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Autore: essie    16/12/2010    8 recensioni
-Buongiorno, mio raggio di sole- mormorò al mio orecchio una voce che ben conoscevo, dolce e caldissima. Due braccia forti ma delicate mi circondarono, incrociandosi sotto il mio seno, e mi sollevarono senza sforzi stringendomi ad un corpo assurdamente perfetto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Benvenute, per chi non mi conosce; bentornate, se sapete già chi sono! Alloooora, ho scritto questa one-shot ADESSO, di getto... spero vi piaccia! Ne sto scrivendo un'altra da due settimane, la posterò presto (penso...) xD ma per ora gustatevi questa... e se mi fate sapere com'è ne sarei molto felice. Scusate per gli errori (se ce ne sono, ma penso proprio di sì), domani provvederò a sistemare il testo.

 

Raggio di Sole

 

-Sbrigatevi!- gridai spazientita alle due pazze, chiuse nel mio bagno da più di un’ora.

-Siamo quasi pronte!- cinguettò Alice, tutta presa ad infilarsi numerosi braccialetti al polso destro nell’ordine giusto.

-Non puoi metterli a posto in macchina?-

Rosalie ridacchiò mettendosi il mascara e mi lanciò un’occhiata penetrante.

-Impaziente di rivedere Edward, Bella?- domandò, col tono di chi la sa lunga.

Mi irrigidii vistosamente, -non voglio parlare di lui-

La mia voce era glaciale come mai lo era stata, le mie parole dure.

Alice e Rose mi guardarono con le sopracciglia inarcate ma non dissero niente; non avevo parlato con loro del mio… ecco, del mio “piccolo” problema.

Tutte e tre afferrammo le borse e uscimmo dalla mia villa sotto il cielo grigio di Forks, minuscola cittadina dello Stato di Washington nella quale abitavamo. Dopo due mesi passati sotto il caldo sole delle spiagge italiane per me tornare in questo posto sperduto era stata quasi una tortura!

Un’estate trascorsa in Toscana da zio Aro, senza regole, senza orari, tra continue feste nella maxi villa che il mio caro zietto mi aveva comprato per “allietare la mia permanenza”, come diceva lui. Naturalmente feste a sua insaputa!

-Sapete, Eddy oggi era piuttosto strano- raccontò Alice accomodandosi sui morbidi sedili della mia amata Ferrari (http://www.allaguida.it/wp-galleryo/ferrari-california-azzurro/ferrari_california_cop_ok.jpg)

-E allora?- replicai freddamente mettendo in moto.

Rosalie mi scoccò un’occhiata sospettosa, sorpresa e quasi arrabbiata allo stesso tempo. Lei adorava Edward… come tutti, d’altronde. Sentii una fitta al cuore.

-Si è svegliato alle quattro, addirittura prima di me! Continuava a sorridere come un ebete- continuò Alice imperterrita, -ed era gentilissimo, con l’espressione più tenera che si sia mai vista sulla faccia della Terra! Sembrava sinceramente contento che oggi inizia la scuola-

Non parlai, limitandomi a guidare velocemente verso quel purgatorio chiamato scuola.

-Allora, “regina dei ghiacci”- disse Rose ammiccando verso di me quando entrammo nel parcheggio sotto gli occhi di tutti, -pronta a ricominciare?-

Sorrisi beffardamente scendendo e infilandomi gli occhiali da sole, portandomi all’indietro i lunghi boccoli sciolti.

-Direi di sì, tesoro-

 

-Buongiorno, mio raggio di sole- mormorò al mio orecchio una voce che ben conoscevo, dolce e caldissima. Due braccia forti ma delicate mi circondarono, incrociandosi sotto il mio seno, e mi sollevarono senza sforzi stringendomi ad un corpo assurdamente perfetto.

Mi chiamava così, raggio di sole...

Quando mi rimise giù non ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi, quegli occhi verde intenso che mi mandavano fuori di testa.

-Edward- lo salutai scostante con un piccolo cenno del capo, tornando a cercare il libro di storia dall’armadietto per la prima ora.

Probabilmente notò la mia rigidità, ma non commentò.

-Niente urletti? Non mi getti le braccia al collo? Insomma, sono quasi tre mesi che non vedi il tuo grandissimo, bellissimo, perfettissimo migliore amico…- disse abbracciandomi teneramente da dietro e appoggiando il mento sulla mia spalla.

Vidi tutte le ragazze presenti nel corridoio lanciarmi sguardi di fuoco, ma le ignorai. Così come ignorai i brividi che correvano rapidi sulla mia pelle, causa il suo tocco.

Edward mi obbligò a voltarmi, ed io me lo ritrovai davanti in tutta la sua stupefacente bellezza. Ebbi un piccolo sussulto e la tristezza si impossessò di me per l’ennesima volta.

-Dio- bisbigliò, sembrava rapito.

Era esattamente quello che pensavo io, immersa in due occhi di un verde così profondo, così mio da darmi le vertigini.

-Oddio, Bella, sei… sei assolutamente splendida-

Perché, perché doveva dire quelle cose?? Le sue parole erano continui colpi al mio cuore…

Edward, se possibile, era diventato ancora più bello durante l’estate. Le sue labbra morbide e piene, sempre invitanti, si piegarono in un sorriso sghembo da infarto. Quello era il mio sorriso, diceva sempre che lo faceva solo per me.

-Sei più alto- mi limitai a dire, costringendomi ad essere fredda e distaccata. Il sorriso sparì all’istante dal suo volto bellissimo.

Libro in mano, gli passai davanti diretta alla classe di storia, il cuore ormai ridotto a brandelli per la auto-tortura che mi stavo imponendo.

Che dovevo impormi.

 

Per tutta la giornata stetti lontano da Edward, preferendo chiunque a lui. Vedevo la sofferenza nei suoi occhi, i quali mi cercavano ogni minuto, trafiggendomi.

Ma non potevo fare altrimenti.

Tutte le volte che cercava di parlarmi mi allontanavo. Tutte le volte che provava ad avvicinarmi, anche con futili scuse, trovavo una scusa.

E stavo malissimo. Come potevo mantenere quell’atteggiamento per tutto l’anno?? Semplice, non ne ero capace. Non ne sarei mai stata capace.

-Insomma, tesoro, cosa c’è che non va?- sbottò Rosalie mentre ci avviavamo in palestra per l’ultima ora.

-Niente- mormorai stringendomi le braccia attorno al corpo in segno di protezione.

-Cos’è successo con Ed?- incalzò lei, ostinata.

-NIENTE, ROSE! Lasciami in pace e non farmi ‘ste domande!- andai in escandescenze, attirando molti sguardi su di noi. Rosalie si ritrasse stupefatta e andò avanti senza di me, offesa. Da quando urlavo in quel modo?! Era un comportamento anomalo, di solito non mi permettevo queste cose. Ma in quel momento non me ne fregava niente.

-Fanculo!- borbottai a me stessa, -fanculo, fanculo, fanculo!-

-Parli da sola, Swan?- mi sbeffeggiò Lauren maligna, sorpassandomi e sculettando via.

Stavo davvero cadendo in basso…

 

-Bella!- urlò Edward dietro di me, cercando di raggiungermi. Continuai a camminare velocemente verso la mia auto. Alice e Rosalie si erano rifiutate di farsi riaccompagnare da me, a causa del mio umore, quindi ero sola.  Potevo finalmente pensare.

-Bella, aspetta!-

Svelta aprii l’auto e mi ci infilai dentro, partendo rapidamente.

Non me la sentivo di affrontarlo.

Non volevo affrontarlo.

Giunta finalmente a casa aprii la porta senza indugi. I miei genitori non c’erano: si erano presi una “breve” vacanza in Francia.

Lasciai la borsa in soggiorno, abbandonata sul morbido divano ad angolo, e salii in camera mia buttandomi sul letto, senza più trattenere le lacrime che avevano minacciato di uscire per tutto il giorno. Mi sfuggì un singhiozzo, poi un altro, un altro ancora.

Da quanto tempo ero lì, nel mio letto, con la mia anima lacerata dal dolore? Non lo ricordavo. Sapevo solo che il cielo si stava scurendo pian piano, diventando nero come la pece.

Con lentezza mi alzai, la vista un po’ appannata, i vestiti stropicciati e i capelli in disordine. Se mi avesse visto Alice le sarebbe venuto un colpo.

Ma infondo, cosa importava l’aspetto fisico, il mio aspetto fisico?

Scesi in cucina e presi un bicchiere versandoci dell’acqua, che bevvi in un solo sorso. Non avevo voglia di mangiare, non avevo voglia di fare niente, se non correre tra le sue braccia e implorarlo di amarmi come lo amavo io.

Edward Cullen, il mio migliore amico.

 

Dei forti colpi alla porta mi fecero saltare sul divano, spaventata. Guardai l’orologio, era quasi mezzanotte. Chi poteva essere??

Mi rimisi in piedi e, con cautela, andai alla porta, guardando nello spioncino.

Oddio.

-Bella, ti prego apri! So che ci sei!- rabbrividii e misi una mano sulla maniglia, indecisa.

Continuò a bussare per altri dieci minuti, senza sapere che io ero dall’altra parte, incerta e timorosa.

-Bella…- sentii il suo sospiro sconfitto e non ce la feci più.

Spalancai la porta, e mi ritrovai davanti il mio angelo, il mio incubo… il mio più grande amore.

-Edward- sussurrai, stupendomi di riuscire a dire il suo nome senza scoppiare a piangere ancora una volta.

-Oh, raggio di sole…- fu il suo mormorio dolcissimo. Dopo un secondo mi ritrovai tra le sue braccia, il viso nel suo collo, sulla sua pelle così profumata, -cos’è successo, me lo spieghi?-

-Niente- dissi rigida, ritraendomi a malincuore e abbassando gli occhi.

-Bella- mi riprese lui alzandomi il mento con due dita affusolate.

-Non ne voglio parlare!- sbottai allontanandomi, rientrando in casa torturandomi il labbro inferiore con i denti, -e faresti meglio a tornare a casa- aggiunsi in seguito.

Sapevo che Edward era maledettamente ostinato, e infatti…

-Non me ne vado da qui fino a che non mi dici cos’hai contro di me-

-Non ho niente contro di te- affermai sinceramente, voltandomi, stando bene attenta a non incrociare i suoi occhi.

-E allora perché…-

-PERCHE’ TI AMO!- esplosi alla fine, mentre nuove lacrime mi rigavano copiose le guance.

Caddi in ginocchio, senza forze dopo la confessione, la mano premuta sulla bocca, i singhiozzi che mi scuotevano il petto.

-Tu… tu… cosa?-balbettò, era senza parole.

Non risposi, non ce la facevo. Sapevo che adesso Edward sarebbe uscito di corsa, scioccato. La sua migliore amica che, stupidamente, si era innamorata di lui. La sua migliore amica che lo aveva sempre amato.

Avevo capito di essere innamorata di Edward verso la fine del penultimo anno di liceo. Poi erano iniziate la vacanze, mi ero illusa di poterlo dimenticare… speranza del tutto svanita quando, al mio ritorno, lo avevo intravisto ridere e scherzare con Jasper, fratello di Rosalie e suo migliore amico, durante gli allenamenti di football.

Rimasi lì, inginocchiata sul pavimento freddo e duro dell’ingresso, per interminabili minuti. Non lo sentii andarsene, ma doveva averlo già fatto.

Alzai gli occhi… e trovai i suoi, verdissimi, di una tenerezza estrema.

-Che fai ancora lì?- feci io rimettendomi in piedi vacillando leggermente.

Non sentivo più niente, ora che avevo “confessato” il mio corpo si era come svuotato da qualsiasi emozione e sentimento.

-Oh, Bella…- percepii le sue parole sommesse mentre correva ad abbracciarmi con così tanta forza che mi ritrovai subito senza fiato.

Che succedeva??

-Ti amo- bisbigliò al mio orecchio, accarezzandomi la schiena.

-Come?!- dissi sbalordita, certa di aver capito male.

-Ti amo, ti amo, ti amo…-

Mi staccai con dolcezza e gli presi il viso tra le mani, gli occhi nei suoi.

-Davvero?- chiesi accarezzandolo delicata.

-Ti amo- ripetè sorridendo con… con amore.

-Ti amo- sorrisi a mia volta, nel mio cuore una felicità che mai avevo provato. Lacrime di felicità presero a scorrere sul mio viso, inondandolo ancora una volta.

-Ti amo-

-Ti amo-

-Ti amo, raggio di sole-

 

 

-E poi? E poi??- chiese Nessie impaziente.

-E poi niente- risposi io sorridendo dolcemente, accarezzandole i capelli.

-Insomma, non ti ha trascinato in camera…-

-Nessie!- la riprese Edward, ma sorrideva anche lui.

-Sì, ma quello dopo- conclusi io stringendo la mano di mio marito.

-Ah ecco! E com’è stato? Era la tua prima volta?-

-Nessie!- ripetè Edward bonariamente.

-Non c’è niente di male nel chiedere queste cose, papà- rimbeccò sua figlia ostinata.

Tutta suo padre.

-Era la prima volta di tutti e due… ed è stato bellissimo- raccontai io lasciando un bacio sulla guancia a Edward, che mi guardò come un cucciolo abbandonato sporgendo le labbra.

Sorrisi ancora e gli stampai un tenero bacio sulle labbra del mio raggio di sole.

Non cambieremo mai!

 

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