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Autore: Leia345    17/12/2010    23 recensioni
One-shot molto poco seria e abbastanza OOC ...un pensierino di Natale per augurarvi Buone Feste con leggerezza.Prendetela per quella che é.I personaggi sono il trio Oscar-André-Alain
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il testimone Ecco il mio  pensierino di Natale. E’ una cosa poco seria e poco profonda, che ho scritto  po' per scostarmi dai miei soliti toni tragici un po' perché il periodo mi sembra adatto. Non siate troppo severe, è veramente una cosa senza pretese…
P.S.Giuro che non ho copiato da nessuno, se mi dimostrate il contrario vi offro una birra
 
Il testimone


Mancavano pochi giorni a Natale e le strade di Parigi erano indecise se continuare a lasciarsi illeggiadrire dalla coperta della neve o soccombere sotto al fango…la settimana prima aveva nevicato abbondantemente, ma nei giorni successivi la temperatura si era leggermente rialzata e ora chiazze brunastre ammucchiate ai lati delle piazze sporcavano e scombinavano le linee perfette della città.
Solo i tetti mantenevano intatto la purezza originaria di quel bianco lucente, ma la neve ormai stanca  si divertiva, dall’alto, a cadere casualmente sul collo e sulle teste gelate dei passanti come ad invitare al gioco…in ogni punto della città echeggiavano, come voci  di un coro stonato, bestemmie e improperi rivolti al cielo e ai tetti, e nemmeno i tutori dell'ordine erano esenti da tali scherzetti.
Nel cortile della caserma che ospitava la Guardia Metropolitana risuonò  infatti verso le nove e dieci di quel freddo mattino di dicembre un’ imprecazione udibile a diversi metri di distanza.
-Ma porc…-
-Che ti succede ?- disse un soldato con tono allarmato, in piedi di fronte ad un suo compagno
-Questa maledetta neve …è già la seconda volta che mi cade giù per la collottola oggi- rispose la vittima togliendosi dal colletto della divisa un grumo di neve ormai fradicia e portandosi velocemente sotto al porticato.
-Se ti ostini a camminare senza cappello…-disse il più basso dei due, ridendo di gusto
-Senti, da qualche tempo sei troppo allegro per i miei gusti…spero che il capitano ti dia una bella strigliata…è colpa tua se siamo in ritardo-
-Hai ragione, andiamo …-aggiunse l’altro soldato affrettandosi in direzione dell’ufficio del loro superiore
Una volta entrati il soldato semplice André Grandier e il suo commilitone che rispondeva al nome di Alain Soisson si disposero uno di fianco all’altro e il primo si mise il cappello sotto ad un braccio rivelando una folta e lucente massa di capelli corvini .
Oscar François de Jarjayes, capitano delle Guardie, che li aveva fatti chiamare più di un’ora prima, li informò che quella sera avrebbero dovuto fare gli straordinari, in ragione del fatto che nella periferia ovest di Parigi da qualche giorno i tumulti erano aumentati.
Mentre parlava Alain notò che lo sguardo del capitano non si soffermava su di lui, ma insisteva glaciale e indagatore sul viso del suo amico e che siccome questi continuava a fuggire quegli occhi così espressivi, lei(eh sì, "lei", perché incredibilmente, Oscar era una donna), prese a fissarlo con ancora maggiore insistenza scendendo poi ad analizzare i bottoni della sua divisa fin dove questi si interrompevano…
Notò che improvvisamente il colorito di André si fece fortemente acceso e che spostò con apparente noncuranza il cappello davanti e sé per nascondere una notevole, evidente erezione.
Dopo qualche momento di stupore il soldato più alto e massiccio proruppe in una sonora risata
-Ah, ah, ah, non posso crederci…Misericordia!-
 Mollò quindi una sonora pacca sulla spalla al suo amico che incassò la manata con rassegnazione, chiudendo gli occhi al momento dell’impatto.
André riaprì gli occhi solo per posarli con costernazione su quelli del suo comandante in uno sguardo che poteva voler dire “Te l’avevo detto” come “Ma sei pazza?”.
Oscar invece non sembrava per niente turbata e anzi un leggero sorriso fece capolino sul suo viso.
-Beh, io sono evidentemente di troppo- disse Alain rivolto ad André e poi voltandosi verso Oscar disse:
-Tolgo il disturbo comandante. Permettetemi di dirvi che avete un ottimo gusto in fatto di uomini e che avete sempre più la mia ammirazione per come riuscite sempre a centrare…ehm… il nocciolo del problema…se così si può dire…-
Oscar gli sorrise lievemente e lo guardò mentre si dirigeva a grandi falcate verso la porta scuotendo la testa.
Quando fu uscito André avanzò fino a toccare con il corpo la scrivania di Oscar
-Ma cosa ti salta in mente? Adesso siamo fritti- disse scocciato, rivelando una confidenza che pochi avrebbero immaginato
Oscar incrociò le braccia, si appoggiò allo schienale della sedia con un movimento secco e guardò seria il suo sottoposto
-Gli hai parlato?-
-Cosa centra questo?-
-Centra. Sono giorni, anzi settimane che continui a dire che devi parlargli e io non sopporto le esitazioni-
-Ma dovevi proprio mettermi in imbarazzo?-
-Te lo meriti-
-Lo sai a cosa mi sottoporrà nei prossimi giorni Alain? Tu non hai nemmeno una vaga idea degli scherzi, delle battute cui dovrò sottostare …per non parlare del fatto che dovrò sovvenzionare ogni sua prossima bevuta almeno fino alla fine dell’anno. Riesci ad immaginare quanto vino, birra, cognac può ingurgitare un uomo della sua stazza? -
-Sei stato tu a fare il suo nome o sto forse diventando sorda?-
-Oscar, io e te assieme non beviamo nemmeno la metà di quello che beve lui-
Si guardarono in silenzio e poi, dopo qualche secondo scoppiarono entrambi a ridere evidentemente ricordando qualcosa che solo loro sapevano
- Dai, rincorrilo, sei ancora in tempo - disse lei ancora ridendo.
- Vado - ribatté André rimettendosi il cappello e facendo il saluto militare - e …Oscar…per vendicarmi credo che gli racconterò perché la settimana scorsa, durante il servizio notturno, siamo spariti per mezz'ora -
-Non ti permettere- lo ammonì lei guardandolo allarmata
-Allora stanotte dovrai porre rimedio a ciò che hai provocato – concluse lui aprendo la porta
- Stanotte siamo di ronda- disse lei fingendo di tornare alle sudate carte, ma ridendo ancora sotto ai baffi, senza nemmeno controllare se lui l’avesse sentita

André uscì correndo e presto fu dietro  ad Alain
-Alain-
Il soldato si girò e si fermò
-Già fatto? Siete veloci eh? -disse quando il suo compagno fu al suo fianco
-Alain ascolta…mi dispiace di non averti detto nulla…io volevo parlarti, siamo amici, ma…-
-See, bell’amico che sei. E io che mi dannavo l’anima per te …vatti a fidare …me ne ricorderò sai?-disse fingendo risentimento
-No, senti, devo spiegarti-
Alain si mise a ridere e poi mise una mano sulla spalla dell’amico
-Non c’è bisogno di dire nulla…finalmente ha aperto gli occhi no? Io non ci credevo, ma tu sì, tu ci hai sempre creduto. Hai tutta la mia ammirazione-
-Grazie…è successo non molto tempo fa e ancora non ci credo…io…noi contiamo sul tuo riserbo-
-Scordatelo-
-Alain…-
-Scherzo. Volevo vendicarmi un po'. E’ chiaro che terrò la cosa per me -
-Alain noi…-
-Noi, noi….sei diventato improvvisamente re?-
André sorrise
-Intendevo dire che io e Oscar volevamo chiederti una cosa-
Alain mise un braccio attorno alla spalla dell’amico e abbassò la voce
-Bisogno di consigli? Non sai dove mettere le mani? Sono la persona giusta…spara!-
André alzò gli occhi al cielo sbuffando
-No, siamo a posto grazie-
-Mah, essendo uno che ha sempre rifiutato di venire a caccia con il buon vecchio Alain non mi dai molta fiducia…cosa può essere oltre a questo?-
-Beh, ecco…noi volevamo saper se tu…se ti dispiacerebbe molto farmi l’onore di essere il mio testimone-disse André con orgoglio malcelato
Alain si bloccò, spalancando la bocca e facendo cadere il filo di paglia che teneva tra i denti già da quando il suo amico l’aveva raggiunto.
-Testimone di che? Di nozze?- chiese incredulo
-E di cosa sennò? -disse André sorridendo
-No, non credo di aver capito-
-Mi faresti l’onore…-
-Sì, sì, ho capito. Ma…e il permesso della regina?-
-Diciamo che un tempo Oscar e Sua Maestà erano in ottimi rapporti-
-Ah già è vero, mi sembra di aver sentito qualcosa del genere a suo tempo…e ti dirò anche che la cosa mi aveva solleticato non poco-
- Alain sii serio…stai parlando di Oscar-
-E’ solo l’inizio amico…è solo l’inizio…- fece l’altro sollevando il mento e stringendo gli occhi, producendosi in un' espressione mefistofelica
-Ecco…e poi ti chiedi perché io non te l’abbia detto prima. Lo sapevo che mi avresti canzonato -
- André? -
-Sì?-
-Parla come mangi una volta tanto, tu avevi una paura dannata che io ti sfottessi; si dice sfot-te-re in questi casi, io non canzono, io sfotto…e sì …hai fatto bene ad aver paura…non ti darò pace-.
André alzò gli occhi, rassegnato
-Allora, la tua risposta?-
Alain si fece improvvisamente serio. Allargando le mani prese il suo amico per le spalle
-Certo che ti farò da testimone. Non mi perderei il comandante in gonnella per niente al mondo. Sono davvero felice per voi amico e sai che lo dico sinceramente. Ti davo per spacciato ormai. Evidentemente i miracoli esistono-
-Grazie, sei un amico-
-Adesso basta però eh? Altrimenti penseranno che siamo due femminucce. Lo sai che sarai il primo soldato al mondo a farsi comandare a casa e al lavoro dalla stessa persona?-
Scoppiarono a ridere
-Guardati, fai schifo da quanto sei felice. Sai che dovrai pagarmi da bere vero?-
-Sì, l’avevo già messo in conto-
-Bravo. Vai adesso e dille che vi farò “questo onore”…-
André lo ringraziò e prima di bussare alla porta dell’ufficio di Oscar sentì una forte imprecazione e voltandosi vide il suo amico che sventolava il pugno in aria in direzione del tetto sfregandosi con l’altra mano i capelli imbiancati da un bel po' di neve.
Rise tra sé e sé e bussò
-Chi è?-
- Sono io-
-Io chi?-
-Eddai Oscar, non c’è nessuno…per quanto tempo hai intenzione di farmela pagare?- disse André parlando alla porta
-Un soldato deve sempre presentarsi…non si fanno eccezioni- rispose una voce dall’interno
-Mpf….soldato André Grandier. Signor comandante chiedo il permesso di poter conferire con voi-
-Entra-
André aprì la porta e la richiuse alle sue spalle
-Bella scenetta-
-Di che parli?-disse lei con aria innocente
-Ti diverti a far valere la tua autorità perché sai che ci sono campi in cui invece…-
André si interruppe perché vide lampi nello sguardo di Oscar
-Allora, hai parlato con Alain?-
-Sì, dice che si stupisce molto che tu accetti certe posizioni visto il carattere che ti ritrovi-
-Non avrai osato…-Oscar si alzò puntando i pugni ai lati della scrivania
-Ma no, scherzavo, era sinceramente felice per noi e ha accettato di buon grado -
-Ottimo. Allora se non c’è altro puoi andare- disse lei riaccomodandosi
-Coosa?-
-Ho detto che puoi andare –
André con passo deciso aggirò la scrivania e  vi si appoggiò di schiena, sovrapponendo i piedi l’uno sull’altro e incrociando le braccia
-E un bacio al tuo fidanzato?-
-Siamo in servizio-
-E provocarmi davanti ad un tuo sottoposto va bene eh?-
-Due sottoposti-
-Alzati per cortesia-disse lui con voce calma e gentile
-Non ci penso nemmeno-
-Ti ho chiesto se per favore puoi alzarti un attimo-
-Scordatelo-
André allora la sollevò di peso facendola aderire al suo corpo.
Le incrociò le mani dietro la schiena e la strinse a sé, per farle sentire come la situazione fosse ancora piuttosto problematica.
 La guardò  poi sorridendo
-Insubordinazione- disse lei
-Abuso di potere-
-Insulto a pubblico ufficiale- aggiunse lei quando le mani di lui si abbassarono con forza sui suoi glutei
Si guardarono per qualche istante e poi incapaci di trattenersi, si baciarono con passione, in un lungo bacio che sembrava non avere mai fine.
Solo quando sentirono che stavano per perdere il controllo ebbero la forza di staccarsi leggermente l'uno dall’altra
-Così va meglio- disse André con voce rotta sulle labbra di Oscar
-Ti conviene andare-disse lei dolcemente, guardandolo - tra qualche minuto dovrebbe arrivare D’Agout(1) con alcune carte da farmi firmare-
-Peccato- ribattè Andrè baciandole il collo- oggi sei bellissima…e prima…oddio…prima mi hai eccitato da morire- continuò sul suo orecchio
-Solo guardandoti?-chiese lei sorridendo
-Tu non hai nemmeno idea del potere di un tuo sguardo….ma no…ho sbagliato…credo che tu ne abbia un'idea ben precisa…ah, è meglio che vada, altrimenti non rispondo di me-
E dopo averle baciato le labbra si rimise il cappello e si diresse verso l’uscita. Poi come colpito da un pensiero improvviso si girò
-Ah, e tu l’hai chiesto a Rosalie?-
-Certo, io faccio sempre le cose per tempo- disse lei con supponenza
André scoppiò a ridere
-E cosa ha detto?-
-Indovina-
-Ha pianto-
-Già…non l’ho mai vista piangere tanto-
-La nostra Rosalie non si smentisce mai-
-Immagina come sarà il giorno delle nozze-
-Quando diventerai ma moglie-disse lui guardandola con desiderio e con amore
Lei ricambiò lo sguardo
-Sì, tua moglie André –disse lei, sentendo un brivido correrle lungo la schiena al suono di quelle parole…non le aveva mai pronunciate fino a quel momento.
Lui le sorrise felice
-A dopo Oscar-
-A dopo-


Fine


(1)-Si scrive così?



Ecco. E' un delirio natalizio…avevo bisogno di qualcosa di leggero.
Questo è uno dei due o tre capitoli tagliati da “Epifania”, perché poco in tono con il resto della storia. Se vi piace metto anche gli altri, anche se dubito che questo incontrerà il vostro favore.
Ringrazio in anticipo tutte coloro che avranno l’ardore di leggere questa “robaccia”, che ho dovuto pubblicare per liberarmi di un paio di immagini mentali che non mi permettevano di dedicarmi a cose più serie(è una minaccia per il futuro, preparatevi). Intanto Buon Natale a tutte e alla prossima.








































  
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