Oh si, non è male, ma i cloni non sembrano averlo preso bene…”
 
Orfeo si fermò davanti ad una via illuminata da alcune torce, e sembrava la più affollata della città.
“Eccoci arrivati: Sara, il tuo viaggio finisce qui. Percorri questa via fino alla piazza principale, e chiedi di Veela. Lei ti spiegherà tutto.”
“Co…cosa?Devo fermarmi qui…da sola?E Emily?”
“Emily è destinata ad un’altra area della città, ma potrai rivederla in futuro. Ora va, prima che sia tardi.”
Detto questo, Orfeo si allontanò, seguito dagli altri ragazzi.
“Emily!” Sara provò a chiamarla, ma la sorella non la degnò di uno sguardo.
 
“Bene: Emma, tu ti fermi qui.” Disse Orfeo, giunto innanzi ad una via completamente buia, piena di palazzi diroccati. “In fondo a questa via c’è un palazzo in disuso: vai fino a lì, e chiedi di Isonade: lui ti spiegherà tutto ciò che devi sapere.”
La ragazza non se lo fece ripetere due volte: fischiettando si avviò per la via, dopo aver salutato con una linguaccia Gabriel.
 
“Emily, ora tocca a te” affermò il Saint, giunto alla periferia della città, all’inizio di un grande bosco.
“Segui il sentiero fino al bivio, poi urla il nome di Lamia: sarà lei la tua guida.”
“Ma mica dovevamo rimanere in città?”
“Il bosco fa parte della città di Dite, e ne segna il confine sud: ora va, non abbiamo tempo da perdere.”
Emily, dopo aver salutato con un cenno della mano Alicanto, si avviò per il tortuoso sentiero, sparendo presto tra le fronde degli alberi.
 
“Ehi Al, siamo rimasti solo io e te!” esclamò Gabriel, affiancandosi al fratello.
“Già, a quanto pare…”rispose lui.
“Gabriel, è il tuo turno”.
“Bene! Dove devo andare?” il piccolo gruppetto aveva ormai raggiunto un’area spoglia della città, ed erano fermi in una piazza, al centro della quale, spuntava un’enorme torre.
“Barghest ti spiegherà tutto: per trovarlo, devi solo salire le scale della torre, e chiedere di lui.” Rispose Orfeo, iniziando ad allontanarsi.
“Eh sia…” replicò Gabriel, avviandosi verso la torre. “In bocca al lupo Al!” urlò verso il fratello che si allontanava, prima di sparire all’interno della torre.
 
“Dove siamo diretti?”
“Ora lo vedrai” rispose Orfeo. Stavano tornando verso la zona più abitata della città, e Orfeo sembrava aver fretta.
“Aumenta il passo Alicanto, abbiamo già perso troppo tempo.”
Arrivarono quasi di corsa all’imboccatura di una grande strada, e Orfeo indicò al ragazzo l’enorme villa che si intravedeva alla fine della strada.
“Devi andare là. Bussa e chiedi udienza a Ghoul.”
“Tutto qui? Le strade che dovevano percorrere gli altri, sembravano molto complicate”.
“Non fare domande e va…Il mio tempo è scaduto.”
Senza dir nulla, Alicanto imboccò correndo la strada: voleva arrivare il prima possibile alla grande villa.
“Caro ragazzo, non hai idea di cosa ti aspetta laggiù”.

   
 
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