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Autore: Berenike    17/12/2010    16 recensioni
FANFICTION VINCITRICE DEI NESA 2010 TURNO SPECIAL NATALIZIO NELLE SEZIONI BEST KISS E BEST READER'S CHOISE
Richard Castle e Kate Beckett partono per un viaggio del tutto inaspettato verso Venezia: quattro giorni, una città magica, ed una sola camera.
Riusciranno Richard e Kate a rimanere professionalmente solo "colleghi" senza lasciarsi andare alle emozioni?
Decisamente, l'atmosfera Natalizia non sarà di loro aiuto.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Insieme a Venezia




Capitolo 3: Viaggio di Nozze

Il viaggio in vaporetto non fu lungo. Dopo soli 10 minuti la famiglia Castle e la detective Kate Beckett arrivarono alla sponda destra dell'isola della Giudecca, in cui si trovava il bellissimo hotel Hilton, denominato Mulino Stucky. Arrivarono subito due uomini per aiutare gli ospiti con le valigie (Kate fece resistenza per lasciare andare la sua, ma nulla fece desistere quei due poveri facchini), ma dovettero subito entrare costretti dalla pioggia e dal vento.
Entrando, Kate sbuffò. Avrebbe voluto guardare meglio l'esterno del vecchio Mulino, ammirare la sponda su cui erano approdati, toccare con una mano l'acqua fredda e capire che era davvero a Venezia... Che non era tutto un sogno...
Una volta entrati, tutti rimasero senza parole: l'hotel era semplicemente enorme, decorato in ogni angolo. C'erano alberi addobbati ovunque in quella reception, e ancora decori, fiocchi, ghirlande!
Castle notò che alle pareti erano appese foto di Venezia e le indicò anche a Martha. Questa ignorò l'invito del figlio e si mise a braccetto di Kate che, sorridendo, avanzava sicura. Al suo passaggio, tutti si giravano a guardarla: traspirava sicurezza da ogni poro, per non parlare della sua aria da Detective.
Una donna sicura di sé, è una donna sexy.
Castle si accorse subito di queste attenzioni, e le si avvicinò con la scusa delle foto al muro; dopo tutto quello che aveva organizzato, non aveva nessuna intenzione di farsela portare via da un affascinante italiano.
Non puoi farti portare via qualcosa che non è tuo gli disse una voce nella sua testa.
Castle abbandonò il sorriso per qualche secondo, ma poi non resistette a quell'aria natalizia che era semplicemente travolgente. E sorrise.
E' arrivato il momento si disse tra sé e sé. Sorpassò con passo veloce le donne, compresa Alexis che era quella che guidava il gruppo, e si avvicinò subito alla reception.
-Posso aiutarla? - si rivolse a lui una giovane signorina. Castle esibì tutto il proprio fascino.
Si guardò intorno: Alexis era al suo fianco mentre Martha aveva rapito Kate e le stava mostrando il lusso utilizzato in quella sala. Ringraziò il cielo di non dover morire di fronte a tutte quelle persone.
-Certo – si affrettò a dire, prima che Beckett riuscisse a sentire anche una sola parola di quella conversazione. - Ho una prenotazione sotto il nome di Richard Castle. -
Lo scrittore e la figlia si sorrisero: era giunto il momento che tutti (tranne Kate) stavano aspettando.
La signorina al bancone dette loro tutte le indicazioni per le cene, le colazioni, dove trovare le camere; diede loro delle mappe dell'albergo, indicò dove trovare la piscina ed il centro benessere; diede loro due chiavi (che Castle nascose immediatamente) e augurò loro una buona permanenza.
Rick ed Alexis salutarono esibendo un precario uso dell'italiano e si avviarono verso gli ascensori.
Poco lontano, Martha e Kate si accorsero del loro movimento, e li seguirono. Tutti sorridevano divertiti da quell'atmosfera speciale: perfino in ascensore c'era un piccolo albero di Natale tutto addobbato.
Poteva essere più Natale di così?
Castle si stava vantando del fatto di aver prenotato suite per tutti, e si stava già preparando al sapore dello champagne che avrebbe trovato in camera insieme ad un cesto di frutta fresca, quando le porte dell'ascensore si aprirono.
Quarto piano. Lo scrittore diede la chiave della camera alla madre che, seguita da Alexis e da due fattorini, si avviarono verso la stanza numero 408.
L'uomo guardò poi il numero d'oro ricamato sulla seconda chiave: 469. Prese la cartina dell'albergo. Loro erano da tutt'altra parte.
Kate lo guardò sospettosa e gli chiese:
-A me non dai la chiave della mia camera? - Castle sorrise.
Non era ancora giunto il momento di morire. Sentì il proprio cuore accelerare il battito.
Da lontano sentì Martha urlargli:
-Buona fortuna! - il figlio rispose con un cenno della mano. Sentì il proprio respiro diventare più affannoso e sentì le guance divampare di calore; guardò Kate e si perse nei suoi occhi color nocciola.
Poteva una donna così bella, essere anche tanto temibile? Certo, sola una però: lei.
-La chiave della tua camera la tengo io per il momento, ti accompagno. - le disse infine, sperando che la detective scoprisse la verità più tardi possibile.
Questa credette alla bugia dello scrittore e si fece scortare davanti alla camera.
469. Eccola. La camera di Beckett e Castle.
-Ora posso avere le mie chiavi? - chiese, agitando le mani. La detective era chiaramente eccitata all'idea di dormire in una suite. Si passò la lingua tra le labbra, assolutamente perfetta.
-Certo – disse Castle, tirando fuori le chiavi dalla tasca.
-Tu che numero sei? Sei vicino alla mia camera? - Castle sorrise.
-Non sai quanto... - entrambi sorrisero, e fu allora che Beckett iniziò ad essere sospettosa.
-Castle, c'è qualcosa che devi dirmi? - lui sorrise di nuovo. Non era affatto un buon segno.
-No nulla. Non sei curiosa di vedere la tua camera? - le disse, con aria tenera. Pregò con tutto sé stesso che il proprio piano funzionasse, non voleva morire, era ancora troppo giovane.
Kate gli prese la chiave dalle mani senza che lo scrittore se ne accorgesse. La guardò per qualche secondo e sorrise. Niente avrebbe potuto rovinare quei giorni Veneziani, nemmeno Castle...
La Detective inserì la chiave nella toppa, sorridendo come non mai. Non voleva dare all'uomo la soddisfazione di sapere che portarla a Venezia era stato il regalo più bello che avesse mai ricevuto, ma non riusciva a contenere la propria gioia.
Girò la chiave nella serratura ed aprì la porta, il cuore che batteva a mille. Le luci erano ancora tutte spente, così non riuscì a vedere assolutamente nulla.
-Aspetta! - le disse Castle all'improvviso, facendola sobbalzare. Lei si girò verso di lui e assunse quell'aria interrogativa che tanto faceva impazzire Castle.
-Chiudi gli occhi... - Kate lo guardò come le stesse chiedendo di spogliarsi.
-Ti fidi di me? - le chiese infine, notando il suo imbarazzo. La donna guardò negli occhi lo scrittore, e si perse immaginando le sue mani calde toccarle gli occhi per chiuderglieli...
Quelle mani non si fecero aspettare. Richard le alzò, le avvicinò al viso di Kate che socchiuse gli occhi, continuando a guardare le labbra carnose dello scrittore. Appena quelle mani calde e grandi la toccarono, ebbe un sussulto e tremò appena. Chiuse gli occhi e lasciò che Richard la guidasse.
-Batti le mani. - le disse, facendola avanzare di qualche passo.
Kate non domandò a cosa servisse quel gesto; appena iniziò a battere le mani, vide attraverso le mani chiuse di Castle davanti ai suoi occhi, tutte le luci accendersi.
Non era mai stata in una suite, né mai aveva visto delle luci accendersi e spegnersi attraverso il battito delle mani. Magico.
-Ora posso guardare? - chiese lei, dolcemente. Non avrebbe mai voluto separarsi da quel calore maschile, ma prima o poi doveva succedere.
-No, non ancora. Rimani ferma qui, accendo l'albero. - Kate rimase ferma in quello che le parve il centro della camera. Sentì la porta chiudersi, avvertì Castle spostarsi in fretta e immaginò stesse accendendo l'albero di Natale. Aveva un albero di Natale in camera?
-Ora puoi aprire gli occhi... -
Kate Beckett ci mise qualche secondo prima di rendersi conto di dove si trovava. Era al centro della camera più bella che avesse mai visto. Era grande, ma non troppo; davanti a lei c'era un immenso letto matrimoniale, sopra cui erano state sparse delle rose. Alla sua destra c'era un angolo cottura: su ogni credenza o cassetto erano state appese luccicanti decorazioni natalizie. Notò subito che sul tavolo c'era una bottiglia di Champagne, frutta fresca, un Pandoro e un biglietto d'Auguri da parte di tutto lo staff. Poi guardò verso Richard, che era accanto all'albero di Natale più grande, caldo ed accogliente che avesse mai visto: brillava di mille luci, era decorato d'oro con angeli e fiocchi bianchi come la neve. Castle la guardava divertito: lui era abituato a quel lusso, mentre Kate era nuova in quell'ambiente. Solo in un secondo momento notò la grande vetrata dietro all'uomo, che dava sul Canale. Kate sorrise come non mai, e si diresse verso Richard.
-Grazie, io non so cosa dire... - Richard la prese per mano. Non si era aspettata un tale gesto, ma si lasciò trasportare dall'atmosfera romantica.
Era proprio vero ciò che dicevano di Venezia: è una città magica, piena di romanticismo.
Come sotto incantesimo si perse nello sguardo tenero dello scrittore, ma poi, come nello svegliarsi da un bel sogno, di ritrasse e si allontanò appena da lui. Si era ripromessa di passare quattro giorni fantastici, senza coinvolgimenti emotivi.
-Vieni. - le disse lui, riprendendola per mano. Questa volta i loro sguardi non si incontrarono, semplicemente Castle la guidò verso le due porte tra la cucina e la camera da letto.
-Cosa ci sarà dietro a queste porte? L'ingresso per Narnia? Una camera segreta? - scherzò lui.
Voleva vederla ridere e quando ci riuscì, si rilassò appena.
Kate non disse nulla, sorrise appena e aprì la prima porta. Quasi urlò trovandosi di fronte alla cabina armadio più lussuosa che avesse mai visto; era pressoché vuota, ma bellissima. Fu allora che Kate capì subito cosa poteva nascondersi dietro alla seconda porta, che si precipitò ad aprire.
Fu così presa dalla sua euforia, che non notò lo sguardo cubo di Castle.
Era giunto il momento di morire.
Kate entrò nella seconda porta: il bagno. Al centro c'era una iacuzzi da due persone, e sognò di immergersi per tutta la notte e non far altro che giocare con le bolle dell'idromassaggio.
Poi si guardò intorno: era un bagno elegante, lussuoso, ricco di elettrodomestici super tecnologici ed assolutamente inutili.
Ricchi, pensò la detective con disgusto.
Poi si perse in dettagli che prima non aveva notato. Castle, all'esterno del bagno, restava in silenzio, in attesa...
Beckett contò: due paia di pantofole, due asciugamani, due accappatoi, due phon, due asciugamani più piccoli, due costumi per la iacuzzi (uno maschile ed uno femminile)...
Due, due, due.
E allora capii.
-Castle! - urlò la detective uscendo dal bagno e dimenticandosi di battere le mani per spegnere la luce.
Lo scrittore la guardò con aria innocente. Era sicuro che lei avrebbe capito subito. Fece qualche passo indietro...
-Quello sguardo da cucciolo abbandonato in autostrada non funzionerà, questa volta! - Castle sorrise appena. Assunse l'aria più discolpante che riuscisse a fare, e la guardò.
-Richard Castle, non dormirò con te! - Castle alzò le mani, come per dire che non aveva scelta.
Poi finalmente, parlò.
-Kate, ho prenotato ieri... Non c'erano altre camere disponibili in tutta Venezia... -
-Non mi interessa! Perché non posso dormire con Alexis? - Castle la guardò divertito.
-Mia madre russa come un rinoceronte. Piuttosto dormo in corridoio! -
-Bene allora tu dormirai con Alexis, ed io con Martha. Siamo due donne adulte, ce la caveremo... - gli disse, spingendolo verso la porta.
-Alexis è un'adolescente e si vergogna a dormire con suo padre... sai, il suo corpo sta cambiando... Dai, Kate, questa era l'unica possibilità! - La detective continuava a spingere l'uomo verso la porta.
Gli toccò gli addominali, i muscoli delle braccia; ora nulla aveva più importanza.
Non poteva, decisamente non poteva, dormire con lui.
Kate aprì la porta. Castle la guardò supplicando.
-Dove mi stai portando? - le chiese, gli occhi chiusi in una fessura.
-Nel luogo in cui dormirai per le prossime notti. - Kate lo lasciò. Lui era appena fuori dalla camera, lei invece era ancora dentro la stanza. Per un attimo si guardarono in cagnesco, e Beckett sbatté la porta in faccia allo scrittore. Castle sentì appena pronunciare, al di là della porta:
-In corridoio! -
Kate si schiacciò contro la porta d'entrata. Era consapevole di essere stata troppo dura con Richard, ma dormire insieme era decisamente troppo.
Toc, Toc
Sentì bussare alla porta. Un caldo rabbioso le invase ogni fibra del suo corpo, e urlò infuriata:
-Castle, ti ho detto che non dormiremo insieme! -
Toc, Toc
Ancora! Questa volta non urlò nulla, pensò che prima o poi si sarebbe stancato di importunarla.
Toc, Toc
Questo era decisamente troppo! Kate si girò di scatto, aprì di forza la porta e disse:
-Castle, sono capace di farti arrestare per molestie... - La donna si vergognò come mai in vita sua.
Di fronte a lei non c'era Richard, bensì i fattorini, con le valigie.
-Signora Castle, vi abbiamo portato le valigie. - Kate sorrise forzatamente. Richard era dietro ai due uomini, ed entrò con loro quando questi portarono nella stanza il piccolo trolley della detective e la grande valigia di Castle.
-Grazie mille. - disse lei, rivolgendosi verso i due uomini. Cercò di ignorare il sorriso compiaciuto dello scrittore.
-Va tutto bene, Signora? - le chiesero questi, non potendo passar sopra a ciò che era appena successo. Kate ci mise qualche secondo a rispondere, ma Castle fu più veloce di lei:
-Ma certo – rispose sfoggiando il suo sorriso migliore – Io e mia moglie stiamo passando qui il nostro viaggio di nozze e, sapete come sono le donne... - fece un occhiolino ai due.
Kate divenne tutta rossa e si domandò a cosa Castle si riferisse. Quel maledetto.
-Buona permanenza allora. - risposero i due facchini, indicando il letto matrimoniale e sorridendo compiaciuti.
Si chiusero la porta alle spalle. Castle abbracciò Kate e le si avvicinò più di quanto gli fosse permesso. La donna sentì il suo corpo andare a fuoco nel contatto con quello statuario di Castle.
Fece per sottrarsi a quel contatto, ma lo scrittore era più forte della sua debole volontà.
Maledetta aria magica di Venezia.
-Dai, Kate... ci divertiremo un mondo! - Lui la guardò dolce e sexy allo stesso tempo.
Kate sperò con tutto il cuore che l'idea di divertimento dello scrittore non coincidesse con le immagini che le si stavano formando nella mente...
A letto, insieme... Sarebbe riuscita a resistergli?
-Tu dormi per terra. - gli disse, andando indietro con la schiena, per evitare ulteriori contatti.
Troppo tardi, Richard la cingeva forte, senza dar segno di volerla lasciare andare.
-Kate, è Natale... - piegò appena la testa verso destra. Kate non riuscì più a resistergli.
-E va bene, ma solo perché la stanza l'hai pagata tu! Però ti avverto – disse, riuscendo finalmente ad allontanarsi da lui – io dormo con la mia pistola. Un solo passo falso, e sei un uomo morto. -
Castle mandò giù la saliva. Adorava quel lato aggressivo della donna, rendeva il gioco ancora più divertente e sensuale. Infine annuì, in segno di accordo.
Poi si avvicinò verso la porta e senza girarsi verso la detective la aprì.
-Dove vai? - Castle sorrise sentendo la voce della detective. Era la stessa voce che le mogliettine hanno quando il marito esce di casa senza dir loro nulla. Anche Beckett sembrò accorgersi di questo suo tono pieno di saccarosio, e si riprese subito.
-Andiamo a cena? - le disse, voltandosi verso di lei e ridendo come non mai.
-Alexis e Martha saranno già a tavola. - Aggiunse, dando un'occhiata al suo costoso Rolex.
-Tu vai – rispose la Detective. Il tono decisamente più duro del precedente – io rimango qui a farmi un bagno, non ho fame. -
Castle le fece un segno con la mano, salutandola. Infine chiuse la porta dietro di sé.
Ma non si avviò subito verso il ristorante quattro stelle del Mulino Stucky. Rimase fermo, per qualche secondo, immaginandosi la Detective Beckett nuda dentro la iacuzzi.
Prima che i suoi pensieri si mostrassero anche all'esterno del proprio corpo, sentendo l'eccitazione impossessarsi delle proprie vene come fuoco, cacciò quel pensiero piccante e si diresse verso il piano terra.
Venezia era davvero una città magica.





ANGOLO DELL'AUTRICE
Ciao a tutti! Sarò breve, non voglio tediarvi con i miei giri di parole!
Prima di tutto vorrei SCUSARMI con tutti voi lettori per il ritardo con cui ho postato questo terzo capitolo: dovete essere pazienti con me, sono sotto esami all'università e mi sto dando allo studio selvaggio!
Poi vorrei RINGRAZIARE di cuore tutti coloro che hanno letto e recensito i due primi capitoli di questa serie: siete stati tantissimi, e tutti fin troppo gentili con me... GRAZIE MILLE DAVVERO!
Quando ho iniziato questa ff, non avrei mai pensato che potesse piacere tanto!
Ecco quindi il terzo capitolo: spero vi piaccia! Non so ancora dirvi quanti saranno in totale i capitoli di Insieme a Venezia, posso solo sperare di riuscire ad aggiornare e a finire il tutto entro il 25 Dicembre... Vorrei far partecipare questa storia ai NESA NATALIZI...
A proposito di NESA... Mi rivolgo a tutti gli scrittori che mi hanno dato la loro adesione a partecipare ai NESA di GENNAIO, con tematica CASTLE: vi confermo che il concorso ci sarà, quando ci si avvicinerà alla data delle iscrizioni, scriverò a tutti una mail per speigare meglio i vari procedimenti! Grazie ancora per la vostra partecipazione, ricordo a tutti che ci si può iscrivere fino al 25 GENNAIO, per cui, per chi mi avesse detto di no e sta avendo dei ripensamenti, si può aggiungere senza problemi!
Come al solito mi sono dilungata troppo, chiedo umilmente perdono!
Vi prego solo di farmi sapere cosa pensate di questo capitolo: so che in questo periodo siamo tutti molto impegnati, però una recensione porta via talmente poco, regalando però così tanto, che davvero apprezzerei ogni vostra opinione, per quanto piccola o corta possa essere!
Vi ringrazio anticipatamente e vi abbraccio uno a uno; ci leggiamo ai prossimi aggiornamenti...
Berenike




(Aggiunta postuma)
La fanfiction INSIEME A VENEZIA ha vinto i NESA NATALIZI nella sezione BEST KISS e BEST READER'S CHOISE. Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



   
 
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