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Autore: _Ape_    17/12/2010    5 recensioni
Fan fiction momentaneamente abbandonata. Gli aggiornamenti riprenderanno quando riuscirò a gestire meglio una long fic. :) Cancellate tutto ciò che sapete sui Pokemon fino alla scena del 1° film dove Ash rimane pietrificato. Ebbene, le lacrime dei Pokemon non hanno effetto e Mewtwo riesce ad avere la meglio su Mew, conquistando il mondo assieme ai suoi Pokemon Clone e alla maggior parte dei leggendari. Ora però non voglio aggiungere più nulla ed auguro a tutti una piacevole lettura.
(Molto probabilmente, con l'avanzare della storia, inizierò diventare un po' più cruenta, quindi potrebbero esserci alzamenti di rating).
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ash, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Anime
Capitoli:
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Non ci posso credere, sono riuscita  a postare il capitolo prima di Natale! Credo che questo sarà un Natale piovoso, molto piovoso "xD! Cooomunque, prima di lasciarvi in pace a leggere, vorrei dire che il finale fa alquanto schifo, ma le intenzioni iniziali erano di continuare ancora per molto il capitolo. Facendolo, però, non sarei sicuramente riuscita a rispettare il termine di consegna che mi ero posta (Natale, appunto), quindi ho preferito troncare il capitolo e continuare in quello nuovo. Grazie per l'attenzione e buona lettura.  

- Capitolo sette : Incontri leggendari

 

- Si può sapere perché non mi ascolti? – Lucinda continuava a sbraitare contro Paul, che la ignorava nel miglior modo possibile. Ci riusciva alla grande.

- Non ignorarmi!-

- E’ piuttosto difficile… La tua vocetta stridula sono riuscita a sentirla anche i pokemon leggendari. – sbuffò l’uomo rivolgendole la parola per la prima volta dopo parecchio tempo (era circa un’oretta che stavano assieme)

- Cosa? – La mora riuscì ad alzare la voce di un’altra ottava – Sei davvero impertinente, ed insoppor... – la deliziosa sceneggiata fu interrotta dalla mano di Paul, che coprì la bocca della donna. – Shhh – disse poi. Erano molto vicini. Molto, molto, molto vicini. Al sol pensiero, Lucinda si sentì avvampare.

Bene, ci mancava solo che ti emozionassi con… l’asociale! Calmati, cretina, e datti un minimo di contegno. si rimproverò mentalmente, non era mai arrossita con nessuno, nemmeno con Marisio (che, per la cronaca, era proprio un bel pezzo d’uomo), ed effettivamente non le era mai successo nemmeno con Paul, fino a quel momento.

Ma certo, sarà perché è la prima volta che ce l’ho così vicino! cercò di  autoconvincersi la mora

– Ehi, di’ un po’, mi stai ascoltando? – la solitamente atona voce di Paul aveva appena pronunciato quella frase con uno strano accento irritato.

- E – eh? – chiese Lucinda ancora rossa in volto.

- Hmpf… - sbuffò Paul – Ti ho detto che non è normale che qui non ci sia nessuno. – il tono della voce era ancor più scocciato del solito.

Se le parole non fossero state tanto vere e preoccupanti, probabilmente la donna avrebbe iniziato a lamentarsi del fastidioso tono dell’uomo.

- E’ … vero. – Lucinda iniziò a scrutare l’area circostante. – Non c’è nessuno. –

Era vero. Lo spiazzo ricco di edifici semidistrutti o totalmente demoliti era vuoto. Non un allenatore, non un pokemon (leggendario o meno), non un clone. Nessuno. Solo gli edifici, le macerie, Paul e Lucinda.

A quel pensiero – l’essere sola con Paul – la donna avvampò di nuovo.

Deficiente, ti sembra il momento adatto per pensare cretinate del genere? si ammonì mentalmente, ma il rossore non accennava a sparire, e aveva deciso di continuare a scocciarla anche quel maledetto groppo che da lì a dieci minuti le stava torturando lo stomaco.

- Sì? – Paul disse al walkie talkie che, nella tasca sinistra del pantalone, aveva iniziato ad emettere uno strano rumore elettronico, doveva essere la suoneria. – A nord? D’accordo – l’uomo fu di poche parole anche con un uomo della sua base, quindi doveva essere irritante e freddo proprio con chiunque, pensò Lucinda.

- Soffri di deficit d’attenzione, credo. – Ecco di nuovo quel tono irritato. – Oh, ehm, scusa… Potresti… ripetere? –

Se l’imbarazzo fosse stato qualcosa di visibile, probabilmente Lucinda a quell’ora sarebbe stata accerchiata da un’immensa aura rosso cremisi.

- Ho detto che stanno tutti  nord. Sembra che ci sia una battaglia in corso lì. – disse iniziando a camminare.

- Ah, aspettami! – disse Lucinda correndo per non rimanere indietro.

 

- Vuoto… - disse una bruna scrutando il paesaggio che le si poneva dinnanzi.

- Vuoto. – confermò l’uomo con i capelli che la accompagnava.

- Perfetto, allora direi di andarcene! – cinguettò Vera allegra.

- Aspetta, non così in fretta! – disse Drew prendendola per mano e trascinandola quasi a forza in giro per le vie deserte.

- Vedi? E’ inutile, non c’è nessuno! – balbettò la donna, combattuta tra lo staccarsi da Drew e fuggire e il rimanere mano nella mano con quel bellissimo uomo. Non riusciva a capire bene il perché, ma stare assieme a lui le infondeva una disarmante sicurezza, forse sarebbe addirittura riuscita ad affrontare un pokemon leggendario, se se ne fosse ritrovato uno davanti.

… Ma anche no. fu, però, la sua conclusione finale, l’ultima cosa che desiderava era dover riaffrontare un dolore anche solo lievemente simile a quello provato per la morte di Beautifly. Non avrebbe mai augurato una cosa del genere nemmeno al suo peggior nemico.

- Se vuoi, puoi andare. – disse all’improvviso Drew – Ti capisco, ed hai tutte le buone ragioni di questo mondo per voler scappare e mandare tutto e tutti a quel paese, ma io no. Quindi credo dovremmo separarci. – l’uomo dai capelli verdi continuava a guardare serio la bruna, che si ostinava ad essere a disagio in quella situazione, non sapendo se scappare sul serio o fare la cosa giusta e proseguire, in più lo sguardo smeraldino e magnetico di Drew la mandava ancor di più in confusione.

- Potresti evitare di guardarmi così? – farfugliò voltandosi di spalle all’uomo rossa in volto.

- Come, scusa? – Drew la guardava trattenendosi dal ridacchiare, gli piaceva quel suo essere tanto impacciata.

- Non… non guardarmi, mi metti in soggezione con quello sguardo così! – sbottò irritata guardando di nuovo l’uomo in faccia.

- Così come? – chiese l’altro sogghignando beffardo.

Così sexy, per la miseria! pensò Vera, ma il suo responso fu ben diverso da ciò che pensava veramente: si limitò a dire un semplice “profondo”.

L’altro scrollò le spalle e proseguì il suo cammino, conoscendo l’allenatrice, già sapeva che l’avrebbe seguito. Vera poteva essere timida e a tratti insicura, ma quando c’era in gioco la vita di qualcun altro, ora che fosse un pokemon, ora che fosse un umano, era sempre disposta a fare di tutto per quel qualcuno.

Pochi secondi dopo, infatti, Vera, preso il coraggio a due mani, bisbigliò un “Vengo con te…” ed iniziò a seguirlo.

- Dove siamo diretti? – gli chiese poi.

- Ah, non ne ho idea. – le disse Drew bloccandosi.

- COSA?! – Vera sembrava essersi innervosita di colpo, se avesse potuto,  probabilmente avrebbe iniziato a sputare lingue di fuoco. – Ma sei cretino, hai idea di quanto mi ci sia voluto per decidere di seguirti? – urlò infuriata.

- Aspetta, mi dici come possa sapere dove andare? – le chiese intimorito l’altro.

- Non so come avresti fatto a capirlo, ma non puoi farmi prendere decisioni del genere per niente! Nuoce alla mia salute psichica! – Vera aveva ormai preso le sembianze di un’arpia.

- Calmati, Ve… - tutututututututu un rumore elettronico proveniente dalla tasca di Drew catturò l’attenzione della coppia.

- Sì, sono Drew. – rispose l’uomo al walkie talkie. – Come hai detto? Tutti a nord? Sì… Sì… Ma proprio tutti? Bene, allora vi raggiungiamo subito. – disse, per poi riattaccare.

- Buone notizie! – esclamò guardando la bruna – So dove andare! Sono tutti a nord, e con tutti intendo anche i pokemon leggendari. –

Vera deglutì, forse era meglio quando non sapevano che strada prendere.   

 

- Maledizione! – Marzia era alle prese con Moltres che, convinto di aver eliminato Vera, era più carico e arrogante del solito.

- Lucario, forzasfera! – dopo aver agilmente schivato l’ennesimo lanciafiamme dell’uccello infuocato, il pokemon lottatore mise le mani l’una sopra l’altra con i palmi rivolti l’uno verso l’altro iniziando a caricare uno dei suoi attacchi più potenti. Ben presto una piccola sfera blu d’energia fece la sua comparsa nello spazio compreso tra i palmi del pokemon ed iniziò ad ingrandirsi sempre di più.

Più la sfera si gonfiava, più le mani del pokemon si distanziavano, seguendo la circonferenza del micidiale globo di energia che, quando fu abbastanza grosso,  fu scagliato con un movimento secco verso il titano del fuoco, che guardava beffardo l’attacco avvicinarsi. Moltres era convinto di essere forte, troppo per una stupida donna in tuta dai capelli rosa e il suo stupido pokemon di tipo lotta., ma era proprio la sua superbia a renderlo uno dei leggendari più semplici da affrontare: non si impegnava a fondo nelle lotte che affrontava per la troppa convinzione di sé, sottovalutando il nemico.

E Marzia non era affatto una persona da sottovalutare, lei non era “una stupida donna col suo stupido pokemon lotta”, lei era “la stupida donna col suo stupido Lucario”, il che faceva la differenza, e di questo se ne accorse ben presso anche Moltres.

L’impatto col forzasfera non fu affatto piacevole, il pokemon, convinto di poter facilmente respingere la sfera di energia, ne fu invece travolto, schizzando via come una pallottola e fermandosi solo quando colpì in pieno Raikou, impegnato anche lui nella lotta contro degli allenatori.

- Riooo! – esclamò soddisfatto Lucario quando vide Moltres e Raikou barcollare storditi per il forte impatto, se non fossero stati pokemon leggendari, a quest’ora sarebbero già stati esausti.

- Maledetto pollo arrosto, vuoi stare attento? – ruggì la tigre elettrica ancora stordita.

- Bastarda! Me la pagherai! – senza pensare a ciò che gli aveva detto l’altro, l’uccello infuocato volò a tutta velocità verso Lucario e Marzia, doveva essersi seriamente infuriato.

- ME LA PAGHERAI – strillò di nuovo in preda al furore Moltres, che aveva iniziato a brillare mentre si avvicinava minaccioso e sempre più velocemente.

- Preparati al contrattacco, Lucario! – ordinò la donna mettendosi in posa offensiva assieme al lupo d’acciaio. Quella era una delle abitudini di Marzia: imitare le mosse e gli attacchi dei suoi pokemon durante gli scontri.

L’uccello leggendario, però, a pochi metri dal pokemon avversario, cambiò bruscamente rotta, salendo di quota fino a confondersi col sole che, a causa di Groudon, brillava alto in cielo.

… Che intenzioni ha quello? si chiese la donna preoccupata, non sapendo che ordini dare al pokemon, che la osservava disorientato con la coda dell’occhio.

Brilla troppo, non riesco a notarlo col sole... Un momento! Brilla? Marzia sbarrò gli occhi colpita da un’improvvisa illuminazione, peccato fosse un’illuminazione del tutto negativa.

- Lucario! – gridò spaventata – Togliti di lì, ha intenzione di usare un aereoattacco! – brillante deduzione. Aereoattacco era una delle mosse preferite dei pokemon leggendari volanti quando c’era Groudon. Grazie alla Siccità del pokemon continente, infatti, i loro corpi splendenti si confondevano col brillante astro in cielo e avevano la possibilità di sferrare attacchi a sorpresa micidiali, visto che la loro orbita era quasi impossibile da indovinare.

Non sapendo come poter schivare l’attacco, il pokemon iniziò a spostarsi velocemente in cinque direzioni diverse, cercando quantomeno di confondere Moltres, ma non era una contromisura molto efficace, altre volte lo sfidante del pokemon uccello aveva provato a non stare mai fermo, ma, purtroppo, non riusciva mai a schivare il formidabile attacco.

Il pokemon leggendario, ormai certo della propria vittoria, iniziò a ridere sguaiatamente (ridere è una parola grossa, diciamo che gracchiava) – Così la prossima volta impari a provare a sfidarmi, stupida donna! –

Al solito, la grande superbia del pokemon gli fece commettere un errore gravissimo: grazie alla sua voce, sia Marzia che Lucario capirono la sua posizione.

- Perfetto, Lucario, adesso usa… -

- Baldeali! – un urlo sopraggiunse fino al pokemon lotta che, confuso, si girò verso la sua padrona che, ancor più sorpresa di lui, lo guardava facendo spallucce e mimando un “Non lo so” col labiale. Moltres, invece, accecato (o meglio, assordato) dall’ira, non udì per niente lo strano comando.

In pochi attimi uno Staraptor gli fu addosso all’improvviso, colpendolo brutalmente con le possenti ali. Fu un impatto forte e non poco doloroso per entrambi i pokemon, ma quello che ne uscì peggio fu senza dubbio Moltres, che fu per la seconda volta in una battaglia catapultato via, andando a sbattere contro un muro, distruggendolo e perdendo i sensi.

- Sì, lo so, ti ho salvata e mi devi la vita, ma non adularmi troppo, adesso. – Chiara era in piedi su un edificio diroccato, sorridendo trionfante e mostrando il segno “vittoria” con le mani.

- Cretina! – fu la risposta di Marzia, che sembrava essersi offesa.

- La prossima volta te lo faccio prendere in pieno, l’attacco! – ridacchiò l’altra scendendo dall’edificio con l’aiuto di Staraptor.

- Me la sarei cavata perfettamente da sola. – ribatté seccata Marzia. Era una donna dal grande orgoglio, non avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura di aver bisogno d’aiuto, cosa ben nota  a tutti i suoi conoscenti.

- Certamente. Anche prima te la stavi cavando alla perfezione, vero? – incalzò l’amica.

- Non era poi una situazione tanto critica! – sbottò l’altra volgendo lo sguardo altrove.

- Ma sta’ un po’ zitta! – rispose Chiara ridendo e dandole un buffetto dietro la testa.

- Mi fareste il favore di piantarla? – tuonò all’improvviso Raikou, che, avendo terminato di sconfiggere tutti gli allenatori che aveva attorno, osservava minaccioso le due donne discutere. La tigre elettrica, a differenza di Moltres, tendeva a non sottovalutare il nemico dando sempre il meglio di sé. Era un avversario decisamente difficile. Senza alcun indugio, il pokemon Tuono iniziò una furiosa corsa verso Marzia e Chiara, scansando ogni tanto pokemon che, sconfitti, venivano spazzati via o residui di attacchi che gli intralciavano la strada.

In pochi secondi, si avventò sul pokemon uccello di Chiara che, colto alla sprovvista, non riuscì a schivare bene in tempo l’attacco, ritrovandosi le zanne elettriche del nemico ben affondate nell’ala sinistra. Staraptor gettò un grido acutissimo, iniziando a dimenarsi per potersi liberare dal dolorosissimo fulminedenti del pokemon, in fondo era pur sempre un  pokemon volante, e gli attacchi elettrici erano tremendamente efficaci su di lui.

- Staraptor! – confusa dall’inaspettatezza dell’attacco, Chiara non riuscì a far altro che guardare spaventata il proprio pokemon.

E’ ora che ti restituisca il favore… pensò Marzia aggrottando le sopracciglia, assumendo la tipica espressione di quando pensava (quelle poche volte che lo faceva). Era, come diceva il buon vecchio professor Rowan – deceduto pochi anni prima, un po’ per la vecchiaia, un po’ per un fulmine di Zapdos che gli aveva distrutto il sistema cerebrale – una donna tutta nervi, visto che sembrava dare più ascolto alle pulsazioni nervose che al cervello. Ma quella non era una situazione in cui poteva permettersi un comportamento del genere.

- Lucario… - esordì Marzia pronta ad ordinare al proprio pokemon di attaccare, rendendosi conto solo pochi secondi dopo di non sapere cosa comandargli. Era inutile, lei era una donna tutta nervi, neanche volendo avrebbe potuto riflettere come si deve.

- Fuocopugno! –

Ancora…

Un Infernape apparve all’improvviso da un raggio rosso e, con grande agilità e velocità, colpì la mandibola di Raikou, facendolo finalmente staccare dall’ala del povero Staraptor, che ormai giaceva a terra privo di forze e, oltretutto, paralizzato.

- Staraptor! – Chiara corse verso il pokemon volante, chinandovici sopra e abbracciandolo mentre continuava a sbattere le ali frenetico e gracchiare in preda al dolore e alla rabbia nei confronti della vile tigre.

- Va tutto bene? – Fiammetta accorse vicino a Chiara. Dopo aver finito di combattere con un gruppo di cloni (pokemon decisamente forti, ma se si era bravi non c’era nulla da temere  contro di loro), sentendo le improvvise urla di uno Staraptor, accorse per vedere cosa stesse accadendo. – Staraptor è ferito? – chiese poi.

- Credo… di sì… - l’altra donna quasi stentava a trattenere le lacrime, continuando a circondare con le braccia il proprio pokemon. Le condizioni di Staraptor non sembravano essere le migliori: oltre che i danni elettrici, il pokemon sembrava anche essersi lacerato gravemente l’ala a causa delle zanne di Raikou: l’arto perdeva molto sangue e, a giudicare dalle urla che l’uccello continuava ad emettere straziato. Marzia intanto continuava ad osservare la scena disgustata da sé e dal fatto che non fosse riuscita, come suo solito, a pensare. Quella, però, era stata la prima volta che il suo non ragionare avesse cacciato qualcun altro nei guai. Si avvicinò cauta e mesta alle altre due donne, pensando ancora all’improvviso blocco mentale che l’aveva presa.

- Mi spiace. – fu l’unica frase che era riuscita a formulare continuando ad osservare Staraptor con sguardo colpevole.

- Come, scusa? – le chiese Chiara alzando un sopracciglio.

- … Mi spiace. – ripeté Marzia accigliandosi ancor di più.

- Sei stata tu a colpirlo? – continuò seria l’altra

- … No. Ma non ho fatto niente per impedire che… -

- Allora – la bloccò la donna – non devi chiedermi scusa di niente, tu. E’ lui – indicò nervosa verso Raikou – che deve scusarsi. E pagarmela cara, oltretutto. –

- Non mi sembra il momento adatto per discutere di certe cose, questo! – intervenne Fiammetta facendo cenno col capo verso la tigre elettrica: nonostante la violenza dell’urto contro la mascella, il pokemon non sembrava aver subito grossi danni. Mentre avanzava lento e furioso verso le tre donne, il barcollare che aveva caratterizzato i primi passi stava pian piano sparendo, lasciando spazio ad un’andatura ferma e composta, quasi feroce. Un rantolo profondo gli saliva dalla gola e le zanne erano contratte in un ghigno animalesco.

Ma Fiammetta e il suo Infernape non sembravano essere intimoriti dal nemico che avanzava: entrambi in posizione eretta, sembravano guardarlo dall’alto verso il baso  con noncuranza  determinazione. Anche la scimmia infuocata, dal suo scarso metro e venti, risultava minacciosa e decisa. Raikou era senza dubbio molto forte, ma anche lui aveva un tallone d’Achille piuttosto evidente: era un pokemon elettrico. Irrequieto, frettoloso e impetuoso, nelle sue vene sembrava scorrere pura elettricità. E quello era un buon punto a cui mirare. La tigre non perse tempo, balzò sulla scimmia pronta ad affondare i denti nella sua carne (l’avambraccio destro sembrava il posto ideale) e magari staccarle l’arto, ma il pokemon lotta fu più veloce e piazzò a Raikou, sotto ordine dell’allenatrice, un altro pugno, questa volta mirando alla mandibola, poi si scansò di lato.

- Maledetta bertuccia! – ruggì il pokemon elettrico, che tentò di colpire nuovamente Infernape, con un codacciaio, questa volta.

- Cerca di schivarlo! – ancora in aria, Infernape cercò di slanciarsi di nuovo con la coda per cambiare direzione ed eludere l’attacco, ma fu Raikou il più veloce e colpì dritto nello stomaco il pokemon lotta. Un attacco di tipo acciaio non è molto efficace contro un Infernape, ma ritrovarsi la coda di Raikou dura come l’acciaio – piena di spuntoni com’è – nel ventre non è molto piacevole. Infernape ruzzolò all’indietro, il danno non era grave, ma piuttosto doloroso.

- Tutto bene? – chiese l’allenatrice, non sembrava molto preoccupata.

- Neip! – la scimmia era in piedi e fece cenno di sì con la testa. Stava più che bene, e non aveva intenzione di darla vinta al pokemon leggendario.

Raikou intanto tentò un nuovo attacco: velocemente, da buon felino qual’era, estrasse gli artigli dalla zampa destra intenzionato a colpire con un lacerazione l’avversario.

- Occhio per occhio, artiglio per artiglio. Infernape, ombrartigli, ora! – esclamò concentrata Fiammetta.

- Inferneip! – il pokemon si concentrò sulla mano sinistra, che intanto era stata avvolta da una misteriosa aura oscura. Con quella, Infernape plasmò mentalmente cinque artigli, uno per ogni dito, e partì anche lui all’attacco.

Come previsto dall’allenatrice, i due pokemon fecero scontrare gli artigli, trasformando gli attacchi in una specie di gara di forza. Quello che, però, non si aspettava era che fosse Raikou ad avere la meglio. La tigre sembrava, infatti, superare in forza fisica la scimmia, e la stava pian piano sovrastando.

- Maledizione! – sibilò Fiammetta. Infernape stava per esser lacerato da capo a piedi e lei non aveva idea di come impedirlo. A quanto pareva Raikou aveva più forza, e cercare di staccarsi dall’attacco per tentarne uno nuovo era rischiosissimo, anche quel gattone troppo cresciuto aveva una buona velocità, non ci avrebbe messo molto a colpire Infernape con una seconda artigliata.

C’era però una persona che voleva riscattarsi da pessime figure. Marzia osservava sovrappensiero la scena, le sopracciglia aggrottate e la solita espressione concentrata si aprirono in un sorriso trionfante. Avvicinandosi all’amica le sussurrò – Fagli usare terremoto! –

- Terremoto? – esclamò a bassa voce l’altra donna, era piuttosto meravigliata

- Esatto, un colpo secco sul bestione. Fidati! – Marzia aveva uno sguardo così sicuro da convincere anche l’altra.

Infondo, ho per caso altra scelta?

- Infernape, - gridò – usa terremoto su di lui! –

Fu la scelta migliore che l’allenatrice avesse potuto fare. Infernape caricò un colpo con la mano che definire portentoso era riduttivo. Era stato devastante.

Infernape riuscì a colpire Raikou nel perfetto centro della testa, generano onde d’urto tanto potenti da riuscire comunque a spaccare il terreno. Un pokemon qualsiasi sarebbe morto, addirittura Raikou sembrava non essersela cavata per niente bene: giaceva a terra svenuto, probabilmente molte delle sue ossa erano rotte. In testa sgorgava uno zampillo di sangue dallo squarcio che l’abile mano del lottatore aveva lasciato.

- … E’ finita? – dopo molti secondi passati in silenzio, Marzia fu la prima a parlare.

- Sembra di sì. – Chiara, dopo aver fatto rientrare Staraptor nella pokéball, si avvicinò alle altre due donne esitante, come se Raikou potesse tornare in piedi e in perfetta salute da un momento all’altro.

- E’ finita. – ripeté Fiammetta continuando ad osservare il pokemon leggendario, sembravano quasi non credere a quel che dicevano.

- E’ finita! – esclamarono al culmine della gioia le donne battendosi il cinque, avevano finalmente realizzato che il nemico non c’era più.

- Sei stata mitica! – urlò poi Fiammetta a Marzia. – Senza di te a quest’ora Infernape come minimo non avrebbe più una gamba! –

- Neip! – il pokemon fu scosso da un violento brivido, non gli piaceva pensare a cosa sarebbe accaduto se fosse stato Raikou ad avere la meglio su di lui.

- Ehi, va tutto bene lì? – la misteriosa voce e il tonfo di una strana carcassa di Nidoking spuntata dal nulla fecero girare le tre donne. Lucinda apparve da dietro un cumulo di macerie, seguita da un disinteressato Paul.

- Scusate per quello, - esordì la donna indicando il pokemon, che aveva tutta l’aria di non appartenere più al mondo dei vivi – ma i cloni di questi tempi sembrano essersi fatti più tenaci di quanto già non fossero. Non ti mollano finché non gli tagli la testa. –

- Figurati quanto sono noiosi i leggendari! – Fiammetta indicò fiera sia Raikou che Moltres.

- … Cazz… Cioè, cavolo! – Lucinda osservava strabiliata i due pokemon spaventati, entrambi in pessime condizioni.

- Non mi sembra il momento adatto a perdesi in chiacchiere. – borbottò semplicemente Paul, la sua voce non tradiva alcuna emozione, al solito. – L’attacco non si è di certo concluso qui. –

Nonostante fosse terribilmente fastidioso ed arrogante, Lucinda dovette dargli ragione, purtroppo. Raikou e Moltres non erano certo gli unici due nemici presenti, dovevano esserci almeno altri dodici leggendari in giro, senza contare l’incredibile numero di cloni che continuava a seminare zizzania per Smeraldopoli.

- Come sei noioso, - intervenne Marzia – fammi almeno illudere! –

- Se ti farai venire in mente idee come quella di prima, possiamo anche starcene tranquille! – esclamò allegra Chiara

- Già,  e se non me ne faccio venire stiamo ancora meglio. – ribatté sarcastica la donna, ancora non riusciva a perdonarsi l’errore di poco prima.

- Toh, ma tu guarda chi si vede! Ragazze! Siete tutte qui! Anche tu, Paul, sai che ti sei fatta proprio bella? –

- Cosa vuoi, checca? – sbraitò Lucinda, l’omino verde era l’ultima persona che avrebbe voluto incontrare in quel momento.

- Arnold… - sbuffò Paul facendo un cenno col capo a mo’ di saluto.

- E’ “Harley”. – puntualizzò stizzito l’uomo.

- E’ uguale. –

- … Ah, certo. Comunque, sono qui perché mi mancavi tanto, cara! – esclamò ironico guardando Lucinda e toccandosi il lato destro del torace dove si trova il cuore – Mi ero accorto che senza una deficiente come te la vita è meno divertente. Non lasciarmi mai più, te ne prego! –

- Bastardo… - sibilò la donna infuriata. Harley sapeva benissimo quali tasti toccare per scatenare l’ira della mora, e si divertiva un sacco quando l’ “amica” dava in escandescenze.

Lucinda sembrava stare per saltare addosso ad Harley ed azzannarlo peggio di come Raikou aveva attaccato Staraptor.

- Tipico degli imbecilli, fanno gli imbecilli con altri imbecilli in momenti in cui l’ultima cosa da fare è proprio essere imbecilli. – Di nuovo Paul, uno dei discorsi più lunghi che avesse mai fatto. Le uniche emozioni che sembrava poter provare quell’uomo erano disinteresse ed irritazione. Le uniche che riusciva a scaturire in Lucinda erano irritazione – Toh, qualcosa in comune! – e disagio. Harley, invece, sembrava darsi scivolare addosso tutto quello che gli veniva detto. Sia da Lucinda che da chiunque altro.

- Uh, uh, uh, come sei divertente! – sbraitò l’uomo dai capelli viola – Ora, scusatemi, ma devo distruggere un paio di cloni! – neanche il tempo di cosa stesse dicendo, Harley se ne andò così com’era arrivato.

- Dopo questo simpaticissimo intermezzo da parte di Harley, direi che possiamo andare anche noi. – sentenziò Chiara dopo aver passato qualche momento in silenzio ad osservare dubbiosa gli altri presenti (tipica reazione post-Harley).

- Attenzione! – si sentì una voce. Fu questione di pochi attimi: un Houndour schizzò a tutta velocità verso Lucinda, investendola.

- Colpa mia! – una voce nota, molto nota, pronunciò quelle parole con uno strano tono d’ovvietà.

C’era da aspettarselo… pensò Fiammetta portandosi una mano alla fronte e trattenendo a stento le risate.

Misty e Golduck (la tanto sospirata evoluzione del papero giallo con un perenne mal di testa era finalmente giunta un paio d’anni dopo  la pietrificazione di Ash, quando, mentre Misty cercava di sconfiggere un Growlithe clone, il solito Psyduck decise di uscire dalla sfera poké perché così gli diceva la sua dolente testolina) erano coinvolti in una rissa con dei pokemon clone: un paio di Fearow, uno Zangoose e un Gengar. E l’Houndour, prima che lo scaraventasse addosso alla mora che, dolorante, imprecava levandosi di dosso la carcassa del pokemon.

- Si può sapere perché solamente quando combatti tu volano pokemon a destra e a manca? – strillò innervosita la donna. Non ricevette alcuna risposta dalla rossa, che doveva essere troppo occupata a combattere per sentirla. Infondo si disse sta pur sempre combattendo contro ben quattro cloni… Misty era fatta così, o combatteva da sola contro un leggendario o contro mezza dozzina di cloni, doveva sempre dare il meglio di sé nelle battaglie. E questo meglio era molto, molto irruento.

Un momento… Lucinda aguzzò la vista verso una delle vecchie strade principali di Smeraldopoli, quella che conduceva alla parte nord ovest (ossia quella dove si trovavano loro) Altri cloni? una specie di esercito formato da una quarantina di cloni sembrava marciare verso la rossa, che, per quanto potesse essere forte, non sarebbe mai riuscita a vedersela con tanti nemici.

Ma… ma che? Da dove sbucano tutti quanti? la mora e le tre rosse osservavano interessate e stupite i capopalestra che giungevano in aiuto di Misty, addirittura Paul aveva posato lo sguardo disinteressato sulla scena.

- … Ok, qualcuno mi spiega da dove appare tutta questa gente? Da un uovo di Pasqua? – esclamò Marzia – Sono… Dieci compresa Misty! – contò.

- Ma quella è Frida? Frida la superquattro? – chiese meravigliata Fiammetta indicando la bionda allenatrice di tipo ghiaccio che stava combattendo contro l’incredibile esercito di cloni che si era venuto a formare.

- Com’è elegante! – Chiara la osservava lottare estasiata, sembrava una dama nel mezzo di una danza.

- Ed è fortissima! – esclamò Lucinda. Il Wailord della donna riusciva a contrastare da solo tre cloni senza il minimo sforzo.

- Mi sembra ovvio. E’ una superquattro. – disse scocciato Paul.

- Stupido arrogante. – sibilò la mora.

- Un momento, sbaglio o quello è Ash? – urlò Chiara preoccupata. Pochi metri più in là Ash stava affrontando il suo primo clone, ma non  sembrava starsela cavando tanto bene.
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Angolo dell'autrice: Beh, mi spiace, ma vista l'opzione nuova di EFP per poter rispondere alle recensioni, il mio adorato trio è stato licenziato in tronco.
Comunque,
prima di finire di scrivere questo capitolo, visto che, come al solito, mi mancavano idee,  avevo deciso di rivedere il primo film dei pokemon. Pessima, pessima idea. Mi sono sentita in colpa per aver rovinato un finale tanto bello... Ma, visto che i combattimenti mi piacciono, ed adoro descriverli, non mi importa. Mewtwo si frega (Grazie, eh. NdMewtwo) e resta cattivo, mentre io faccio allegra quel che voglio. Questo è stato un capitolo molto semplice da scrivere, specie per gli incontri, che mi piacciono un sacco. Sto notando di essere molto molto sadica, l'idea iniziale era di uccidere sia Moltres che Raikou, poi, però mi sono detta "E dai, che sono leggendari! Un minimo di dignità!", così ho iniziato a sfogarmi sui cloni. Divertente, no?
Ringrazio chi legge, chi recensisce, chi aggiunge la storia alle preferite, seguite e compagnia cantante, eccetera, eccetera, eccetera. No, sul serio, Quando vedo che la storia "piace" mi sento davvero al settimo cielo, quindi grazie, grazie, grazie e ancora grazie!

Colgo l'occasione per augurare a tutti un buon Natale e un felice inizio 2011!
(e magari anche buona Pasqua, non si sa mai xD)
  
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