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Autore: MangakA_BakA    15/12/2010    5 recensioni
"allora?" mi chiede, appoggiando la schiena alla porta chiusa.
Immagino di non potergli rispondere "è stato il bacio più dannatamente eccitante e meraviglioso della mia vita…"
DALL'ULTIMO CAPITOLO:
« Io.. Rimarrò completamente nudo di questo passo, lo capisci? Scoperto.. » mormoro, e probabilmente da un punto di vista esterno devo sembrare un malato di mente con manie di persecuzione, per il tono leggermente febbrile che ho usato, ma so che lui -solo lui- riuscirà a capire cosa voglio dire. « Sto cercando.. Sto solo cercando di non perdere anche gli ultimi pezzi che mi rimangono.. »
La sua mano allenta la stretta sulla mia spalla, scivolando piano fino al collo e prendendo ad accarezzarmi dolcemente.
« Perché non puoi lasciarli andare..? Smettila di aggrappartici così ossessivamente, se dovessi… se dovessi rimanere nudo, è troppo arrogante da parte mia sperare di riuscire a coprirti, a tenerti in piedi? »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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CHAPTER 13

Butto giù alla goccia quello che è rimasto della mia birra e mi alzo dal tavolo, leggermente instabile sui piedi.

<< Ragazzi! >> esclamo, e la mia voce risuona ad un volume decisamente più alto di quello che credevo di aver utilizzato. << Io vado! Può darsi che io abbia qualcosa da fare! >>

I miei amici, seduti al tavolo, ridono di gusto. Anche se in effetti non so cosa ci sia di tanto divertente. Evidentemente non sono poi tanto sobri neanche loro.

<< Aspetta, idiota! >> mi riprende Davide, alzandosi e prendendomi per un braccio. << Ti accompagno... anche se sei un idiota, non voglio che ti ammazzi, in moto. >> sospira, scuotendo la testa con aria esasperata, poi mi trascina fuori dal locale, senza neanche darmi il tempo di protestare.

Si mette alla guida del mio KTM e mi fa salire dietro. Decido di fidarmi delle sue capacità di biker, visto che le mie, al momento, sono completamente andate a farsi fottere per colpa dell’alcool.

<< Allora, in che via? >>  mi chiede, mettendo in moto.

Gliela dico, e lui subito parte a razzo. Mentre andiamo chiudo gli occhi, ed è come se il mio corpo stesse volando. Credo sia colpa dell’erba. Perché il mio corpo.. non sta volando, giusto? Spalanco di scatto gli occhi. Le luci della città vorticano intorno a me in un casino totale di colori, di flash e forme che mi fanno girare la testa. È assurdo. Tutto così assurdo e senza senso. Sarei potuto morire stanotte. Se Davide non si fosse offerto di accompagnarmi, sarei potuto morire. Mi sarei impastato sicuramente. E poi? Cosa sarebbe successo? Niente. Tutto avrebbe continuato a scorrere. Le luci della città avrebbero continuato a brillare. E Gio’? Sarebbe andato avanti anche lui, ne sono sicuro. Forse per un po’ avrebbe sentito la mia mancanza, ma poi avrebbe smesso di pensarci, con il tempo, e avrebbe continuato a vivere.

Quando la moto si ferma, scendo e mi tolgo il casco. Subito mi accorgo di due cose: la prima è che non sto in piedi, la seconda è che Davide mi ha portato a casa di Gio.

Mi volto a guardarlo sconcertato.

<< Che cazzo ci facciamo qui? >> biascico, indicando il condominio alle mie spalle.

Dave mi guarda confuso, con un sopracciglio inarcato.

<< Sei tu che mi hai detto di portarti qui.. ma stai piangendo? >> mi chiede, con aria piuttosto perplessa.

Sto piangendo? Mi porto una mano al viso. Sto piangendo! Perché sto piangendo?

<< Credo siano gli effetti collaterali del fumo, sommato a pensieri insensati riguardo la mia morte e... le luci della città... >>

<< Ah. >> è l’unica reazione che si merita la mia risposta. << Comunque chi è che abita qui? Forse è meglio se ti porto a casa tua.. >> mi chiede Davide, decidendo di non approfondire il discorso riguardante le luci e la morte ecc ecc.

<< NO! >> mi sento esclamare. Evidentemente il mio cervello non ha più il controllo delle azioni del corpo. << Gio’. Questa è casa di Gio’, io gli devo parlare, io... io lo amo! Credo. Non lo so, ma devo parlarci. >>

Devo essere diventato pazzo. Da quando in qua alcool e fumo hanno un tale effetto distruttivo sui miei neuroni? Ho appena urlato a Davide che amo Giovanni. Il discorso sta davvero degenerando.

Mi accorgo di aver abbassato lo sguardo, quindi lo rialzo, per vedere la reazione del mio amico alle mie ultime parole. Mi sta fissando. Mi sta fissando con le sopracciglia inarcate.

<< Luca sei gay? >>

<< No. Però vorrei scoparmi Giovanni. >> Okay, sono impazzito. Oltre al fatto che ho appena detto ad un mio amico che vorrei scoparmi Giovanni, quella frase non aveva proprio senso.

Dave mi guarda per un lunghissimo momento senza dire nulla, poi scrolla le spalle.

<< Boh, non ho capito bene questa storia, ma sappi che, se dovessi scoprirti gay, per me non sarebbe un problema... >> Ed io in questo momento lo sto adorando. Insomma, siamo amici da qualche anno, ma non l’avevo mai frequentato più di tanto, e... boh, è bello sentirsi dire una cosa del genere da un tuo amico. Sapere che non ha pregiudizi nei tuoi confronti anche dopo che gli hai appena detto che vorresti scoparti il tuo migliore amico.

<< Beh, non dovevi andare a parlare, scopare o non so cosa con Gio’? >> esclama dopo un po’, facendomi notare che, effettivamente, è tipo un quarto d’ora che lo fisso con espressione ebete.

<< Giusto! Grande! Tu... >> lo guardo per un momento. << Tu sei un grande. >> concludo, poi mi volto e mi attacco al citofono di Gio’, pregando che oggi sua madre avesse il turno di notte. Quanto al padre posso stare tranquillo: sarà fuori a bere con gli amici come al solito. Dopo qualche minuto mi risponde la sua voce assonnata.

<< Chi cazzo è?? >>

Sorrido appena.

<< Luca. >>

Sento per un momento il silenzio dall’altra parte del citofono, poi lo scatto della serratura. Barcollo dentro l’ingresso del palazzo e mi ritrovo a ringraziare Dio che casa di Giovanni sia al piano terra, mentre salgo a fatica quei pochi gradini che mi separano dalla sua porta, tenendomi saldamente allo scorrimano. È lui ad aprirmi, con indosso solo i pantaloni di una tuta e una maglietta, i capelli per aria e la faccia gonfia dal sonno.

<< Che cazzo ci fai qui, coglione? Sei ubriaco... >> mi accoglie, spostandosi per farmi entrare.

 

 

 

Aah eccomi qui gente! Penso che da qui riprenderò ad aggiornare abbastanza in fretta, perché mi è miracolosamente tornata l’ispirazione. Il nostro Luca come al solito combina casini, ma grazie a Dio ha degli amici decenti..  XD in realtà sto Dave non ho idea da dove cazzo sia spuntato, però mi sta simpatico, quindi credo proprio che lo farò comparire di nuovo. X°D 

Ciò detto, come al solito ringrazio quelle donzelle angelicate che apprezzano questa storia, o la leggono soltanto. Come sempre: VI AMO ALLA FOLLIA <3

 

 Melinda Pressywig eehy ciao! Che carina, hai commentato subito! Son contenta che ti piaccia il capitolo, perché a me non convinceva molto. Si, se ti devo dire la verità l’avevo un po’ abbandonata, ma poi un bel giorno mi son messa a rileggerla e.. boh, folgorazione, una lampadina si è accesa accanto alla mia testa, non lo so, mi è tornata l’ispirazione XD

 buono dai, fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo. J

un bacio

 

Astrid von Hardenberg oh ciao! Una nuova lettrice, che gioia! Grazie per i complimenti, sono tanto contenta che ti sia piaciuto questo delirio XD questo chap fortunatamente è un pochino più divertente. Credo.  XD Ho una pessima inclinazione per la tragedia io XD e soprattutto mi diverto da morire a far soffrire i miei protagonisti u.u comunque adesso la smetto di sparare cavolate e ti saluto.

 Augh! Se ti va fammi sapere cosa pensi di questo capitolo ^^

 

Silv_ ooh sono felice che ti piaccia, nonostante sia piuttosto delirante questa cosa. Spero continui a piacerti anche questo capitolo e i prossimi. Se ti va lasciami una recensione! J

 

   
 
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