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Autore: Mikhi    16/12/2010    1 recensioni
Sono piccoli istanti.
Le fiammeperpetue che avvolgono dentro una spirale di puro egoismo e vendetta tutti i mondi, mutando ciò che si nasconde al suo interno in Oscurità, una coltre di tenebre che deteriora ciò che scova al suo passaggio, uccidendo.
Luce.
Oscurità.
La forza indicibile che sprigionano due entità di uguale potenza, si fronteggiano in una guerra inestinguibile.
A tutto ciò non si può porre fine senza l'aiuto dei prescelti, giovani dal cuore puro in grado di portare a termine il compito a loro affidato con scrupolo, ma non sempre tutto nasce dalla parte del
giusto, i detentori della sacra arma hanno rievocato i loro poteri per emendare il fato, per fronteggiare ancora le forze nemiche che compromettono l'incolumità delle persone.
Il coraggio che risiede nel loro cuori li condurrà verso una scelta, verso la Luce splendente che confluirà dentro un'unica energia che
avrà il dono di riportare nuovamente la pace nelle anime
celate dalle tenebre...
[...]Siamo noi a scrivere il nostro Destino. Diventiamo ciò che facciamo.[...]
Un'amicizia, una Custode in un mondo a lei purtroppo fin troppo familiare, qualcuno che cerca il perdono.
Where are you...?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts, Kingdom Hearts II
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Breaking the last weapon
.The emergence of a new down.















La Custode della Fenice Dormiente addentò con forza il labbro inferiore, stringendo con il passare dei minuti la presa ferrea e lasciando che un pesante e disgustoso sapore ferreo inebriasse la sua bocca.
Mille domande e questioni albergavano nella sua mente e, nonostante si sforzasse nel ricordare ciò che accadde molto tempo fa, non riusciva a comprendere il perchè di questa omissione, del perchè la sua amica Olette si fosse completamente dimenticata di lei, del perchè neanche Hayner e Pence l'avessero riconosciuta dopo tutto questo tempo, eppure era la cruda e dolorosa verità. Possibile che dopo tutti questi anni l'impronta incisa nella sua città natia si fosse tramutata soltanto in un semplice e banale ricordo da cancellare?
Sin da bambina non aveva mai bramato sguardi desiderosi su di lei, la sua ristretta cerchia di amici le bastava per trascorrere una vita tranquilla ed in completa serenità e tutt'ora con estrema risolutezza ribadiva decisa le sue idee, ma mai un pensiero del genere avrebbe sfiorato la sua mente.
Sono trascorsi giorni, mesi, anni, e per giunta si è diventati anche più grandi e maturi, una volta credeva di conoscere tutto ciò che c'era da sapere, sempre in piedi a testa alta, sempre così dura prima di cadere; mentre adesso si imponeva delle domande prima di giungere a qualsiasi tipo di conclusioni, ed anche se il frutto amaro della sconfitta era difficile da ingoiare, prima o poi la resa dei conti arrivava, ed eri destinato pagare.
Aveva sempre reputato l'amicizia come un dono raro e prezioso, che solo pochi riuscivano ad ottenere, per lei comprendeva rispetto, immensità, grandezza, affetto, e considerava impossibile pensare che un un amico fosse in grado di sostituire tutte le persone che la circondassero, che le volessero bene, compresi coloro che l'avevano messa al mondo ma, Roxas era stato in grado di scovare la forza ed il potere di farlo e con lei ci era riuscito. A volte si ritrovava a rimuginare in silenzio su quanto fosse cinico e ironico il Destino, più cercava di riemergere dal pozzo in cui era stata rinchiusa e più necessitava della presenza del suo migliore amico accanto, specialmente in questo momento, quando la vita l'aveva privata ancora una volta del sorriso e di un'insana speranza di felicità.
Forse tutto ciò agli occhi di qualcun'altro poteva risultare patetico e malinconico ma, soltantanto in questo seppur breve ma importante istante era stata in grado di accorgersi che le illusioni esistevano realmente e che la sua vita rasentava abbondantemente una ridicola utopia.
Nonostante tutto desiderava ridere, ridere e voltare il suo sguardo al cielo, chiedendosi in quale scherzo del Destino fosse capitata, del perchè mai tutto ciò che trasportava avanti con sè fosse destinato a scomparire, a dissiparsi come nubi dentro una giornata ventosa.
Era stupido, terribilmente stupido, ma il desiderio di rincontrare Roxas ardeva nel suo petto più di un fuoco vivo e soltanto lui sarebbe stato capace di donarle nuovamente il sorriso, nè Olette, nè Hayner, nè Pence, solo la persona più cara che adesso le restava.
-Hey...- mormorò la castana dalle iridi verdi come due smeraldi poggiandole con fare affettuoso una mano sopra la spalla. -Sicura di star bene?- domandò, mentre il suo sguardo scivolava sul volto incupito e rivolto verso il basso della giovane Custode.
Sorridere? Rassicurarla? Nessuna delle due. Desiderava soltanto che il tempo si fermasse in quel preciso istante, che le sue fantasie prendessero il volo verso un posto migliore, che il suo corpo si frantumasse come un cristallo, nella speranza che la brezza trascinasse via ogni singolo frammento, trovando rifugio nelle più fervide e sfavillanti congetture che l'immaginazione potesse creare.
Non accennò un dissendo con il capo, non vibrò alcun suono attraverso le sue labbra, si limitò ad alzare con lentezza la nuca mentre un paio di iridi acquamarina si inabissarono nel verde rigoglioso della compagna che rispose con un dolce sorriso.
-Tutto bene.- rispose stringendo i pugni, cercando di ricacciare dentro quelle piccole gocce trasparenti che le inumidirono appena le ciglia, tirò sù con il naso e si scostò qualche ciocca fastidiosa dal volto riponendola con cura dietro le spalle.
Olette annuì con fermezza stringendole ancora un po' la spalla sperando di infonderle quel pizzico di buon umore necessario per vederla accennare un sorriso, seppur debole. La Keyblader poggiò una mano sul fianco e socchiuse lentamente le palpebre:
Povera illusa. disse tra sè e sè. Credeva e sperava che il mondo fosse in suo possesso, ma nulla da fare.
Scrollò repentinamente il capo, scacciando ogni sorta di pensiero che mulinasse o soltanto sfiorasse la sua mente ed, infine, con sguardo vacuo lasciò scivolare un'occhiata sul ragazzo biondo intento ad avere una discussione non molto piacevole insieme ad Hayner e Pence mentre strofinava con veemenza il palmo sinistro della mano sull'avambraccio destro.
La ragazza sorrise, non era per niente dispiaciuta di aver esagerato con Seifer, e tutt'ora non era ancora in grado di digerire ogni sorta di sbruffone vagante con esagerate manie di grandezza.
Infilò le mani in tasca per poi essere richiamata all'attenzione da Olette, ancora con un dolce sorriso cucito sul volto roseo. -Posso sapere il tuo nome?- chiese incrociando le braccia dietro la schiena e piegando leggermente la nuca di lato.
La Custode della Fenice trattenne appena il respiro prima di rispondere, nonostante cercasse in tutti i modi di celare il risentimento nei loro confronti l'amaro in bocca perdurava ed il forte rancore che le attorcigliava lo stomaco le impediva di mostrare ai suoi vecchi amici qualcosa che non sia un semplice sorriso di pura cortesia.
Odiava, detestava con tutta sè stessa questa sgradevole e assillante sensazione ma doveva sopportarlo, conviverci in qualche modo. -Miharu.- ribadì dopo vari tentenni ed esitazioni, oscillando ritmicamente le braccia, avanti e indietro.
La giovane castana dalle iridi smeraldine rimase un po' attonita udendo il nome della rossa ed incominciò a scrutarla quasi con ossessione mentre Mikhi, palesemente seccata, tossicchiò un paio di volte cercando di porre fine a quella scena imbarazzante.
-Hmm... Mai sentito ma... Suppongo che tu sia una nuova concittadina!- esultò con ingente solarità la mora congiungendo le mani ed emettendo un suono molto simile ad un squittio stridulo.
La ragazza sorrise involontariamente, trovando entremamente buffo il comportamento di Olette: -Vediamola così.-
-Ah, una cosa.- disse, ritornando ad assumere la solita espressione tranquilla e controllata. -Non avvicinarti a quei tipi, non sono molto affidabili.-
La Keyholder annuì. -Lo terrò a mente.-
-Comunque... Io sono Olette, e loro sono Hayner e Pence.- indicò i due ragazzi pochi metri più lontani, ancora impegnati in quello che sembrava un "allegro" dibattito.
Le sembrava del tutto inutile, continuava imperterrita a pressare quell'emozione crescente che avvolgeva il suo cuore dentro una morsa dolorosa e terribilmente fastidiosa, forse non le importava realmente che loro si fossero dimenticati di lei, l'unica cosa che desiderava era mantenere la sua promessa, ormai soltanto quella le rimaneva.
Un paio di iridi acquamarina si soffermarono ancora una volta in quelle delle compagna. -Uhm... Olette, per caso ha visto aggirarsi da queste parti un ragazzo biondo, occhi azzurri? Si chiama Roxas.-
La castana diede l'impresione di rimuginare con parecchia attenzione sul nome appena proferito dalla ragazza, anche se la rossa, conscia di aver appena domandato qualcosa di retorico, era già a conoscenza della risposta; lo sguardo smarrito di Olette esprimeva ogni singola parola che la bocca non avrebbe saputo pronunciare.
Se fosse stata in grado, avrebbe definito tutto ciò terribilmente triste visto che ogni ricordo suo e di Roxas era sprofondato dentro un buco e sepolto, come se fosse qualcosa che andava dimenticato, un errore che necessitava di essere cancellato dai loro ricordi.
Con molta calma mandò giù un altro boccone amaro e si limitò a mostrare un debole sorriso. -Non preoccuparti, lascia stare.- si congedò facendo un passo indietro pronta a ritornare nuovamente sui suoi passi finchè la mora non allacciò le sue dita intorno al polso della Custode.
Si voltò appena in modo da riuscire ad intercettare nel suo campo visivo la presenza di Olette e senza incertezze le rivolse uno sguardo interrogativo lasciando che la compagna iniziasse il discorso.
-Aspetta! Conosco un ragazzo che può aiutarti, non andare via.- la incitò stringendole contemporaneamente entrambe le mani. -Verrà qui domani, in fondo è solo questione di poche ore e nel frattempo potresti trascorrere la serata al nostro rifugio... ammesso che tu non abbia già un posto in cui alloggiare.-
-No... sono appena giunta sin qui e non ho avuto modo di affittare nessuna camera ma, perchè questo ragazzo potrebbe risultarmi utile?- domandò con nota curiosità nella voce la giovane, ormai totalmente coinvolta in quella strana conversazione che stava assumendo una piega alquanto strana.
Lei scrollò a malapena il capo. -Non ne ho idea... non so perchè mi ricorda lui e poi anche il nome... è quasi simile...- mormorò quasi con tristezza, qualcosa che non venne percepito dalla rossa, ancora impegnata a riflettere con estrema pazienza sulle parole che vibravano tranquille fra le labbra rosee della castana.
Oltretutto, non aveva nulla da perdere e forse, quel ragazzo le sarebbe potuto tornare utile nelle ricerche di Roxas, ormai la grande torre dell'orologio scandiva con le sue imponenti campane lo scoccare delle diciotto e la stanchezza sembrava prendere possesso del corpo della ragazza con una maschera di spossatezza incisa sul volto e così, evitando inutili cerimonie, accolse gentilmente l'offerta proposta da Olette.
-Va bene, ti ringrazio.- disse chinando a stento il capo in segno di gratitudine mentre le sue mani scioglievano garbatamente la presa che la mora aveva apportato alle sue braccia.
-Bene!- sorrise di rimando voltandosi indietro e richiamando alla presenza Hayner e Pence. -Coraggio ragazzi, andiamo!-





La Custode scostò appena con il braccio destro la tenda rossa e stropicciata in modo tale da avere una visuale esauriente del posto. Nulla era cambiato.
Ogni singolo oggetto era riposto nella propria postazione, ciò le procurò una certa nostalgia che cercò di far scemare con dei semplici sospiri ansiosi, con calma si passò una mano fra i capelli scompigliandoli il più possibile e tentando di bandire ed estromettere finalmente la moltitudine di pensieri che rimbombavano con costanza nella sua mente.
-Eccoci qua!- esclamò il biondo mostrando un sorriso pieno di sè ed intriso di allegria. -E' un po' piccolo ma è frutto di molta fatica e lavoro, e poi è sempre pulito poichè Olette ha molta cura di questo posto, è una maniaca dell'ordine.-
La mora si portò una mano alla testa grattandosi la nuca con imbarazzo mentre Pence sogghignava divertito. -Beh si, lo ammetto. Ma se non ci fossi io questo luogo sarebbe irriconoscibile con due tipi come voi!- esordì puntando un dito contro entrambi gli accusati, questa volta la ragazza si lasciò sfuggire un'occhiata divertita che scivolò velocemente sul gruppo attirando nuovamente l'attenzione su di lei.
-Comunque...- si intromise il corvino infilandosi le mani in tasca. -Puoi sistemare le tue cose dove più ti aggrada e sei libera di utilizzare quel divano come letto.-
-Grazie, siete molto gentili.-
-Sei la benvenuta!- ribadì con risolutezza. -Piuttosto, non avvicinarti a Seifer... non è un tipo molto affidabile, spesso arreca delle noie ai nuovi abitanti ed un'altra cosa, se hai bisogno di qualcosa chiamaci e mi raccomando, non allontanarti troppo, potresti perderti.-
-Okay.- annuì portando la mano destra all'altezza del collo e stringendo l'estremità del laccio che sorreggeva il mantello sopra la sue spalle.
Dopo essersi scambiati uno sguardo di intesa il gruppo accennò un saluto collettivo per poi eclissarsi dietro il tendone color carminio che lasciava filtrare attraverso i piccoli forelli i caldi raggi del sole che il Tramonto emanava.
Mikhi sospirò e con un semplice gesto sciolse il nodo del soprabito lasciandolo cadere ai suoi piedi mentre il braccio sinistro si poggiò sul fianco tirando lentamente la zip fino a mostrare i veri abiti che indossava al di sotto della tunica e del mantello bruno.
Con un altro movimento brusco si privò completamente dei soprabiti scalciandoli dalla parte opposta del rifugio e successivamente le sue iridi acquamarina caddero sul braccio sinistro completamente fasciato da varie bende bianche, al solo sguardo un sussulto percosse il suo corpo che privo di ulteriori forze cadde a terra accasciandosi su sè stesso.
-Maledizione...- digrignò fra i denti battendo repentinamente il pugno contro il suolo terroso. -Non deve accadere, non ora.- mormorò con il fiato mozzato dal dolore.
Con la poca forza che risiedeva nelle sue gambe gattonò verso il divano cercando di salirvi sopra, adesso aveva bisogno soltanto di altro tempo e tutta quella sofferenza sarebbe scemata in pochi secondi, strinse ancora di più le fasciature intorno il braccio lasciando scoperte soltando le dita in modo tale da facilitare i movimenti, poggiò con fatica il capo sopra il bracciolo del sofà socchiudendo le palpebre mentre il petto della Custode assumeva nuovamente un ritmo costante e regolare.
Non adorava ammetterlo ma, tutta questo male, tutto questo dolore era soltanto colpa sua, per salvare Roxas avrebbe fatto di tutto, anche se ciò comportava un susseguirsi di disastri e desolazione, doveva farlo. Al posto di salvarla, questo potere la uccideva, invece di diminuire il male, lo moltiplicava... Aveva sempre creduto che con la forza si poteva uccidere colui che si odiava, ma non l'odio ed il rancore, eppure era stata in grado di tradire i suoi ideali.
L'Oscurità non era in grado di allontanare l'odio e ciò l'aveva scoperto a sue spese, troppo tardi.
Sapeva che qualcosa più grande e più potente di lei ormai l'attendeva, ma quando sarebbe giunto il momento l'avrebbe affrontato con tutte le sue forze, ne era certa.
Il domani non si conosce, si ricorda il passato o almeno si illude di conoscerlo e come un cerchio senza fine si ritorna sempre al punto di partenza, nessun cambiamento e si ha soltanto la compagnia di quella monotonia che non ti abbandonerà mai finchè, tutto non cesserà.
Spesso ci indebitiamo con il futuro per pagare i debiti del passato.
Strinse più che potè le mani contro il divano infilzando le unghie nella fodera colorata mentre le sue iridi pian piano scorgevano i colori della sua anima, sentiva il cuore oppresso dentro una morsa che avrebbe definito dolorosa e triste allo stesso momento, forse un giorno tutta questa sofferenza sarebbe giunta al termine, non ne aveva idea. Adesso aveva solo bisogno di riposo poichè il braccio l'aveva privata anche degli ultimi residui di coscienza che le restavano; dischiuse le labbra e dopo un ampio sospiro si abbandonò contro lo schienale del sofà.




Tic. Tac. Tic. Tac.
Nei suoi pensieri vibravano soltanto le lancette dell'orologio appeso al muro che scandiva con estrema precisione il passare dei secondi, minuti, ore.
Un altro sonno senza sogni era terminato alle dieci e mezza, un barlume di luce illuminava parte del suo volto e solo poco dopo si accorse che il tendone rosso scuro era stato riposto verso il lato destro con un nastro in modo tale che l'aria e la freschezza del mattino svegliassero il suo corpo ancora del tutto indolenzito.
Si stropicciò con cura gli occhi e si alzò lentamente dal divano sedendovisi sopra a gambe incrociate, scompigliò appena i capelli cosicchè assumessero la loro forma leggermente arruffata ed infine, dopo aver acquistato maggior lucidità e compostezza, diede un breve sguardo al comodino accanto a lei dove erano poggiati sopra un bigliettino ed una scatola azzurra.
Accenò un sorriso ed aprì velocemente la scatola lasciando che un dolce profumo di colazione inebriasse con la sua fragranza la piccola stanza, effettivamente non toccava cibo da un giorno intero e forse dopo sarebbe stato opportuno ringraziare i tre ragazzi che l'avevano accolta nel loro rifugio.
Dopo aver consumato il pasto con non poca fatica si alzò lanciando varie occhiate sospette al posto che la circondava, "Chissà che fine avrà fatto..." si ritrovò a pensare quasi con preoccupazione la ragazza raccogliendo gli abiti riposti sopra uno scaffale.
Sospirando strinse fra le mani il mantello scuro, calzandolo in modo tale che parte della stoffa coprisse il suo braccio sinistro ancora del tutto bendato, spolverò il jeans ed infine uscì dal quel luogo inspirando a pieni polmoni la brezza fresca che profumava l'aria.
-Miharu! Miharu!-
Una voce femminile la richiamò con enfasi dall'altra parte della strada costringendola a voltare il capo fino a figurare l'immagine di Olette accompagnata da quella di un grosso animale giallo e peloso.
-Cane!- esclamò sorridente la Custode correndo incontro la castana e al suo compagno di avventure.
Olette ridacchiò. -Ti ha aspettato tutto il momento qui. Piuttosto, come stai questa mattina?- chiese incrociando le braccia dietro la schiena e osservano la ragazza.
Mikhi scosse la testa continuando ad accarezzare il manto colorato dell'animale. -Bene, grazie. Comunque, quel ragazzo...- mormorò leggermente imbarazzata grattandosi la nuca, senza mai posare lo sguardo su qualcosa di preciso.
Risultava irritante ammetterlo ma, sin da ieri sera, non aveva fatto altro che rimuginare su questo "misterioso" ragazzo in grado di fornirle informazioni preziose.
-Ah, parli di Sora. Dovrebbe essere qui a momenti.- rispose canticchiando mentre con le braccia manteneva costante il ritmo.
La Keyholder si morse la lingua cercando di trattenere una risata, ricordava molto bene le "delicate" sinfonie della mora, aveva sempre adorato cantare, l'unica pecca era che le sue doti canorie non fossero delle migliori.
Ormai, tutti i ricordi che risiedevano nel suo cuore erano il frutto di anni perduti, dove l'unico componente del suo essere era stato per molti anni la rabbia.
Del perchè la sua penitenza rimanesse ancora del tutto incompleta. Ripensava ai sogni spezzati, alle notti insonni che neanche la pioggia ha saputo cancellare, ma, nonostante tutto, il tempo trascorreva; le persone cambiavano, le persone dimenticavano, distruggevano, ed infine, ricominciavano.
Forse, fermarsi a raccogliere le proprie idee,riorganizzarle, non era la scelta giusta, forse stupirsi non era più così necessario, sorvolare i ricordi era impossibile.
Con fare pensieroso poggiò la schiena contro il muro del viale, imbronciò leggermante il viso ed incrociò le braccia al petto: la pazienza non era mai stata il suo forte. Per qualche minuto lasciò sorvolare le sue iridi acquamarina oltre il monotono color mattone del pavimento fino ad immergersi nelle tinture rosee del cielo, liberando le sue più fervide fantasie al di là del muro imposto nei suoi pensieri.
Più vi rifletteva su e più nel suo cuore nasceva un sentimento spontaneo di felicità, aveva sempre adorato osservare il cielo, probabilmente perchè sin da piccola l'unico sogno che stanziava nell'anticamera del suo cervello fosse quello di volare; al solo pensarci le sembravano così frivole le idee maturate in giovane età.
-Oh! Ecco! Hayner e Pence sono già al punto di incontro, sarà meglio sbrigarci, a quanto pare sono arrivati!- esclamò facendole l'occhiolino e correndo verso il centro della piazza.
Mikhi inarcò un sopracciglio alquanto sospettosa ma, senza altri inutili ripensamenti, richiamò a sè l'attenzione del cane ed in una corsa veloce si apprestò a seguire le orme dell'amica; oltrepassarono il negozio di dolci al centro della piazza e la fermata del tram come al solito sempre affollata già dalle prime ore del mattino, sorpassarono l'arcata di mattoni ed infine imboccarono una strada secondaria che li condusse dinnanzi ad una crepa nel muro.
Altri ricordi balenarono nella mente della giovane Custode iniziando dalle mille escursioni che impegnavano la maggior parte delle loro vacanze estive, alla ricerca di fantasmi nella grande ed imponente casa stregata situata oltre il bosco dietro le mura della città.
-Da questa parte.- indicò con il dito la fenditura sino ad attraversarla con facilità ritrovandosi dal lato opposto.
Con qualche difficoltà in più la rossa imitò gli stessi movimenti di Olette ritrovandosi anch'essa immersa nelle fitte fronte che ombreggiavano a singulti il manto erboso che dava l'impressione di scricchiolare sotto le loro scarpe.
Una fragranza di muschio e umido imperava come sempre in quell'ambiente così fresco da costringere le due ragazze a rabbrividire quando il vento accarezzava le loro pelli, dopo due buoni minuti di corsa verso un percorso che sembrava identico ad ogni singolo passo un barlume di luce iniziò pian piano a diradarsi fra i tronchi ricoperti di foglie fino a delineare correttamente la figura di una grossa e antica villa, protetta da un grosso cancello chiuso a sua volta da un lucchetto.
Non ricordava di aver mai oltrepassato il giardino anche se, con il passare del tempo, la curiosità iniziava ad aumentare non era mai stata in grado di trovare il coraggio di addentrarvisi, la inquietava abbastanza da tenere a bada il suo modo di mettere il naso negli affari che non la riguardavano.
-Guarda!- urlò con tono allegro la giovane dagli occhi color smeraldo puntando l'indice al cielo, verso una direzione ancora non ben definita.
La Custode della Fenice Dormiente si riparò dalla luce abbagliante con la mano destra socchiudendo appena le palpebre e cercando nello stesso istante di riuscire a guardare ciò che la compagna continuava ad indicare con esultanza e vivacità.
Un boato quasi assordante diede l'impressione di voler spaccare i timpani a chiunque si trovasse nel raggio di una migliaia di chilometri, un forte turbine d'aria trascinò via dallo spiazzale di fronte loro ciottoli e sassolini in modo tale che ciò che dava l'impressione di essere una navicella atterrase nel miglior modo possibile a pochi metri da loro.
Una capsula dalle dimensioni spropositate che variava dal rosso al giallo ed infine ad una tinta di blu scuro emise un ultimo rombo sordo mentre la foschia polverosa che aveva innalzato pochi secondi prima si diradò cedendo il posto ad un venticello aprezzabile.
Senza una valida ragione il cane dal manto giallo inziò ad agitare la sua lunga coda nera mente una ripetitiva "sinfonia" di abbai riempì nuovamente l'aria catturando nuovamente le attenzioni della nuova arrivata; curiosa e, in un certo senso, desiderosa di scoprire chi fosse quel "fantomatico" ragazzo di cui parlava tanto Olette, senza timori si avvicinò di qualche passo alla grossa navicella finchè uno sportellone delle stesse dimensioni del mezzo di trasporto non si spalancò con un rimbombo metallico mostrandole ciò che le sue iridi non avrebbero mai voluto scorgere in tutta la sua esistenza.
R-Roxas?












Note dell'Autrice:

*Sorseggia un bel tazzone di cioccolata calda* Salve gente! :3 Eccomi qui, sono tornata con un nuovo capitolo appena terminato. Contavo di terminarlo entro stasera e, come vedete, son riuscita nel mio obbiettivo! *-*
Ma bando alle ciance e passiamo avanti! Che cosa sarà mai successo al braccio della nostra Custode? E cosa accadrà dopo questo indimenticabile incontro dove i nostri cari eroi entreranno in scena?
Ecco le solite domande che si ripropongono a fine capitolo xD  Per il resto, spetta a voi decidere :3
Un grazie a chi recensisce e anche a chi legge! ^^ Sayonara!
Mikhi.



Deby92:
Ciao Deby! :3
Purtroppo le difficoltà ci sono sempre, specialmente negli ultimi giorni di scuola.
Seifer è soltanto una stupida pedina poco importante, devi sapere che non l'ho mai sopportato sin dall'inizio del gioco xD
Spero che questo capitolo risolva ogni tuo dubbio e che ti piaccia! :3
Alla prossima! Sayonara! ^^
Mikhi.


















 


   
 
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